Abbiamo anche cambiato la locandina per la prossima replica, straordinaria, de "La Cervelliera", che avrà luogo sabato 24 ottobre, alle ore 21,15.
Il "marito fantasma", così si firma, alludendo a uno dei protagonisti della commedia, ci ha mandato un commento:
"Dalla commedia filosofica alla farsiArte, godibile a più livelli, ognuno dei quali credibile e non prevaricante sugli altri. Miracolo di equilibro drammaturgico, dove il tema dell'identità traina quello dello spaesamento esistenziale e della manipolazione sociale.
I quattro, o quattro alla seconda personaggi, si intersecano e tracciano uno stradario psicologico esilarante, vero cul-de-sac del proprio futuro".
Voglio aggiungerne uno mio, di commento, visto che qualcuno ha chiesto del significato filosofico della commedia, che pur in veste comica, traspare e lascia appunto allegramente...confusi.
Vi si parla di scambio di identità.
Da Freud in poi sappiamo che, contrariamente alle certezze cartesiane del cogito ergo sum, non abbiamo una identità chiara e disponibile, trasparente, solo perché esseri intelligenti e pensanti. L'io è illusorio e affatto sovrano; anzi, a volte assomiglia piuttosto a un buco nero in cui ci smarriamo.
Adesso nella dimensione social, non più sociale (social è l'opposto di sociale, perché ognuno è solo davanti al suo strumento, alla sua macchina, mentre nel sociale siamo tutti insieme presenti nella realtà), l'identità corporea è ancora più confusa, anzi diventa una identità rarefatta, facilmente catturata e strumentalizzata.
"La cervelliera" è questo luogo virtuale dove la nostra identità viene confusa e presa.
Il corpo (vi si trova la metonimia per eccellenza - lo "gnègnero" ) diventa la materia prima dello sfruttamento, e viene sostituito a piacimento appunto nella realtà virtuale. Anche se questa parola, come "social", non è presente nella commedia.
Invano i personaggi tentano una fuga, perché ormai la loro identità è compromessa.
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