L'11 aprile sarò al Teatro di Cestello a Firenze dove sarà presentata la rivista Toscana Folk, che dedica il suo numero di marzo 2023 a Giulio Ginanni (attore e autore fiorentino morto trentenne a causa di un pestaggio fascista), e agli attori i poeti i drammaturghi toscani monologanti, fra cui hanno inserito la sotto e sopra scritta pubblicando un estratto delle mie Memorie di un teatro di campagna.
lunedì 27 marzo 2023
domenica 26 marzo 2023
Cosa se ne fa questo nostro tempo di una strada etrusca?
Sulla strada etrusca ricoperta a Villa Niccolini a Prato pubblico un articolo apparso ieri, sabato 25 marzo 2023, su La Nazione. Ma siamo veramente sconfortati, perché tutti gli articoli tutte le proteste tutte le firme, tutte le azioni democratiche insomma sembrano non servire a niente. Democrazia è ormai solo una parola della grande narrazione, la realtà è ben diversa! La realtà - quella poca che rimane fuori dal circuito magico del web - è fatta di soprusi, di violenze, di noncuranza nei confronti della legge, nella migliore delle ipotesi, di indifferenza.
In effetti cosa se ne fa questo nostro tempo di una strada etrusca?
venerdì 24 marzo 2023
Alla Baracca La Brocca Rotta
"Domani sera (sabato 25 marzo) alle 21 al Teatro La Baracca andrà in scena "La brocca rotta" di Heinrich Von Kleist per la riduzione, regia e interpretazione di Gianfelice D’Accolti. Rappresentata da Goethe a Weimar nel 1808, è una commedia che il drammaturgo tedesco von Kleist scrisse nel 1806 ispirandosi ad una incisione di Jean Jacques Le Veau, "Il giudice o la brocca rotta" del 1782. Al centro della pièce lo spinoso tema, ieri non meno di oggi, di una giustizia zoppa, fortemente "sbilanciata", che si rende padrona dei destini dell’uomo, prevaricando persino nella goffaggine dell’irriducibile arroganza dettata dal potere. Info e prenotazioni: 333 2713136 0574-812363 o teatrolabaracca@gmail.com. " (Da La Nazione di oggi)
Il programma alla Baracca proseguirà poi con due riprese: sabato 1 aprile ore 21 Ho visto le stelle (Viaggio nello zodiaco) e sabato 15 aprile ore 21, La Toscanina.
Strada Etrusca Glareata di Gonfienti, addio
giovedì 23 marzo 2023
Merce
"Qualche vanerello ha proclamato per l'ennesima volta la disfatta della scienza. Chimica applicata ai gas asfissianti, lacrimogeni, ulceranti; meccanica applicata ai cannoni di lunga portata... Sì, ma anche la zappa può spaccare i crani, la scrittura può anche servire a falsificare cambiali e a stendere lettere anonime... E non perciò si proclama la disfatta dell'agricoltura e della calligrafia.
La scienza ha il compito disinteressato dì rintracciare rapporti nuovi tra le energie, tra le cose. Fallisce solo quando diventa ciarlataneria. Gli uomini si servono dei ritrovati per straziare e uccidere invece che per difendersi dal male e dalle cieche forze naturali? Entra in gioco una volontà che è estranea alla scienza, che non è disinteressata, ma dipende intrinsecamente dalla società, dalla forma di società in cui si vive. Il ritrovato scientifico segue la sorte comune di tutti i prodotti umani in regime capitalistico; diventa merce, oggetto di scambio e quindi viene rivolto ai fini prevalentemente propri del regime, a straziare e distruggere.
Ecco che il dottor Carrel ha aperto una via nuova alla chirurgia: le possibilità di innesti umani si moltiplicano.
