Caro Fulvio,
le solite notizie. Ancora una volta ti hanno detto di no.
Dunque, nell'ultima riunione della Commissione Toponomastica sembra che si sia ribadito, ma guarda il caso, che non si può intitolare non solo una via, ma nemmeno una ciclabile, o un che che sia un che, senza che la persona, in questo caso tu, sia morta da dieci anni, in ottemperanza alla richiesta, anzi direi al divieto che è stato fatto dalla Prefettura ecc.
Nonostante le numerose firme che abbiamo raccolto e la possibilità in pratica che davvero si potesse titolare a te la piazza davanti alla Biblioteca Lazzerini di Prato, ti hanno detto, ancora una volta!: NO.
Conoscevo questa norma dei 10 anni, ma sapevo anche che se ci fosse stata un minimo di volontà politica, dico minimo, sarebbe stato possibile, e infatti così è stato quando hanno voluto!
Insomma si può derogare.
Ti hanno detto no ancora una volta, perché tu, Fulvio, eri un personaggio troppo scomodo. Troppo intelligente. Troppo idealista. Troppo controcorrente. Troppo cristiano.
E anche se ti hanno applaudito quando eri disteso ormai per l'eternità, diventato di nuovo e all'improvviso Don Fulvio Silvestrini sotto l'egida della Chiesa che ti aveva e da cui ti eri allontanato, ma soprattutto non più fastidioso (ti ricordi quando mi confessasti - ah le nostre reciproche confessioni! - che la gente ti scansava?), ecco che poi si continuano a sbatterti la porta in faccia, come quello spazio che non ti hanno voluto dare per la tua emeroteca intelligente, il sogno che hai rincorso per tanti anni dando fiducia a chi invece se ne fregava dei tuoi sogni, che erano sì tuoi, ma per la comunità.
La mia idea prima era quella che ti intitolassero almeno l'emeroteca della Biblioteca Lazzerini (vedi il mio post del 16 novembre scorso, https://primaveradiprato.blogspot.com/2022/11/emeroteca-dedicata-fulvio-silvestrini.html), anche se certo so bene che non è la stessa cosa della piazza davanti.
Tuttavia spero che l'Assessore alla Cultura e non solo si dia una mossa, e che almeno da morto ti diano quel po' di spazio che chiedevi, dopo averti tolto tutto, illuso sempre e ancora sempre con vane promesse.
Noi eravamo amici, abbiamo condiviso tanto pensiero e storie. E non posso dimenticare i tre Natali laici che hai celebrato con noi alla Baracca, nel 2009, 2010 e 2011, bellissimi, originali, anche spiritosi e intelligenti, anche se confesso che alzarmi presto per stare con te, uh, mi pesava perché tu sai che io non mi sveglio prestissimo ecc.
Li chiamasti "Veglia Rosa Sapiens", carovana di opposizione al mondo consumista-maschilista. Commentasti il concetto di carità e parlasti della giustizia che si compie quando non c'è più bisogno.
Tu eri tutto nell'ideale e nell'esercizio del pensiero, e in questo tempo nulla è più rifuggito di questo.
Andiamo avanti, Fulvio, quante volte l'abbiamo detto insieme, non ci fermano certo i no.
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