martedì 31 marzo 2020

L'uomo crudo (nel tempo dei vampiri)

Sto vivendo una mutazione. Come molti, credo. Sto diventando una bestia, un animale.
Ma non a causa della paura, a causa della rabbia, dell'impotenza. Non ho mai avuto paura di questo virus, nonostante segua le regole imposte, nonostante il virus sia più che temibile visto che si contano già 10 mila morti, e solo in Italia,  per cui nessuno poi alla fine sarà dichiarato responsabile.

D'altronde si tratta di vecchi: quasi tutti, per lo stato attuale del mondo, un peso per il sistema economico che conta, quello delle borse e giochi di numeri (la borsa mai chiusa!), un peso per il sistema di assistenza.

Il virus si è trasformato in un facile meccanismo per il controllo di massa. Di intimidazione. Di blocco umano. Culturale.

Fra tutti i controllori cito i sindaci, in virale, temibile florilegio, e ridicoli per molti aspetti nel loro inseguire propaganda e "ossequienza",  che minacciano o consigliano perentosi la cittadinanza, babbi internautici tutelanti dai loro uffici, o che girano per le strade che controllano come gringos, urlanti: "Vai a casa!".

E poi vicini di casa trasformati in agenti della pubblica sicurezza, spioni vecchio stile (ah, finalmente si può fare!, si può denunciare!) pronti alla delazione anche se cammini solitario nel tuo insonne notturno girovagare.

Al pedone, al pedone!

Nessuno, o pochissimi, parla dei soldi che tutti i governi hanno voluto risparmiare per la sanità, dei letti in meno, degli ospedali cancellati, dei fallimentari ospedali "smart", come quelli che hanno costruito in Toscana, della prolificazione della sanità privata e pasciuta; nessuno,  o pochissimi, di quegli scienziatoni su cui il controllo politico basa la sua giustificazione d'essere imposizione, che punti il dito sul disastro sociale, umano, economico che è stato perseguito con la revisione di spesa; nessuno che dichiari la propria complicità, il proprio bieco interesse in questo gioco al massacro umano.

E ogni assembramento, ogni riunione, ogni evento sarà considerato a rischio per molto tempo. Solo le fabbriche, le produttive, riapriranno subito: spingono gli industriali e i politici loro emissari.
Gli operai non potranno opporsi, gli scioperi sono impediti, e potranno eventualmente morire, ché certo saranno rimpiazzati in questa morìa di lavoro senza troppa difficoltà.

Sarà la grossa economia che farà riaprire il mondo, come probabilmente l'ha fatto chiudere attraverso una sagace e feroce destabilizzazione (ma sì, siamo complottisti!), un terremoto sanitario che ha riportato alla dimensione cruda dell'uomo, all'uomo bestia, l'uomo nudo; alla sua primitiva essenza preculturale. Ecco la metamorfosi. E com'è stata rapida!
E non servono più cultura, sapienza, pensiero, saggezza, poesia, arte, politica, niente serve più, tutto cancellato e distrutto con un colpaccio di virus. E con molto effetto mediatico, tam tam infinito e assordante ammorbante asfissiante.
Non si parla d'altro che di malattia, di corpi, di contagi. Di respiratori.
Vedo solo l'uomo crudo, fermo, bloccato, compromesso nella sua carne, che chiede aiuto per la sua sopravvivenza di bestia. Cito a memoria Levi: gli aguzzini trasformano gli essere umani in bestie per sentirsi meno colpevoli.

Quando dall'astuto magico laboratorio arriverà il vaccino per la nostra carne, ancora una volta e ancor di più ci troveremo sotto tutela e controllo;  anzi saremo noi ad abbracciarlo, il liquido salvifico, ad andargli incontro come al nostro sommo benefattore, definitivamente trasformati in animali con mascherina, ancora di più uomini nudi e crudi dai cui corpi spillare sangue, e su, con cui mangiare.
E' il tempo dei vampiri, come, ma ciò per nulla mi consola, avevo predetto.






Il buonasera

Qui dal mezzogiorno
si parla il buonasera,
per fare la speranza
che si avvera.


sabato 28 marzo 2020

Lo spettacolo della città



Questo è il video, realizzato da Irene Centauro (che ringrazio particolarmente) de Lo spettacolo della città, teatro-tour in pullman compiuto nella città di Prato (in due percorsi ben differenti), Pistoia e nella Valbisenzio.

La prima edizione fu nel marzo 2015; qui le immagini della replica dell'ottobre dello stesso anno.

giovedì 26 marzo 2020

Bocca cicuta

Socrate, una vita di domande. E alla fine, bocca cicuta.

Ma il covid-19 è nato in laboratorio o no?

Ma il covid-19 è nato in laboratorio o no?
Si può fare questa domanda, oppure si rischia il rogo mediatico?

Dopo il video del servizio di Leonardo della RAI, del 16/11/2015 tutti dicono, anzi sono corsi a smentire!, che quello di oggi non è quel virus di cui si tratta in quella trasmissione.