Non siamo ancora giunti all'intensità prevista da Edmondo Perrier: l'innesto del cervello, l'uso degli organi sani dei cadaveri da sostituire nei viventi ai corrispondenti organi logorati. Siamo ancora lontani dalla vittoria scientifica sulla morte promessa da Bergssu[1]: per ora la morte è la trionfatrice e per trionfare più rapidamente si serve con prodigalità della scienza e dei suoi segreti.
Ma arriveremo. La vita diventerà anch'essa una merce, se il regime capitalistico non sarà stato sostituito, se la merce non sarà stata abolita.
Secondo una comunicazione fatta all'Accademia di medicina di Parigi, il professore Laurent è riuscito a sostituire il cuore di Fox con quello di Bob, e viceversa, senza che i due innocenti cani abbiano troppo sofferto, senza turbare per nulla la vita del viscere delicato. Da questo momento il cuore è diventato una merce: può essere scambiato, può essere comprato. Chi vuol cambiare il suo cuore logoro, sofferente di palpitazioni, con un cuore vermiglio di zecca, povero, ma sano, povero, ma che ha sempre onestamente palpitato? Una buona offerta: c'è la famiglia da mantenere, l'avvenire dei figli preoccupa il genitore; si cambi dunque il cuore per non apparire di esserne sprovvisto.
Il dottor Voronof ha già annunziato la possibilità dell'innesto delle ovaie. Una nuova strada commerciale aperta all'attività esploratrice dell'iniziativa individuale. Le povere fanciulle potranno farsi facilmente una dote. A che serve loro l'organo della maternità? Lo cederanno alla ricca signora infeconda che desidera prole per l'eredità dei sudati risparmi maritali. Le povere fanciulle guadagneranno quattrini e si libereranno di un pericolo. Vendono già ora le bionde capigliature per le teste calve delle cocottes che prendono marito e vogliono entrare nella buona società.
Venderanno la possibilità di diventar madri: daranno fecondità alle vecchie gualcite, alle guaste signore che troppo si sono divertite e vogliono ricuperare il numero perduto. I figli nati dopo un innesto? Strani mostri biologici, creature di una nuova razza, merce anch'essi, prodotto genuino dell'azienda dei surrogati umani, necessari per tramandare la stirpe dei pizzicagnoli arricchiti. La vecchia nobiltà aveva indubbiamente maggior buon gusto della classe dirigente che le è successa al potere. Il quattrino deturpa, abbrutisce tutto ciò che cade sotto la sua legge implacabilmente feroce.
La vita, tutta la vita, non solo l'attività meccanica degli arti, ma la stessa sorgente fisiologica dell'attività, si distacca dall'anima, e diventa merce da baratto; è il destino di Mida, dalle mani fatate, simbolo del capitalismo moderno".
(Antonio Gramsci, Merce, articolo pubblicato su Avanti! del 6 giugno 1918).
martedì 21 marzo 2023
Il decumano etrusco a Villa Niccolini, Prato
Mentre aspettiamo una risposta sui lavori a Villa Niccolini, mi fa piacere mostrare qui quello che, pubblicato dalla stessa Soprintendenza recentemente, essa conserva, una grande strada etrusca, il famoso decumano del V-IV secolo a.C.
Un tesoro enorme, che i cittadini di Prato e del mondo non hanno il piacere di conoscere né di visitare.
Una città, Prato, che da secoli aspetta un riscatto che non è solo, non può più essere, nonostante il cemento buttatoci sopra, legato all'industria, al tessile, al contemporaneo.
La questione della Città Etrusca è fondamentale non solo per il patrimonio culturale che ci viene sottratto, ma anche per gli aspetti ecologici, ambientali, di qualità della vita che, insieme ad essa, continuano a essere negati in questa Piana di Pistoia, Prato, Firenze.
