Si parla tanto di violenza del linguaggio, di modi eccetera dei 'grillini' al Parlamento, che sarebbero addirittura 'fascisti'.
Tuttavia non si parla abbastanza della violenza che ogni giorno noi riceviamo dai media, che ci raccontano la verità a una dimensione.
Del massacro che si fa di una parte, e non dell'altra.
Non si parla a sufficienza della violenza che quotidianamente subiamo dalle ingiustizie, soprusi, dileggi.
Non si parla che il sistema del potere si basa su clientele e nepotismo che viene perpetrato senza fine né speranza di cambiamento. Basta vedere chi c'è in televisione, pubblica o privata che dir si voglia. Chi parla e 'conduce'.
Non si parla della violenza di un Parlamento - insieme a tanti altri 'organi' pubblici fino al consiglio comunale - che è muto, incapace di rispondere alle reali esigenze della nostra vita.
La violenza non mi piace. Nemmeno quella delle parole. Ma non sto nemmeno dalla parte di chi usa lo spauracchio della violenza o del fascismo per continuare a usarci violenza nascosta, 'la violenza perbene', quella che ha il 'consenso', che lo Stato presunto di diritto protegge.
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