mercoledì 31 agosto 2022

E' morto il nostro amico Fulvio Silvestrini


Oggi è morto Fulvio Silvestrini, un carissimo amico.

Nessuno gli ha mai dato retta nelle sue richieste culturali come "i chioschetti intelligenti", l'emeroteca e tante altre idee, senza citare la famosa  Bottega D'Arte Comune di Iolo che fu volutamente fatta morire proprio per metterlo a tacere nella sua battaglia contro la Multisala, il "Parco Prato" di Capezzana. Che lui vedeva come centro di alienazione e distruzione delle periferie. Della creatività popolare.

Era un giusto, era nel giusto.

Molti lo deridevano. Lo credevano un utopista un illuso.

Non è così?

Sono felice di aver organizzato con lui due veglie mattutine di Natale alternativo alla Baracca, che era un po' anche il suo teatro, lui ci veniva sempre. Credo che abbia visto quasi tutti i nostri spettacoli.

Da me aveva condotto incontri con i ragazzi, incontri politici, incontri culturali.

Al mattino poi a volte  capitava di stare insieme, lui ed io a teatro, a parlare dei nostri progetti, e mi illustrava instancabile le sue visioni impossibili. Impossibili perché gli amministratori di questa città non lo hanno mai accontentato.

Non è così?

Una vera perdita per la città di Prato. 

A volte, quando prendeva la parola durante il dibattito dopo lo spettacolo, ci faceva un po' spazientire, perché aveva tante cose da dire che non la finiva più. 

Perché siamo stati così impazienti con lui? Ora è troppo tardi per rimediare!

E poi vi ricordate le fotocopie degli articoli di giornale che distribuiva alla fine della serata? Per organizzare questo lavoro di diffusione della lettura aveva comprato una grande fotocopiatrice, che teneva orgoglioso nell'ingresso di casa sua.

Io ce le ho tutte, le sue fotocopie. Tutte.

Ti voglio bene, Fulvio. E sono contenta di avertelo detto, al telefono, pochi giorni fa.

Mi avevi detto che a settembre saresti tornato una mattina a illustrarmi un nuovo progetto. Un nuovo sogno.

Ti avevano allontanato dalla Chiesa perché eri un dissidente politico e sociale, ma eri ancora prete, un prete senza chiesa, ti avevano tolto la parrocchia delle Fontanelle e tu dicevi: - Ora la mia Chiesa è sotto il cielo! -

Quanti ricordi, Fulvio, quanto abbiamo parlato e riso insieme.

Avevi un bel modo di ridere, da bambino.

Ci conoscevamo dal 1995, quando entrai come consigliere nella commissione cultura della Circoscrizione Prato Sud, di cui ti avevano nominato presidente.

Quanta vita condivisa.

Addio, amico carissimo.



A Fulvio ho dedicato tanti articoli: 
cito uno sull'emeroteca,  http://primaveradiprato.blogspot.com/2016/07/fulvio-silvestrini-e-la-sua-bella.html,
e un altro sulla prima veglia mattutina di Natale:
http://primaveradiprato.blogspot.com/2010/12/laltro-natale.html


La foto dell'articolo di Notizie di Prato che commenta la morte di Fulvio è tratta da questo blog.
 

domenica 28 agosto 2022

Maremma, Reportage 22

Fotografie che ho scattato in questi ultimi giorni di agosto 2022 in  Maremma con una piccola Canon, senza ritocco.


















giovedì 18 agosto 2022

Nullus dies sine terrore

Tornado, bufera, danni notevoli e due morti in Toscana annunciati con una allerta gialla! 

Eppure, solitamente, ci tengono in sospeso con allarmi e figure spaventose, ci garantiscono a piene mani il quotidiano terrore con diluvi o sole infuocato.

Non fanno altro che sottolineare il tempo impazzito, l'estate in corso è, assicurano, la più calda di sempre, e non c'è scampo dalla siccità.

Poi arriva il maltempo, quello serio, e si annuncia solo con una allerta gialla.

