Un altro appesantimento ecologico è in arrivo nella zona sud di Prato dove, presso il depuratore di Baciacavallo, la santa alleanza di Alia e Gida intende costruire il famoso digestore anaerobico, quello che intendevano piazzare al Calice, e con cui, in quanto 'digestore', si penserebbe di produrre energia.
Una parte dei rifiuti però dovrebbe essere comunque bruciata altrove, in inceneritore, perché si tratta di rifiuti che non possono essere smaltiti in sede. Perché poi si tratta di rifiuti non organici.
E anche per il Calice, che si trova a sud-ovest, sono previste 'migliorie' e nuove strade future.
Naturalmente nel pacchetto 'cacca e veleni', a confezionare il pastone avvelenato, vengono promesse sante assunzioni! Potevano mancare?
La situazione ambientale della Piana è allarmante e l'abusivismo generalizzato degli scarichi non fa altro che produrre altri impossibili disastri.
Provate a camminare lungo il depuratore del Calice: le acque che ne fuoriescono sono vomitevoli, l'aria è pestifera, tossica (lì vicino si trova il canile e sarebbe interessante fare uno studio sui cani che vi muoiono); anche peggio capita a Baciacavallo, che da anni spande per chilometri attorno un odore acido irrespirabile (ricordo, come ho già scritto, nel '95-96 a Paperino, come arrivano d'estate le esalazioni mefitiche nelle stanze con le finestre aperte), e che versa anch'esso, come quello del Calice, le sue acque nel povero Ombrone.
Si pensa di risolvere (risolvere?) il problema solo alla fine, e nemmeno sfiora per la testa l'idea che si possa un po' anche lavorare a monte, attraverso controlli per tutelare salute dei cittadini, legalità economica e ambiente: un piano ecologico che non passi solo per digestori e inceneritori e compagnia bruciando.
Le acque, se possibile ancor più dell'aria, a Prato sono in gran parte perdute; la settimana prevista per l'acqua che Gida organizza prossimamente è solo quella dell'acqua non potabile. Che come a suo tempo ebbi modo di scrivere circa gli 'orti maledetti', viene utilizzata per irrigare.
Ecco le 'eccellenze', ecco la 'mia Prato'.
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