Primavera di Prato

- Diario in pubblico di Maila Ermini

mercoledì 30 dicembre 2020

Conformismo e morte dell'arte: perché gli artisti non si ribellano

Perché  attori e musicisti e ballerini e registi e quanto altro non si sono ribellati ai decreti che impongono la loro morte o insignificanza  come ci si poteva aspettare, non hanno occupato i teatri? Come fecero gli attori col Teatro Valle a Roma, per scongiurarne la chiusura.

In quella occasione avevano un partito di Sinistra alle spalle, che li proteggeva, e anche un sistema mediatico, e quindi opinione pubblica. Oggi, se rioccupassero il teatro, la Sinistra non starebbe certo dalla loro parte, ché è proprio la parte politica più fondamentalista sulle chiusure dei locali pubblici a causa dell'epidemia da Covid-19.

Come anche dimostra il Ministro Franceschini, che porta avanti una politica talebana sulle chiusure dei teatri pubblici, e rifiuta dunque quelle norme da lui stesse emanate, e che per qualche mese i teatri hanno adottato per impedire il diffondersi del virus e tuttavia continuare a programmare spettacoli.

L'insignificanza politica degli artisti in questo contesto drammatico è in parte ben scusata dalla precarietà del loro lavoro intermittente, non è "normale",  non è continuo,  come può essere invece per un elettricista di teatro, in quanto opera sempre in quel teatro, è "fisso", come la luce che spara sul palco.

L'attore, il musicista, il ballerino difficilmente lavorano stabilmente in un teatro, se non per certi periodi, con qualche regista o sistema politico locale che li protegge e che li porta in giro per l'Italia i tournée; ma più frequentemente e per la gran parte di loro, è lui lei che si sposta, che cambia teatro e compagnia per lavorare

Non ha che deboli sindacati e politica alle spalle. Che ora spaccia il motto: "Tu mi chiudi, tu mi paghi".

E il Ministro della Cultura Franceschini non cercava altro. Sì, ti pago e ti chiudo. E infatti, per scongiurare il disastro economico e culturale ha elargito una manciatina di soldi e ha finanziato progetti di teatro digitale, in sostanza umiliando gli artisti, perché il teatro digitale non lo guarda nessuno. Ancora oggi, sullo schermo è preferito il film al teatro. Ed è giusto così.

Per ovviare il problema che lo schermo pone, in televisione un tempo si facevano gli sceneggiati di opere, romanzi e commedie, che erano allestimenti in studio con una regia ben precisa, spesso diversa da quella teatrale.

Ma c'è un altro un altro elemento che ostacola la lotta politica, che non è economico, ma una componente umanissima: la rivalità. Gli artisti fra di loro (certo non solo loro!) sono di solito nemici giurati, perché ognuno pensa di essere l'Artista e non vuole che l'altro lo sia. In altri campi, come per esempio l'università o la scuola, pur essendoci rivalità fortissima fra gli studiosi o gli scienziati, il problema non ha risvolti così "immobilistici" e possono anche, dato che sono muniti di stipendio fisso,  trovare accordi per certe battaglie e interessi comuni.

Fra gli artisti si ha il terrore che l'altro possa primeggiare capeggiando la lotta, e piuttosto di dargliela vinta, si preferirebbe crepare di fame, o meglio, prostituirsi, o piegarsi alle necessità del momento.

Ecco perché, dopo aver bandito questi concorsi per il teatro digitale, tutti vi si sono gettati a copofitto, preferendo questa azione più agile con un po' di spiccioli in acquisto, piuttosto di quella che invece sarebbe stata più difficile e magra, ma certamente significativa e propria del teatro, di occuparne i luoghi salvandone il futuro.

E poi molti hanno letteralmente paura, e non tanto del virus. Se si pongono in prima persona a lottare concretamente, se anche fanno dichiarazioni discordi, perdono tutto. Per esempio gli ingaggi per la pubblicità della compagnia di assicurazioni.

Le proteste in maschera e funerali vari che sono stati celebrati nelle piazze per protestare contro le chiusure non sono serviti a niente.  I teatri restano chiusi e intanto gli artisti si sono approntati  per il teatro digitale, quando non già per lo schermo o il cinema indifferentemente, certo sperando che gli spazi riaprano, ma intanto...sono stati azzittiti.  Qualcuno protesta sui social, ma anche queste sono proteste digitali, non incidono che raramente nella realtà, e sono funzionali all'artista stesso, per la sua pubblicità e aura di... maledetto. Estetismo, protesta di maniera, purtroppo.

Nel frattempo molti singoli o compagnie o gruppi che non potranno "trasformarsi" moriranno artisticamente, e moriranno, nonostante i sussidi, che non sono sufficienti.

Il Ministro Franceschini e il Governo tutto sarà il responsabile del disastro che alla fine (?) ci sarà dell'arte,  e se gli artisti fossero davvero tali (purtroppo sono indietro rispetto ai presupposti e alle aspettative dell'arte!)  dovrebbero riunirsi e celebrare un processo serio per cotanto assassinio culturale  compiuto in nome della salvezza dei corpi, ipocritamente trincerandosi dietro i morti per epidemia, così che nessuno possa accusare quando si agisce per il bene dell'umanità, ma in realtà nascondendo annose magagne del sistema sanitario nazionale e mire su sistemi culturali digitali chiaramente assolutistici e dittatoriali, e chissà anche interessi vari, come il Netflix della Cultura e quanto altro, ma intanto uccidendo altri esseri umani ed espressioni artistiche, che nessuna lista macabra quotidiana registrerà.

Dopo la moria di buona parte dell'arte performativa, e non solo, il teatro riaprirà i battenti normalmente, ma intanto il passo al digitale sarà stato compiuto.

Per la musica questo è già in atto da tempo, e senza sembra molto dolore, anche se come per l'attore e il danzatore, il musicista e il cantante ricevano la loro compiutezza di esecuzione solo davanti agli spettatori.

Fra due o tre generazioni lo spettacolo dal vivo, se non scomparso del tutto, sarà solo per pochi privilegiati, gestito da enti o sistemi centralizzati che andranno anche sulle piattaforme digitali, sulle Netflix, indifferentemente. Anche i grandi concerti rock. E con griglie e modalità ben più rigide dell'attuale sistema mafioso e clientelare, a distribuzione di partito o loggia, perché è appunto il mezzo stesso che lo impone.

Quello che sarà lo abbiamo già intravisto per il debutto della Scala quest'anno, o più in piccolo per altri debutti di musica e teatro sponsorizzati anche da editori importanti, e nessuno potrà più permettersi il lusso di avere uno spazio proprio, o pensare, come fino ancora al 2000 si faceva, al Teatro di Periferia! Vi viene da ridere, vero?

Nessuno lo penserà più nemmeno possibile.

L'arte performativa amatoriale potrebbe estinguersi, anzi al momento è estinta, e quindi con essa anche la sua vitalità, i suoi vizi, e l'osmosi con quella professionale. Tutto finito.

Del cinema non parliamo, le sale cinematografiche, dato che il cinema è passato già da tempo al medium digitale, molto prima dei teatri potrebbero non esistere più, visto che tutti guardano il film dallo schermo, addirittura dal proprio telefono!

A Roma sembra chiuderà presto il cinema Azzurro Scipioni fondato da Silvano Agosti.  E come dice il Maestro, cinema, miniaturizzato, reso piccolo, perderà la sua “grande” magia e il suo senso.

Il teatro, reso digitale, perderà la sua carne e non sarà più munito d’artigli.  Sarà insignificante. 

E dell'emozione, il sentimento dove li  andremo a cercare? Ce ne sarà ancora bisogno?

L'arte tornerà del tutto inoffensiva, come lo è in gran parte ormai, e solo celebrativa, quella che noi pensavamo di esserci lasciati alle spalle!

Tutto fluttuerà nell’evento del digitale dove non c’è esperienza. Dove sono i potenti, ancora una volta e con più forza che nella realtà, a dirti dove stare, cosa fare. A darti i soldi. E ancor più che nella realtà, dove uno spazio comunque alternativo e significativo si può trovare, dove si può scappare da e andare verso, entrare nell’esperienza del reale di vita e di morte e lottare per il senso, nel digitale sarà concessa dall’alto solo la piattezza dell’uguale mortale.

E ora che si vuole salvare le vite, si producono i morti!

Gli artisti, come già gli attori in Netflix, non avranno più nome. Vi ricordate qualche nome di attore di Netflix, qualche regista? Autore?