Metereologi, satelliti, esattezza matematica, grafici, tutto l'apparato che "assicura" il tempo è come un mago munito di bacchetta - come Bernacca un tempo in televisione, lo ricordate? - che disegna la previsione del cielo pronta al consumo versandola con una formula sul palmare-totem, con figurine di sole e fulmini - e assomigliano parecchio ai disegnini del Corriere dei Piccoli - ,  e così andiamo serviti, senza più alzare la testa o conoscere venti.

Contenti? Eccoci in allerta costante nel momento in cui ci illudono di tranquillità. Eccoci creduli, stregati, soggiogati, dominati, come anzi peggio che dal totem dell'antichità.

A questo infatti servono il meteo.it e compagnia bella, affinché, insieme ad altri ingredienti da usare a seconda della giornata, nessun giorno trascorra sine terrore.

Intanto devo scendere perché all'orto la tempesta ha buttato giù i pomodori e le ultime pere cosce, sbattute a terra, saranno da raccogliere anche quelle.

lunedì 15 agosto 2022

Internet o dell'inganno: Carla Lonzi e il falso Turicchi

Per qualche ora sono stata travolta da un "giallo" da risolvere.

Ricercando la tomba di Carla Lonzi, e seguendo le indicazioni di una foto pubblicata su Internet da Pierluigi Renzi (https://it.m.wikipedia.org/wiki/File:Carla_Lonzi.jpg) sono andata a Turicchi, comune della Rufina in quel di Firenze.

Ma in quel cimitero, della tomba di Carla Lonzi, nessuna traccia.

Il giorno dopo, pensando a come in Toscana, terra etrusca, i toponimi si ripetano in varie località, sono andata alla ricerca di altri "turicchi", e ho trovato un altro Turicchi nel Comune di Gaiole in Chianti: si trattava di una piccolissima località posta in un sentiero nei pressi di Badia a Coltibuono.

Confortata dalle indicazioni  di Battista Lena, figlio di Carla Lonzi, sono andata a Badia a Coltibuono, dove in effetti c'è un piccolissimo cimitero (nascosto!), e lì ho trovato la bellissima tomba di Carla con la scultura di Pietro Consagra.

Poi grazie alle informazioni di Antonio Prato - memoria del luogo - abbiamo scoperto quel  podere chiamato Turicchi - e ora un gruppo di inglesi lo sta ristrutturando - posto isolato su un colle alla maniera delle vecchie case contadine toscane, dove lei ha vissuto negli ultimi anni fino alla morte del 1982.

Dunque: Carla Lonzi non è sepolta a Turicchi (come indicato anche da Treccani), ma nel cimitero di Badia a Coltibuono, Comune di Gaiole, vicino al podere dove viveva - era di proprietà del compagno Consagra - e che si chiama Turicchi.

L'unico cimitero di Turicchi che esiste è quello del paese della Rufina, e Carla non riposa lì.

Internet, e in particolare Wikipedia, è totalmente fuorviante e non bisogna credergli ciecamente. Sempre verificare.

La geografia è una cosa seria.







sabato 13 agosto 2022

Io malaparto: Il teatro è senza richiesta

Ringrazio La Nazione per la pubblicazione della lettera.

La lettera completa sarà recitata insieme alle altre nove al debutto di Io malaparto, Lettere a Curzio, venerdì 30 settembre 2022 alle ore 21.

Tutto il teatro è senza richiesta.


venerdì 12 agosto 2022

La Toscanina è un altro scavo


Su questo spettacolo, La Toscanina - aneddoti storie racconti e canti della Toscana sul filone del teatro-popolare che mi è molto caro -, non ho trascritto ancora nessun commento , come se lo considerassi uno spettacolo "minore". 

Ma per il pubblico davvero non è così. E nemmeno per me!