Sotto trovate una memoria di tutta la vicenda del museo etrusco mancato a Villa Niccolini: qui come sapete era stato stabilito di fare il museo, a Prato, non a Campi Bisenzio (che appartiene all'area metropolitana fiorentina), e come testimonia anche questo articolo del Corriere della Sera del 2007:
"Tutte le istituzioni dicono che il parco archologico-naturalistico etrusco di Gonfienti è importante e si deve fare. Il comune di Prato ha confermato lo stanziamento di 700mila euro per acquistare una parte di villa Niccolini (che sorge proprio nella zona degli scavi) in cui allestire un museo di 530metri quadri." https://www.
venerdì 17 marzo 2023
Lavori a Villa Niccolini sul decumano etrusco di Gonfienti: chiediamo accertamenti immediati
Chiediamo accertamenti immediati da parte dell'autorità preposta sui lavori in atto a Villa Niccolini, dove è situata la famosa strada etrusca di Gonfienti, il Decumano. Segue comunicato.
COMUNICAZIONE
giovedì 16 marzo 2023
I piedi a' gatti
Babbo, uso il tuo martello come un pazzo.
Che ci farei sennò con tutti
questi arnesi
che mi ritrovo appesi
il bancone su cui picchiavi
sega morsa e saldatrice
quante costruimmo
di scenografie
come perfette artiglierie.
Quanto mi manchi
e mi dicevi, forza, picchia
la donna è ben che picchi
e poi impara tutta l'arte
e infatti per quanto ho potuto
l'ho messa da parte.
Babbo, di te dicevano
fa i piedi ai gatti,
ed era vero,
io li ho visti sul serio
co' piedi da te rifatti,
e ancora oggi
i mici malconci
passan di qua a cercarti
-non c'è chi ci racconci
gli altri ne sanno uno zero-
mi sembra che miagolino
e con la coda bassa
poi se ne vanno, e col pensiero.
I PIEDI A' GATTI, poesie per il babbo.
mercoledì 15 marzo 2023
Prossimi due spettacoli alla Baracca (marzo-aprile 2023)
Credo che quest'anno alla Baracca sfioreremo un record di attività e di pubblico. Certo, sempre nel nostro piccolo e periferico.
Si continua con due riprese: un classico della letteratura, LA BROCCA ROTTA di H.von Kleis, una commedia presentata tutta intera da Gianfelice, meraviglioso.
E poi ritorna HO VISTO LE STELLE, viaggio nello zodiaco, perché la volta precedente non c'era spazio per tutti.
E dopo si va avanti. Tra pochi giorni conto di presentare il programma di primavera, fino a giugno. Dopodiché ci si riposa si fa per dire, direi di no perché si fa qualche girata fuori con gli spettacoli, e si riprende a settembre - ottobre come sempre eccetera. Sempre se Santa Pupa ci assiste.
LA BROCCA ROTTA di Heinrich Von Kleist
per la riduzione, regia e interpretazione di Gianfelice D'Accolti
Frutto di un percorso originale e sui generis, è comunque uno spettacolo, e del teatro conterrà alcuni elementi comici.
Sprofondazione Spettacolo
Così dopo un po' di tempo, mentre con rabbia mi curo le ferite ancora aperte della pandemia, mi viene di telefonare all'ente entità.
Così, per scrupolo. Chiedo se magari hanno ricevuto il mio materiale.
E risponde un signorino, spiccio nel tono, che loro gli spettacoli li prendono fra i loro associati. (?)
E risponde il signorino che il mio spettacolo su Lonzi-Pasolini l'aveva visto, ma in pratica ignorato.
Risponde senza ascoltare veramente, perché sa chi sono, (sono quella che "ha fatto terra bruciata attorno", perché ho detto come stanno le cose, anzi le mafie), e perché comunque anche a qualsiasi altro deve dire di no.
Non hanno bisogno di telefonare a lui quelli che girano in quel giro.
Lui non sembra rendersi conto di essere seduto sullo sprofondo, il crollo culturale inarrestabile, e gioca con quel piccolo potere che gli hanno dato per umiliare anche le ormai vecchie signore del teatro come me. Del teatro alternativo, s'intende, quello del sottosuolo o di campagna. Quello che lui e chi sta sopra o accanto a lui detesta, disprezza, su cui maligna anche senza averlo visto mai.
