Sulle colline di Firenze e dintorni si stanno già riunendo a raccontar novelle.
venerdì 31 gennaio 2020
Vietato sputare per terra
Da bambina la mamma mi portava con sé a fare la spesa dal suo macellaio preferito, il Bartolozzi di via Strozzi a Prato.
C'era un cartello che recitava: "Vietato sputare per terra".
Ora hanno perso l'abitudine, ma in questa terra di furono tessitori si sputava eccome.
Qualcuno dei vecchi pratesi ancora lo fa, ed è pratica anche di altri, lo vediamo, dei vituperati cinesi che affollano Prato, che (posso mettermi un po' nei loro panni?) stanno vivendo giorni molto difficili. D'altronde si sa, degli stranieri vediamo solo i difetti.
Sarebbe il caso, come da alcune parti si suggerisce che, oltre a pensare alla tenuta dei cani o dei circhi, il signor Sindaco di Prato, in queste ore di panico collettivo per il Coronavirus, pensasse anche a emettere una ordinanza per il rispetto delle basilari norme igieniche, contro quei vecchi e nuovi costumi così poco consigliabili in questo periodo, difficili da morire anche presso gli autoctoni. O anche semplicemente invitare a lavarsi le mani con frequenza (come si ripete da più parti), o altro che i suoi collaboratori o specialisti gli potrebbero suggerire.
Diciamo la verità, il silenzio del Sindaco di Prato Matteo Biffoni è imbarazzante, e a mio modesto parere, ingigantisce panico e ostilità.
giovedì 30 gennaio 2020
Nella Terra dei Rasna, Gonfienti è ancora uno spettro
Andrò a vedere la mostra Viaggio nella Terra dei Rasna al Museo Civico Archeologico Bologna. La dicono imperdibile.
Ne parlavo proprio ieri con un conoscente, e oggi mi mandano due foto! Ma ero già andata a controllare sul sito della mostra vivendo la solita delusione.
Come testimoniano fotografie la cosiddetta città Etrusca di Gonfienti vi appare in tutto in suo splendore: sono stati messi nella stessa teca-tetto l'Offerente di Pizzidimonte- venduto agli Inglesi - e la Kylix - questa a chi sarà venduta? -, insieme ai meravigliosi attingitoi tipici proprio di Gonfienti ed altre meraviglie, e però nella cartina dei luoghi etruschi che si osserva sul sito della mostra stessa, Gonfienti non è citata!
Ma come, ci sono i reperti, e che reperti!, e il luogo non è evidenziato? Nella terra dei Rasna Gonfienti è uno spettro (o al massimo, una zona di scavo di un interporto dell'antichità)!
D'altronde, se passate sulla Perfetti Ricasoli, la strada che da Prato va verso Firenze, e che costeggia la zona archeologica, vi prende lo sconforto. Là, tra TIR e Centri Commerciali e tralicci dell' 'alta elettricità', (con un fondo stradale che si fa impraticabile dopo il Ponte Lama), si capisce che mai potranno far nascere in quel luogo il Parco Archeologico; che, piuttosto, quella striscia di terra al buio che inquieta l'Interporto di notte è pronta per essere saccheggiata dalle ruspe della speculazione.
Foto di GAC |
Foto di GAC |
http://www.etruschibologna.it/
P.S. Nel catalogo del sito se ne parla, ovviamente, visto che c'è tanta teca! Mi chiedo davvero se di Gonfienti se ne parli ancora come una proto-Prato, una città di commerci eccetera. Come a giustificare l'interporto di oggi. Saprò essere più precisa quando vedrò la mostra.
mercoledì 29 gennaio 2020
Appuntamenti
Prossimi appuntamenti:
Mercoledì 29 ore 17,30 presentazione del libro
L'infanzia negata dei celestini
Biblioteca Ragionieri di Sesto Fiorentino
Domenica 2 febbraio ore 16,30
MIRIAM, moglie di Gesù
(Rassegna video teatro alla Baracca
con prenotazione obbligatoria)
Per la rassegna di cine teatro, retrospettiva del Teatro la Baracca,
domenica 2 febbraio ore 16,30 proiezione del dramma
MIRIAM, moglie di Gesù
scritto, interpretato e diretto da Maila Ermini
con Gianfelice D'Accolti
e con Francesca Lenzi e Federica Angeloni
Produzione Teatro La Baracca
rappresentato per la prima volta il 27 settembre 2014 al Teatro La Baracca di Prato, con varie repliche a ottobre 2014.