Mentre il teatro soffre - così come la cultura tutto in un mondo distratto e catturato -  ecco che osservo stupita gli spettatori che, prima dello spettacolo si avvicinano alla cartina geografica della Toscana, come se non l'avessero mai vista, come se apparisse loro una visione - e vi si soffermano e vi ragionano.

E li osservo sedersi, prima incerti, e poi rimanere... Non mi dimenticherò mai gli allenatori di un gruppo di giovani calciatori che si accomodano -tanto per concludere la serata - , e rimangono attenti fino alla fine, e con loro, nascosti come se si vergognasse, anche qualche calciatore in erba...

Sono orgogliosa di questo spettacolo - che ho raffinato nel replicarlo - come anche di quello dei proverbi, Gatta al lardo, credo opere entrambe uniche nel loro genere, che tengono viva, oltre alla tradizione culturale popolare, anche la curiosità della gente.

E', come quasi tutti i miei, un altro esempio di "teatro-archeologico". 

Io scavo. 

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I commenti che trascrivo non servono al narcisismo dell'autrice-attrice, ma solo a rafforzarla nel difficile, ormai quasi impossibile, lavoro del teatro. Insomma, intendo dimostrare soprattutto a me stessa che è necessarioRingrazio anche Gianfelice per il sostegno, il coraggio e la pazienza.


"Meraviglia. Con te i toscani sembrano anche meno maledetti. (Silvia).

Sempre piacevole, il tempo trascorso rallegra l'anima. " (Olga).

"Grazie per questi momenti esclusivi e intensi" (Patrizia).

"Uno spettacolo piacevole, ironico, di grande intelligenza. Acuta e critica, ma lieve, leggere la tua Toscana storiica e attuale" (Ornella N.).

"Uno straordinario viaggio in Toscana fra cultura, curiosità e ironia...." (Angelo S.)

"Stupendo" (Nicla).

"Bravissima" (Chiara R.)

"Mi è piaciuto molto. Brava Maila, eccezionale. Sempre ricordo lo spettacolo del 2008 a Poggio Castiglioni . Sempre grande. (Bruno P.)  (n.d.r.Si riferisce a Laris Pulenas).

"Grazie, piacevolissima serata, bravissima l'attrice Maila. (Gabriella U.).

"Allegra e pronta (?), porto con me allegria e gioia. (Firma illeggibile).

"Grazie per averci insegnato tante cose in modo così piacevole". (Da una milanese pratese).

"Grazie. Bella sagace brillante e colta Maila, ci hai regalato prorio un bel tempo".

"Grazie, uno spettacolo piacevolissimo e divertente". (Alessandra).

"Bravissima. Questa forma di teatro popolare, oggi deve continuare! Troppo interessante" (Laura Z.)

"Da vera professionista, hai dato il meglio in condizioni ambientali davvero difficili, i miei complimenti (Elisabella G.) (Si riferisce alla confusione di un gruppo di ragazzi che giocavano vicino e non solo...).

"Complimenti, bravissime, tante cose interessanti, una bella voce, tanta simpatia. (Grazia).

"E' stato così piacevole ascoltarla..." (Lia D.).

                                                   

                                                (Questa foto è di Angelo Sabanito Polizzi).

mercoledì 10 agosto 2022

Chiediamo una commissione di inchiesta sul Covid19

Preciso: metto questo video non perché penso di votare Paragone, ma per quello che dice il dottor Andrea Stramezzi!

Mia madre, tri-vaccinata, a quindici giorni dal vaccino, ha avuto fortissimi capogiri e inspiegabilmente è caduta.

Poi, quest'estate, ha preso l'herpes zoster oticus - qualcosa che non si può immaginare! - e poi di nuovo è caduta perché il "Fuoco di Sant'Antonio" le ha fatto perdere l'equilibrio.

Il dottor Stramezzi -che pur fa parte del sistema! - testimonia che il vaccino contro il Covid19 ha causato a molti, per l'abbassamento delle difese immunitarie e fra le altre malattie, anche l'herpes zoster!