Solo il potere deciderà a chi dare il nome. Ma transeunte, non eterno. Altri Dante, o Shakespeare, non più. 

Quindi, nemici l'un dell'altro, rivali, ecco che gli artisti tutti saranno mangiati, più che sfruttati, annullati dalle grandi aziende.

Ho provato anch’io, ma solo per avere conferma del diniego che ancora una volta mi sarebbe stato offerto, a fare un concorso per il teatro digitale. Si chiama “Così lontani, così vicini”, bandito dalla Fondazione Toscana Spettacolo, con ben 10 mila euro a progetto!  Il mio progetto probabilmente non era un gran ché, e tuttavia anche se lo fosse stato, state sicuri che mi avrebbero detto di no lo stesso.

E così è stato. 

Perché chi dissente, non trova e non troverà spazio nel teatro futuro, come nemmeno in quello che fino a un anno fa era presente, ma con un potere più deciso, o almeno non lo spazio concesso dagli enti che ti danno quel riconoscimento senza il quale non sei considerato artista dalla comunità.

E per me va bene così, anche se la mia fine è certa.

Oh, voi direte che io sono una apocalittica, una catastrofista. Ma ho esperienza di teatro, di arte, di spazi gestiti. Sono ormai trent'anni che sono qua a combattere.

E  vista l’impossibilità a vivere e a essere tale, senza sussidi e appoggi, voi potrete ancora accusare l'artista declinante di disobbedienza? 

No.

A questo punto la salvezza dell'arte, nelle forme attuali, potrebbe essere affidata solo allo spettatore disgustato dall'uniformità e dall'insensatezza di quella proposta dal futuro presente. 

Difficile. Il sistema di potere riuscirebbe ancora una volta, se non con la paura,  con altri mezzi cosiddetti artistici, a riportarlo dalla sua parte. Come già fa. Almeno nella sua maggioranza.

Si può solo sperare che dall'annientamento dell'arte attuale forse ne risorga una ora non immaginata.

Chissà che il compito oggi dell'artista non sia quello di  lasciare un filo, una traccia fine e nascosta di altri sensi e modi di espressione umana, affinché qualcuno domani li raccolga.


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martedì 29 dicembre 2020

I comizi delle streghe

 


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Chi ci guadagna dalla pandemia

Secondo i dati forniti da Aci-Istat nel 2020 si sono verificati meno incidenti stradali, addirittura quasi il 30% in meno. 

Ma le assicurazioni continuano a incassare le stesse quote.

Questa riflessione, e grazie al meccanico Rosario che mi ha parlato dall'alto della sua esperienza sul campo senza bisogno di Aci-Istat, mi induce a fare un'altra riflessione, anzi a stilare una lista di chi guadagna dalla pandemia:

1. Le industrie farmaceutiche.

2. Le assicurazioni.

3. Netflix e Sky, e tutte le piattaforme digitali.

4. Amazon, Ebay e tutte le aziende di commercio elettronico...

5. Radio e televisione,  perché le pubblicità sono aumentate, sia di frequenza che di prezzo... (E infatti i proprietari di televisioni private, che svolgono anche attività politica, pur all'opposizione, se ne stanno zitti e quieti...).

6. Industrie chimiche.

7. Aziende di alcolici.

(Post in aggiornamento).




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domenica 27 dicembre 2020

Il Natale degli spettri

Buongiorno, spettri.

Nessun miglior Natale per voi, disposti a tutto, 

pur di non farvi multare.

Disposti a farvi togliere ogni libertà

pur di non pagare quattrocento!

Disposti a tutto 

pur di rispettare leggi ingiuste!

Disposti a tutto, anche e soprattutto 

a diventare schiavi e perfino spettri!

Questo è il vostro Natale, 

lo avete desiderato,

ostinatamente fabbricato,

il Natale senza poter uscire, 

escluso con il cane, 

a smaltire l'ennesimo panettone, 

su, un altro calice di spumante!

per le strade vuote e grigie,

il Natale che voi giudicate,  

spettri che siete, frizzante,

non consumista e non fascista, 

quello democratico!

Ah ah ah!

Che Natale giusto, che Natale cristiano

senza virus, il Natale del Vaccino!

Spettri, a fine mese arriverà comunque

sul conto spettrale

il vostro emolumento!

Basta non pagare quattrocento!

Il Natale che voi avete passato davanti 

allo schermo che riflette solo voi, 

digitanti e sorridenti,

la vostra immagine di spettri vanitosi e scaltri, 

ipocriti e falsi!



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giovedì 24 dicembre 2020

Dissenso ventiventuno

Non farò auguri. 

Non serve più augurare

e quanto altro nel campo

della maledetta speranza.

Per  quanto mi riguarda

a Natale e ancora più dopo

e molto di più

nel ventiventuno

ma già oggi e fu già ieri

compirò solo piccoli

minuscoli

atti di dissenso.

Esempio.

Comprerò con il contante.

Non comprerò  

sui mega mercati internautici.

Non vorrò essere tracciata.

E molto altro ancora.

Nel piccolo quotidiano passerà il dissenso

piccolo e quasi invisibile

invincibile.

Come un messia.

Gratterò l'esistenza

estrarrò il mio numero

perdente. Solo perdente.

Così vincerò.

Non resta che dirci addio

e rivederci domani

che fu già ieri.

Addio addio.

Ho ammaestrato una colomba,

e questo è tutto.

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lunedì 21 dicembre 2020

Disobbedienza come rinascita

La disobbedienza civile ormai è necessaria, potremmo dire "costituzionale".  

Su questo diario metterò contributi, incluso di altri, solo che sostengono questa necessità. Chi condivide chiusure e gestione della pandemia così come attuata dal governo italiano e europeo, può andare a leggere altrove, ne troverà materia a iosa.

Pubblico questa prima riflessione di Gianfelice D'Accolti:

"Celebrare il Natale, festa della rigenerazione, in una baituccia di legno con pochi amici facendo poesia. Così, quest’anno, il desiderio di non essere soli, di esserci comunque, e avere il coraggio di se stessi, abbattendo il timore di rischi fasulli, e ignorando propagande e moderando esagerazioni: tornare alla realtà fugando la sua ri-costruzione. La scabrezza della realtà, la concretezza dei corpi umani, l’ascolto della parola dell’uomo all’uomo, scritta e detta per lui. É il riconoscersi in un atto di amore normale: diventare comunità costruendo insieme, per mezzo della trinità poeta-attore-ascoltatore, l’arte, il gesto inutile ma a ognuno necessario. Ecco che la disobbedienza può diventare rinascita". 

Celebrare il Natale, festa della rigenerazione, in una baituccia di legno con pochi amici facendo poesia. Cosí, quest’anno, il desiderio di non essere soli, di esserci comunque, e avere il coraggio di se stessi, abbattendo il timore di rischi fasulli, e ignorando propagande e moderando esagerazioni: tornare alla realtá fugando la sua ri-costruzione. La scabrezza della realtá, la concretezza dei corpi umani, l’ascolto della parola dell’uomo all’uomo, scritta e detta per lui. É il riconoscersi in un atto di amore normale: diventare comunitá costruendo insieme, per mezzo della trinitá poeta-attore-ascoltatore, l’arte, il gesto inutile ma a ognuno necessario. Ecco che la disobbedienza puó diventare rinascita.

RispondiInoltra
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La cultura asservita

Quando riapre la cultura? Non si sa. Il Ministro Franceschini pensa alle strategie di governo e come stare sulla plancia di comando.

Intanto ci sta affamando. Ci sta abbrutendo. Ci sta schiavizzando.

E ce ne dovremmo stare a sentire le litanie del terrore dei virologi-lacché e dei Quotidiani del Terrore?
Ma nemmeno per idea! Abbiamo troppo rispetto per chi sta male e per i morti, noi sì, per stare ad ascoltare l'uso mefitico, che puzza di marcio che ne fanno!

Lui, Franceschini, il peggior ministro della cultura di tutti i tempi della Repubblica Italiana, come i suoi lecchini, è il fautore della cultura digitale, e quindi del teatro digitale, che come dire l'insensatezza assoluta. Il teatro digitale non funziona, per un fatto molto semplice e giusto: se mi devo mettere davanti a uno schermo, guardo il cinema.
Che idioti.
Palle, fuori le palle, direttori dei vari enti, teatri, musei, biblioteche e quanto altro. Fuori le palle intellettuali. Assessori. Professori universitari. Insegnanti. Dico palle perché in maggioranza siete quasi tutti maschi. E quasi tutti pàvidi!

