venerdì 13 novembre 2009

PLATONE E LA MULTISALA

Ieri sera sono andata in bici a osservare le luci accese e il brulicare degli operai della Multisala.
Pensavo di essere in uno di quei film del futuro che ho visto tante volte.
Ecco quello è il luogo dell'oblio, ho detto.
Entri dentro, vedi il film, consumi, e poi vieni risputato fuori.
Fuori non c'è nulla. Ci sono i parcheggi e devi per forza prendere la macchina.
Quando sei in macchina il film è già svanito. L'effetto catartico, se c'è stato, se n'è andato.
I registi dovrebbero opporsi di vedere proiettati i loro film in posti come questo; perché l'incasso di oggi è il vuoto di cassa di domani.

Ritornano le parole di Platone.
Quando lo studiavo all'università, col professor Giannantoni de "La Sapienza", ebbi una discussione, ricordo, non capivo come fosse possibile che Platone, che pure sembra essere stato drammaturgo, si fosse così acremente espresso contro l'arte, contro la poesia.

Ora, in questa maturità d'anni e nella devastazione culturale, ho capito che Platone non ce l'aveva affatto contro l'arte, la poesia, ma contro l'uso blasflemo che di essa se ne fa, un uso menzognero, avrebbe detto lui.

Ora lo condivido.
Per questo dico no a questo cinema, che falsamente, malignamente affermano che dà lavoro.
Così come diciamo no alla Coop e a tutto il resto.

E io vi invito a boicottare questa mostruosità, che invece il lavoro, oltre che l'arte, distrugge.

Nella zona chiudono i negozi, e non saranno salvati da nessuna viabilità alternativa.
E se non si prendono seri provvedimenti immediati per incentivare le piccole attività fra i giovani, luoghi e spazi di questa città, il senso dell''essere-per' sarà smarrito.
Chissà per quanto tempo.

Maila

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