sabato 11 luglio 2020

Miscellanea di pensieri

Stamani, alla presentazione dei miei due libroni di teatro verrà anche il Sindaco, e l'Assessore: solo che non si sa di quale città.

Mi sveglio presto con il ricordo dei vecchi detti, quelli della nonna, che oggi mi manca in particolare, che irrimediabile dolore. Ella ripeteva, saggia: gli amici si vedono non solo nel bisogno, ma anche nella gioia.

Ha ragione Gianfelice: molti nemmeno più sanno cos'è un volume, bisogna proprio sbatterglielo in faccia. E se glielo tiro dietro, imparano meglio?

Qualche notte fa ho sognato Enzo, il lontano parente livornese che ho avuto la fortuna di conoscere, quello che sempre rammento nel mio spettacolo dei proverbi, che mi diceva: "Bimba: meglio invidiati che compatiti". Alla fin fine convengo.

In fondo devo ringraziare, o mamma!, l'epidemia di Covid-19, altrimenti non so se avrei avuto la forza della disperazione per emendare e raccogliere tutte le 37 opere che pubblico. E qui si potrebbe far risuonare il proverbio: non tutto il mal vien per nuocere eccetera. 
Nonostante il titolo, quello che appare non è tutto il mio teatro, solo quello che reputo importante. Almeno in questo tempo. Ho scritto molto di più, e il più è in gran parte da buttare.

Ho imbastito la prima operina teatrale a 10-11 anni: parlava degli dèi olimpici e la rappresentai con amiche e cugine là per i campi verso S. Biagio di Vignole a Quarrata, la chiesa che Matilde di Canossa fece costruire nel 1080 circa, e ormai vergognosamente lasciata divorare dalla sterpaglia e assediata dai capannoni. La recita fu molto apprezzata, e replicata varie volte. Da allora non ho mai smesso di almanaccar commedie.

Incontrai Sandro Pertini molti anni fa a Roma: salì sull'autobus dove viaggiavo io, inseguito dalle guardie del corpo, che non riuscivano a star dietro al vecchio ribelle. E' soprattutto grazie a lui che pubblico, ché volle istituire un ente per sostenere e valorizzare artisti e autori che non erano figli di papà e mammà. Il Fondo Pittori, Scultori, Scrittori e Autori Drammatici è un ente incredibilmente austero, inaccessibile, una delle poche entità para-sovietiche in Italia.

Sotto, trafiletti da La Nazione di oggi: un po' di confusione nell'impaginazione, ma meno male, questa volta non hanno sbagliato il numero di telefono del teatro come qualche giorno fa, perché...non c'è!



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