La nostra vita è disastrata da questa pandemia di Covid19, combattuta come la peste di manzoniana memoria, curata con metodi pseudo-ideologici e dittatoriale da gente incapace e colpevole e compromessa, quando è sempre più chiaro che si è trattato solo di una influenza più severa (certo da non affrontare con il paracetalmolo e la vigile attesa, ma sì da curare subito!)

Chi ci ripaga di tutti i danni, le vessazioni, le umiliazioni, la violenza che ha causato la politica negli ultimi due anni?

Molti, fra cui io, chiedono una commissione d'inchiesta sulla cosiddetta epidemia da Covid19, a partire dalla macabra sfilata delle bare di Bergamo!

IO NON DIMENTICO!




martedì 9 agosto 2022

Piazza Mercatale a Prato


Foto della Piazza Mercatale dei primi del '900 durante la Fiera di Prato. Quando il mondo era senza macchine. Sotto com'è oggi, nel mondo che n'è pieno, usata soprattutto come un parcheggio. Si osservi che mentre nella prima foto ci sono tante persone (è vero, durante la fiera, ma la gente si incontra e chiacchiera o va in giro a curiosare...), nella seconda invece si vedono solo macchine.



sabato 6 agosto 2022

E' RI-SOLVAY! (Della serie: "Le eccellenze della Toscana)


Grazie a Draghi e al suo Ministro per la Transizione Ecologica Cingolani la fabbrica chimica della Solvay di Rosignano (Livorno) potrà continuare a scaricare per altri 20 anni il calcare risultante dalla lavorazione del carbonato di sodio direttamente nel mare antistante la fabbrica.

Ecco un esempio concreto della transizione ecologica ventura.

https://www.solvay.it/rosignano

mercoledì 3 agosto 2022

Il babbo di Benigni è Malaparte



Io malaparto.

(Pubblico qui un'altra mia lettera a Malaparte).


IL BABBO DI BENIGNI E' MALAPARTE

Ecco, ho trovato l'archetipo, Malaparte.

Rileggendo i Maledetti Toscani e altri articolacci tuoi, ho capito che la figura del comico toscanaccio, becero e sapiente e popolare,  racconta balle e inventa storie, surreale e divertente e fiorito, l'hai inventata tu.

E tu l'hai anche rappresentata per primo, con la tua persona. Certo, col tuo stile, non abbassandoti troppo al popolare nei modi, rimanendo nel tuo pudìco,  ma tu tu, l'hai inventata e resa carne.

L'hai anche spacciata per primo al mondo, e in particolare ai Piemontesi, e che piemontesi, gli Agnelli!

E la Susanna Agnelli, una dei figli della tua amante Virginia, ricordava com'eri affabulatore, com'eri incantatore e buffo. E che tutta la famiglia stava a ore sulla spiaggia di Forte dei Marmi ad ascoltarti! E proprio per questo il Gianni ti detestava.

Tu eri tutto etrusco. Perché la cultura degli Etruschi, - e questa è mia teoria un po' fantastica allo stile delle tue -, è tutta orale o quasi tutta, è tutta affabulata, narrata, inventata con la parola. Il testo è giudaico-cristiano, c'è poco da fare;  il testo, sacro, è della Chiesa, è di Roma, e la forza gli Etruschi, la loro forza, sta tutta lì invece, nella parola, nella cultura orale, nella pro-fezia e così è passata a noi, nella lingua, ché l'abbiamo "inventata" e spacciata.

E i comici che fanno, non narrano, non affabulano, non inventano? (E lascio qui la questione dei poeti contadini, che è dello stesso sacco e fatta con la stessa farina...).

E anche i comici che non son toscani, il calco, l'impostazione l'hanno presa dai toscani, che solo loro sanno incantare veramente con la parola come nessuno al mondo. Io dico come te, invento e rendo vero, io malaparto.

