Con il lasciapassare la cultura riceve il colpo di grazia.
Tutto il contrario di quello a cui il passi doveva servire, perché poi si aggiunge alla riduzione di posti obbligatoria già in atto per entrare nei cosiddetti luoghi della cultura.
Guardate i teatri: chiusi e ancora i più non hanno annunciato alcuna conferenza stampa. E non si prevede che lo facciano! Ogni anno, a fine luglio tutti i teatri cosiddetti importanti e finanziati dallo Stato avevano già pronto il loro programma.
Un medico che fa servizio di vigilanza in uno di questi teatri mi racconta che non era mai successo che dalla segreteria gli avessero telefonato allarmati dicendo che quest'anno non sanno cosa devono fare.
E dai direttori, come per gli altri enti culturali come musei o università, solo silenzio.
Invece di opporsi a questa distruzione, tacciono e aspettano solo altre direttive liberticide!
Non come i ristoratori che scendono in piazza!, loro no, loro mangiano lo stesso, passi o non passi.
Il disastro è compiuto.
Mi ricorda quello che negli anni '80 vidi a Bucarest, che mi capitò di visitare grazie a conoscenti che vivevano là. La dittatura era palpabile, visibile, concreta! Oltre ad altri aspetti agghiaccianti, teatri e musei erano chiusi perché i direttori, tutti stipendiati, dovevano programmare seguendo le maglie asfissianti della censura, e non sapevano cosa presentare, cosa fare! Meglio non fare nulla, non dire nulla, e tenersi il magro stipendio.
Qui la censura è ufficialmente...censurata (guai a parlare di dittatura!), e proprio nell'anno in cui si levano inni alla sua abolizione, ecco che il blocco si attua attraverso altre forme, che non rimandano nemmeno più a forme ideologiche (anche se solo a livello nominale), ma sanitarie o presunte tali.
Dopo gli anni del disastro culturale di fine secolo, con l'avvento e il dominio della televisione commerciale e altri sistemi di gioco-oppressione che la tecnologia ormai offre a piene mani e che rendono superflue le espressioni artistiche e culturali, prima il confinamento poi il lasciapassare rendono compiuto il misfatto.
Posto poi che i teatri riaprano, e lo faranno per mostrare che non siamo in dittatura o altri motivi strutturali o di propaganda eccetera, alcuni spettatori e visitatori, pur vaccinati, non entreranno nei luoghi della cultura proprio per non farsi chiedere il passi.
Come entrare in catene, insomma, in un luogo che simboleggia la libertà di pensiero ed espressione.
Senza contare la perdita di posti di lavoro, ovviamente.
Insomma, al vuoto si sommerà il vuoto.
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