Anche per gente come questa il teatro diventato del tutto disumano e autoreferenziale non serve più a niente, non significa più niente, ed è giusto che nel prossimo futuro se non proprio cancellati come probabilmente saranno una volta che andranno in pensione certi figuri, gli entissimi - che anch'io pago in quanto pubblici - siano totalmente ristrutturati dalle fondamenta. (Come già si osserva nei teatri, che per non affogare hanno iniziato trasformarsi, a vendere altre stoffe. Guardate bene e ve ne rendete conto). Allora nel caso si potranno chiamare Rifondazione Spettacolo. Per darsi speranza. Oddio che brutta parola. Ma nessun nuovo nome li salverà.
Poi, forse capendo di aver sbagliato o per scrupolo, stamani il signorino mi manda una mail del tipo "se troveremo delle corrispondenze, non esiteremo a contattarla".
I miei spettacoli, è chiaro, in quel circuito non sono mai girati né gireranno mai.
lunedì 13 marzo 2023
Un pensiero su Carla Lonzi
E poi con Carla Lonzi mi trovo a casa.
Non solo per le istanze femministe, quante ancora da risolvere (o credete che ce la beviamo con le donne-premier, le donne-segretario?), ma forse ancor di più per aver rivelato lo sporco gioco dell'arte e dei suoi mercanti, anche grazie a lei ora lo conosciamo!, e distrutto il mito e l'aura dell'artista come nessuno.
Su di lei calò per sempre il silenzio, e fu da subito, e ora nessun editore si prende la briga di ristampare le sue opere considerate scandalose, perché come nessuna ha analizzato il meccanismo del potere, dentro e fuori, anche all'interno dei santi gruppi femministi!, e come nessuna ha parlato della sessualità della donna, con libertà, precisione, sessualità che pone problematiche non tanto per il famoso orgasmo non raggiunto, ma perché chiede, tanto per dirne una, cosa significhi che una donna possa avere un piacere non legato alla riproduzione come invece ha il maschio.
Lei aveva ben visto cosa cosa ci cela dietro la mitologia del lavoro che "libera" la donna, della donna che fa come l'uomo, insomma dell'emancipazione concessa dall'alto/altro, della retorica degli allora compagni comunisti che per le donne significava nessuna emancipazione di fatto!
Con la ferocia necessaria difronte al nemico che ti vuole uccidere, Carla Lonzi è implacabile. Non ho letto mai nessun testo scritto con la stessa limpidezza. Senza concedersi salvezza scava nella sua vita, dettaglia, sminuzza. Trita!
Carla Lonzi non è solo una femminista - e così al solito ve la sbrigate, anche se certo sì lo è ma la più significativa, più delle celebrate americane, delle dotte francesi, lei è sempre vigile e non si compromette, non c'è trucco!, - no, lei è anche altro, è un filosofo, è un poeta!
domenica 12 marzo 2023
Un pensiero su Pasolini
Pasolini è stato il più grande intellettuale del '900. Il primo dico a livello mondiale. Lo conferma l'inesauribilità della sua opera.
Nonostante sia stato massacrato dai nostri festeggiamenti per i suoi 100 anni.
I nostri miseri mirallegro!
Non lo hanno scalfito. Insomma, lui rimane giovane per sempre, e come un giovane continua a ribellarsi e a porci davanti al disastro che si è compiuto.
sabato 11 marzo 2023
Un commento-recensione su La Misandra
Ho visto la Misandra con
divertimento proprio per lo spettacolo che è in senso teatrale, ben fatto, ben
scritto, non è facile catturare il pubblico con un argomento del genere. Io mi
lascio andare spesso allo spettacolo, rido e mi diverto, poi magari tutto si
ripresenta il giorno dopo, e allora dici: ma non ci ho capito niente? Ma lei
viene interrogata o no? Perché tutti se ne vanno e non aspettano che torni dal
suo bisognino fisiologico?