E tutti quelli che ti hanno conosciuto, hanno ri-conosciuto la tua arte retorica, il tuo modo toscano di novellare, di affabulare, di inventare la storia, minuscola e maiuscola, il tuo infiorettare il mondo, la tua scapigliatura, il tuo modo di primo-fascista futurista di creare la vita come opera d'arte, sfidarla e rifondarla e alla fine, perché no, beffarla. In questo i comici toscani hanno imparato da te. E senza saperlo, così come si imparano dal babbo e dalla mamma lingua e usanze e modi e movenze senza avvedersene, e non me ne vogliano coloro che credono questi comici fioriti solo nelle serre della Sinistra, non s'inalberino, perché poi si potrebbe anche rispondere che il Malaparte comunista ci morì.  Almeno a discorsi.

Insomma, questo gusto per l'inferno, questa via maestra ai comici toscani, l'hai indicata tu. 

Tu li hai inventati, ed è l'ora di dirlo, finalmente!

In questo davvero sei stato maestro, e son felice d'averti ri-conosciuto anch'io, e qui certo t'apprezzo.

Perché tutto quello che hai scritto, come disse il giornalista Ettore della Giovanna, è diventato vero. Anche tu hai profetizzato, dunque, etruscamente.

Per il resto abbi per certo che il mio disprezzo e fastidio per te è saldo come sempre (anche se c'accomuna il cognome Baldi, ch'è della mia mamma ed era del tuo balio Mersìade, e non vorrei scoprirti anche parente!), ma so che in fondo ti sta bene anche d'essere inviso, perché se poi serve a esser chiacchierato, discusso e rigirato, se è buono per poter stare sempre sul pezzo, a te va bene anche quello...anche il disprezzo!




Sul Sacco di Gonfienti (2)

Dopo la mia lettera a Malaparte, ieri sul Sacco di Gonfienti è uscita su La Nazione questa intervista di Anna Beltrame al Prof. Centauro. 



PRATO

Nel 1996, quando a Gonfienti si scavava per ampliare l’interporto, nessuno avrebbe potuto immaginare che proprio lì sotto, sepolta dai secoli, giaceva un’enorme città risalente a più di 2500 anni fa, una sorta di Pompei etrusca la cui scoperta ha rivoluzionato la conoscenza della storia di quel popolo, la nostra storia. Adesso una selezione dei preziosi reperti ritrovati nelle campagne di scavo condotte in questi 26 anni (non senza difficoltà) è esposta al museo da poco inaugurato alla Rocca Strozzi di Campi Bisenzio. Giuseppe Centauro, docente di restauro all’università di Firenze, lo ha definito Il Sacco di Gonfienti. Ecco la sua ricostruzione dei fatti, la sua amarezza, i suoi auspici.

Perché è contrario alla scelta di Rocca Strozzi?

«Perché non si trova esattamente a ridosso dell’area archeologica e non si trova neppure a Prato, che grazie alla Gonfienti etrusca ha scoperto quali fossero le sue più antiche origini. Per capire la vera natura dell’insediamento si deve contestualizzare la grande messe dei reperti trovati con gli edifici dai quali sono stati tratti; sono le moderne scienze archeologiche a dircelo».

Lei si è sempre battuto per realizzare l’antiquarium degli scavi a Villa Niccolini, a Gonfienti.

«Certo, era lì che doveva nascere, nel cuore del parco archeologico. A volte, ma non per caso, l’incrocio degli eventi determina cambiamenti di rotta non prevedibili».

Come ricostruisce questo incrocio?

«Gli scavi furono bruscamente interrotti nel 2007 per consentire altri lavori all’interporto. Cinque anni più tardi furono parzialmente ripresi, ma fu abbandonata l’idea di fare l’antiquarium a Gonfienti: la direzione scelta dalla Soprintendenza fu quella di trasferire i reperti alla Rocca Strozzi, per la quale erano nel frattempo ripartiti gli interventi di messa in sicurezza. Fu così che il museo archeologico che doveva sorgere a Gonfienti fu dirottato lontano dall’interporto, in quel di Campi».