Ingresso 5 euro.
prenotazione obbligatoria (entro domenica 2 febbraio ore 14)
Miriam, fra amore impossibile e struggimento del tango, la vuole far finita con Gesù che si è innamorato di lei, un'atea. Miriam picchia chi la dileggia, diventa violenta con chi offende il suo amore impossibile. Sull'amore paradossale di una sguattera per un extracomunitario che si dichiara 'figlio di Dio', si avventano i costruttori del sistema, mentre lei è in carcere a causa sua: l'avvocato, che non la difende; il vice-vescovo, che fiuta l'eresia, il giornalista per costruire l'evento; le detenute che la sbeffeggiano e la guardia che la compatisce. Miriam rimane al centro di un'assenza: la sua vita, da vittima della Terra che cercava il riscatto nell'amore, si sottrae al processo e scompare, forse 'miracolata', nell'evanescenza del suo corpo danzante.
martedì 28 gennaio 2020
Internet non è più così divertente
Internet non è più così divertente. Ci informiamo, comunichiamo, protestiamo, ma non cambia niente. Esso sembra fatto apposta affinché noi possiamo stare dentro il gioco della partecipazione, che però assomiglia piuttosto a una guerra, lo spazio dove si può espandere, senza far troppi morti e nascosta, la nostra malvagità. Non vi si trova niente che migliori la nostra vita, la conoscenza, i saperi.
C'è solo folla di tutto, e tutto vi si annienta, e in particolare ciò che può essere utile e buono. La Terra che vi si guarda attraverso sembra un marcio allevamento di uomini e animali, dove nascono virus letali soprattutto per l'anima, andata alla malora nel frattempo. Dio è ridotto a un creatore di battute, la letteratura che va per la maggiore, e c'è da avere pietà per Lui. Che faranno gli atei? I politici sono replicanti del sé vuoto e inutile, intercambiabili e inconcludenti, agonizzanti su invisibili buste paga, e si teme anche attaccandoli, al secondo o quinto mandato che siano, che possa crollare il castelletto dentro cui tutti, terrorizzati e impotenti, giochiamo allo stato civile e alla cultura.
venerdì 24 gennaio 2020
Sindaco, che dice sull'epidemia?
Credo che il Sindaco di Prato Biffoni dovrebbe dire due parole ufficiali per tranquillizzare (?) i cittadini sull'epidemia da corona virus che sta bloccando la Cina, perché girano video inquietanti, o, se non altro, notizie preoccupanti.
Prato è la città, dopo Milano, che ospita il maggior numero di cittadini cinesi in Italia.
https://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/davvero-persone-collassano-strada-wuhan-ndash-mentre-mondo-225003.htm
http://www.ansa.it/canale_saluteebenessere/notizie/sanita/2020/01/22/virus-cina-aumentano-i-morti.-riunione-delloms.-in-italia-allertati-i-medici-di-famiglia_9d863642-ba04-4a72-a573-b34ff8cca7c9.html
Prato è la città, dopo Milano, che ospita il maggior numero di cittadini cinesi in Italia.
https://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/davvero-persone-collassano-strada-wuhan-ndash-mentre-mondo-225003.htm
http://www.ansa.it/canale_saluteebenessere/notizie/sanita/2020/01/22/virus-cina-aumentano-i-morti.-riunione-delloms.-in-italia-allertati-i-medici-di-famiglia_9d863642-ba04-4a72-a573-b34ff8cca7c9.html
mercoledì 22 gennaio 2020
Interporto, centro illogico del trasporto merci
Copio un articolo de La Nazione di oggi che racconta di una visita a Interporto della Toscana Centrale di un rappresentante politico regionale del M5S, secondo cui l'infrastruttura dovrebbe finalmente iniziare a funzionare a favore di una mobilità sostenibile.
Certi argomenti si ripetono da anni, non se ne esce. Ogni volta appare il politico che dice la stessa cosa e nulla cambia. Anzi, peggiora!
Certi argomenti si ripetono da anni, non se ne esce. Ogni volta appare il politico che dice la stessa cosa e nulla cambia. Anzi, peggiora!