L'unico direttore che ha un po' protestato è stata una donna!

Dovreste dimettervi in massa, insieme al governo, che speriamo cada prima possibile. Siete la peggior specie di gestori della cultura che abbiamo avuto. E non solo senza coraggio, ma anche senza fantasia, senza struttura mentale alternativa, una mentalità vecchia anche se siete trentenni e quarantenni!

Siete asserviti, come vecchi poltroni. Siete pantofole lacere, solo attaccati alle vostre mensilità. Vivete di men-struazioni indotte come vecchie che non vogliono smettere di sentirsi giovani!

E tra l'altro avete speso un mucchio di nostri soldi per il la rivoluzione logistica di questo e di quel teatro per mettere in scena il distanziamento! Forza, almeno a Natale, tirate fuori le palle, visto che sotto sotto bofonchiate contro il governo!
Buffoni, letteralmente buffoni di corte, ma della peggior specie, che non fate ridere.

Scriveva Primo Levi:

"I mostri esistono, ma sono troppo pochi per essere pericolosi; sono più pericolosi gli uomini comuni, i funzionari pronti a credere e a obbedire senza discutere". (Se questo è un uomo, Appendice).

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venerdì 18 dicembre 2020

Officina Reading | Racconto di Natale | Maila Ermini

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Officina Reading | Mi piace il Natale quando non lo so | Maila Ermini

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Senza internet nessuna chiusura

Se non avessimo avuto il computer, internet, gli smarphone, le estensioni elettroniche da cui siamo circondati non avrebbero potuto rinchiuderci così facilmente.

Nessuna chiusura sarebbe stata possibile. Nemmeno se ci fosse stata solo la televisione sarebbe stato possibile.

Può sembrare azzardato, fantascientifico, assurdo, ma provate a immaginare come avrebbero potuto, i governi, i ministri e compagnia cantando, emanare, così una settimana dopo l'altra, sempre nuovi DPCM, nuove regole, nuovi sistemi di sicurezza.

Qualcuno può dire: ci sarebbero stati più morti. Probabilmente sì. 

Ma io che sono una notoria complottista, e credo che il virus non sia così innocente come dicono, mi racconto un'altra storia.

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giovedì 17 dicembre 2020

Oltre il fascismo

E' un tempo perfetto per il potere. E' il suo Natale.

E' un tempo alienato, i rapporti sono stati distrutti. 

C'è chi invoca felicemente la fine del consumismo, che questo Natale diverso, dove siamo impediti a muoverci, frenerebbe la corsa agli acquisti, che negli ultimi anni ne aveva rovinato lo spirito originario. 

In realtà il consumismo è diventato dittatoriale, e si rende obbligatorio tramite i mega centri di smistamento del consumo.

In questi centri è palpabile la  resa in schiavitù forzata collettiva, che però riguarda tutti. 

L'oppressione comunista e quella consumista si uniscono in questo tempo.

Era qualcosa che avevo già visto a est qualche anno fa, qualcuno mi è testimone, andando in giro con la mia piccola arte oltre l'Appennino. 

E proprio l'arte si vede annientata. Per prima. La cultura resa basso spettacolo. Le università sembrano inutili. Gli artisti e gli intellettuali messi a tacere, impoveriti, dopo essere stati buttati nella spazzatura, tutti tutti tutti. 

La streaming-art e la streaming-school possono servire a recuperare qualche spicciolo o qualche scampolo, ma completano il nostro annientamento/asservimento. L'insensatezza. L'ottundimento degli allievi è per chi insegna evidentissimo.
Ma in realtà gli studenti non esistono più, sono stati privati dal loro essere tali, esistono nominalmente, come anche i professori. Figure private della loro vera funzione.

Il passato è distrutto, e già da tempo, ma anche il futuro lo è. Non c'è modo più di pensarlo, il futuro, non tanto di organizzarlo. Per questo le proteste sembrano tutte fallire.

Solo il presente esiste e deve esistere. Il presente è il tempo del dominio.  Al massimo il potere accetta che a ogni giorno sia dedicato un ricordo, ma per dimenticarlo subito il giorno dopo con un altro ricordo. 

Il controllo sociale poi è perfetto; tutti ormai controllano tutti, non c'è bisogno del governo o dei servizi segreti (tanto segreti che tacciono, ma in questo tempo operano eccome!) per metterlo in pratica. E addirittura noi stessi ci controlliamo così bene, ci adeguiamo perfettamente alle richieste. E ci mettiamo in mostra affinché ciò sia reso più facile e praticabile.

Non si tratta più nemmeno di fascismo, è una categoria che non include l'assolutezza di questo dominio.

Nessun augurio di Natale è possibile, e io non ne farò. E non fatemeli. Si farebbe l'augurio allo spettro del Natale.

Bisogna operare solo affinché questo potere cada, e non solo in Italia. Null'altro è augurabile, e tutto il resto non serve o interessa.

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mercoledì 16 dicembre 2020

Chi sono i colpevoli

Siamo noi i colpevoli, che camminiamo per le strade per Natale, dopo che ce l'hanno permesso.
Che entriamo in un negozio, compriamo un regalo. Dopo che ce l'hanno permesso. Anzi, dopo che ci hanno detto che avremmo guadagnato comprando.
La colpa è della gente, che cammina, che non pensa ai morti, che non è responsabile, che non indossa la mascherina.
Quanto siamo crudeli, eh?
Invece il Governo, il Comitato Scientifico, che non ha mai parlato di una cura contro il virus, che non ne ha mai tentata una, che ha sempre reso responsabili i cittadini, tutta una Nazione, milioni di persone che avrebbero dovuto, tutti insieme, responsabilmente come soldatini, seguire le norme del Governo!
Perché non lo fanno?
Su forza obbedire, e pensare solo ai morti. Non pensare ai vivi. Non pensare alla vita.
Dobbiamo pensare solo ai morti. Bene. Ma solo ai morti di Covid. Guai pensare ai morti per altre malattie, men che meno pensare ai vivi, nemmeno al fine di impedire altre morti!
E intanto a Milano e altrove i vivi cominciano a fare la fila chilometrica per un pasto.
Il Governo pensa ai morti di Covid, ma il Comitato Scientifico, tutti luminari, non hanno mai parlato di cure, solo di vaccino. Aspettare il vaccino. E snocciolare, nel frattempo, far snocciolare ai media di sistema, il lugubre numero dei morti. Sono mesi che lo fa. Terrorismo autorizzato, ricercato, voluto.
Lui sì, il Governo, che pensa ai morti! Ci pensa intensamente da marzo. E anche qualche potente, che ricorda agli industriali, strillando come un bambino davanti ai regali di Natale, i soldi che si possono fare in questo periodo!
I colpevoli di tutti questi morti siamo noi, gli irresponsabili i negazionisti (che parola fantastica!), quelli che pensano solo a lavorare, a sopravvivere, a guadagnare!
Pensi alle vacanze? Sei trattato alla stregua di un assassino.
E invece il Governo no, il Governo che ci costringe a casa per il nostro bene, per il bene di tutti, non è colpevole. E' nel giusto.
I colpevoli siamo noi, il Governo no, questo governo che non ha mai ufficialmente tentato una cura per limitare la strage dei morti per Covid, e solo si è basato sul senso di responsabilità dei cittadini. Sulla mascherina, sul distanziamento, sulle chiusure. In modo da addossargli la colpa del proprio fallimento o peggio, del proprio inganno, visti gli interessi che, tanto per fare un esempio, potrebbero nascondere le milioni di dosi di vaccino spedite per il mondo...
Le signore case farmaceutiche e simili, loro sì, quelle potranno guadagnare. Incassare. E incasseranno. I cittadini no. I cittadini sono colpevoli, punto.
E quindi andranno puniti, tutti. Magari a Natale.
Di nuovo rinchiusi tutti, non c'è altra soluzione, visto che i cittadini non si comportano da responsabili!
Ma sì, tanto il Natale era diventato solo consumismo. Così lo rifondiamo, lo riportiamo all'umano, vero? Così anche l'ambiente respira, vero?
Bravi, che pensate all'umanità, all'ecologia, che siete altruisti, che siete buoni.
Preciso che io non sono una no vax, mi sono sempre vaccinata, ogni anno, contro l'influenza.
La colpa è mia, evidentemente.
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martedì 15 dicembre 2020

Nella trappola del presente


Solo presente. Non più passato, né futuro. Solo presente.