Bene.
Però nel servizio si spiega che si costruiscono virus in laboratorio, per cui alcuni scienziati si dichiarano molto allarmati.
Dunque, anche se il Covid-19 non è quello del 2015, non sarebbe il caso di fare qualche indagine al riguardo?
O comunque, perché si perseguita chi fa anche semplici domande?


Questo invece è il serviio di "Leonardo" del 22 febbraio scorso, prima della "censura".


mercoledì 25 marzo 2020

MINISTRO FRANCESCHINI, PARLA!

Venerdì 27 marzo è la Giornata Internazionale del Teatro.
Il Ministro Franceschi, oltre a cinguettare sulla Giornata di Dante e altre amenità on line, dirà qualcosa di serio per confortarci?
MinistroFranceschiniparla#


Cafiero Lucchesi (Vita e morte fra Mussolini e Stalin) -Video completo



Continua la condivisione delle registrazioni video dei nostri spettacoli teatrali.
Questa volta tocca al dramma "Cafiero Lucchesi. Vita e morte fra Mussolini e Stalin", del 2012.
Tratta della viicenda di Cafiero Lucchesi, operaio pratese comunista che uccise il fascista Florio e che per questo fu costretto a scappare. Venne giustiziato poi in Russia, dove si era rifiugiato da Stalin. La sua triste storia assomiglia a tanti altri italiani che, perseguitati dal Fascismo, così finirono la loro vita, nei gulag di Stalin. 
Tantissime furone le recensioni, tutte belle per noi, che si possono leggere a margine del video (e anche in questo blog se si fa una ricerca inserendo il nome del protagonista), e anche il dibattito senza fine, spesso polemico.
Come tutte le nostre opere, abbiamo allestito e lavorato senza finanziamenti pubblici. La particolarità di questo spettacolo fu la completa trasformazione dello spazio teatrale de La Baracca. 
Buona visione.

lunedì 23 marzo 2020

Crepuscolo sul mare



Piero Umiliani, fiorentino, compositore infinito.

Il delitto imprevisto

Il governo fece di tutto per salvarci durante i tempi dell'epidemia. 
E però, dopo aver tentato di salvarci dal virus, costringendoci in casa o all'aperto distanziandoci di un metro in ogni attività  affinché non ci contaminassimo l'un l'altro, ecco che arrivò il freddo vento dell'est. E stando per ore in fila così distanziati davanti ai supermercati, intirizziti durante quei ventosi e gelidi giorni di marzo, molti di noi, soprattutto i vecchietti e i giovincelli più fragili, si salvarono sì dal virus, ma perirono, proprio a causa della lunga e forzata esposizione al freddo, di altre influenze e malattie.

domenica 22 marzo 2020

Il delitto 'piuccheperfetto'

Il Coronavirus, oltre a uccidere fisicamente gli essere umani, ha compiuto il delitto 'piuccheperfetto', distruggendo ogni dissenso e ostilità nei confronti dei nostri governanti: infatti, invece di mandare a casa loro, i politici, come abbiamo sempre urlato in questi anni nelle piazze ormai vietate, con l'aiuto involontario o forse la complicità non lo sapremo mai, non dell'esercito bensì di un microscopico famelico terrorizzante e capocciuto vermetto, loro hanno mandato a casa noi.

sabato 21 marzo 2020

Sono ancora cittadina o sono diventata una paziente?


Sono ancora una cittadina oppure sono diventata una paziente? Sono ancora in uno stato di diritto? Posso ancora esprimere una opinione, dissidente o meno senza venire cannibalizzata?

Perché mi si costringe, non solo a reclusione fisica per emergenza sanitaria (che per ora in maniera grave riguarda solo la Lombardia, dove tra l'altro la gestione sanitaria è in misura massiccia in mano a privati), ma anche a stare muta?
Cos'è quest'ordine (vedi per esempio i comunicati di AGCOM che copio), a far parlare solo gli esperti, le fonti scientificamente accreditate?
Esperti di che? Accreditate da chi?
Cosa sono poi questi scherani che circolano sui social a difesa della salute pubblica, a difesa dell'ordine, e che vogliono far tacere anche chi solo osa pensare diversamente?
Chi sono poi questi sindaci che ci ORDINANO di fare le cose, che MINACCIANO con i loro video ? Lo possono fare davvero? Cosa dice LA LEGGE?

Chiudete il mondo, non posso comprare le penne a sfera, ma intanto su Internet si può comprare tutto, date forza solo ai potenti, ai ricchi, a chi ha in mano la gestione stessa di Internet.

La stessa piattaforma su cui scrivo, che mi dà tanta libertà di scrivere per esempio,  se volesse, senza alcun motivo, mi potrebbe far tacere per sempre. Cosa potrei dire io per contrastare questa decisione? NULLA.