Ma la Misandra è la Mi-
Sandra e tutti la vorrebbero per se, per farle dire ciò che nessuno avrebbe mai
il coraggio di dire, la Mi – Sandra è colei che vorresti tutta per te, uomo o
donna che tu sia! Le irriverenze ciò che abbiamo bisogno di dire ma non ne
abbiamo il coraggio! Ed è comodo avere qualcuno che ce le tira fuori, che ci da
un input liberatorio.
Ma il mio pensiero va alla Maila che sa costruire certi spettacoli in modo eccezionale c’è poco da fare, Maila fa teatro e qualcuno dirà che ho scoperto l’acqua calda ma no, non è così scontato che tutti coloro che stanno sui palchi e riempiono le sale sappiano fare teatro! Ma la Maila ha la formula come la Misandra e lei la rivela solo sul palcoscenico a chi sa leggerla! (Maura Salvi).
mercoledì 8 marzo 2023
Alcune domande su La Misandra
Uno spettatore, Tiziano V., mi scrive tutta una serie di domande - tutte al maschile - dopo aver visto La Misandra. Qualcuno vuol rispondere?
"Provocatoria eccentrica audace, e molto divertente è La
Misandra.
Eppure temibile. E ci ammonisce. Ci odia!
Eppure la Misandra, chissà perché piace anche agli uomini.
Forse perché la credono solo un personaggio?
Perché vedono nella Misandra la totale assenza di
ipocrisia?
Cos’è che ci è piaciuto di questa donna che dice così chiaramente di odiare gli
uomini?
Vediamo in lei il nostro odio riflesso verso le donne?
O è la sfida che lei ci pone, la battaglia che mette in campo?".
Massimo Carlesi
E però nessuno ama ricordare, è in effetti un tabu, come Massimo fu, qualcuno sostenne a suo tempo e anch'io lo penso a causa di lotte e invidie interne al suo partito e forse anche in campo cattolico che gli preferì il Cenni, il sindaco mancato del Centro Sinistra nel 2009.
A mio avviso in qualche modo sarebbe stato l'erede ideale del sindaco Giovannini, almeno rispetto alla gestione della cosa pubblica: più amministratore che politico. E come fu quello a suo tempo, anche questo colpito da fuoco amico.
Accade così.
lunedì 6 marzo 2023
Libri in Radio: si parla di Gonfienti
domenica 5 marzo 2023
La Misandra, replica e festa
Dopo la rappresentazione faremo una piccola festa conviviale, a cui sono invitati anche coloro che sono venuti a vedere lo spettacolo venerdì e sabato passato. La festa inizierà alle ore 22,30 circa, e questa sarà a ingresso libero.
Non c'è un motivo particolare per la festa. Forse quello della Festa della Donna? Magari sì. Però a me piace di più questa volta titolarla come la protagonista, e come ha suggerito Gianfelice: la Festa della Misandra.
A motivo della festa la prenotazione per lo spettacolo sarà gradita. (teatrolabaracca@gmail.com).
Sotto alcuni commenti del bel debutto.
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Non appartengo alla società liquida! Grande Maila. (Erica).
Grazie per questo spettacolo che finalmente dà voce alle donne. (Federica V.).
Grande, eccezionale. Potrei rivederla di nuovo. Ora. (Loretta P.).
Splendido spettacolo, abbiamo tifato per Sandra/Maila. (Marco T.).
Complimenti, sei stata bravissima. (Barbara P.).
Divertente. Ironia, senso, levità. Davvero fuori dal coro. (Eva S).