L'interporto di Prato non ha mai funzionato come tale (lo chiamerei Centro Illogico del Trasporto Merci), e mai funzionerà. E' solo un altro macrolotto; un altro centro di speculazione immobiliare. BASTA.
Dall'opposizione comunale mi sarei aspettato un accenno (oppure è stato censurato dal giornale?) al disastro archeologico e ambientale di Prato, e proprio a Gonfienti:
1. rispetto all'area archeologica, che è praticamente inesistente, soffocata, non valorizzata e non fruibile, nonostante le colossali BALLE di ammistrazioni varie e Soprintendenza;
2. rispetto ai cittadini delle zone di Prato che si chiamano La Macine e la Querce, che vivono schiacciati e separati proprio dall'interporto, e in mezzo al traffico.
Riguardo al distretto cartario di Lucca a cui si fa riferimento nell'articolo (si vorrebbe collegare i due distretti di Prato e Lucca), beh si salvi chi può: a Capannori, dove esiste ugualmente una specie di interporto proprio all'uscita del casello autostradale, il disastro è assoluto, e anche là zone archeologiche importantissime (le cento fattorie romane, provate a cercarle, magari in bici!) sono travolte da affari, inquinamento, e massiccio incontrollato traffico di TIR.
martedì 21 gennaio 2020
Il diritto di invecchiare
Ogni tanto dico: dovrò comprare la macchina nuova. Mi aspettano chilometri nella prossima tournée di primavera e quella con cui vado ha superato i vent'anni.
Ma anche stamani andrò a scuola con la vecchia, e qualcuno mi riderà dietro.
Ma funziona, va, perché dovrei sentire questa smania di non fare brutta figura con gli studenti, perché devo mostrarmi una prof alla moda? Non sento il bisogno di una macchina nuova.
L'anno passato, in solitaria, confesso di aver fatto uno dei più bei viaggi di lavoro con il mio vecchio furgoncino, da Prato a Tarvisio, passando per Milano.
Rivendico il diritto di invecchiare, e non solo perché fortunatamente la Natura conduce ogni essere verso la sua fine, ma il diritto di essere vecchia rispetto a questa mentalità del mondo (e questa per ora non invecchia!), a cui non voglio ubbidire.
E usando vecchi oggetti (se funzionano!) rivendico il mio diritto a non consumare.
Scriveva Pasolini: "L'ansia del consumo è un'ansia di obbedienza a un ordine non pronunciato...Ognuno in Italia sente l'ansia, degradante, di essere uguale agli altri nel consumare, nell'essere felice, nell'essere libero, perché questo è l'ordine che egli ha inconsciamente ricevuto".
lunedì 20 gennaio 2020
Calendario dei delitti
Intendiamoci: delitti non solo nel senso classico del termine di atto illecito doloso o colposo, come assassinii o rapine o furti, ma anche delitti politici, culturali, economici, ecologici, sentimentali...
Ed è da qui che nasce il mio CALENDARIO DEI DELITTI.
Così ogni giorno avrà il "suo" delitto.
Lo so, un tempo esistevano i calendari dei santi, ogni giorno ne aveva uno, ma il mondo è cambiato.
Lo so, un tempo esistevano i calendari dei santi, ogni giorno ne aveva uno, ma il mondo è cambiato.
Sabato 8 febbraio (con un po' di ritardo sul primo annuncio a causa dei miei impegni, ma anche a causa del lievitare delittuoso del mondo) al Teatro La Baracca vi leggerò in mise-en-espace quelli di gennaio, con magari qualche incursione in altri mesi.
Sono confessioni per lo più comiche, perché ahinoi, oggi anche il delitto finisce per ... far ridere!
giovedì 16 gennaio 2020
Non vedo verde, solo nero
Mi rallegro sempre quando riesco, come si dice, a "riportare la buccia a casa" dopo essere andata a Prato in bicicletta.
Più si parla di verde, più qui vedo tutto nero, e la città è sempre più trascurata e affollata di macchine, dove i guidatori, di tutte le nazionalità in questo nessuna differenza, guidano con lo smartphone costantemente nella mano destra.
Ecco, ogni settimana che passa mi sembra di vivere in una città sempre meno curata, più sporca più inquinata, ed è ormai chiaro che questo gran parlare di verde non è più altro che un chiacchierare a vanvera, o un'azione che è funzionale a certi interessi economici, ma per noi piccoli residenti di questo pianeta frastornato in ciò consiste ormai l'unico atto "politico" che possiamo mettere in pratica.