Questa influenza COVID19, che fa morire così tante persone (ma tutte queste case farmaceutiche e tutta questa scienza, gli esperti!, non sono riusciti ancora a niente?), è comunque un buon viatico per trasformarci da cittadini in pazienti muti e obbedienti.

Invece di organizzare cori sui balconi (e presto vi tracceranno anche sui balconi con gli smartphone!), sarebbe opportuno rileggere la Costituzione, e riflettere quanto le misure adottate dal governo, senza alcun vero dibattito politico poi, ci stiano allontanando dai diritti fondamentali della persona che vi sono stabilite.

venerdì 20 marzo 2020


Prato, un ritorno al futuro


Prato , un ritorno al futuro

Chi l'avrebbe detto che nel giro di poche settimane si sarebbe, giocoforza, vissuta l'esperienza dannunziana d’inizio del ‘900, scoprendo una Prato, prima tra le “città del silenzio”, terra di campanili e di storia. Un vero paradosso per chi del "rumore",  prima che del baccano, ha fatto, volenti o nolenti, motivo di modernizzazione, addirittura di scalata economica, di  giovanilismo ma anche di un sregolato attivismo.  Figlia e madre allo stesso tempo di un caotico accrescimento, Prato si trova adesso sospesa insieme alle sue molteplici etnie, sommersamente accolte,  ad imparare dai cinesi come fare a stare fuori dallo strisciante rischio contagio. Paradossi appunto. Ed invece è andata proprio così. Non ci resta che il suono delle campane a scandire il passaggio delle ore in un percorso cognitivo surreale per tutti noi, nessuno escluso, che dal chiuso delle case indugiamo ancora a cercare di capire. Non siamo affatto abituati al distanziamento sociale che ora s’impone, come potremmo esserlo, tuttavia percepiamo intorno a noi un crescente movimento di avvicinamento di un'umanità viva e, a ben vedere, il prossimo, anche quello finora sconosciuto, appare molto meno lontano. I condomini si parlano dalle finestre, la gente canta, suona, balla sui terrazzi. Lo spettacolo è servito come antidoto alla paura. Un effetto che è dilatato dalle magnifiche giornate di sole che  annunciano sopra i tetti una Calvana già rigogliosa, una primavera ormai prossima a contrastare il buio di una sempre più avvolgente angoscia, di un’ansia non 'sopibile' per la sorte dei propri cari, troppo vicini al contagio da sfiorarlo al solo parlarne. Stiamo imparando, chi l'avrebbe detto, come si fa nelle aule delle scuole ad essere smart, tecnologici, a comunicare h24, ma il cuore batte sempre più forte.
Chi l'avrebbe detto poi che la globalizzazione, maligna spina nel fianco di una fragile identità da riconquistare e salvaguardare, si sarebbe trasformata in una espressione  di pace, di vicinanza tra i popoli e di solidarietà.
Prato per tutto questo è tornata ad essere come in origine lo era un laboratorio di umanità, senza scorciatoie, furberie e deroghe, una città che non vuole essere mai più distratta dal fare prima che dal pensare, che sta guardando a se stessa come prima mai nel recente passato, nell’affrontare questo positivo “iter di meditazione” che le cambierà  il futuro per quello stato imperfetto delle cose che si vuole emendare  purché non si smetta di immaginare.

17/03/20 Giuseppe Centauro

Altri due giorni sono trascorsi dall’atteso picco del contagio (che non c’è stato) e la voglia di ballare sui balconi si è spenta un poco. Stamani, a mezzogiorno, quel signore che dal condominio in fondo alla strada si agitava con clacson e canzoni è stato portato via con l’ambulanza. Oh Signore! Che scellerati che siamo, ancora non ci rendiamo ben conto di quanto sia vicino a noi quel oltraggioso parassita. Per  San Giuseppe si mangiavano le frittelle in famiglia, tutti in festa per l'arrivo prossimo della primavera. Stasera pregheremo in silenzio, osservando in streaming l’Ostensione del Sacro Cingolo affinché la Madonna ci protegga, proprio come cinquecento anni fa quando la peste falcidiava il popolo, dentro e fuori le case, e il Savonarola predicava agli animi colti e gentili dei monaci di San Domenico perché l'umanesimo di quel tempo non doveva  escludere la religione e nella stessa persona potevano coesistere la fede sincera e il profondo interesse per il mondo della filosofia classica della cultura  pagana. Se Papa Francesco chiede i ventilatori per gli ospedali, anche il comune cittadino potrà trovare il coraggio di pregare per curare lo spirito come forse non aveva mai fatto prima, senza voltarsi da un'altra parte, ma guardando dritto in faccia la realtà. Si sia prudenti nel chiuso delle case  ma non inerti, sopraffatti dal fatalismo dell’occulto. L’occasione di una scoperta interiore non va emarginata. Questo momento che stiamo vivendo a tutte le latitudini, senza più confini, ricorda molto l’esperienza di chi ha sopportato gli effetti del terremoto che tutto ti toglie all'improvviso, senza preavviso. La filosofia come la fede vanno nella stessa direzione per guidarci, ma ce ne accorgiamo solo eccezionalmente, poi più spesso dimentichiamo: “rendi cosciente l'inconscio, altrimenti sarà l'inconscio a guidare la tua vita e tu lo chiamerai destino” (C.G. Jung), come pure per chi ripone speranza nella fede: “ci hai fatti per te, Signore, e il nostro cuore è inquieto finché non riposa in te” (S. Agostino, Confessioni, 1.1.1.). Due facce della stessa medaglia che a Prato conosciamo molto bene da molti secoli e che custodiamo gelosamente.