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lunedì 14 dicembre 2020

Il Governo del Caos

Ci si lamenta della folla per la strada dei centri storici nel fine settimana. Ma non solo, anche i parchi erano affollati.

Ma cosa deve fare la gente? Di cosa ci si lagna, di quello che è stato autorizzato a fare?

Hanno chiuso teatri, cinema, biblioteche, musei, e luoghi vari dove era possibile stare un po' in sicurezza, e poi non si vuole la folla in strada? Tenere la cultura aperta o locali che si potevano gestire in sicurezza, per cui sono stati spesi soldi e questo è stato imposto dal governo tra l'altro, avrebbe forse aiutato ad evitare gli assembramenti che ora vengono additati ovunque... Ma non quelli davanti alla mensa della Caritas di Milano, però!

Non era forse il caso che dal governo venisse una spinta in tal senso, incentivare la presenza diversificata? Viene quasi il sospetto, anzi a questo punto la certezza, che si sia chiuso tutto, lo si sia fatto apposta per creare calca altrove e giustificare una prossima chiusura totale! Vergogna, un governo che non sa gestire la cosa pubblica, o forse vuole solo creare caos.


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venerdì 11 dicembre 2020

Toscana: cartellino giallo, no arancione

Per domenica 13 dicembre era annunciata la Toscana colore giallo, con l'allentamento delle restrizioni dovute al Corona-Virus.

Rimane invece arancione e Giani, che aveva annunciato il cambio, fa proprio una brutta figura.

Se non ci fosse stato il teatrino Renzi-Conte con lo spettro della crisi, la Toscana era gialla da chissà quanti giorni. La fanno pagare a noi. Che buffoni.

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Come il Governo uccide gli artisti indipendenti


I lavoratori con P.IVA dello spettacolo non possono lavorare né hanno alcun ristoro in questa ultima chiusura imposta. Possono solo riprendere spiccioli dalla comparazione di fatture dei mesi di aprile (è il mese della Pasqua e si fattura poco e niente) 2019 e 2020. Se non hai fatturato, ti impicchi. E' chiaro che c'è il dolo. Anche così il governo elimina gli artisti indipendenti e la libertà di espressione.

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giovedì 10 dicembre 2020

Il trionfo del calciatore qualunque


E' morto il calciatore Paolo Rossi, e il quotidiano spagnolo "El Pais" scrive un lungo articolo su di lui dal titolo Il trionfo del calciatore qualunque.

Dall'articolo si capisce che gli spagnoli non hanno mai digerito che nel 1982 l'Italia abbia vinto a casa loro il Mondiale di Calcio, anche se da allora è indubbio che le due Nazioni si siano emotivamente avvicinate.

Nell'articolo il calciatore pratese è definito senza grandi doti tecniche e visto, nel bene e nel male, in modo molto più oggettivo che da noi, tant'è che risultano ben evidenziate anche i problemi che Pablito ebbe a causa delle vicende del calcio scommesse denominate  Totonero.

Nessuno, né chi lo idealizza né chi acidamente ne ridimensiona la figura, punta però il dito sul fatto che troppi calciatori muoiono "presto". 

Il calciatore Carlo Petrini (che scrisse Nel fango del dio pallone) ne attribuiva il motivo al fatto che i calciatori erano (sono?) costretti all'assunzione di droghe per migliorare le loro prestazioni e ciò causerebbe, come fece con lui pochi anni fa, ugualmente morto a 64 anni, cancro e altre malattie mortali.


Paolo Rossi, el triunfo del futbolista corriente. El exdeportista italiano, héroe del Mundial de 1982 que ganó Italia, ha muerto a los 64 años.

La tarde del 5 de julio de 1982, ante 44.000 espectadores apretados en las gradas del viejo estadio de Sarrià de Barcelona, un tipo corriente, sin grandes dotes técnicas, hizo llorar a toda una nación como Brasil. El toscano Paolo Rossi, que había vuelto a jugar pocas semanas antes, después de una descalificación de dos años, le metió tres goles a una de las mejores selecciones de la historia —Zico, Falcao, Socrates, Júnior, Eder…— y clasificó a una Nazionale por la que nadie daba una lira días antes para la fase final del Mundial de España. Fue el preludio de una catarsis nacional tan inesperada como tremendamente feliz para toda una generación. Pablito, tal y como se le conoció ya siempre en Italia después de aquella gesta española, falleció de madrugada a los 64 años a causa de una enfermedad incurable, según comunicó su esposa.

Los jugadores no deberían marcharse antes que los entrenadores, recordaba por la mañana el técnico Giovanni Trapattoni. Pero la ley de vida también es papel mojado en el fútbol en este 2020 de pandemia. Italia ha perdido en pocos días a dos de sus grandes ídolos. Uno era argentino y exótico en todas sus costumbres. El otro, el hombre que destrozó a una todopoderosa Brasil y se coronó como mejor jugador del Mundial de 1982, era un ejemplo de normalidad para toda Italia. El primer ministro, Giuseppe Conte, lo ha recordado así: “El símbolo de una Italia unida y tenaz capaz de batir a adversarios de enorme calibre”. Todo un retrato de un cierto realismo mágico italiano. “Parecía imposible y, sin embargo, volaba” lo ha definido el ex primer ministro Enrico Letta.

En Italia todo el mundo tiene un conocido que se llama Paolo Rossi. Un nombre y un apellido bastante comunes que, unidos, podrían ser la definición perfecta del hombre corriente. Y eso fue el héroe inesperado del Mundial de 1982 en España para Italia. En un campeonato donde la Nazionale no era favorita, Rossi se convirtió en el jugador más determinante del tercer Mundial que conquistaba Italia en su historia (el primero de la era moderna). En la final, en el Bernabéu y frente a Alemania Federal, también marcó un tanto para el triunfo por 3-1. ¿Cómo lo hacía? Una vez le reveló al periodista Maurizio Crosetti qué mensaje le hubiera gustado introducir en una botella y lanzar al mar para que los jóvenes leyesen en el futuro, cuando él ya no estuviese: “Yo no era un fuera de serie, ni un portento físico. Era uno del montón, normal, que lo consiguió poniendo sus cualidades al servicio de la voluntad”.

La vida de Rossi fue una montaña rusa marcada por los grandes éxitos y el descenso a los infiernos. Por el esplendor de la hierba de los mejores estadios, al barro de las canchas provinciales del Como, donde tuvo que foguearse porque la Juve no confiaba en él, o el Perugia y el Vicenza, lugar donde cambió su suerte. Ahí Gibì Fabri le cambió de posición y lo situó en el centro de la delantera, y los goles comenzaron a caérsele de los bolsillos. Marcó 24 goles y el Vicenza quedó segundo la temporada 1977/78, por detrás de la Juventus. Se convirtió en el jugador que querían todos los equipos.

Pero no solo en la Serie A. Enzo Bearzot, que entonces dirigía a la Nazionale se dio cuenta de que era la pieza que le faltaba a la selección para hacer algo importante en el Mundial de Argentina. Sentó a las estrellas de la época y le puso en el 11. Pero Italia solo logró presentar su candidatura para el campeonato que llegaría cuatro años después.

La montaña rusa volvió a activarse en ese lapso de tiempo, y Rossi se vio envuelto en un escándalo de apuestas, conocido como Totonero. El jugador había sido traspasado al Perugia después de que el Vicenza bajase a Serie B y fue acusado por haber participado en el amaño del Avellino-Perugia. Fue arrestado tras un partido contra la Roma en el Olímpico y procesado junto a otros jugadores. El Milan y el Lazio fueron descendidos a la Serie B y Rossi fue inhabilitado durante dos años, en los que se perdió el Campeonato Europeo de 1980. Él siempre defendió su inocencia y aseguró que fue víctima de una conjura. Pero se quedó en dique seco hasta el Mundial de España en 1982.

Bearzot, que le había llevado a Argentina cuatro años antes, volvió a confiar en él, pese a que no tenía ritmo de competición y había en Italia jugadores como Roberto Pruzzo, que había marcado 21 goles con la Roma y no subió al avión pese a ser el pichichi de la Serie A. En la primera fase, Italia jugó mal, solo sumó tres puntos y dos goles y estuvo a punto de quedar eliminada. Las críticas a Rossi fueron demoledoras. “Un fantasma en el campo”, llegaron a escribir de él. Hasta que llegó la segunda fase.“Yo era veloz, técnico, intuitivo, trataba de anticiparme a las intenciones del compañero y robarle el tiempo al contrario”, dijo  a EL PAÍS en una entrevista en 2010. “Fuimos un equipo muy fiable, que jugaba de memoria, de manera coral, como ante Argentina, Polonia, Brasil y Alemania. Tal vez la mejor Italia de todos los tiempos. La que dejó un estilo, una manera de jugar que no han dejado otros campeones”.

