martedì 9 aprile 2019

Cara Mukki Latte

Cara Latte Mukki, leggo oggi sul giornale che gli affari vanno bene, e allora ho da farti alcune domandine.
Premessa: vai bene perché hai in pratica il monopolio in Toscana, nessuno ti tocca, ti sostiene la porta-aerei partito. Infatti, a controprova, prima domandina: chi sono i tuoi concorrenti, qua? Praticamente nessuno! (Latte Maremma è più piccola di te e non vi fate concorrenza…).
La lobby è forte, e anche dalla Centrale del Latte d'Italia hanno tranquillizzato, ti lasceranno in pace...
Per questo i tuoi prodotti sono non poche volte mediocri? 
\Da dove lo prendi il latte? Nel Mugello, dici. Tutto? Bastano gli allevatori che citi sul sito a coprire quasi il 50% del mercato toscano del latte? E le tue mucche, visto che propugni scelte etiche, come vengono trattate? Bene, dici.
Come li paghi gli allevatori? Qui nessuno ha protestato, e quindi immagino bene.
Tutto bene. Tanti soldi. Tutto bene. Tanti soldi.
Ah, dimenticavo: a parte gli accordi con la Cina, e visto che sei così ricca, i distributori automatici, li hai messi? (1)

Da La Nazione, oggi.

Latte, Mukki innova e si lancia in Cina

La storica società «tiene» in un mercato difficile. Gli effetti del patto parasociale

FIRENZE MIGLIORANO i conti della Centrale del Latte della Toscana. La società ha infatti chiuso il bilancio 2018 con un risultato netto positivo per 533,9 mila euro. Un dato che arriva in un momento che resta difficile per il settore: la ripresa economica non si è concretizzata e il livello dei consumi, compreso quello di latte e prodotti derivati, ha registrato un arretramento. I prodotti Mukki si sono però difesi bene, con una quota di mercato in Toscana superiore al 42%. Nel complesso la Centrale ha ceduto ai clienti oltre 60,2 milioni di chili/litro di prodotto per un fatturato che supera gli 86,1 milioni di euro. Tra i prodotti che hanno registrato i migliori risultati: il latte fresco toscano delle selezioni Maremma e Mugello e latte bimbo, i prodotti biologici o con latte biologico. «L’innovazione – commenta il presidente della Centrale del latte della Toscana, Lorenzo Marchionni – è sempre stato uno degli asset distintivi della nostra azienda. Quest’anno stiamo puntando sui segmenti di mercato che mostrano maggiore dinamicità ed interesse da parte del consumatore, in particolare il mercato dei prodotti bio». Inoltre, «è recente il lancio del nuovo latte senza lattosio, una novità assoluta per il nostro mercato, e seguiranno i lanci di tre nuovi yogurt da bere (naturale, alla fragola e al mirtillo) e alcuni formaggi come mozzarella, burrata e stracciatella, tutti con latte ed ingredienti biologici». Va bene anche la partnership con la Cina, con l’apertura del primo negozio virtuale su Tmall, piattaforma di e-commerce del gruppo Alibaba. Nei mesi scorsi aveva invece generato preoccupazione la disdetta da parte del gruppo Centrale del Latte d’Italia del patto parasociale con i soci pubblici toscani, che sono Comune di Firenze, Fidi Toscana e Camera di commercio di Firenze. Il patto arriverà alla scadenza naturale del settembre 2019 e una volta scaduto, assicurano da Torino, non avrà conseguenze sulla Centrale del latte della Toscana. «Come le altre controllate, manterrà la sua autonomia. Si tratta di un patto che regola i rapporti tra azionisti nella holding e quindi non interessa l’azienda toscana», fanno presente dalla Centrale del Latte d’Italia. Eventuali modifiche si vedranno inoltre solo da aprile 2020, con l’approvazione del bilancio 2019. In quell’occasione potrebbero cambiare i membri del consiglio di amministrazione. «La questione – sottolinea il presidente Marchionni – deve essere affrontata e discussa tra soci. Da amministratore sono convinto che un’azienda debba essere leader nel proprio territorio e per farlo debba mantenere relazioni strette con gli attori di quel territorio, dalla filiera produttiva, ai dipendenti, alla distribuzione. Si tratta di sostanza e non di forma». «Il consumatore – conclude – è disposto a spendere di più per un prodotto che ritiene distribuisca valore sul territorio. Le scelte strategiche dovrebbero seguire questa direzione, nella consapevolezza che la percezione del consumatore in tal senso è di estrema importanza e che perdere posizioni rischia di dare vantaggio ai concorrenti». Monica Pieraccini

1. Mappa dei distributori automatici del latte in Italia: https://www.milkmaps.com/  Sono indicati anche gli allevatori che mettono dentro direttamente il latte e ne sono i responsabili, e per questo al consumatore il latte dei distributori costa molto meno ed è molto più buono!

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