Ieri sera, al Politeama Pratese, è stata varata, direttamente dall’interessato, la portaerei “Abati”, una macchina da guerra ben armata ed attrezzata in modo “micidiale”.
La cornice: 6 selezionati ospiti “silenti” sul palco, chiamati a turno come testimoni del fare pratese e del mondo giovanile, ma anche della nuova imprenditoria al femminile; leggio di policarbonato trasparente, sul retro maxi schermo con scroll delle idee dei cittadini inviate al canditato, e poi, sullo sfondo del palco, ampi stendardi colorati con slogan accattivanti a coronare un discorso di 128 minuti, tratto dalla lettura di pagine platealmente strappate dall’oratore e gettate via via a terra.
Il discorso e il succo del programma: il candidato Sindaco comincia con il tema del rilancio del distretto tessile (“avanti a chi è portatore di idee” e ndr. … soldi), molte frasi ad effetto e un impegno pubblicamente sottoscritto relativo ai primi 100 giorni di mandato da utilizzare per pulire “o ripulire” il centro storico e per rianimare le frazioni, quindi aperture sul decoro della città (“i tecnici stanno già lavorando ad un regolamento”), rilancio del salotto urbano, ma anche, a sorpresa, valorizzazione degli “etruschi” (ma solo per quanto riguarda il recupero per un uso turistico dei reperti trasferiti a Firenze, invece silenzio di tomba sull’area archeologica di Gonfienti ed Interporto, ma anche sulla Calvana ed i parchi territoriali); invece troviamo nel programma accenni sul redivivo sistema museale pratese, ed ancora, un secco no al parcheggio sotterraneo in piazza mercatale, un pieno sì a quello di via Arciv. Martini, sul recupero dell’area dell’Ospedale dopo la dismissione (ndr.. ovvero non nella prossima legislatura!) e del bastione delle Forche (quale futura sede di un “fantomatico” museo etrusco ? tutto è però subordinato alla disponibilità delle risorse economiche), e varie altre più o meno credibili.
Peccato che la svolta indubbiamente e ripetutamente annunciata sia però ancora viziata dall’ingombrante presenza dell’inceneritore (da farsi eventualmente anche a Prato, se Case Passerini non si dovesse più fare nei tempi previsti), ma soprattutto dal permanere robusto delle attuali logiche di consumo territoriale (“speculativo-lobbistiche”) ed “energetico”, grazie ai rifornimenti … speciali garantiti dagli accordi sottoscritti da “Extra & Co.” (forse abbiamo in casa un novello Putin?); per il resto tanta tanta “continuità” con il presente nel perseguire una medesima linea infrastrutturale, con qualche “piccolo” distinguo a cominciare dal rilancio del Progetto Urban per l’Area ex Banci (con il paventato interramento della declassata dalla questura a pratilia , ma dove si troveranno i tanti milioni di euro necessari?) .
Sul finale del discorso, troviamo ancora largo richiamo al decoro urbano, e soprattutto lo spinoso problema dell’integrazione delle comunità straniere insediate, per avviare una “normalizzazione” multietnica: “stop a nuovi arrivi”, via le insegne cinesi e avvio (previa approvazione di variante urbanistica) di profonde demolizioni/ ricostruzioni nel “macrolotto zero” al fine di bonificare l’area, mentre per quanto riguarda il ritorno alla legalità, questo sarà garantito dalla presenza di un distretto di polizia municipale decentrato tra via Pistoiese e Via F. Filzi. Amen
Queste le chicche della serata spesa di fronte a 700/800 persone (non poche!); ma Abati non è Obama, anche se la convention di ieri è stata acuratamente “sceneggiata”, in pieno stile “young american” !
Tutto molto istruttivo. Grazie
La cornice: 6 selezionati ospiti “silenti” sul palco, chiamati a turno come testimoni del fare pratese e del mondo giovanile, ma anche della nuova imprenditoria al femminile; leggio di policarbonato trasparente, sul retro maxi schermo con scroll delle idee dei cittadini inviate al canditato, e poi, sullo sfondo del palco, ampi stendardi colorati con slogan accattivanti a coronare un discorso di 128 minuti, tratto dalla lettura di pagine platealmente strappate dall’oratore e gettate via via a terra.
Il discorso e il succo del programma: il candidato Sindaco comincia con il tema del rilancio del distretto tessile (“avanti a chi è portatore di idee” e ndr. … soldi), molte frasi ad effetto e un impegno pubblicamente sottoscritto relativo ai primi 100 giorni di mandato da utilizzare per pulire “o ripulire” il centro storico e per rianimare le frazioni, quindi aperture sul decoro della città (“i tecnici stanno già lavorando ad un regolamento”), rilancio del salotto urbano, ma anche, a sorpresa, valorizzazione degli “etruschi” (ma solo per quanto riguarda il recupero per un uso turistico dei reperti trasferiti a Firenze, invece silenzio di tomba sull’area archeologica di Gonfienti ed Interporto, ma anche sulla Calvana ed i parchi territoriali); invece troviamo nel programma accenni sul redivivo sistema museale pratese, ed ancora, un secco no al parcheggio sotterraneo in piazza mercatale, un pieno sì a quello di via Arciv. Martini, sul recupero dell’area dell’Ospedale dopo la dismissione (ndr.. ovvero non nella prossima legislatura!) e del bastione delle Forche (quale futura sede di un “fantomatico” museo etrusco ? tutto è però subordinato alla disponibilità delle risorse economiche), e varie altre più o meno credibili.
Peccato che la svolta indubbiamente e ripetutamente annunciata sia però ancora viziata dall’ingombrante presenza dell’inceneritore (da farsi eventualmente anche a Prato, se Case Passerini non si dovesse più fare nei tempi previsti), ma soprattutto dal permanere robusto delle attuali logiche di consumo territoriale (“speculativo-lobbistiche”) ed “energetico”, grazie ai rifornimenti … speciali garantiti dagli accordi sottoscritti da “Extra & Co.” (forse abbiamo in casa un novello Putin?); per il resto tanta tanta “continuità” con il presente nel perseguire una medesima linea infrastrutturale, con qualche “piccolo” distinguo a cominciare dal rilancio del Progetto Urban per l’Area ex Banci (con il paventato interramento della declassata dalla questura a pratilia , ma dove si troveranno i tanti milioni di euro necessari?) .
Sul finale del discorso, troviamo ancora largo richiamo al decoro urbano, e soprattutto lo spinoso problema dell’integrazione delle comunità straniere insediate, per avviare una “normalizzazione” multietnica: “stop a nuovi arrivi”, via le insegne cinesi e avvio (previa approvazione di variante urbanistica) di profonde demolizioni/ ricostruzioni nel “macrolotto zero” al fine di bonificare l’area, mentre per quanto riguarda il ritorno alla legalità, questo sarà garantito dalla presenza di un distretto di polizia municipale decentrato tra via Pistoiese e Via F. Filzi. Amen
Queste le chicche della serata spesa di fronte a 700/800 persone (non poche!); ma Abati non è Obama, anche se la convention di ieri è stata acuratamente “sceneggiata”, in pieno stile “young american” !
Tutto molto istruttivo. Grazie
Il lettore attento.