La rivista Alibionline intervista Maila Ermini autrice e Musa di "Antologia del Bisenzio"
Il nuovo spettacolo è frutto di un lungo lavoro di preparazione. I testi poetici che ne sono alla base come sono nati? Li hai pensati subito come "materiale" per uno spettacolo?
I testi poetici sono nati dalla triste cronaca di questa città, ultimamente sempre più alla ribalta nazionale e internazionale (dall'Olanda mi arrivano informazioni di pagine intere su Prato e il problema cinese), senza nessuna mira. (È nato tutto il giorno dopo alla morte per annegamento delle tre cinesi nel sottopasso di via Ciulli a Prato, il 4 ottobre 2010. Io lo conosco bene quel sottopasso, l'ho fatto tante volte in bicicletta, e con mia madre tante volte avevamo parlato che era troppo profondo, troppo ripidamente profondo, che il rischio era proprio quello che è accaduto). All'inizio ho pubblicato qualche poesia sul mio blog, poi ho smesso, ma ho continuato a scrivere. È stata una risposta alla cronaca, che racconta il fatto, ma non approfondisce; caso mai fa un approfondimento morboso, ma difficilmente c'è analisi vera, partecipazione umana, non sempre volontà di capire. Sentivo la necessità di dire, di aggiungere o modificare le interpretazioni, le dichiarazioni ufficiali. Poi sono venute fuori le poesie di altri personaggi, non legati alla cronaca. Gente sconosciuta, ma vissuta veramente, e famosa. Questi ultimi sono nati anche grazie a un concorso organizzato dall'Assessorato alla Cultura di Prato per celebrare i 150 anni dell'Unità d'Italia, attraverso il quale i pratesi vivi potevano votare il "pratese" preferito fra una rosa di morti e famosi. La biografia di questi pratesi famosi che veniva riportata era abbastanza convenzionale, per certi versi piena di tabù, come era, tanto per fare un esempio, nel caso del sindaco Roberto Giovannini, di cui non era detta la tragica morte e le motivazioni. Dunque in qualche modo è stata una risposta anche a questo.
I testi poetici sono nati dalla triste cronaca di questa città, ultimamente sempre più alla ribalta nazionale e internazionale (dall'Olanda mi arrivano informazioni di pagine intere su Prato e il problema cinese), senza nessuna mira. (È nato tutto il giorno dopo alla morte per annegamento delle tre cinesi nel sottopasso di via Ciulli a Prato, il 4 ottobre 2010. Io lo conosco bene quel sottopasso, l'ho fatto tante volte in bicicletta, e con mia madre tante volte avevamo parlato che era troppo profondo, troppo ripidamente profondo, che il rischio era proprio quello che è accaduto). All'inizio ho pubblicato qualche poesia sul mio blog, poi ho smesso, ma ho continuato a scrivere. È stata una risposta alla cronaca, che racconta il fatto, ma non approfondisce; caso mai fa un approfondimento morboso, ma difficilmente c'è analisi vera, partecipazione umana, non sempre volontà di capire. Sentivo la necessità di dire, di aggiungere o modificare le interpretazioni, le dichiarazioni ufficiali. Poi sono venute fuori le poesie di altri personaggi, non legati alla cronaca. Gente sconosciuta, ma vissuta veramente, e famosa. Questi ultimi sono nati anche grazie a un concorso organizzato dall'Assessorato alla Cultura di Prato per celebrare i 150 anni dell'Unità d'Italia, attraverso il quale i pratesi vivi potevano votare il "pratese" preferito fra una rosa di morti e famosi. La biografia di questi pratesi famosi che veniva riportata era abbastanza convenzionale, per certi versi piena di tabù, come era, tanto per fare un esempio, nel caso del sindaco Roberto Giovannini, di cui non era detta la tragica morte e le motivazioni. Dunque in qualche modo è stata una risposta anche a questo.