La Juventus le redimió tras aquel torneo de sus pecados en Italia. Con la Vecchia Signora ganó dos scudetti, una Copa Italia y perdió una final de Copa de Europa. En 1985, firmó por el Milan. Un año después fue convocado para el Mundial, pero no pudo disputar ningún partido debido a una lesión. Tras la cita mundialista de 1986, fichó por el Verona y se retiró en 1987.

https://elpais.com/deportes/2020-12-10/muere-paolo-rossi-goleador-estrella-de-italia-en-el-mundial-de-espana-1982.html

alle dicembre 10, 2020 Nessun commento:
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Il primo Calendario dei divieti

Finalmente!


https://calendariodeidivieti.blogspot.com/

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mercoledì 9 dicembre 2020

Riccardo Chailly: "La presenza è imprescindibile"

Le dichiarazioni del Direttore musicale della Scala Riccardo Chailly, dopo la Prima di due giorni fa, sono una piccola luce in questo buio di digitalizzazione forzata dello spettacolo teatrale, portata avanti con il pretesto del Covid, che la maggioranza dei direttori di teatri segue oscenamente, ligia e grigia, e che invece costituisce la fine del teatro tutto:

"Mi auguro che tutto ritorni quello che era, ma con la consapevolezza che ciò sarà un privilegio. L'avanzamento tecnologico è solo un accrescimento. La presenza è imprescindibile ": è l'auspicio del direttore musicale del Teatro alla Scala di Milano , Riccardo Chailly, dopo il successo televisivo della serata ' A riveder le stelle '. 

" E 'stato uno spettacolo creato in fretta, per esserci; non si continuerà su questa strada ", ha assicurato. "Abbiamo portato avanti questo progetto per senso di responsabilità dettato dall'avere la guida del teatro", ha sottolineato in un'intervista al Corriere della Sera, "un progetto realizzato con un'orchestra di musicisti eccellenti che conoscono esattamente il mio stile interpretativo; tuttavia è un progetto dettato dall'emergenza ".

Chailly  sul successo tv dello spettacolo de La Scala "Presenza è imprescindibile" (agi.it)
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martedì 8 dicembre 2020

Ricetta: Virus, Netflix e la protesta se ne va


A febbraio 2021 Franceschini partirà con la Netflix della Cultura. A parte l'assolutismo del mezzo in sé, l'obbligo che vi sottende, il despotismo mediatico a cui riduce, la glacialità esteticamente terroristica che propone la piattaforma che sarà imposta dal Ministro, come abbiamo già intravisto malauguratamente ieri per l'inaugurazione della stagione alla Scala Vuota di Milano, ma solo per me negativa e pochissimi altri, perché i più erano estasiati da quello che mi appariva l'orrore della forza del potere incarnata nella splendida mostruosità mediatica di conformismo totalizzante, e sono lontanissimi i tempi in cui la si metteva in discussione, e infatti "Dopo 50 anni di proteste, solo shopping" titolava ieri un giornale! (1)), molti contenti anche che tutto era livellato, che non si vedevano le solite pellicce eccetera,

mi domando:

al Netflix della cultura, chi vi potrà accedere? Solo i ricchi, i potenti, i più forti. Un altro modo, un altro mezzo per farci tacere, per farci morire. E dalla sua ha una buona scusa, un buon paravento dietro il quale il ministro si nasconderà bene: la salute, la salvezza per tutti, i morti per Covid19. Chi lo potrebbe accusare di volerci male?

Dopo che per anni hanno escluso dai circuiti paludati, nepotistici e clientelari coloro che non erano figli di, non seguivano la corrente, non rientravano nella greppia eccetera, ecco che arriva questo altro Moloch, un bel vampiro che rallegrerà le masse con prodotti ben confezionati e ricchi. Succhiasangue di musica, lirica, prosa, cinema, musei...Troverete tutto lì: ecco a voi... IL PRODOTTO! Naturalmente, a marzo aprile, forse quando il Vostro concederà la riapertura del mondo culturale, quando riapriranno i cinema e i teatri, chissà, il ministro avrà avuto modo di mostrare e far piacere al pubblico il suo PRODOTTO , l'AFFARE (che tra l'altro sembrerebbe escludere la RAI!), e di creare il sistema che porterà a far morire gran parte degli artisti di vari settori. Vuoi mettere uno spettacolo confezionato alla Netflix (sembra quasi il nome di una medicina amara), perfetto e levigato, ricco e prosperoso (anche di incassi con pubblicità che ti metto in mezzo al bel canto ecc.), con quelle belle storie scritte con l'algoritmo per farvi piacere, scritte a garbo o con la giusta dose di crudeltà e politicamente corrette? Il primo a perire? Il cinema. Le sale sono già moribonde. La sua piccola parte artistica morirà subito (anzi è già morta), più forse e prima del teatro. L'obbiettivo è politico ed economico insieme, e il massacro di quello che sta fuori sarà compiuto in poco tempo, anche perché gli artisti si stanno sbrigando a farsi mangiare, convertendosi tutti al digitale senza opporre resistenza, senza protestare.


(1) https://www.ilgiorno.it/milano/cronaca/prima-della-scala-1.5791415

1976 e 2018 Proteste in occasione della Prima alla Scala





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lunedì 7 dicembre 2020

EPURAZIONE?


A tutti quelli che fanno la morale e storcono la bocca perché io inciterei alla ribellione, comunico che l'ultimo decreto "ristorante", e incluso quello precedente, NON PREVEDE ALCUN RISTORO PER I LAVORATORI AUTONOMI DELLO SPETTACOLO CON P.IVA. C'è possibilità di ottenere qualcosa solo dimostrando una diminuzione di fatturato, esclusivamente comparando i mesi di aprile '19 e '20, ma notoriamente per noi aprile è il mese in cui si fattura meno o nulla perché c'è la Pasqua! Per cui non si può lavorare e non si riceve alcun ristoro. E questo chissà per quanto tempo. Voi invece, cari moralisti, magari potete lavorare e ricevete lo stipendio. Magari siete in qualche modo ristorati. Ma quelli come me, NO. Chiaro? Che Stato è questo, che governo, democratico? Vuole salvarci dal Covid, ma poi ammazza altri in altro modo. Epurazione?
Smettete di scandalizzarvi, tenetevi le vostre mascherine, siate sudditi, e salvatevi.

alle dicembre 07, 2020 Nessun commento:
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domenica 6 dicembre 2020

Da capelloni a codini


Recentemente non vado particolarmente a genio per le mie posizioni su questo blog. Non d'accordo con le regole imposte per contrastare l'epidemia, anche se le seguo - , in sostanza sarei troppo critica ed estremista. E non lo sarei solo per i più giovani di me, che mi punzecchiano e mi danno di rivoluzionaria d'antan, ma anche per alcuni ex-Sessantottini, che addirittura scrivono e redarguiscono. Questi mi colpiscono ancora più dei primi.

E ancora, leggo invettive contro i ribelli del virus di alcuni giornalisti, e sono proprio quelli di cui si sa che in gioventù portarono lunghe e sgraziate chiome,  sì furono "capelloni",  che ora invitano al conformarsi alle regole, a tacere e a sottomettersi in toto al regime sanitario di questo governo, senza porsi domande o avanzare critiche sull'agire dell'unione di potere Pd-Cinquestelle.

Insomma mi appare evidente che la generazione del '68, a parte qualche raro caso che per fortuna ancora anima il mondo, già a suo tempo fosse pronta a schierarsi dall'altra parte, a ingannarci, come intravide Pasolini, e che ora, in questo "annus horribilis", abbia trovato l'occasione per chiudere una volta per tutte il suo ciclo di potere.

Pensavo che quella che si nasce rivoluzionari e si muore reazionari fosse solo un luogo comune; ho creduto che Pasolini in quel suo giudizio negativo contro i Sessantottini,  per esempio sulla poesia contro i giovani che protestavano a Valle Giulia e anche altrove, quando profusamente scrisse sui "capelloni", fosse stato spietato, ingeneroso, forse vedendosi portar via una protesta che chissà non sarebbe stata sua se solo ne avesse avuta l'età...

