lunedì 13 marzo 2023

Un pensiero su Carla Lonzi

E poi con Carla Lonzi mi trovo a casa. 

Non solo per le istanze femministe, quante ancora da risolvere (o credete che ce la beviamo con le donne-premier, le donne-segretario?), ma forse ancor di più per aver rivelato lo sporco gioco dell'arte e dei suoi mercanti, anche grazie a lei ora lo conosciamo!, e distrutto il mito e l'aura dell'artista come nessuno.

Su di lei calò per sempre il silenzio, e fu da subito, e ora nessun editore si prende la briga di ristampare le sue opere considerate scandalose, perché come nessuna ha analizzato il meccanismo del potere, dentro e fuori,  anche all'interno dei santi gruppi femministi!, e come nessuna ha parlato della sessualità della donna, con libertà, precisione, sessualità che pone problematiche non tanto per il famoso orgasmo non raggiunto, ma perché chiede, tanto per dirne una, cosa significhi che una donna possa avere un piacere non legato alla riproduzione come invece ha il maschio.

Lei aveva ben visto cosa cosa ci cela dietro la mitologia del lavoro che "libera" la donna, della donna che fa come l'uomo, insomma dell'emancipazione concessa dall'alto/altro, della retorica degli allora compagni comunisti che per le donne significava nessuna emancipazione di fatto!

Con la ferocia necessaria difronte al nemico che ti vuole uccidere, Carla Lonzi è implacabile. Non ho letto mai nessun testo scritto con la stessa limpidezza. Senza concedersi salvezza scava nella sua vita, dettaglia, sminuzza. Trita!

Carla Lonzi non è solo una femminista - e così al solito ve la sbrigate, anche se certo sì lo è ma la più significativa, più delle celebrate americane, delle dotte francesi, lei è sempre vigile e non si compromette, non c'è trucco!, - no, lei è anche altro, è un filosofo, è un poeta!

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