Questo articolo - dove informo e commento dell'uomo - ma come si chiami nessuno lo sa! - che si è dato fuoco a Rende, è stato rimosso da Facebook. Ma non perché "potrei indurre gli altri al suicidio", come si giustifica scioccamente FB, bensì perché parlo di "dittatura".
Uguale sorte è capitata al post di UIL Scuola Monza e Brianza, vedi sotto, dove si suppone che all'origine del gesto ci sia la sospensione dal servizio per mancata vaccinazione.
Sono questi collegamenti che danno fastidio, non la notizia in sé. E infatti, a coloro che riportano senza commentare o usare certe parole o riferimenti, sullo stesso social, non è stato cancellato niente.
A Rende, in Calabria, un insegnante si è dato fuoco. Sono le dittature che portano a queste manifestazioni di dissenso estremo.
Giusto per esercitare la memoria, parola di cui si abusa così tanto, riporto le parole di Jan Palach:
«Poiché i nostri popoli sono sull'orlo della disperazione e della rassegnazione, abbiamo deciso di esprimere la nostra protesta e di scuotere la coscienza del popolo. Il nostro gruppo è costituito da volontari, pronti a bruciarsi per la nostra causa. Poiché ho avuto l'onore di estrarre il numero 1, è mio diritto scrivere la prima lettera ed essere la prima torcia umana. Noi esigiamo l'abolizione della censura e la proibizione di "Notiziario" (giornale delle forze di occupazione sovietiche). Se le nostre richieste non saranno esaudite entro cinque giorni, il 21 gennaio 1969, e se il nostro popolo non darà un sostegno sufficiente a quelle richieste, con uno sciopero generale e illimitato, una nuova torcia s'infiammerà.»
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