Può ricordare per i non addetti ai lavori la rilevanza dei ritrovamenti?

«Il giacimento è smisurato, oggi conclamato dai 17 ettari posti in tutela; la sua scoperta ha rivoluzionato la nostra conoscenza della storia etrusca. Non solo. Oltre alla peculiare scacchiera urbana dell’insediamento, segno distintivo del progetto etrusco di città, dal 2001 è stata messa in luce la più grande struttura abitativa finora conosciuta nell’Etruria settentrionale. Una reggia-santuario di oltre 1400 metri quadri di superficie, risalente al VI-V secolo avanti Cristo, che fu subito al centro di una ribalta mediatica ben oltre i confini nazionali».

Una dimora sontuosa e ben conservata.

«Uno stato di conservazione a dir poco stupefacente, a cui ha contribuito il crollo del tetto, rimasto sostanzialmente intatto attraverso i millenni, miracolosamente adagiato per scivolamento sul terreno. La restituzione di una grande quantità di ceramiche in bucchero, patere e tazze con originali bacili su alto piede e kythoi di produzione locale testimonia la ricca dotazione di manufatti di epoca etrusco arcaica e tardoarcaica. Del crollo facevano parte, ovviamente, elementi costitutivi del tetto: tegole, anche dipinte, coppi e antefisse. Decorazioni architettoniche assai pregiate, che ci offrono un indice attendibile del rango sociale dei proprietari».

E c’è la kylix a figure rosse che i pratesi hanno potuto ammirare a Palazzo Banci Buonamici, prima che fosse dirottata su Campi.

«Un pezzo straordinario attribuito al noto ceramografo attico Douris che si può datare intorno al 475-470, come il famoso kouros bronzeo detto L’Offerente di Pizzidimonte, che si conserva al

British Museum di Londra. In generale le centinaia di cassette di reperti e la bellezza dei manufatti dopo il restauro costituiscono un unicum».

C’è molta amarezza nelle sue parole.

«E’ così. L’ospitalità dei reperti alla Rocca non restituisce l’indissolubile legame con le straordinarie strutture urbane ritrovate a Gonfienti e non sono valorizzate le origini etrusche di Prato, emerse in modo tanto clamoroso quanto inaspettato. Credo sia ancora necessario battersi per dare un futuro al parco archeologico, gettando un ponte tra Prato, che ne dovrebbe essere capofila, Calenzano e la piana fiorentina, ma anche pratese e pistoiese. E’ un falso storico fare di Campi il polo di maggiore o esclusivo interesse».

Non si arrende.

«Certo che no. Non voglio alzare barricate ma correggere un’impostazione dialettica tra l’area metropolitana fiorentina e il resto del territorio, così come la storia ce l’ha consegnato. E basta separare Artimino da Gonfienti, Fiesole e Firenze da Gonfienti: se non si capisce questo non potrà mai esistere una corretta relazione tra gli assetti territoriali etruschi. Per questo è importante che se ne parli, adesso, prima che una visione distorta della storia si legittimi con il perpetuarsi di palesi errori e distorsioni. Ma il Sacco di Gonfienti non deve passare sotto silenzio solo per verità storica, ma anche per Prato. Perché è un po’ come se ci avessero portato via il Tabernacolo di

Filippino Lippi restaurato da Leonetto Tintori...».

Anna Beltrame

martedì 2 agosto 2022

8a Camminata per Gonfienti


La prossima Camminata per Gonfienti sarà domenica 9 ottobre 2022 nelle modalità degli anni passati (ritrovo in Piazza del Comune nel primo pomeriggio). In caso di pioggia sarà posticipata alla domenica successiva.

Il fatto che abbiano voluto realizzare il Museo di Gonfienti a Campi e non a Prato, anzi presso gli scavi - in barba alla volontà espressa da firme e appelli a dimostrazione del loro potere, che chissà non cada presto come carta- non deve farci smettere di far sentire la nostra voce.