Ma forse, senza innalzarlo inutilmente a profeta, il nostro aveva osservato bene. 

E infatti il passaggio da capelloni a codini sembra compiuto, e certi rappresentanti di quella generazione gloriosa,  ormai note e rinomate conoscenze televisive o assise sempre da qualche parte, hanno ben contribuito  alla totale distruzione degli ideali di umanità e rivolta al potere costituito, alla lotta contro sistemi dati e acritici "calati dall'alto" ovunque si trovassero, e  in cui molti di noi sono stati allevati e formati, e che avevano portato un tempo alla Rivoluzione Francese. 


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TEATRO LA BARACCA, venerdì 16 maggio 2025 ore 21,15

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Museo della Deportazione di Prato, lunedì 5 maggio orre 21

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SABATO 15 MARZO ore 21,15 alla BARACCA

POCHE STORIE, SEMBRAN NOVELLE

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Spettacolo conclusiovo del laboratorio di narrazione

Lettere di tedeschi, ovvero del gelataio di Amburgo e altre storie grigie

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Teatro La Baracca, 18 gennaio 2025 ore 21,15 REPLICA 22 FEBBRAIO 2024 ore 21,15

LA CERVELLIERA

LA CERVELLIERA
Martedì 31 dicembre ore 21,30

I CELESTINI - Vent'anni di repliche e scoperte

I CELESTINI - Vent'anni di repliche e scoperte
Sabato 21 dicembre ore 20,45

LA TESSERA VERDE

LA TESSERA VERDE
Sabato 30 novembre 2024 ore 21

INTERVISTA COL FANTASMA

INTERVISTA COL FANTASMA
Sabato 2 e sabato 16 novembre ore 21,15 Teatro La Baracca

CARLA LONZI SONO IO!

CARLA LONZI SONO IO!
Sabato 9 novembre 2024 ore 21,15, Teatro La Baracca

Telefono del Teatro La Baracca

Per prenotare gli spettacoli o informazioni relative agli spettacoli alla didattica o ai nostri sogni, il telefono è 348 704 6645

Gli Etruschi non parlano, gli Etruschi non esistono (replica)

Gli Etruschi non parlano, gli Etruschi non esistono (replica)
Sabaato 19 ottobre 2024, ore 21,15 alla Baracca

GLI ETRUSCHI NON PARLANO, GLI ETRUSCHI NON ESISTONO

GLI ETRUSCHI NON PARLANO, GLI ETRUSCHI NON ESISTONO
Sabato 12 ottobre 2024 ore 21,15 Teatro La Baracca

10 Camminata per Gonfienti

10 Camminata per Gonfienti
Domenica 6 ottobre ore 14,30 Piazza del Comune a Prato

PINOCCHIA

PINOCCHIA
Sabato 28 settembre 2024 ore 21,15 Teatro La Baracca

PINOCCHIA

PINOCCHIA
Pereto della Baracca, mercoledì' 3 luglio 2024 ore 21,30

TI RICORDI DELLA VITA?

TI RICORDI DELLA VITA?
Palazzo Datini, Prato, venerdì 28 giugno 2024 ore 21,30

CARLA LONZI SONO IO!

CARLA LONZI SONO IO!
Giovedì 13 giugno ore 21,15 alla Baracca

FELINO Fughe e Vita di un Celestino

FELINO Fughe e Vita di un Celestino
REPLICA SABATO 8 GIUGNO ore 21,15.----Venerdì 31 e Sabato 1 giugno ore 21,30 Teatro la Baracca

Mostra Parlante Ti mando ai celestini

Mostra Parlante Ti mando ai celestini
6a e ultima replica di stagione SABATO 11 MAGGIO ore 21

Mostra Parlante "Ti mando ai celestini"

Mostra Parlante "Ti mando ai celestini"
TORNA sabato 4 maggio 2024 alla BARACCA (quinta replica)

TI MANDO AI CELESTINI, LA MOSTRA PARLANTE

TI MANDO AI CELESTINI, LA MOSTRA PARLANTE
Teatro La Baracca, 23, 24 febbraio 2023, sabato 3 marzo

Sabato 10 febbraio 2024 ore 21,15

Sabato 10 febbraio 2024 ore 21,15
Al Teatro La Baracca

L'anarchico gentile

L'anarchico gentile
Venerdì 26 e sabato 27 gennaio 2024 ore 21,15

LA POLDA. Fiabe e storie

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Domenica 14 gennaio 2024, ore 17

L'INFANZIA NEGATA DEI CELESTINI (Presentazione III edizione e spettacolo)

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Sabato 16 dicembre ore 21 al Teatro La Baracca

L'AMORE PIPPO

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Domenica 31 DICEMBRE ore 21,45

La POLDA

La POLDA
26 dicembre ore 17 alla Baracca

CUORI DI DONNA

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Teatro La Baracca, sabato 2 dicembre ore 21,15

IL BIGNAMINO DELLE DONNE

IL BIGNAMINO DELLE DONNE
Sabato 18 novembre ore 21,15, Teatro La Baracca

Ti ricordi della vita (Dialogo fra Roberto Giovannini e Sibilla Aleramo)

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Sabato11 novembre ore 21,15 alla Baracca

Replica di TI RICORDI DELLA VITA?

Replica di TI RICORDI DELLA VITA?
Sabato 28 ottobre ore 21,15 al Teatro La Baracca
PRIMAVERA DI PRATO è solo il nome del mio blog, non esiste alcuna associazione con tale nome

Ti ricordi della vita?

Ti ricordi della vita?
Teatro La Baracca, 20 e 21 ottobre 2023 ore 21:15

9a Camminata per Gonfienti

9a Camminata per Gonfienti
Domenica 15 ottobre 2023

CONTRODIVA. Appuntamento con Clara Calamai

CONTRODIVA. Appuntamento con Clara Calamai
Sabato 7 ottobre 2013, ore 2115 Teatro La Baracca

QUATTRO GATTI PER QUATTRO CANI

QUATTRO GATTI PER QUATTRO CANI
Venerdì 22 e sabato 23 settembre ore 21:15

La locandina che ho costruito per l'occasione nasconde un verso della poetessa orfica Alda Merini (lievemente modificato), che Fulvio citava ogni tanto. Forza, solutori!...Credo di facile soluzione.

IO MALAPARTO Lettere a Curzio

IO MALAPARTO  Lettere a Curzio
Giovedì 29 giugno ore 21,30 Palazzo Datini, Prato

Son cavoli miei. Confessioni di un'ortolana

Son cavoli miei. Confessioni di un'ortolana
Martedì 4 luglio 2023 ore 21,30, Pereto del Teatro La Baracca

FRANCESCO CARLETTI, Storie di un negriero fiorentino

FRANCESCO CARLETTI, Storie di un negriero fiorentino
Teatro La Baracca, venerdì 16 giugno ore 21,30

SEPPELLIMENTO DI UNA STRADA ETRUSCA

SEPPELLIMENTO DI UNA STRADA ETRUSCA

La Toscanina

La Toscanina
sabato 15 aprile 2023 ore 21

HO VISTO LE STELLE - Viaggio nello zodiaco

HO VISTO LE STELLE - Viaggio nello zodiaco
Sabato 1 aprile 2023 ore 21

LA BROCCA ROTTA

LA BROCCA ROTTA
Sabato 25 marzo 2023 ore 21 Teatro La Baracca

ALLA RADIO SU GONFIENTI

ALLA RADIO SU GONFIENTI
Si parla di Gonfienti a Libri in radio del 6 marzo 2023

Replica de LA MISANDRA

Replica de LA MISANDRA
SABATO 11 MARZO ore 21

INTERVENTO DI MAILA SUL TEATRO IN COMMISSIONE CULTURA

INTERVENTO DI MAILA SUL TEATRO IN COMMISSIONE CULTURA
13 GENNAIO 2013 SALA CONSILIARE DEL COMUNE DI PRATO

LA MISANDRA

LA MISANDRA
Venerdì 3 e sabato 4 marzo ore 21,30 Teatro La Baracca

HO VISTO LE STELLE Viaggio teatrale nello zodiaco

HO VISTO LE STELLE   Viaggio teatrale nello zodiaco
Sabato 18 febbraio ore 21,30 Teatro La Baracca

Riaprite le indagini sull’omicidio di Pier Paolo Pasolini!

Riaprite le indagini sull’omicidio di Pier Paolo Pasolini!

