Oggi è morto Fulvio Silvestrini, un carissimo amico.
Nessuno gli ha mai dato retta nelle sue richieste culturali come "i chioschetti intelligenti", l'emeroteca e tante altre idee, senza citare la famosa Bottega D'Arte Comune di Iolo che fu volutamente fatta morire proprio per metterlo a tacere nella sua battaglia contro la Multisala, il "Parco Prato" di Capezzana. Che lui vedeva come centro di alienazione e distruzione delle periferie. Della creatività popolare.
Era un giusto, era nel giusto.
Molti lo deridevano. Lo credevano un utopista un illuso.
Non è così?
Sono felice di aver organizzato con lui due veglie mattutine di Natale alternativo alla Baracca, che era un po' anche il suo teatro, lui ci veniva sempre. Credo che abbia visto quasi tutti i nostri spettacoli.
Da me aveva condotto incontri con i ragazzi, incontri politici, incontri culturali.
Al mattino poi a volte capitava di stare insieme, lui ed io a teatro, a parlare dei nostri progetti, e mi illustrava instancabile le sue visioni impossibili. Impossibili perché gli amministratori di questa città non lo hanno mai accontentato.
Non è così?
Una vera perdita per la città di Prato.
A volte, quando prendeva la parola durante il dibattito dopo lo spettacolo, ci faceva un po' spazientire, perché aveva tante cose da dire che non la finiva più.
Perché siamo stati così impazienti con lui? Ora è troppo tardi per rimediare!
E poi vi ricordate le fotocopie degli articoli di giornale che distribuiva alla fine della serata? Per organizzare questo lavoro di diffusione della lettura aveva comprato una grande fotocopiatrice, che teneva orgoglioso nell'ingresso di casa sua.
Io ce le ho tutte, le sue fotocopie. Tutte.
Ti voglio bene, Fulvio. E sono contenta di avertelo detto, al telefono, pochi giorni fa.
Mi avevi detto che a settembre saresti tornato una mattina a illustrarmi un nuovo progetto. Un nuovo sogno.
Ti avevano allontanato dalla Chiesa perché eri un dissidente politico e sociale, ma eri ancora prete, un prete senza chiesa, ti avevano tolto la parrocchia delle Fontanelle e tu dicevi: - Ora la mia Chiesa è sotto il cielo! -
Quanti ricordi, Fulvio, quanto abbiamo parlato e riso insieme.
Avevi un bel modo di ridere, da bambino.
Ci conoscevamo dal 1995, quando entrai come consigliere nella commissione cultura della Circoscrizione Prato Sud, di cui ti avevano nominato presidente.
Quanta vita condivisa.
Addio, amico carissimo.
La foto dell'articolo di Notizie di Prato che commenta la morte di Fulvio è tratta da questo blog.
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