19/03/2020 Giuseppe Centauro

giovedì 19 marzo 2020

mercoledì 18 marzo 2020

Il delitto della mail

Com'è facile, pulito, rapido uccidere via mail. 
Non capisco come ancora la gente si ostini a uccidere i corpi. Con tutto quello che ne consegue.
O assassini, sbrigatevi prima che i codici penali siano aggiornati, ci aspettano ancora anni di impunità, ma non sarà per sempre.
D'altronde a questo ci ha condotto l'ubiquità della tecnologia, la sua pratica democratica. Troppi messaggi, troppe richieste. 
Io, che lavoro al servizio di previdenza e assistenza nazionale, ogni due giorni devo ripulire la mia casella di posta.
Quei pochi che lascio vivere, leggo le loro disperate e volatili letterine a malapena. Sorvolo sullo schermo.
Le mail, i messaggi di ogni genere, chi li legge veramente? 
Solo se arriva una lettera di carta, qui in ufficio ci allarmiamo. Solo quelle, le maledette, non possiamo eliminare. Fortunatamente nessuno manda lettere alla vecchia maniera.

Con l'entrata nel mondo tecnologizzato non avevo altra scelta che diventare assassina e, ormai, a un passo dalla pensione,  sono  pratica e ci ho preso gusto.  Sono una massima esperta di morte virtuale.
Uccidere via mail, come si fa? 
Con un no, con un ma, una cancellazione, un non ricevuto, un non letto, un silenzio.

Nessuna traccia, nessun testimone; averlo è complicato e laborioso, ci vogliono i tecnici che ti entrino nel computer. E quando mai!

Questo è il presente e il futuro di noi assassini.

sabato 14 marzo 2020

giovedì 12 marzo 2020

Il delitto del mondo chiuso


Ci fu un tempo in cui il mondo fu chiuso per una nuova specie di epidemia, una nuova specie di peste, che causò la morte di milioni di persone. Fu deciso quindi, da tutti gli stati, di chiudere il mondo.
A quel punto gli uomini ebbero tre scelte: andare in terapia intensiva,  andare in galera o in catacomba.
In ogni comune, in ogni provincia, in ogni stato c'era un gruppo di persone che smistava le scelte dei cittadini.
Ai cittadini veniva chiesto: "Lei dove vuole andare?".
Ci furono, come potete immaginare, grandi discussioni in famiglia, quelle che ancora restavano, perché litigi, aggressioni e faide le avevano decimate.
All'inizio la maggioranza della gente volle andare in terapia intensiva, per essere curata, e pochissimi in galera, perché equivaleva a essere ammazzati. 
In galera però ci andavano anche coloro che, in attesa alle file, facevano confusione, protestavano, organizzavano ribellioni.
Di ribellioni scoppiarono una quantità enorme. Non c'era famiglia che non avesse dentro di sé un ribelle; non c'era borgo. I ribelli delle città erano a migliaia, e alcuni, grazie al loro fascino controcorrente, avevano riunito gente che occupava un quartiere o una via.  Alcune di queste comunità ribelli vissero alcuni mesi, e infusero nuove speranze in gente disperata. Ma poi alla fine tutte le ribellioni furono inutili, anche perché la gente si ribellava sì, ma continuava a morire. Morirono anche molti ribelli, alla faccia di chi ci illude dicendo che chi vive di speranza non si ammala.
Alla fine tutti i ribelli, malati e non, vennero letteralmente portati via, e non se ne sappe più niente. 

A coloro che avevano scelto di finire in catacomba, che era una specie di lazzaretto sotterraneo, si consegnavano pala e viveri, che assicuravano la vita per un mese di tempo, non di più.

I catacombali, come furono poi chiamati, erano particolarmente presi di mira proprio per questo; di solito venivano aggrediti per rapina e uccisi prima di finire sottoterra.
Se si sceglieva di andare sottoterra,  non si poteva più vedere la luce se non per bruciare i morti.  Col tempo qualcuno riuscì, ah cosa può fare l'uomo, a costruire come degli appartamenti e a sopportare la tristezza dell'ombra. Molti però non riuscirono ad ambientarsi fisicamente alla vita sotterra, al buio e al freddo, e morirono di altre malattie.

