Ancora su Gramsci. Trascrivo qui il paragrafo, tratto dai Quaderni dal Carcere (Q 22 §3) sulla questione sessuale, che mi sembra particolarmente interessante perché tratta di problemi che sono in parte tuttora irrisolti, e che sono legati al dominio e quindi assumono anche natura economica.
Il punto che ho indicato come 5, ancora irrisolto, informe e ostacolato, spiega anche in parte la violenza maschile degli ultimi anni nei confronti delle donne e i continui episodi di 'femminicidio' .
Il paragrafo dei Quaderni tratta de:
1. la sessualità -maschile, solo maschile!- come 'sport';
2. della violenza sessuale nei confronti delle donne e in particolare quella incestuosa in famiglia nel mondo contadino - in città gli uomini della piccola media borghesia e non solo andavano al bordello, e potevano evitare l'incesto (nel bordello si praticava e si pratica appunto lo 'sport sessuale');
3. la funzione economica della sessualità, a cui è legato il concetto che i vecchi senza figli siano considerati malamente;
4. la funzione economica degli immigrati;
5. l'indipendenza della donna come necessaria per la questione sessuale.
(Il neretto nel paragrafo è mio).
ALCUNI ASPETTI DELLA QUISTIONE SESSUALE
Quaderno 22 (V) § (3)
Ossessione della quistione
sessuale e pericoli di una tale ossessione. Tutti i «progettisti» pongono in
prima linea la quistione sessuale e la risolvono «candidamente». È da
rilevare come nelle «utopie» la quistione sessuale abbia larghissima parte,
spesso prevalente (l’osservazione del Croce che le soluzioni del Campanella
nella Città del Sole non possono spiegarsi coi bisogni sessuali dei
contadini calabresi è inetta). Gli istinti sessuali sono quelli che hanno
subito la maggiore repressione da parte della società in isviluppo; il loro
«regolamento», per le contraddizioni cui dà luogo e per le perversioni che gli
si attribuiscono, sembra il più «innaturale», quindi più frequenti in questo
campo i richiami alla «natura». Anche la letteratura «psicanalitica» è un modo
di criticare la regolamentazione degli istinti sessuali in forma talvolta
«illuministica», con la creazione di un nuovo mito del «selvaggio» sulla base
sessuale (inclusi i rapporti tra genitori e figli).
Distacco, in questo campo, tra
città e campagna, ma non in senso idillico per la campagna, dove avvengono i
reati sessuali più mostruosi e numerosi, dove è molto diffuso il bestialismo e
la pederastia. Nell’inchiesta parlamentare sul Mezzogiorno del 1911 si dice che
in Abruzzo e Basilicata (dove maggiore è il fanatismo religioso, il
patriarcalismo e minore l’influsso delle idee cittadine, tanto che negli anni
1919-20, secondo il Serpieri, non vi fu neppure un’agitazione di contadini) si
ha l’incesto nel 30% delle famiglie e non pare che la situazione sia cambiata
fino agli ultimi anni.
La sessualità come funzione
riproduttiva e come «sport»: l’ideale «estetico» della donna oscilla tra la
concezione di «fattrice» e di «ninnolo». Ma non è solo in città che la
sessualità è diventata uno «sport»; i proverbi popolari: «l’uomo è cacciatore,
la donna è tentatrice», «chi non ha di meglio, va a letto con la moglie» ecc.,
mostrano la diffusione della concezione sportiva anche in campagna e nei
rapporti sessuali tra elementi della stessa classe.
La funzione economica della
riproduzione: essa non è solo un fatto generale, che interessa tutta la società
nel suo complesso, per la quale è necessaria una certa proporzione tra le
diverse età ai fini della produzione e del mantenimento della parte passiva
della popolazione (passiva in via normale, per l’età, per l’invalidità ecc.),
ma è anche un fatto «molecolare», interno ai più piccoli aggregati economici
quale la famiglia. L’espressione sul «bastone della vecchiaia» mostra la
coscienza istintiva del bisogno economico che ci sia un certo rapporto tra
giovani e vecchi in tutta l’area sociale. Lo spettacolo del come sono
bistrattati, nei villaggi, i vecchi e le vecchie senza figliolanza spinge le
coppie a desiderare la prole (il proverbio che «una madre alleva cento figli e
cento figli non sostengono una madre» mostra un altro aspetto della quistione):
i vecchi senza figli, delle classi popolari, sono trattati come i «bastardi».
I progressi dell’igiene, che
hanno elevato le medie della vita umana, pongono sempre più la quistione
sessuale come un aspetto fondamentale e a sé stante della quistione economica,
aspetto tale da porre a sua volta problemi complessi del tipo di
«superstruttura». L’aumento della media della vita in Francia, con la scarsa
natalità e coi bisogni di far funzionare un molto ricco e complesso apparato di
produzione, pone già oggi alcuni problemi coordinati al problema nazionale: le
generazioni vecchie vanno mettendosi in un rapporto sempre più anormale con le
generazioni giovani della stessa cultura nazionale, e le masse lavoratrici si
impinguano di elementi stranieri immigrati che modificano la base: si verifica
già, come in America, una certa divisione del lavoro (mestieri qualificati per
gli indigeni, oltre alle funzioni di direzione e organizzazione; mestieri non
qualificati per gli immigrati).
Un rapporto simile, ma con
conseguenze antieconomiche rilevanti, si pone in tutta una serie di Stati tra
le città industriali a bassa natalità e la campagna prolifica: la vita
nell’industria domanda un tirocinio generale, un processo di adattamento
psico-fisico a determinate condizioni di lavoro, di nutrizione, di abitazione,
di costumi ecc. che non è qualcosa di innato, di «naturale», ma domanda di
essere acquisito, mentre i caratteri urbani acquisiti si tramandano per
ereditarietà o vengono assorbiti nello sviluppo dell’infanzia e
dell’adolescenza. Così la bassa natalità urbana domanda una continua e
rilevante spesa per il tirocinio dei continuamente nuovi inurbati e porta con
sé un continuo mutarsi della composizione sociale-politica della città, ponendo
continuamente su nuove basi il problema dell’egemonia.
La quistione etico-civile più
importante legata alla quistione sessuale è quella della formazione di una
nuova personalità femminile: finché la donna non avrà raggiunto non solo una
reale indipendenza di fronte all’uomo, ma anche un nuovo modo di concepire se
stessa e la sua parte nei rapporti sessuali, la quistione sessuale rimarrà
ricca di caratteri morbosi e occorrerà esser cauti in ogni innovazione legislativa.
Ogni crisi di coercizione unilaterale nel campo sessuale porta con sé a uno
sfrenamento «romantico» che può essere aggravato dall’abolizione della
prostituzione legale e organizzata. Tutti questi elementi complicano e rendono
difficilissima ogni regolamentazione del fatto sessuale e ogni tentativo di
creare una nuova etica sessuale che sia conforme ai nuovi metodi di produzione
e di lavoro. D’altronde è necessario procedere a tale regolamentazione e alla
creazione di una nuova etica. È da rilevare come gli industriali
(specialmente Ford) si siano interessati dei rapporti sessuali dei loro
dipendenti e in generale della sistemazione generale delle loro famiglie; la
apparenza di «puritanesimo» che ha assunto questo interesse (come nel caso del
proibizionismo) non deve trarre in errore; la verità è che non può svilupparsi
il nuovo tipo di uomo domandato dalla razionalizzazione della produzione e del
lavoro, finché l’istinto sessuale non sia stato conformemente regolato, non sia
stato anch’esso razionalizzato.
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