Ricordo che aprire stabilmente un'area archeologica nel Comune di Prato con relativo antiquarium è fondamentale non solo per l'aspetto archeologico e storico o quello simbolico - per constrastare la Prato stracciona da cartolina che non c'è più, buona ancora per comici epigoni e filoni - o per la eventuale valorizzazione turistica in sé, a cui i  gestori del potere locale non sembrano interessati, ma è anche una azione a favore dell'ambiente della Piana imprescindibile.

Infatti negli ultimi trent'anni la Piana di Firenze Prato e Pistoia è stata rovinata dalla speculazione edilizia più selvaggia e dalla nascita di un sistema di comunicazioni - interporto e aeroporto - aggressivo e distruttivo al tempo stesso.

Un sistema di comunicazioni che tra l'altro non serve ai cittadini, che rimangono sempre più imbrigliati nel traffico da loro stesso generato spostandosi con difficoltà in e fra  città e zone limitrofe.

Si osservi la Piana dalle colline che la circondano e si noterà solo una serie ininterrotta di capannoni e cemento, ma nessuna vera zona "verde", nessuna riserva-parco.

Tra l'altro il cosiddetto Parco della Piana, progetto pompatissimo fino a qualche anno fa,  qualcuno ricorderà, s'è dimostrato per quello che era, finto, e utile solo a mascherare la vera finalità dei politicanti emissari locali, ovvero permettere la costruizione di altri capannoni, l'ampliamento dell'aeroporto e del cosiddetto sistema logistico.

Non dobbiamo smettere di "camminare".



lunedì 1 agosto 2022

Elettorale 22

Il prossimo 25 settembre 2022 si svolgeranno le elezioni, dopo la caduta del governo Draghi. 

Voterò solo chi propone le seguenti questioni, e tutte insieme. Altrimenti NON ANDRO' A VOTARE:

1. questione ambientale ed energetica. Voterò chi avversa la transizione ecologica. Chi parte dal piccolo per affrontare il dramma ecologico di questi tempi. Ricordo che ecologia significa anche cura per la propria casa, per il proprio ambiente. (dal greco: οἶκος, oikos, "casa" o anche "ambiente"; e λόγος,  logos, "discorso" o "studio") .

2. la questione degli armamenti, incluso ovviamente quelli atomici e spaziali, di cui nessuno parla, e da cui è soffocato il pianeta.

3. la questione della povertà culturale e della sottomissione al pensiero e linguaggio unico.

4. la questione digitale. Voterò chi intende impedire l'uso esclusivo del digitale nei rapporti umani ed economici e culturali.

5. la questione etico-morale: voterò chi combatte il sistema mafioso e massonico, basato sulle clientele, sui favori, sul familismo, sui falansteri politici. Sullo pseudo-illuminismo - che prospettando una finta società emancipata -  in realtà favorisce la sottomissione a un sistema chiuso e mercificato, terroristico.

6. Voterò chi aiuta gli sfruttati della società, gli schiavi, le donne o chi altro  (non li conoscete? magari li avete in casa e sono le vostre mamme) a non rendersi complici del sistema che fintamente li emancipa, ma poi li usa e basta. (Vedi l'uso fatto del Femminismo).

7. Voterò chi propone una diversa politica sanitaria da quella finora vista e subìta sulla pandemia; chi non intende imporre l'obbligo di vaccino, chiusure e altre espressioni terroristiche di dominio esercitate attraverso le malattie e la loro gestione. Voterò chi intende favorire sistemi alternativi ed efficaci di cure, e non solo per il COVID19.

8. Voterò chi favorisce la rinascita dell'artigianato, delle piccole imprese, delle botteghe, della manualità, la ricerca e rifondazione di piccole industrie sul territorio.

(Esprimo le mie idee e non mi importa di essere popolare o di piacere. Non mi candido, non appartengo a nessun partito, a nessuna setta. Segue...).


Un invito per i 20 anni dei Celestini

 Per stasera, 21 dicembre, ore 20,45 alla Baracca.