Qui si dice anche: son discorsi.
E i governi che critichiamo a tutti i livelli sono davvero il nostro prolungamento, sono quello che noi siamo.
mercoledì 15 gennaio 2020
Più socievoli e meno social
Tutti ti chiedono l'amicizia sui social, ma quando ti incontrano, fanno il possibile per scansarti.
E' capitato anche a voi? Vi incontrano per strada e preferiscono non salutarvi. O siete voi che non salutate?
Questa usanza (che sempre è esistita, ma era il tratto dei misantropi) si sta diffondendo pericolosamente, e non solo perché le nostre vite vanno di fretta; sembra che più siamo on line, più ci nascondiamo dalla vita reale.
L'ultima volta mi è capitato ieri; una signorina, che conoscevo bene, è pure venuta a cena a casa mia!, si è imbattuta nella mia persona, ma lei ha fatto finta di non vederla o non riconoscerla; ha ben nascosto il suo volto sotto il cappuccio che indossava sulla testa perché piovigginava, ed è filata via a capo chino.
Non comportatevi così, siate più socievoli e meno social, che poi si finisce per comportarsi come Sharon Stone, che ha messo un annuncio su un sito di appuntamenti, perché non ha amici e si sente sola.
lunedì 13 gennaio 2020
Cineteatroforum, modifica al programma
Il terzo appuntamento della rassegna di cineteatroforum, che prevede la proiezione del video del dramma Gaetanina Bresci, mio padre Gaetano il regicida è fissato per sabato 18 gennaio alle ore 21 e non più domenica 19 gennaio.
venerdì 10 gennaio 2020
Gelosa qui rimango
Gelosa qui rimango
nello stanco
linguaggio di sempre;
qui gelosa ristagno
al lavandino, che è acquaio,
dove lo straccio diventa cencio,
sotto l'acqua d'un rubinetto cannella,
dove il duro pane che mangio
non è insipido,
ché sciocco mi tenta
con la mollica che si fa midolla;
e alla fine del mio pranzo
sul desinare rimango,
ché il lungo caffè che bevo
alto in danza sollevo;
e invece di star zitta,
io non mi taccio,
e dispiaccio, come cicala
che d'estate impazzi,
e non la smetta.
nello stanco
linguaggio di sempre;
qui gelosa ristagno
al lavandino, che è acquaio,
dove lo straccio diventa cencio,
sotto l'acqua d'un rubinetto cannella,
dove il duro pane che mangio
non è insipido,
ché sciocco mi tenta
con la mollica che si fa midolla;
e alla fine del mio pranzo
sul desinare rimango,
ché il lungo caffè che bevo
alto in danza sollevo;
e invece di star zitta,
io non mi taccio,
e dispiaccio, come cicala
che d'estate impazzi,
e non la smetta.
giovedì 9 gennaio 2020
Interporto si espande, altro che visitine alla città etrusca di Gonfienti!
Il Ministro Franceschini ha autorizzato l'espansione dell'Interporto (che mai ha funzionato come tale) verso Campi Bisenzio, a confine con Prato.
E così presto, se non ci sono intoppi, sarà circondata definitivamente la zona archeologica a ridosso di Interporto, la cosiddetta città di Gonfienti.
Altro che ampliamento della zona degli scavi, altro che gentili visitine e aperture al pubblico, aumentano solo i capannoni!
Appare chiaro il motivo per cui certi politici si sono stizziti quando abbiamo presentato la richiesta per il Museo Etrusco a Villa Niccolini, e come si siano innervositi per la nostra raccolta firme.
Un Ministro ai Beni Culturali che non si occupa di una delle più significative aree archeologiche dell'Italia Centrale, non la difende, ma opera in modo che si diffondano attorno capannoni stritolandola, non vi sembra strano?
Ieri l'ho analizzato a lezione con i miei allievi; oggi consiglio a voi la visione di questo vecchio film, ancora attualissimo: "Le mani sulla città" di Francesco Rosi.
https://www.tvprato.it/2020/01/interporto-ampliamento-verso-campi-bisenzio-ce-lapprovazione-definitiva-del-ministero-ai-beni-culturali/
Video di presentazione di "Controdiva. Appuntamento con Clara Calamai"
Questo il video di presentazione del mio spettacolo teatrale su Clara Calamai.
lunedì 6 gennaio 2020
L'emergenza della cultura
Copio titolo e articolo da Il Corriere della Sera di oggi.
