martedì 8 dicembre 2020

Ricetta: Virus, Netflix e la protesta se ne va


A febbraio 2021 Franceschini partirà con la Netflix della Cultura. A parte l'assolutismo del mezzo in sé, l'obbligo che vi sottende, il despotismo mediatico a cui riduce, la glacialità esteticamente terroristica che propone la piattaforma che sarà imposta dal Ministro, come abbiamo già intravisto malauguratamente ieri per l'inaugurazione della stagione alla Scala Vuota di Milano, ma solo per me negativa e pochissimi altri, perché i più erano estasiati da quello che mi appariva l'orrore della forza del potere incarnata nella splendida mostruosità mediatica di conformismo totalizzante, e sono lontanissimi i tempi in cui la si metteva in discussione, e infatti "Dopo 50 anni di proteste, solo shopping" titolava ieri un giornale! (1)), molti contenti anche che tutto era livellato, che non si vedevano le solite pellicce eccetera,

mi domando:

al Netflix della cultura, chi vi potrà accedere? Solo i ricchi, i potenti, i più forti. Un altro modo, un altro mezzo per farci tacere, per farci morire. E dalla sua ha una buona scusa, un buon paravento dietro il quale il ministro si nasconderà bene: la salute, la salvezza per tutti, i morti per Covid19. Chi lo potrebbe accusare di volerci male?

Dopo che per anni hanno escluso dai circuiti paludati, nepotistici e clientelari coloro che non erano figli di, non seguivano la corrente, non rientravano nella greppia eccetera, ecco che arriva questo altro Moloch, un bel vampiro che rallegrerà le masse con prodotti ben confezionati e ricchi. Succhiasangue di musica, lirica, prosa, cinema, musei...Troverete tutto lì: ecco a voi... IL PRODOTTO! Naturalmente, a marzo aprile, forse quando il Vostro concederà la riapertura del mondo culturale, quando riapriranno i cinema e i teatri, chissà, il ministro avrà avuto modo di mostrare e far piacere al pubblico il suo PRODOTTO , l'AFFARE (che tra l'altro sembrerebbe escludere la RAI!), e di creare il sistema che porterà a far morire gran parte degli artisti di vari settori. Vuoi mettere uno spettacolo confezionato alla Netflix (sembra quasi il nome di una medicina amara), perfetto e levigato, ricco e prosperoso (anche di incassi con pubblicità che ti metto in mezzo al bel canto ecc.), con quelle belle storie scritte con l'algoritmo per farvi piacere, scritte a garbo o con la giusta dose di crudeltà e politicamente corrette? Il primo a perire? Il cinema. Le sale sono già moribonde. La sua piccola parte artistica morirà subito (anzi è già morta), più forse e prima del teatro. L'obbiettivo è politico ed economico insieme, e il massacro di quello che sta fuori sarà compiuto in poco tempo, anche perché gli artisti si stanno sbrigando a farsi mangiare, convertendosi tutti al digitale senza opporre resistenza, senza protestare.



1976 e 2018 Proteste in occasione della Prima alla Scala





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