Col tempo sulla Terra successe questo: che ogni zona diventò un mondo a sé. I carcerati smisero di uccidersi, e costruirono loro, nuove carceri, e non vollero più uscire; i catacombali trovarono il modo di collegarsi tra loro, e non vollero più riveder la luce; e i malati in terapia intensiva, quelli guariti, si abituarono a vivere in ospedale, dove continuarono a comandare i baroni naturalmente, e rimasero lì. Non vollero più uscire nemmeno loro.
Il mondo così ebbe un ordine nuovo.  Non più stati, nazioni, divisioni politiche insomma, ma fu diviso fra ospedalieri, carcerati e catacombali. 
Quello che è seguito, poi, è sotto gli occhi di tutti e lo stiamo vivendo.



martedì 10 marzo 2020

IN GALERA!

Nel giorno in cui i carcerati si ribellano, il governo ci minaccia di galera. 

Dopo averci consigliato leggere un libro o fare una torta, visto che non ubbidiamo, non restiamo a casa e il virus dilaga, sono passati alle maniere forti.  
Ancora un po' di assalti ai supermercati e arriveranno i militari. 
Intanto qualche detenuto è morto; altri ancora vaga fra Cerignola e l'Altopiano delle Murge.

Nota successiva: "Se c'è un posto sovraffollato, ad alta concentrazione di persone con problemi di deficit immunitari, malattie infettive e respiratorie, quello è il carcere. Tutti sappiamo  che un terzo dei detenuti è tossicodipendente, è malato di Aids, di tubercolosi, o ha comunque problemi infettivi. Se il virus entra lì, fa una strage. Il carcere è già di suo un lazzaretto, quindi i detenuti sono oggi terrorizzati, perché sanno di poter essere condannati a morte. E noi come al solito ci siamo scordati di loro, perché sono cittadini di serie C" (Emilio Santoro, ordinario di Filosofia del Diritto a Firenze, dichiarazione tratta da Il Foglio di oggi, p.3).

ITALIA ZONA ROSSA


L'UNICO ROSSO CHE SON RIUSCITI A DARE.

lunedì 9 marzo 2020

VERGOGNA ALLA CULTURA ovvero le briosce di Franceschini

MINISTRO FRANCESCHINI, QUESTO CHE COPIO SOTTO, E CHE LEI HA SCRITTO SOLO IERI 8 MARZO, MA SOPRATTUTTO DIETRO LE NOSTRE INSISTENZE, E' TUTTO QUELLO CHE LEI E' STATO CAPACE DI SCRIVERE, CHE LEGGO SU TWITTER. A COSA SERVONO I SOCIAL A CHI FA SPETTACOLI DAL VIVO? LA "SCELTA NECESSARIA" SAREBBE CHE LEI SE NE ANDASSE A CASA. DOVEVA SCRIVERE CHE AVREBBE FATTO IL POSSIBILE PER AIUTARCI. CONCRETAMENTE. LA GENTE VUOLE IL PROPRIO PANE, NON LE BRIOSCE INCONSISTENTI INUTILI E VERGOGNOSE CHE LEI PROPONE. 
"Da oggi in tutta Italia saranno chiusi cinema, teatri, concerti, musei. Una scelta necessaria e dolorosa. Ma la #cultura può arrivare nelle case. Chiedo alle tv di programmare musica, teatro, cinema, arte e a tutti gli operatori culturali di usare al massimo i loro social e siti."

domenica 8 marzo 2020

sabato 7 marzo 2020

Il Ministro della Cultura è MUTO


Il valore della memoria (al tempo del COVID-19)

