martedì 8 settembre 2009

Lu(c)chetti mentali

Ieri c’era sfuggito questo intervento del consigliere provinciale pratese Luchetti, marca PDL, sulla Cultura. Sono gli stessi discorsi dei mercanti, che guardano al borsellino, più che alla Cultura. E che celano ben altro.
E’ vero che una Cultura totalmente finanziata può essere di regime. Ma anche una finanziata dal Mecenate di turno, che ti costringe a livellarti televisivamente, secondo il gusto della gente, lo è. Questo sì che abbassa il livello!
Almeno un tempo la cultura di regime era qualcosa; era una entità che non si poteva criticare, ma sì combattere.
Quella di oggi è una non-entità che si può criticare, ma non combattere.
La Cultura che intende il signor Luchetti è berlusconesca, televisiota. Quello è il suo orizzonte. L'auditel. E' voler distruggere l'idea che in un paese ci possa essere Cultura, soprattutto una coscienza critica.
Ma cos'è la Cultura, signor Luchetti? Perché vi fa tanto paura, al punto da mettere una signora non del settore come Beltrame? Non ci sono programmi, non ci sono idee, ecco la verità, perché NON CE NE DEVONO ESSERE!
L’intento è di metterci tutti a tacere, creare uno stupido consenso al sapore di cocomero.


Da Il Tirreno del 7 settembre 2009
Il dibattito sulla politica culturale a prato aperto dall’assessore Beltrame merita una ulteriore riflessione sul ruolo degli enti locali in questo settore. La limitatezza crescente dei fondi disponibili dovrebbe aver fatto capire a tutti che il periodo delle erogazioni a pioggia e indiscriminate è ormai finito. Ma la riflessione che propongo è sull’utilità (e non solo la necessità) della progressiva riduzione dell’intervento pubblico nella cultura. E questo per alcuni motivi.In primo luogo se le attività culturali sono finanziate dagli enti pubblici e vivono di risorse erogate da apparati politico burocratici è fatale che svolgano una cultura di “regime”, funzionale ai potenti di turno. Nei modi che l’assessore Beltrame ha chiaramente evidenziato.In secondo luogo non si deve pensare che i contributi alla cultura siano gratis. Ma c’è sempre chi paga (il contribuente) e qualcun altro che riceve. Può apparire demagogico, ma la situazione è quella di un robin hood alla rovescia che sottrae risorse (mediante la leva fiscale) ai lavoratori per destinarle al soddisfacimento dei bisogni di una parte della popolazione, certamente quella di più elevati standard culturali e reddituali.Destinare risorse ad un settore oggi significa distrarle da altre destinazioni. Coloro che rivendicano maggiori finanziamenti alla cultura, dovrebbero - per onestà intellettuale - indicare i tagli in altri settori dell’attività degli enti locali (servizi sociali, sviluppo economico ecc).Infine, il finanziamento pubblico della cultura -che spinge quanti operano in tale ambito più a intercettare le risorse pubbliche che a cercare di soddisfare il pubblico - causa un generale scadimento delle iniziative culturali. E gli esempi potrebbero essere moltissimi a Prato ed altrove.E’ quindi utile e non solo necessario dare seguito alle indicazioni dell’assessore Beltrame. Pensando ad un maggiore coinvolgimento dei privati, ad una erogazione pubblica che sia proporzionata ad una frazione dei ricavi ottenuti da utenti delle manifestazioni e privati, alla realizzazione di fondazioni onlus che potrebbero beneficiare del 5 per mille irpef destinato dai cittadini che così facendo potrebbero anche esprimere il proprio gradimento per le varie iniziative culturali.Per uscire dal circolo vizioso prodotto dalla scarsità di fondi e dalla inadeguatezza delle iniziative occorrono idee nuove e coraggio. Nell’interesse della cultura e dell’intera società pratese.
Giovanni Luchetti segretario regionale amministrativo pdl consigliere provinciale di Prato

1 commento:

Anonimo ha detto...

Puzza di camicetta nera, questo interventucolo di Luc(c)hetti -catenacciaro dell'ultim'ora - che vuole chiudere a tutti il naso per respirare aria condizionata. Si levano gli scudi per la Beltrame, - e ció significa che la pulcina ha bisogno della difesa della chioccia - per punire una classe politica passata che disgrazie sí ne ha fatte tante, e non solo disgrazie, alfine; ma chi non si é mai allineato? rimane non allineato, e in-cul-ato.
Lunga vita a Re Cocomero.

Mala tempora currunt!

Padre Malaventura
L'Osservatore Pratese

Dai Celestini a Levi

  Ieri,  in occasione dello spettacolo dei venti anni dei Celestini, in cui ho riproposto La Mostra Parlante "Ti mando ai celestini...