La disobbedienza civile ormai è necessaria, potremmo dire "costituzionale".
Su questo diario metterò contributi, incluso di altri, solo che sostengono questa necessità. Chi condivide chiusure e gestione della pandemia così come attuata dal governo italiano e europeo, può andare a leggere altrove, ne troverà materia a iosa.
Pubblico questa prima riflessione di Gianfelice D'Accolti:
"Celebrare il Natale, festa della rigenerazione, in una baituccia di legno con pochi amici facendo poesia. Così, quest’anno, il desiderio di non essere soli, di esserci comunque, e avere il coraggio di se stessi, abbattendo il timore di rischi fasulli, e ignorando propagande e moderando esagerazioni: tornare alla realtà fugando la sua ri-costruzione. La scabrezza della realtà, la concretezza dei corpi umani, l’ascolto della parola dell’uomo all’uomo, scritta e detta per lui. É il riconoscersi in un atto di amore normale: diventare comunità costruendo insieme, per mezzo della trinità poeta-attore-ascoltatore, l’arte, il gesto inutile ma a ognuno necessario. Ecco che la disobbedienza può diventare rinascita".
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