Un paese e i suoi dirigenti politici che non hanno a caro la cultura è un paese allo sfascio.
Io posso essere testimone di ciò che scrive Pierluigi Battista. La Regione mi ha negato tutti i contributi; al Comune ho smesso di chiedere; d'altronde la sua politica culturale, come quella di chi gli aveva preceduti, punta a organizzare mega palco-eventi, o chiamare gli Sgarbi di turno per organizzare marketing museale su Facebook, e non certo si cura di realtà indipendenti o, fatto ancor più grave se possibile, di aree archeologiche sostanzialmente abbandonate, si veda Gonfienti, per cui sollecitare un antiquarium e la ripresa degli scavi diventa atto di lesa maestà e viene censurato o ridicolizzato in consiglio comunale!
In realtà è molto peggio di come descrive Battista, perché il cattivo esempio dei politici avvalora l'indifferenza generale e lo sfottò palese o velato che sia nei confronti di chi tenta strade di cultura diversa e indipendente, peraltro sempre più difficile.
Purtroppo quest'anno non ho potuto organizzare uno spettacolo per ragazzi durante periodo natalizio a La Baracca, e mi dispiace per chi ha telefonato e chiesto. Oggi siamo a recitare fuori, e probabilmente lo saremo sempre di più in futuro, viste le misere prospettive locali di economia e cultura, per la gioia di chi ci vede solo come avversari da abbattere.
L’emergenza della cultura
- Corriere della Sera
- di Pierluigi Battista
È giusto che lo Stato consideri un’emergenza nazionale, come le banche che rischiano di fallire, le fabbriche che chiudono, le acciaierie che si spengono, le compagnie aeree che sprofondano, il regime di povertà civile che sta immiserendo e desertificando il nostro Paese con la chiusura, una dopo l’altra, o l’umiliazione delle istituzioni culturali. Dovrebbe considerare come una calamità, una catastrofe civile, una regressione culturale la moria delle librerie che non ce la fanno a tirare avanti, ogni teatro che chiude i battenti, ogni sala cinematografica con le saracinesche abbassate, ogni orchestra che smette di suonare, ogni museo mortificato nella mediocrità per mancanza di fondi adeguati, ogni sito archeologico lasciato a se stesso, ogni ente lirico che boccheggia sull’orlo del fallimento. Uno Stato con un minimo di dignità, governi di ogni colore che abbiano un minimo di sensibilità, devono sentire come prioritario lo stanziamento di risorse, anche cospicue, per salvare i pilastri di una società che non voglia avvilirsi nello squallore e nella perdita di sé. Un passato di spreco assistenzialista, di clientelismo talvolta, di sovvenzioni a pioggia, di dirigismo statalista che vuole mettere becco nella sfera della libertà culturale e artistica, non deve impedirci di essere coraggiosi e anche, se si vuole, con ironia e intelligenza, un po’ fantasiosi. Dove il mercato non arriva, lo Stato deve intervenire con strumenti nuovi, intelligenti, fruttuosi. Se alle librerie costrette a chiudere (ma anche ai teatri, ai musei, e così via) si concedesse un regime fiscale molto favorevole, se si pagasse l’affitto (oggi proibitivo) dei locali, si incentivasse l’assunzione di personale giovane e preparato, ci si accollasse l’onere delle bollette e dei costi aggiuntivi, forse si darebbe più respiro a chi sta morendo nell’asfissia. E forse la collettività si renderebbe conto dell’importanza delle librerie, dei teatri centrali e periferici, delle sale cinematografiche di quartiere, dei musei. Polmoni d’ossigeno culturale che fanno ricco e civile e migliore un Paese che tenga a se stesso. E sappia riconoscere l’urgenza di un’emergenza culturale che è anche un’emergenza di lavoro che sparisce. Non c’è molto tempo, il portafoglio va aperto subito. Da sinistra o da destra. Ma subito, preferibilmente insieme. Come in tutte le emergenze.
sabato 4 gennaio 2020
Fine della storia e dei saperi
Entro l'anno conto di pubblicare una manciata di mie opere drammatiche, ma sono consapevole che la narrazione drammaturgica è ormai fuori tempo e luogo.