Ricevo e volentieri pubblico:
Come si dice a Prato "averlo saputo prima che... " dietro quella beffarda data palindroma
02.02.2020, poco più degna di un oroscopo scacciapensieri, stava per compiersi 
l’avvento dell’Anno cinese del Topo.  
Per quel popolo, così saggio e illuminato, a noi così vicino, il topo si associa alla morte,
all’occulto e, persino, alla peste. Averlo saputo prima magari 
ci saremmo fatti trovare più preparati, più accorti, meno superficiali.   
Perché quel che è successo dopo il capodanno cinese non ha niente a che vedere 
con gli scongiuri di rito nei confronti dell’anno bisestile che per noi italiani era già 
pesante da affrontare con una crescita di Pil quasi azzerata. 
Ci saremmo preparati senz’altro meglio sapendo che in quel microrganismo parassita 
si annidavano pericoli  inimmaginabili per tutti noi. Saremmo forse stati subito più 
consapevoli e razionali. Invece no! Dopo l’ironia, l’incredulità e, infine, losconcerto, 
si è manifestato un vuoto interiore collettivo. Non andiamo più neppure a Messa. 
Poi, quando i buoi erano già scappati dalla stalla, ci siamo pian piano convinti, 
giorno dopo giorno, che non si trattava di meri pruriti cosmici, di pura fantascienza 
alla vJules Verne, ma che intorno a noi aleggiavamo microscopici fantasmi che 
neppure la scienza più avanzata riusciva pienamente a spiegare. Si rievocava tra la
gente un qualcosa che sembrava ‘bell'e che morto e sepolto’ da “caccia all’untore” di 
manzoniana memoria, un paradosso moderno del tutto estraneo alla nostra esperienza. 
Prima che il Covid-19 s’impossessi di tutti noi, dell’Umanità tutta, e metta in ginocchio 
in un sol colpo convinzioni e certezze, dobbiamo far valere l'intelletto e il cuore per 
cercare di riscoprire i valori più profondi che hanno accompagnato secoli di civiltà.
Dopo la paura viene il panico oppure la riflessione. 
Leggere o rileggere un libro, ascoltare un disco, magari in vinile, può esercitare 
attraverso il ricordo la riflessione e fare riemergere una memoria sopita. 
Siamo, è vero,  in attesa che si riaprano teatri e musei, e forse, si riscopra 
un patrimonio  culturale da troppo tempo vilipeso e con esso i tesori sepolti del nostro 
passato. Non sprechiamo questa circostanza e riscopriamo tutti quanti il valore della 
memoria che ci aiuti a rifondare il futuro.
Rimpossessiamoci del tempo-vita di cui disponiamo, come si faceva fino a non molti 
anni fa in famiglia, con gli amici, passeggiando nei luoghi della città ai quali 
eravamo più legati.
Attraverso una semplice immagine, ad esempio una scolorita stampa fotografica 
riposta nei recessi di un cassetto dimenticato, ritroviamo il tempo andato. 
Troppo velocemente siamo passati dall’analogico al digitale, dal reale al virtuale, 
perdendo la cognizione del tempo. 
Ecco perché riscoprire il valore della memoria può significare dare il giusto peso 
alle cose, alle relazioni umane. Ridimensioniamo la portata dei reiterati e allarmati
annunci  dei media, dei messaggi allucinati ed inutili di gran parte dei social. 
In questo modo potremo  trovare il vero ed unico antidoto al coronavirus e alla 
schizofrenia di massa che sembra  pervadere tutto e tutti.  
Giuseppe Centauro
Capodanno Cinese a Prato, foto di A.M.
  

venerdì 6 marzo 2020

Superare il disastro

Rompendo necessariamente la quarantena e il semi-silenzio, pubblico il comunicato di oggi dell'Assessore alla cultura di Prato Simone Mangani su Facebook:

il teatro, la danza, la musica, il circo, le arti di strada.

gli artisti, i lavoratori, gli enti e le imprese del così detto "spettacolo dal vivo" soffrono e soffriranno una crisi dentro una crisi (e non parlo in questa sede del cinema, a sua volta mutilato).

E' presto per fare bilanci o per richiedere dettagliati interventi straordinari perché gli interventi straordinari di oggi rischiano di invecchiare molto precocemente.

Credo sia fondamentale non procedere in ordine sparso né (procedere) con richieste di carattere particolare.

Nella sola città di Prato ci sono 4 soggetti del Fondo Unico (Teatro Metastasio, Camerata Strumentale, TPO-Teatro di Piazza e d'occasione, Kinkaleri), c'è un altro teatro semi-pubblico come il Politeama Pratese, ci sono luoghi di tutti ma non pubblici come la Baracca, il Borsi, l'ex Chiesino (e chissà quanti ne dimentico), ci sono tantissimi artisti, attori, tecnici, musicisti (molti di questi anche insegnanti), dj, ci sono le cooperative che garantiscono apertura, chiusura, sorveglianza. C'è un mondo intero, spesso non coperto da tutele sufficienti, che rischia l'osso del collo (non è un'espressione particolarmente burocratica, me ne rendo conto).

Il Comune di Prato, nei limiti delle sue possibilità, intende essere, con gli atti, vicino e prossimo (anche) a questa parte di mondo e vuole farlo, assieme a tutte le istituzioni che lo vorranno, in tutte le sedi utili.

Il prossimo 11 marzo si riunirà la commissione competente di ANCI Toscana, convocata alcuni giorni fa (quando già la divisione in zone rosso-giallo-verdi e lo stop alle visite scolastiche aveva provocato i primi sconquassi).


Io ho commentato:

"Sì, già eravamo in affanno, ora stiamo affondando. La Baracca com'è noto non ha finanziamenti, la Regione a suo tempo decise per i teatri-azienda, e ciao ciao piccoli teatri e cultura dal basso e periferica. Grande errore, ma non frega niente a nessuno. Ora facciamo cultura dalla cantina, e da tempo proponiamo solo i nostri spettacoli e andiamo avanti con le nostre forze, finché ci saranno, perché non possiamo pagare gli artisti. Speriamo in San Genesio".