Qual è il legame con l'Antologia di Spoon River? Hai tratto ispirazione da altri testi?Il legame con l'Antologia di Spoon River è venuto dopo, quando avevo scritto già diverse poesie. Ci ho pensato dopo. No, non credo di essermi ispirata ad altri testi, se non inconsapevolmente. Però le poesie hanno un andamento particolare, pur nella loro diversità di struttura metrica (sono quasi tutte a versi liberi), dove la vocalità ha una predominanza sulla "consonanticità", o meglio, con frequenti assonanze tipiche dell'epica antica. La lingua è caratterizzata da un andamento ritmico e musicale con ripetizione di suoni, che costituisce l'elemento più evidente della struttura metrica delle poesie stesse.
Nei tuoi spettacoli mi pare che la vera protagonista sia la memoria (che tu incarni nel ruolo di attrice - sacerdotessa di Mnemosyne, mi verrebbe da dire...). In questo nuovo spettacolo la memoria è forse ancora più presente...? (stamattina ho letto le prime pagine de "Il libro di sabbia" di Borges e la metafora del fiume mi è rimasta impressa...)Sì, la memoria. La Storia. Le storie. Dentro tutte queste gli esseri umani. Questa "passione", il tormento della memoria, l'essere Mnemosyne, mi accompagna fin da piccola, e così tormentavo mia nonna, dormivo con lei, perché prima di dormire mi raccontasse le storie, la sua vita, le vite degli altri; e anche a scuola, sempre. Il fatto di tenere un diario ogni giorno, da diversi anni è segno di questo tormento... Ma c'è in queste poesie anche una volontà di giustizia, voler rendere giustizia, un presumere di poterlo fare attraverso la poesia, praticare il riscatto dell'essere umano oltraggiato o frainteso o chissà. L'immagine del Bisenzio, che io avevo tramutato dai racconti di mio padre che ci andava a pescare e a fare il bagno da ragazzo, è divenuta fortissima con Gonfienti, con la città etrusca. Volontà di memoria e di giustizia, allo stesso modo. Riscatto dall'oblio e dall'ingiustizia. Prima il Bisenzio era molto meno significativo per me. Sì, c'è anche il riferimento a Eraclito, al divenire, di cui parla anche Borges nel Libro di Sabbia, il legame con sé stesso, l'altro che ci sogna e viceversa sì, c'è anche questo, ci sarà anche Borges, perché - e non l'avevo pensato - è lettura fondamentale per me, "esencial", grazie al mio caro maestro Oreste Macrì.
Il Bisenzio compare nello spettacolo o fa solo da cornice alle storie? O, formulata in un altro modo, le storie che rievochi hanno elementi "locali" oltre al comun denominatore che fa di ciascuna vicenda una vicenda umana?Il Bisenzio compare nelle poesie, e a volte fa contorno alle storie. Ma è soprattutto il Fiume per me. Il Fiume che, nel suo essere simbolo del divenire, assume anche una sfumatura negativa, c'è un pericolo del fiume, nell'acqua che scorre, perché l'acqua può essere usata volutamente per far dimenticare... L'oblio, la dimenticanza non è solo "forzata" dal divenire stesso, dalla Necessità, ma anche cercata dall'uomo stesso, è il potere che vuole dimenticare, "lavare" il passato. Anzi, non solo il passato, ma anche il presente, e lo fa così in fretta che diventa subito "passato", o forse dovrei dire "dimenticato". Così il potere e gli strumenti del potere, come la cronaca di molti giornali praticano la dimenticanza, nonostante le dichiarazioni e le celebrazioni ufficiali dicano il contrario. O, detta altrimenti, è il potere che sceglie cosa ricordare e cosa no... Una forma tutta moderna di "damnatio memoriae".
A cura di Saul Stucchi
Sabato 14 gennaio ore 21.00
Domenica 15 gennaio ore 16.30
ANTOLOGIA DEL BISENZIO
Come una Spoon- River
Letture dannate da una città a picco
Scritto e interpretato da Maila Ermini
Con Gianfelice D’Accolti
Teatro La Baracca
via Virginia Frosini 8 Casale, Prato
Biglietto: 10 € - Prenotazioni: tel. 0574.812363
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