Le narrazioni del Novecento non si seguono più, non hanno più senso, quelle caratterizzate da nodi drammatici, percorsi, difficoltà, risoluzioni. Tutto questo è finito.
La prima a morire è stata la tragedia, molti secoli fa per la verità. Recentemente è toccato al dramma e ora tocca alla commedia.
Oggi non solo è impossibile raccontare o allestire una tragedia, ma anche la commedia, che ne so, stile "A qualcuno piace caldo", dove la risata è pura, senza sensi di colpa, senza timore di scivolare nel proibito, nel questo non si può dire perché non è corretto, non è permesso.
Conta ed è seguito il racconto sui social, e questo deve essere mediocre, lineare, felice delle vite medie, alla Chiara Ferragni, dove non ci sono eventi né nodi drammatici (e se ci sono non si dicono ovvio), e per scriverlo e metterlo in scena non devi possedere alcuna dote (non serve avere lauree, né importa saper suonare o cantare o ballare o disegnare o scrivere, tanto c'è la tecnologia che supplisce, anzi possedere troppe virtù è negativo per il sistema del successo social). In questo racconto pubblico il divo-social non può proporre contenuti impegnati, riflessivi, ma frasi simpatiche, allettanti, in cui il pubblico si può riconoscere e devono essere brevi e semplificate, come lampi paratattici, perché altrimenti esso smette di seguirti, ché non si deve sentire troppo inferiore a te, ma deve poter identificare, come in quei film del mito americano dove tutto è possibile, in particolare deve essere possibile che tu ne possa far parte un giorno, e senza sforzo, senza fatica, senza studio.
Alla fine deve essere una storia senza storia.
Alla fine deve essere una storia senza storia.
Per questo, per accaparrarsi ascolto tutti vanno sui social con le battute, le frasi a effetto, le parolacce o con il dialetto, spesso sbagliato per la verità, con l'andante vernacolare che ormai, a parte qualche parola rimasta in bocca a qualche vecchio che non usa la rete informatica, è già sparito.
Illuminante al riguardo è anche il modo di porsi del critico d'arte Sgarbi, il quale per essere "seguito" e quindi per monetizzare il suo sapere ha dovuto allestire una vita da buffone, sapiente sì, ma sempre sguaiato, a ricordare al pubblico che in fondo anche lui è come gli altri, anche lui ha la sua dose di medietà, come tutti, anche se umilia il popolino definendolo "capra".
Certo consola il fatto che questa "fine della storia e dei saperi" cancellerà ogni ricordo di certi personaggi che oggi ci sfilano davanti agli occhi e vogliono catturare i nostri "mi piace", perché il sistema tecno-mediatico, ormai unico agente dello spettacolo a cui tutta l'arte si è ridotta, è già pronto, proprio perché in quanto senza vera virtù essi sono intercambiabili, a sostituirli; e anzi, lo sta già facendo.
venerdì 3 gennaio 2020
Programma di gennaio 2020 al Teatro la Baracca
Domenica 12 gennaio ore 16,30
LE TRE VITE DEL RAGAZZO DI TIEN AN MEN
(cine teatro forum a La Baracca)
Domenica 19 gennaio ore 16,30
GAETANINA BRESCI (Mio padre Gaetano, il regicida).
(cine teatro forum a La Baracca)
Sabato 25 gennaio ore 21
CALENDARIO DEI DELITTI
(Nessun giorno senza)
Presentazione del progetto con lettura di alcuni delitti del mese di gennaio
Mercoledì 29 gennaio ore 17,30
L'INFANZIA NEGATA DEI CELESTINI
Presentazione del libro alla biblioteca Ragionieri di Sesto Fiorentino
http://www.comune.sesto-fiorentino.fi.it/it/biblioteca/questa-sera-incontriamo
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Un invito per i 20 anni dei Celestini
Per stasera, 21 dicembre, ore 20,45 alla Baracca.
-
Signor Ministro, io non so per quale arcano motivo Lei sia diventato ministro della Cultura, ma tant'è. In virtù di ques...
-
Non era per nulla scontato che all'incontro ci fossero tutti i candidati (eccetto Rubino) e, soprattutto, così tanta gente. Troppa p...