Brava, Maila, mi è piaciuto il tuo spettacolo. Bianco-Nero Maschile- Femminile, gli opposti che si attraggono e si respingono. In alcuni punti ho rivisto il personaggio di Winnie in Giorni Felici di Beckett. (Serena Squatrito su FB).
giovedì 2 marzo 2023
La Misandra: una voce fuori dal coro
E' molto faticoso stare fuori dal coro, e alla fine mi faranno pagare anche questa, ma l'articolo de La Nazione di oggi è azzeccato e ringrazio chi ha avuto il coraggio di scrivere e pubblicarne la presentazione.
mercoledì 1 marzo 2023
Fulvio, ancora una volta ti hanno detto di no
Caro Fulvio,
le solite notizie. Ancora una volta ti hanno detto di no.
Dunque, nell'ultima riunione della Commissione Toponomastica sembra che si sia ribadito, ma guarda il caso, che non si può intitolare non solo una via, ma nemmeno una ciclabile, o un che che sia un che, senza che la persona, in questo caso tu, sia morta da dieci anni, in ottemperanza alla richiesta, anzi direi al divieto che è stato fatto dalla Prefettura ecc.
Nonostante le numerose firme che abbiamo raccolto e la possibilità in pratica che davvero si potesse titolare a te la piazza davanti alla Biblioteca Lazzerini di Prato, ti hanno detto, ancora una volta!: NO.
Conoscevo questa norma dei 10 anni, ma sapevo anche che se ci fosse stata un minimo di volontà politica, dico minimo, sarebbe stato possibile, e infatti così è stato quando hanno voluto!
Insomma si può derogare.
Ti hanno detto no ancora una volta, perché tu, Fulvio, eri un personaggio troppo scomodo. Troppo intelligente. Troppo idealista. Troppo controcorrente. Troppo cristiano.
E anche se ti hanno applaudito quando eri disteso ormai per l'eternità, diventato di nuovo e all'improvviso Don Fulvio Silvestrini sotto l'egida della Chiesa che ti aveva e da cui ti eri allontanato, ma soprattutto non più fastidioso (ti ricordi quando mi confessasti - ah le nostre reciproche confessioni! - che la gente ti scansava?), ecco che poi si continuano a sbatterti la porta in faccia, come quello spazio che non ti hanno voluto dare per la tua emeroteca intelligente, il sogno che hai rincorso per tanti anni dando fiducia a chi invece se ne fregava dei tuoi sogni, che erano sì tuoi, ma per la comunità.
La mia idea prima era quella che ti intitolassero almeno l'emeroteca della Biblioteca Lazzerini (vedi il mio post del 16 novembre scorso, https://primaveradiprato.blogspot.com/2022/11/emeroteca-dedicata-fulvio-silvestrini.html), anche se certo so bene che non è la stessa cosa della piazza davanti.
Tuttavia spero che l'Assessore alla Cultura e non solo si dia una mossa, e che almeno da morto ti diano quel po' di spazio che chiedevi, dopo averti tolto tutto, illuso sempre e ancora sempre con vane promesse.
Noi eravamo amici, abbiamo condiviso tanto pensiero e storie. E non posso dimenticare i tre Natali laici che hai celebrato con noi alla Baracca, nel 2009, 2010 e 2011, bellissimi, originali, anche spiritosi e intelligenti, anche se confesso che alzarmi presto per stare con te, uh, mi pesava perché tu sai che io non mi sveglio prestissimo ecc.
Li chiamasti "Veglia Rosa Sapiens", carovana di opposizione al mondo consumista-maschilista. Commentasti il concetto di carità e parlasti della giustizia che si compie quando non c'è più bisogno.
Tu eri tutto nell'ideale e nell'esercizio del pensiero, e in questo tempo nulla è più rifuggito di questo.
Andiamo avanti, Fulvio, quante volte l'abbiamo detto insieme, non ci fermano certo i no.
Un invito per i 20 anni dei Celestini
Per stasera, 21 dicembre, ore 20,45 alla Baracca.
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Signor Ministro, io non so per quale arcano motivo Lei sia diventato ministro della Cultura, ma tant'è. In virtù di ques...
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Non era per nulla scontato che all'incontro ci fossero tutti i candidati (eccetto Rubino) e, soprattutto, così tanta gente. Troppa p...