SPUGLIAMI

SPUGLIAMI
Teatro La Baracca, 31 dicembre 2022, ore 22 - Replica sabato 14 gennaio 2023 ore 21,30 - Terza replica sabato 4 febbraio 2023 ore 21,30

L'infanzia negata dei celestini

L'infanzia negata dei celestini
Teatro La Baracca, sabato 17 dicembre 2022

CIMITERI. La veglia delle paure. Quando tutto è mortale tranne la noia

CIMITERI. La veglia delle paure. Quando tutto è mortale tranne la noia
Teatro La Baracca, venerdì 9 dicembre 2022

IL POETA E' UN BANDITO (e anche noi)

IL POETA E' UN BANDITO  (e anche noi)
Sabato 22 ottobre 2022 a La Baracca

IO MALAPARTO. Lettere a Curzio

IO MALAPARTO. Lettere a Curzio
Venerdì 30 settembre sabato 1 ottobre ore 21, Teatro La Baracca

8a Camminata di Gonfienti

8a Camminata di Gonfienti
Domenica 9 ottobre 2022

CONFESSIONI DI UNA ORTOLANA (Son cavoli miei)

CONFESSIONI DI UNA ORTOLANA (Son cavoli miei)
Sabato 2 luglio 2022 ore 18,30 Pereto della Baracca

Contro il teatro

Contro il teatro
Teatro La Baracca 5 febbraio 2022, Circolo Arci Vergaio 23 giugno 2022

L'amore è un brodo di capperi

L'amore è un brodo di capperi
Giovedì 16 giugno '22, ore 21,30 a La Baracca

NON CI CAPIAMO Dialogo impossibile fra Carla Lonzi e Pier Paolo Pasolini

NON CI CAPIAMO Dialogo impossibile fra Carla Lonzi e Pier Paolo Pasolini
Istituto di cultura italiano di Amsterdam, 8 giugno, ore 20; Prato 29 giugno ore 21,30 Giardino Buonamici

La vera storia delle polpette

La vera storia delle polpette
Sabato 12 giugno Istituto di Cultura Italiano AMS e Domenica 13 giugno Zeehelden Theater, Den Haag ore 15,30

Il poeta è un bandito

Il poeta è un bandito
Venerdì 29 e sabato 30 aprile ore 21 Teatro La Baracca

LA TOSCANINA - Progetto di teatro popolare

LA TOSCANINA  - Progetto di teatro popolare
Sabato 2 e 9 aprile 2022

RACCOLTA FIRME PER IL MUSEO ETRUSCO A PRATO

RACCOLTA FIRME PER IL MUSEO ETRUSCO A PRATO
1630 firme (in data 1 maggio 2022)

QUE VIDA DE MIERDA! (Confessioni di una mosca)

QUE VIDA DE MIERDA! (Confessioni di una mosca)
Sabato 19 marzo ore 19,30 REPLICA STRAORDINARIA

Non ci capiamo - Dialogo impossibile fra Carla Lonzi e Pier Paolo Pasolini

Non ci capiamo   - Dialogo impossibile fra Carla Lonzi e Pier Paolo Pasolini
Sabato 5 marzo 2022 ore 19,30 Teatro La Baracca

¡Que vida de mierda! (Confessioni di una mosca)

¡Que vida de mierda! (Confessioni di una mosca)
Sabato 26 febbraio 2022 ore 19,30

¡Que vida de mierda! (Confessioni di una mosca)

¡Que vida de mierda! (Confessioni di una mosca)
Sabato 19 febbraio '22 ore 19,30

La Beffana

La Beffana
Giovedì 6 gennaio 2021 alla Baracca, ore 17

PAGLIACCIA SECCA in...LA VERA STORIA DELLE POLPETTE (Teatro-ragazzi e per ragazzi di tutte le età)

PAGLIACCIA SECCA in...LA VERA STORIA DELLE POLPETTE  (Teatro-ragazzi e per ragazzi di tutte le età)
Teatro La Baracca, 26 dicembre ore 17 - Prenotazione obbligatoria

L'INFANZIA NEGATA DEI CELESTINI - 20A REPLICA

L'INFANZIA NEGATA DEI CELESTINI -  20A REPLICA
Sabato 18 dicembre 2021 ore 20,45 alla Baracca

CORNUTA

CORNUTA
Martedì 7 dicembre ore 21 Teatro La Baracca

BEVERE

BEVERE
Teatro La Baracca sabato 27 novembre 2021 ORE 19,30.

LA BROCCA ROTTA

LA BROCCA ROTTA
Teatro La Baracca, 12 e 13 novembre 2021 ore 21

Teatro La Baracca 30 ottobre 2021 ore 21

Teatro La Baracca 30 ottobre 2021 ore 21

7a Camminata per Gonfienti, La Città Etrusca dimenticata

7a Camminata per Gonfienti, La Città Etrusca dimenticata
Domenica 10 ottobre 2021, ore 14,30

Terza replica di "Cornuta"

Terza replica di "Cornuta"
Sabato 16 ottobre 2021 ore 21 La Baracca

CORNUTA

CORNUTA
Venerdì 24 e sabato 25 settembre ore 21 al Teatro La Baracca

Stagione 2021 al Teatro La Baracca

Stagione 2021 al Teatro La Baracca
Da settembre a dicembre 2021

Massima di LaoTzu

Quanto più ci sono divieti e proibizioni, tanto più il popolo s'impoverisce.

Elenco delle cose distrutte in nome dell'utilità dominante

Non in ordine di importanza, tutto ha la stessa importanza:

1. La fantasia.
2. Il pensiero; in particolare quello critico.
3. L'arte. Tutta.
4. La libera ricerca.
5. Le discipline umanistiche.
6. Le lingue classiche.
7. L'istruzione.
8. L'ambiente
9. I rapporti umani...

Teatro La Baracca, programma di maggio-giugno 2021

Sabato 1 maggio ore 17,30

MANIFESTO PER L’ABOLIZIONE DEI PARTITI POLITICI di Simone Weil


Sabato 8 maggio ore 18

replica sabato 15 maggio ore 18

I COMIZI DELLE STREGHE

ovvero come si è perseguitati con successo


Sabato 29 maggio ore 18

GATTA AL LARDO

Ragionamento comico sui proverbi


Da giovedì 17 a domenica 20 giugno

NON CI CAPIAMO

Dialogo impossibile fra Carla Lonzi e Pier Paolo Pasolini

Ore 21 festivo ore 18.


Venerdì 9 luglio

L'AMORE E' UN BRODO DI CAPPERI

ore 21,30

La prenotazione è obbligatoria. Sabato 1 maggio l'ingresso è a offerta libera.

DAL 17 AL 20 GIUGNO

DAL 17 AL 20 GIUGNO
TEATRO LA BARACCA

PAURA, EH?

PAURA, EH?

IL CASO TINTORI

IL CASO TINTORI
ovvero della distruzione della lunetta di Porta Mercatale a Prato

La cervelliera - replica straordinaria

La cervelliera - replica straordinaria
Sabato 24 ottobre 2020 ore 21:15 a La Baracca

6a Camminata per Gonfienti, 18-10-2020

6a Camminata per Gonfienti, 18-10-2020
Piazza del Comune di Prato, ore 14,30. Misure anticovid in atto.

La cervelliera, Commedia da matti

La cervelliera, Commedia da matti
Venerdì 16 e sabato 17 ottobre ore 21:15. ATTENZIONE, MISURE ANTICOVID E LIMITAZIONE POSTI

Tingeltangel di Karl Valentin

Tingeltangel di Karl Valentin
venerdì 9, sabato 10 ottobre ore 21:15. ATTENZIONE, MISURE ANTICOVID E LIMITAZIONE POSTI.