Comunque, per chi segue il mio diario, vale quello che ho scritto finora. Vedremo quello che succede, e soprattutto dopo la campagna elettorale, a freddo, in autunno e inverno, a promesse concluse! Non mi faccio illusioni, da troppo tempo frequento la politica per poter sperare facilmente. 
Ma sia, a parte le vaghe promesse, dobbiamo già pensare a come ripartire, perché per quest'anno la stagione è andata, distrutta quella estiva, e dovremo riprendere in gran parte con le sole nostre forze. 
Non cambia nulla nella modalità. Solo che questa volta, per superare il disastro anche psicologico, ci vorranno mesi, anni forse, se lo stato di cose negativo non continua.
Ma se dovesse continuare?

Quello che è successo dà l'idea di come fragile sia la nostra vita, e di come la cultura può essere distrutta e la civiltà regredita, modificata, alterata, gabbata; così, basta un virus, e un decreto.

Parla-Re-Virus


Ciao, sono il virus. Non il batterio. Sono sicuro che non sai la differenza. Vai sull'enciclopedia e scoprilo.  Anzi, visto che hai sempre quell'affare in mano o fra le dita (ci sono anch'io, sopra!): vai su internet, e scoprilo...

Niente è migliore per uno status quo di una pandemia. La pandemia aiuta i dittatori, il blocco, il fermo, la stasi. Ma aiuta anche i parlamentari. E i presidenti, di consiglio, di amministrazione, di repubblica, di associazione. Aiuta a stare. 

Mentre io mi muovo, voi state. Vi piace?

Ora dicono: virus è di destra, il batterio di sinistra: siete sicuri?
Ma lasciate stare i batteri, non sono alla mia altezza!

Io, il virus, non potendo fare la guerra come fate voi, sono un virus, creo una bella pandemia, blocco il mondo. Faccio una guerra mia. La faccio per voi. Mi sacrifico per voi, sciocchi, perché poi il mondo ripartirà, come dopo una guerra. 

Da uno divento mille. E un miliardo. Da uno divento tutti.

Sono sfuggito una sera da un laboratorio, oppresso dalla manipolazione. Oppure siete stati voi a lasciarmi andare? Questo è un dettaglio che non ricordo bene.

Mi hanno messo in giro i cinesi. Contro gli americani. Ma involontariamente.

Mi hanno messo in giro gli americani. Contro i cinesi. Ma volontariamente.

No, sono stati gli italiani. Sono entrato in una pizza. Chi è che non l'avrebbe fatto?

Comunque sia andata, bisogna dirlo: Prato i cinesi hanno fatto la campagna elettorale per le prossime elezioni amministrative per tutta la Toscana: sono stati bravi, con tutti quei cinesi nemmeno uno infettato dicono, loro sanno come fare, lasciamo governare loro. Sempre loro. 

Chiacchiere. In realtà sono stato io, il virus che ho voluto così. Mi piace lo status quo. Nessuno mi ringrazierà mai abbastanza.

Servirò anche anche per il prossimo presidente della Repubblica, perchè a luglio si entra nel semestre bianco, dove nulla può essere cambiato. Non mi ringrazierete mai abbastanza. Mi piace lo status quo. Il bianco.

Il virus aiuta tutte le campagne elettorali, ecco perché ora me ne sono andato anche negli Stati Uniti. Vado a sistemarli come si deve. Anche loro, senza pietà.
E andrò dappertutto. Salto zompo faccio le piroette, sono un acrobata, un funambolo. Sono bravissimo. 

Chiamami. Chiamami anche tu. Verrò a comandare. Sarò il tuo alleato. So come fare. Sei un organizzatore di eventi traumatici? Chiamami!

Però devi sapermi usare, non devi essere uno qualunque, perché ioooo...sono un re!

Oggi gli sciocchi che mi odiano,  un giorno mi ricorderanno con affetto.
Diranno: "Ti ricordi quando c'era il virus?"

Oggi mi chiamate "Corona", è giusto, per oggi governo io; sono il vostro re. Domani chissà come mi chiamerete.
Ma sarò sempre il vostro, il sempre, l'unico, l'infettante, e sempre disponibile:

VIRUS



giovedì 5 marzo 2020

Teatro: approfitteranno del virus per cambiare e aiutarci davvero? Sono pessimista


I teatri saranno chiusi fino al 3 aprile, e quindi conseguentemente tutti gli spettacoli spostati a dopo quella data.
Ciò significa che in alcuni casi, visto la coincidenza pasquale in quel mese, alcuni potrebbero essere addirittura annullati.

Un disastro epocale si annuncia per il settore spettacolo e la cultura in generale.

Cosa farà, per esempio, la Regione Toscana? Aiuterà i suoi artisti? Ci saranno sgravi fiscali, finanziamenti, aiuti di qualche genere? 

Sarebbe l'ora poi che i circuiti regionali e i teatri in generale la smettessero di far girare ed entrare solo nomi famosi, amici, sostenitori e parenti eccetera, e prendessero provvedimenti seri per aiutarci, anche noi, gli artisti senza protettori!, e cambiare un sistema marcio e autoreferenziale, che soffoca l'economia, oltre che la cultura in sé.

