Per le prossime elezioni, amministrative ed europee, abbiamo già tante facce, ma nessun programma.
L'unico argomento che circola e che si scopiazzano l'un l'altro è la sicurezza.
Qualcuno balbetta la parola "sociale", ma per sbaglio e con assoluta incompetenza, e nessuno "cultura".
Al massimo si grida: "Pompei", "Leonardo"!, e tutti accorrono.
A quale cultura poi devono pensare o elaborare se non leggono, non vanno a teatro, poco al cinema, non ascoltano musica se non dii concertoni e non si dedicano che alla movida, e al selfie?
La cultura ce l'hanno già, come tutto il resto, calata dalla macchina partito e che funziona da decine di anni: enti, entoni, entazzi, e non si tratta della filosofia di Plotino, ma di quella spiccia del sistema culturale a nomina dall'alto, a cui ti devi affiliare, con tanto di "parannanza".
Tutta roba piena di "amici", come in un programma televisivo di successo.
La campagna elettorale è un deserto annunciato, nonostante la folla dei "faccisti", e si mostrano solo le figurine, alcune delle quali ritornano, "zombanti", e le liste dei partiti con i candidati assomigliano ormai a tanti album taroccati della Panini.
Ed è pure noiosa, 'sta campagna, perché, oltre a non esserci fantasia o energia, già si sa chi vince. I sondaggi rendono il voto una pura formalità.
D'altronde la politica non può più nulla, e anche se ci fosse mai una sorpresa, un cambiamento, un terremoto politico inaspettato, il gruppo vincente dovrebbe risolvere a livello locale problemi che non può risolvere, ché sono creati a livello globale.
Non ve ne siete accorti? La democrazia, quella che avanzava ogni tanto un po', è finita.
D'altronde la politica non può più nulla, e anche se ci fosse mai una sorpresa, un cambiamento, un terremoto politico inaspettato, il gruppo vincente dovrebbe risolvere a livello locale problemi che non può risolvere, ché sono creati a livello globale.
Non ve ne siete accorti? La democrazia, quella che avanzava ogni tanto un po', è finita.
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