6a Camminata per Gonfienti RIMANDATA A DOMENICA 18 OTTOBRE

6a Camminata per Gonfienti RIMANDATA A DOMENICA 18 OTTOBRE
Domenica 11 ottobre ore 14,30 piazza del Comune

Il mondo senza donne

Il mondo senza donne
venerdì 24, sabato 25 settembre 2020 ore 21:15

Tutto il Teatro di Maila Ermini

Tutto il Teatro di Maila Ermini
Caratteristiche e dove si acquista

Memorie di un teatro di campagna

Memorie di un teatro di campagna
18 e 25 giugno 2020

Calendario dei delitti

Calendario dei delitti
Sabato 15 e 22 febbraio 2020 ore 21 a La Baracca

Calendario dei delitti (I miei piccoli delitti quotidiani)

Calendario dei delitti (I miei piccoli delitti quotidiani)
Sabato 8 febbraio 2020 ore 21 a La Baracca

Restrospettiva Teatro La Baracca

Restrospettiva Teatro La Baracca
Cineteatroforum dal 27 dicembre 2019

L'infanzia negata dei celestini

L'infanzia negata dei celestini
Teatro La Baracca, 21 dicembre 2019 ore 21

Controdiva. Appuntamento con Clara Calamai

Controdiva. Appuntamento con Clara Calamai
Teatro La Baracca, sabato 7 e 14 dicembre ore 21

Cine-teatro-forum

Cine-teatro-forum
Retrospettiva del Teatro La Baracca

Appuntamento con Clara Calamai

Appuntamento con Clara Calamai
Sabato 30 novembre ore 21 al Teatro La Baracca

La Dinosaura

La Dinosaura
Teatro la Baracca, 27 e 28 settembre; sabato 5,12,19,26 ottobre 2019 ore 21

5a CAMMINATA PER GONFIENTI

5a CAMMINATA PER GONFIENTI
Domenica 13 ottobre 2019

LETTERA AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO

LETTERA AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO
E AI MINISTRI DELL'ECONOMIA E DELLA CULTURA

Petizione contro l'eliminazione del contante

Petizione contro l'eliminazione del contante
Firmate qui

Presentazione della nuova stagione

Presentazione della nuova stagione
Sabato 14 settembre ore 11, La Baracca

Leonardo, diario intimo di un genio

Leonardo, diario intimo di un genio
Palazzo Datini, giovedì 25, venerdì 26 luglio ore 21,30

Ne parlo con Malaparte

Ne parlo con Malaparte
Palazzo Datini, sabato 22 giugno ore 21, ingresso libero

Presentazione L'infanzia negata dei celestini

Presentazione L'infanzia negata dei celestini
Martedì 18 giugno ore 18 Biblioteca Calenzano

Viaggio all'Isola Ecologica

Viaggio all'Isola Ecologica
Sabato 1 giugno ore 21,30 Teatro La Baracca

Seminario di fantastica

Seminario di fantastica
Teatro La Baracca, 3-7 giugno 2019

Recensione de Viaggio all'Isola Ecologica

Recensione de Viaggio all'Isola Ecologica
nel sito della rivista culturale "Gufetto"

Viaggio all'Isola Ecologica, replica

Viaggio all'Isola Ecologica, replica
Sabato 25 maggio ore 21,30, Teatro La Baracca

Viaggio all'isola ecologica

Viaggio all'isola ecologica
Teatro La Baracca, sabato 11 maggio ore 21,30

Resoconto Serata per Gonfienti e corto "Metti una sera un viaggiatore..."

Resoconto Serata per Gonfienti e corto "Metti una sera un viaggiatore..."
Teatro La Baracca 4 maggio 2019

CAPOMASTRO A PADOVA

CAPOMASTRO A PADOVA
PRIMO MAGGIO

Presentazione libro L'infanzia negata dei celestini

Presentazione libro L'infanzia negata dei celestini
Villa del Mulinaccio, Vaiano, sabato 13 aprile ore 16

REPLICA di "Ne parlo con Malaparte"

REPLICA di "Ne parlo con Malaparte"
Sabato 30 marzo ore 21 Teatro La Baracca

NE PARLO CON MALAPARTE : su "Tecnica del colpo di stato" e la controversa figura dello scrittore

NE PARLO CON MALAPARTE : su "Tecnica del colpo di stato" e la controversa figura dello scrittore
Sabato 23 marzo 2019, Teatro La Baracca

La donna invisibile

La donna invisibile
Sabato 23 febbraio 2019, ore 21, Teatro La Baracca

Presentazione de L'Infanzia negata dei celestini

Presentazione de L'Infanzia negata dei celestini
Con letture inedite

La donna invisibile

La donna invisibile
Sabato 23 febbraio 2019 ore 21 Teatro La Baracca

Dove si compra il libro "L'infanzia negata dei celestini"

Il libro "L'infanzia negata dei celestini" si può acquistare presso il Teatro La Baracca (via Virginia Frosini 8, tel. 0574-812363) oppure presso la Libreria Cattolica di Prato (in Piazza Duomo). Nessuna vendita online, né su Amazon né su altri siti similari.
Per ordinare il libro, si può scrivere a teatrinodilegno@libero.it.

L'infanzia negata dei celestini (spettacolo)

L'infanzia negata dei celestini (spettacolo)
Teatro La Baracca sabato 22 dicembre ore 21

Presentazione libro L'infanzia negata dei celestini

Presentazione libro L'infanzia negata dei celestini
Domenica 9 dicembre ore 17 al Teatro La Baracca

Orto omo morto

Orto omo morto
Presentazione video

ORTO, OMO MORTO

ORTO, OMO MORTO
Sabato 1, Domenica 2 dicembre 2018

CAPOMASTRO

CAPOMASTRO
Teatro La Baracca, sabato 17 novembre ore 21

DITTICO DEL VAMPIRO, commenti

DITTICO DEL VAMPIRO, commenti
Teatro La Baracca, 13 e 20 ottobre 2018

Camminata per Gonfienti 2018

Camminata per Gonfienti 2018
Com'è andato il nostro "FAI da te"

4a Camminata per Gonfienti

4a Camminata per Gonfienti
Prato, 14 ottobre, ore 14,30 in Piazza del Comune

La filosofia del teatro e della recitazione

La filosofia del teatro e della recitazione
Un seminario a La Baracca

Stagione teatrale 2018-2019

Stagione teatrale 2018-2019
Al Teatro La Baracca

Nel nome di Dio e del quattrino

Nel nome di Dio e del quattrino
Casa Museo Datini, Prato 20 e 21 giugno ore 21,30

Al Teatro La Baracca

Al Teatro La Baracca
Giovedì 14 giugno '18 ore 21

A che ora è la rivoluzione?

A che ora è la rivoluzione?
Replica straordinaria sabato 2 giugno ore 21 a La Baracca

A che ora è la rivoluzione?

A che ora è la rivoluzione?
Al Teatro La Baracca, venerdì 18 maggio, sabato 26 maggio 2018

Tutte le opere teatrali di M.E.

Tutte le opere teatrali di M.E.

Torna Laris Pulenas

Torna Laris Pulenas
Liceo Livi, Prato, 26 e 27 aprile

TURISTA IL BARBARO

TURISTA IL BARBARO
Sabato 14 aprile, ore 21, Teatro La Baracca

Convegno per la ricostruzione de L'Aquila

Convegno per la ricostruzione de L'Aquila
Firenze, 20 aprile 2018

FESTA DELLA POESIA

FESTA DELLA POESIA
La Baracca, Sabato 24 marzo, ore 21 Ingresso libero

Il bignamino delle donne

Il bignamino delle donne
In Emilia...

LE MASCHIE (tournée)

LE MASCHIE (tournée)
Sabato 6 marzo ore 14 Politecnico di Milano; mercoledì 7 ore 21 Teatro Villoresi, Monza; giovedì 8 marzo Casa della Gioventù di Tarvisio....ecc.

PORCHETTA MISSION

PORCHETTA MISSION
Sabato 10 febbraio 2018, ore 21

IO E FEDERICO (Dialogo con l'Imperatore)

IO E FEDERICO (Dialogo con l'Imperatore)
Teatro La Baracca, 20 gennaio ore 21; 21 gennaio, ore 16,30

REPLICA STRAORDINARIA: VENERDì 22 DICEMBRE ore 21

REPLICA STRAORDINARIA: VENERDì 22 DICEMBRE ore 21
Teatro La Baracca

Domenica 17 dicembre ore 16 - Un nuovo palinsensto per gli Etruschi di Gonfienti

Domenica 17 dicembre ore 16 - Un nuovo palinsensto per gli Etruschi di Gonfienti
Giornata di studio al Teatro La Baracca - Ingresso libero

LE MASCHIE

LE MASCHIE
TUTTI I COMMENTI

Dopo la paura

Dopo la paura
Sabato 4 dicembre ore 21, ingresso libero

Nel nome di Dio e del quattrino

Nel nome di Dio e del quattrino
Debutto sabato 14 ottobre, ore 21, La Baracca

3a CAMMINATA PER GONFIENTI

3a CAMMINATA PER GONFIENTI
DOMENICA 15 OTTOBRE 2017 ore 14,30

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