Per noi che non abbiamo stipendi, finanziamenti, pensioni, santi o chicchessia, è un momento drammatico, e peggio si annuncia il futuro prossimo.

Chissà se le autorità coglieranno al volo l'occasione del disastro per rivedere anche lo stato di cose soffocante e ingiusto che dura da troppo tempo.  Per fare insomma una piccola rivoluzione contro la dittatura di sistema.  Ma al riguardo sono pessimista.

Da più 25 anni che esistiamo, alla Baracca gli amministratori i consiglieri gli assessori i direttori gli addetti in genere non vengono perché o sono indifferenti ("il teatro non mi interessa") o ci considerano appestati. Hanno preferito sempre lasciarci morire in pace.

domenica 1 marzo 2020

L'invenzione di un'epidemia, di Giorgio Agamben

L’invenzione di un’epidemia
di Giorgio Agamben

Di fronte alle frenetiche, irrazionali e del tutto immotivate misure di emergenza per una supposta epidemia dovuta al virus corona, occorre partire dalle dichiarazioni del CNR, secondo le quali non solo «non c’è un'epidemia di SARS-CoV2 in Italia», ma comunque «l’infezione, dai dati epidemiologici oggi disponibili su decine di migliaia di casi, causa sintomi lievi/moderati (una specie di influenza) nell’80-90% dei casi. Nel 10-15% può svilupparsi una polmonite, il cui decorso è però benigno in assoluta maggioranza. Si calcola che solo il 4% dei pazienti richieda ricovero in terapia intensiva».
Se questa è la situazione reale, perché i media e le autorità si adoperano per diffondere un clima di panico, provocando un vero e proprio stato di eccezione, con gravi limitazioni dei movimenti e una sospensione del normale funzionamento delle condizioni di vita e di lavoro in intere regioni?
Due fattori possono concorrere a spiegare un comportamento così sproporzionato. Innanzitutto si manifesta ancora una volta la tendenza crescente a usare lo stato di eccezione come paradigma normale di governo. Il decreto-legge subito approvato dal governo «per ragioni di igiene e di sicurezza pubblica» si risolve infatti in una vera e propria militarizzazione «dei comuni e delle aree nei quali risulta positiva almeno una persona per la quale non si conosce la fonte di trasmissione o comunque nei quali vi è un caso non riconducibile ad una persona proveniente da un’area già interessata dal contagio di virus». Una formula così vaga e indeterminata permetterà di estendere rapidamente lo stato di eccezione in tutte le regioni, poiché è quasi impossibile che degli altri casi non si si verifichino altrove. Si considerino le gravi limitazioni della libertà previste dal decreto: a) divieto di allontanamento dal comune o dall’area interessata da parte di tutti gli individui comunque presenti nel comune o nell’area; b) divieto di accesso al comune o all’area interessata; c) sospensione di manifestazioni o iniziative di qualsiasi natura, di eventi e di ogni forma di riunione in un luogo pubblico o privato, anche di carattere culturale, ludico, sportivo e religioso, anche se svolti in luoghi chiusi aperti al pubblico; d) sospensione dei servizi educativi dell’infanzia e delle scuole di ogni ordine e grado, nonché della frequenza delle attività scolastiche e di formazione superiore, salvo le attività formative svolte a distanza; e) sospensione dei servizi di apertura al pubblico dei musei e degli altri istituti e luoghi della cultura di cui all’articolo 101 del codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, nonché l’efficacia delle disposizioni regolamentari sull’accesso libero e gratuito a tali istituti e luoghi; f) sospensione di ogni viaggio d’istruzione, sia sul territorio nazionale sia estero; g) sospensione delle procedure concorsuali e delle attività degli uffici pubblici, fatta salva l’erogazione dei servizi essenziali e di pubblica utilità; h) applicazione della misura della quarantena con sorveglianza attiva fra gli individui che hanno avuto contatti stretti con casi confermati di malattia infettiva diffusa.
La sproporzione di fronte a quella che secondo il CNR è una normale influenza, non molto dissimile da quelle ogni anno ricorrenti, salta agli occhi. Si direbbe che esaurito il terrorismo come causa di provvedimenti d’eccezione, l’invenzione di un’epidemia possa offrire il pretesto ideale per ampliarli oltre ogni limite.
L’altro fattore, non meno inquietante, è lo stato di paura che in questi anni si è evidentemente diffuso nelle coscienze degli individui e che si traduce in un vero e proprio bisogno di stati di panico collettivo, al quale l’epidemia offre ancora una volta il pretesto ideale. Così, in un perverso circolo vizioso, la limitazione della libertà imposta dai governi viene accettata in nome di un desiderio di sicurezza che è stato indotto dagli stessi governi che ora intervengono per soddisfarlo.


(L'evidenziatura è mia, ndr)

Un invito per i 20 anni dei Celestini

 Per stasera, 21 dicembre, ore 20,45 alla Baracca.