L'ultima uscita di Grillo gli è costata cara. Ha scritto:
La cittadinanza a chi nasce in Italia, anche se i genitori non ne dispongono, è senza senso. O meglio, un senso lo ha. Distrarre gli italiani dai problemi reali per trasformarli in tifosi. Da una parte i buonisti della sinistra senza se e senza ma che lasciano agli italiani gli oneri dei loro deliri. Dall'altra i leghisti e i movimenti xenofobi che crescono nei consensi per paura della "liberalizzazione" delle nascite.
Io sono favorevole a questa cittadinanza; tuttavia, pur non condividendolo né essendo mai stata sua seguace, non mi sento di schiacciare il Grillo.
La dichiarazione merita una riflessione maggiore, in particolare quando parla della creazione dei 'tifosi' da parte del potere. La stampa e i media subito l'hanno censurata, senza approfondire.
La 'boutade' è interessante se si pensa a città con forti tensioni sociali ed economiche come Prato, dove il Centro-Destra ha vinto grazie alla nascita e allo sviluppo della tifoseria anticinese, creata con facilità anche grazie al fatto che i cittadini erano e sono stati lasciati immersi nei loro reali problemi.
Insomma, a prescindere dalla cittadinanza che è auspicabile, pavento che l'argomento immigrazione sia facile strumento per una ulteriore fascistizzazione della società, che è già arrivata a buon livello; se non altro la Reazione è in atto, insieme alle tensioni sociali che la sostengono. Insomma, instrumentum regni.
In quel caso, per i buonisti di Sinistra, come li chiama il Grillo, e nonostante l'appoggio della Chiesa di Roma, sarà sempre più difficile sostenere con i senza se e senza ma i problemi reali degli autoctoni e degli immigrati.
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