"L'esito provvisorio dell'istruttoria, in attesa delle controdeduzioni dei
responsabili degli atti contestati, mette alcuni punti fermi sull'intera
vicenda.
Al di là dei tifi su quale fosse la soluzione migliore si dovrebbe
convenire sul fatto che vengono convalidate tutte le manchevolezze che in
questi anni abbiamo evidenziato e delle quali abbiamo sempre chiesto conto alla
precedente amministrazione.
Oggi i sostenitori del viadotto, perché continuiamo a voler almeno credere
che non sia una questione di tifoserie politiche, ribattono dicendo che anche
se illeciti sono stati fatti, ormai si era un passo avanti ed era saggio
proseguire.
Queste argomentazioni non possono che destare sgomento perché è
inaccettabile la tesi per cui tutto è condonabile se permette di ottenere il
fine voluto.
E purtroppo questa tesi è riscontrabile anche negli atti firmati dal
dirigente: l'anomalo affidamento diretto per lo S.I.A. fatto proprio alla
società il cui titolare è stato in commissione V.I.A. con l'ex-assessore
Bernocchi fino al 2008, firmare come progettista tutti gli elaborati salvo poi
escludersi dal ruolo di progettista con una determinazione successiva per
potersi qualificare come Responsabile Unico del Procedimento ed evitare quindi
figure di controllo esterne, emettere ed aggiudicare il bando delle rampe un
anno prima che la delibera di giunta lo autorizzasse mascherandolo come
intervento di messa in sicurezza per poterlo eseguire senza dover aspettare
progetto e copertura finanziaria del viadotto per segnare un punto di non
ritorno.
Ma lo sgomento è anche nei confronti della parte politica che ha rifiutato
il ruolo di controllore.
Basti pensare all'ex-assessore Bernocchi, che invitava "i quattro
inquilini del Soccorso" a rassegnarsi e quando veniva richiamato alle sue
responsabilità dietro al suo sorriso sornione spiegava placidamente che era
tutto nelle mani del dirigente.
Oppure che giusto un anno fa, a fronte delle palesi incongruenze nell'iter
del progetto delle rampe, depositavamo all'Ufficio del Protocollo una lettera
indirizzata al Sindaco in cui chiedevamo in sede di autotutela di bloccare
l'inizio dei lavori perché i conti non tornavano.
A quella lettera non è mai seguita una risposta ufficiale; una ufficiosa
però si: "Il dirigente mi dice che è tutto in regola".
E così oggi, invece che accettare l'oggettività dei fatti, e magari
chiedere scusa, si preferisce fare come il Doge di Venezia con Galilelo Galilei,
che invece di guardare nel telescopio argomentava sull'effettiva necessità di
farlo.
Confidiamo che il progetto di interramento, del quale abbiamo avuto ad
inizio mese conferma da parte dell'amministrazione, progredisca nel rispetto di
tutte le norme come sarebbe sempre lecito aspettarsi."
Comitato per la Riqualificazione del Soccorso
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