martedì 10 febbraio 2009

Povero Piero

Cari amici,

In allegato troverete l’appello della prof.sa Lina Guadagni, presidentessa del comitato che si è mobilitato da tempo per difendere l’opera e il paesaggio di Piero della Francesca nel territorio di Monterchi.

Una chiamata urgentissima che invita gli uomini di cultura ad alzare forte la protesta per l’incongrua sistemazione che si paventa a breve (ndr. la decisione pare già essere stata presa dall’attuale Sindaco!) per la Madonna del Parto che, dopo l’aspra querelle che dal 1994 si è accesa per la collocazione definitiva del capolavoro pierfrancescano, “rischia di essere collocata nella chiesa dell’ex monastero benedettino che verrà trasformato in un report di lusso.”

Credo che sia necessario rispondere in modo compatto a questa assurda e totalmente speculativa ipotesi di sfruttamento dell’opera, aiutando ad ostacolare in tutti i modi tale “insano progetto”, in primis manifestando la nostra diretta solidarietà con chi (lina.guadagni@yahoo.it) si sta battendo a nome dei diritti delle opere d’arte, poi diffondendo alla rete dei comitati regionali e nazionali per il paesaggio questo appello e, semmai, prendendo altre iniziative in merito.

Ad ogni modo, conoscendo assai bene l’annosa vicenda, mi rendo disponibile in prima persona a farmi da tramite per qualsiasi iniziativa si vorrà intraprendere per appoggiare questa giusta causa!

Cordiali saluti

Giuseppe Centauro


COMITATO “ LA MADONNA DEI MONTERCHIESI “

APPELLO AL MONDO DELLA CULTURA PER LA DIFESA DEI DIRITTI DELLA MADONNA DEL PARTO DI PIERO DELLA FRANCESCA


Il capolavoro pierfrancescano, custodito a Monterchi ( AR), rischia di essere collocato nella chiesa dell’ex monastero benedettino che verrà trasformato in un “resort di lusso”.
Questo l’accordo che il sindaco di Monterchi sta per firmare, tanto per chiudere, a tre mesi dalla scadenza del suo mandato, la tormentata vicenda della rivendicazione della proprietà dell’affresco, inoltrata dalla Curia di Arezzo.
Ci sentiamo delusi dall’operato del sindaco, a cui sono state da tempo consegnate le firme dei cittadini che da sempre sostengono la necessità della valorizzazione dell’opera attraverso una sua dignitosa collocazione in un ambiente rispondente, per caratteristiche spaziali e riferimenti ambientali, alle condizioni originarie nel tempo perdute, ma perfettamente conosciute attraverso documenti e reperti.
Siamo preoccupati per il futuro della Madonna in quanto la chiesa dell’ex monastero benedettino è stata dichiarata luogo inadatto ad ospitare l’opera da ben due nuclei di ispettori ministeriali e da numerosi storici dell’arte. Oltre alle indiscusse ragioni estetiche, la suddetta chiesa ha gravi problemi strutturali e pertanto è soggetta ad elevati rischi sismici.
Siamo sconcertati dalla decisione di trasformare una struttura religiosa millenaria, quale era appunto il monastero benedettino di clausura, in una struttura alberghiera che avrebbe il suo richiamo nell’opera collocata nella chiesa attigua, comunicante attraverso il coro, la sacrestia, la grata, con il resto dell’edificio. E’ lecito chiedersi a questo punto quale tipo di gestione potrebbe derivare da questo pasticcio.
Ci domandiamo poi quali vantaggi derivino alla comunità di Monterchi da questa transazione che vede nettamente sconfitta la volontà popolare che, fin dal Convegno Internazionale del 1980, aveva posto all’attenzione del mondo la necessità di intervenire nei confronti del capolavoro pierfrancescano e con il restauro e con una collocazione più dignitosa della piccola cappella del cimitero, costruita nel 1956 in stile neoclassico.
Vogliamo ribadire che mai opera fu tanto legata al territorio quanto questa nostra Madonna che trae pienezza di significato dalle caratteristiche di questa terra e dal suo ruolo svolto nel corso della storia. Che mai popolazione fu tanto attaccata ad un suo bene quanto questa che la curò, la difese, la ospitò nelle sue case, che oggi si batte perché si giunga ad ottenere il meglio possibile per i suoi figli e per le generazioni future.
Vorremmo che a Monterchi si realizzasse il patto d’alleanza tra comunità civile, religiosa, culturale per varare un’operazione all’altezza della fama della Toscana nel mondo, e per offrire l’occasione unica di ammirare un capolavoro nel contesto ambientale straordinario di questo nostro paese, in condizioni di fruibilità che consentano di cogliere appieno lo straordinario messaggio universale di Piero della Francesca e le straordinarie vicende di un affresco giunto fino a noi, sopravvivendo ad eventi tragici come guerre e terremoti, eventi commerciali come vendita o trasferimento di opere.
Ci appelliamo pertanto a tutti gli uomini di cultura perché ci aiutino ad ostacolare questo insano progetto dell’amministrazione comunale, che ha perso il ruolo di amministrazione pubblica, e a realizzare una sistemazione dell’opera nel centro storico, in uno degli edifici di proprietà comunale opportunamente trasformato e rispondente alle diverse esigenze dei visitatori.

Monterchi 7 febbraio 2009

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