Ci fu un tempo in cui il mondo fu chiuso per una nuova specie di epidemia, una nuova specie di peste, che causò la morte di milioni di persone. Fu deciso quindi, da tutti gli stati, di chiudere il mondo.
A quel punto gli uomini ebbero tre scelte: andare in terapia intensiva, andare in galera o in catacomba.
In ogni comune, in ogni provincia, in ogni stato c'era un gruppo di persone che smistava le scelte dei cittadini.
Ai cittadini veniva chiesto: "Lei dove vuole andare?".
Ci furono, come potete immaginare, grandi discussioni in famiglia, quelle che ancora restavano, perché litigi, aggressioni e faide le avevano decimate.
All'inizio la maggioranza della gente volle andare in terapia intensiva, per essere curata, e pochissimi in galera, perché equivaleva a essere ammazzati.
In galera però ci andavano anche coloro che, in attesa alle file, facevano confusione, protestavano, organizzavano ribellioni.
Di ribellioni scoppiarono una quantità enorme. Non c'era famiglia che non avesse dentro di sé un ribelle; non c'era borgo. I ribelli delle città erano a migliaia, e alcuni, grazie al loro fascino controcorrente, avevano riunito gente che occupava un quartiere o una via. Alcune di queste comunità ribelli vissero alcuni mesi, e infusero nuove speranze in gente disperata. Ma poi alla fine tutte le ribellioni furono inutili, anche perché la gente si ribellava sì, ma continuava a morire. Morirono anche molti ribelli, alla faccia di chi ci illude dicendo che chi vive di speranza non si ammala.
Alla fine tutti i ribelli, malati e non, vennero letteralmente portati via, e non se ne sappe più niente.
Di ribellioni scoppiarono una quantità enorme. Non c'era famiglia che non avesse dentro di sé un ribelle; non c'era borgo. I ribelli delle città erano a migliaia, e alcuni, grazie al loro fascino controcorrente, avevano riunito gente che occupava un quartiere o una via. Alcune di queste comunità ribelli vissero alcuni mesi, e infusero nuove speranze in gente disperata. Ma poi alla fine tutte le ribellioni furono inutili, anche perché la gente si ribellava sì, ma continuava a morire. Morirono anche molti ribelli, alla faccia di chi ci illude dicendo che chi vive di speranza non si ammala.
Alla fine tutti i ribelli, malati e non, vennero letteralmente portati via, e non se ne sappe più niente.
A coloro che avevano scelto di finire in catacomba, che era una specie di lazzaretto sotterraneo, si consegnavano pala e viveri, che assicuravano la vita per un mese di tempo, non di più.
I catacombali, come furono poi chiamati, erano particolarmente presi di mira proprio per questo; di solito venivano aggrediti per rapina e uccisi prima di finire sottoterra.
Se si sceglieva di andare sottoterra, non si poteva più vedere la luce se non per bruciare i morti. Col tempo qualcuno riuscì, ah cosa può fare l'uomo, a costruire come degli appartamenti e a sopportare la tristezza dell'ombra. Molti però non riuscirono ad ambientarsi fisicamente alla vita sotterra, al buio e al freddo, e morirono di altre malattie.
Col tempo sulla Terra successe questo: che ogni zona diventò un mondo a sé. I carcerati smisero di uccidersi, e costruirono loro, nuove carceri, e non vollero più uscire; i catacombali trovarono il modo di collegarsi tra loro, e non vollero più riveder la luce; e i malati in terapia intensiva, quelli guariti, si abituarono a vivere in ospedale, dove continuarono a comandare i baroni naturalmente, e rimasero lì. Non vollero più uscire nemmeno loro.
Il mondo così ebbe un ordine nuovo. Non più stati, nazioni, divisioni politiche insomma, ma fu diviso fra ospedalieri, carcerati e catacombali.
Quello che è seguito, poi, è sotto gli occhi di tutti e lo stiamo vivendo.
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