la serata ieri è stata per me così meravigliosa che replico.
Nonostante tu fossi contrario alle repliche, ripresento il "rito culturale" dell'Intervista a Pier Paolo Pasolini sabato 15 novembre, sempre in quel luogo un po' pasoliniano che è la Baracca.
Ieri sera, durante il dibattito, mi sono dimenticato di dire che questa definizione fu data alla Baracca da Fulvio Silvestrini che la frequentava assiduamente (La Baracca è pasoliniana!, mi ripeteva sempre). E infatti ieri sera abbiamo dedicato lo spettacolo a lui (che sono certa conoscerai benissimo).
Ripeto la definizione "pasoliniano" con gioia ma anche con certo dolore, com'è imprescindibile.
Oggi mantenere un luogo così, con la finta indifferenza se non piuttosto il disprezzo che lo circonda, è molto difficile: qui non ci sono "successi" se non nel senso di veri accadimenti.


2 commenti:
Ero presente alla rappresentazione di ieri sera. Maila si è presentata da sola su un palco che aveva una scenografia scarna, essenziale; così come, ci sarà spiegato dopo, richiedeva il poeta per le sue rappresentazioni teatrali. A sipario aperto, si entra subito in un clima di complicità. Quello che mi ha colpito di questo testo, è stata appunto la grande complicità, la confidenza che Maila ha mostrato fin da subito nel dialogare con Pierpaolo. Una confidenza che a sua volta il poeta le ha riconosciuto, quasi autorizzandola, come se si conoscessero, come se ci fosse stata anche Maila, lì con lui sulle dune di Sabaudia a discutere con Moravia, Dacia Mariani, Vincenzo Cerami ed Elsa Morante. E questa complicità reciproca questa autorizzazione di Pasolini a Maila, sta tutta dentro quel luogo pasoliniano che, come detto, è il teatro la baracca; luogo dove si respira una grande e autentica libertà, così come dovrebbero essere e non sono, tutti i teatri.
Consiglio dunque , a chi non c’era e a chi vorrà, di andare a La Baracca ad assistere alla rappresentazione di questo testo (non si può chiamare spettacolo) intensa emozionante, viva, vera e con un finale rivelatore.
Che non rivelo.
E poi c’è il dibattito, fondamentale e necessario.
Luca
Grazie, Luca. Dà forza e senso al nostro lavoro avere spettatori così attenti e preparati. Un caro saluto.
Posta un commento