martedì 3 febbraio 2009

COSI' LE PRIMARIE COSTRUISCONO IL CONSENSO

Le primarie del PD possono apparire un grande esercizio democratico.I cittadini vanno a eleggere i loro candidati, questa volta ne hanno proposti alcuni che appaiono veramente fuori dagli schemi, e hanno vinto in diversi comuni della Toscana. Alcune sono donne (poche: due, tre?). Donne primarie.Grande affluenza, tanti cittadini che fanno la fila davanti al ‘seggiolino’.In realtà attraverso le primarie il PD esercita il suo potere al di là del proprio partito e della propria influenza. Infatti non a caso alle primarie possono andare a votare tutti, iscritti e non iscritti al Partito Democratico. Questo procedimento è ambiguo e fuorviante; in realtà dovrebbero votare le primarie del PD solo coloro che sono iscritti a quel partito. Allora la procedura sarebbe onesta.
In questo modo, il partito, grazie alla sua radicata struttura, stabilisce il suo continuum di potere, e che non esiste altro potere che quel potere. Altra realtà 'efficiente'.I giornali fanno eco, pagine intere che mostrano facce e risultati degli sfidanti. Chi ha vinto, chi ha perso. E’ attraverso questa carrellata che vengono accreditati i personaggi. Chi vince le primarie è già il sindaco, il risultato è ottenuto.Chi intende proporre ‘altro’ , parte scoraggiato: non ha forze, non ha struttura organizzata, manca di tutto.
C’è già un vincente, è già stato votato, magari in massa, e proprio grazie a quella struttura che ha portato all'organizzazione delle primarie stesse.
Può sembrare banale, ma vale ricordarlo: mancano le pari opportunità, non solo fra uomo e donna, ma anche in politica.
Nego che le primarie, così come sono organizzate, siano uno strumento democratico. Costruiscono il consenso.
Maila Ermini
P.S. Per favore, se copiate, citate la fonte: si copiano articoli tratti da questo blog, i punti della Primavera, ecc, senza citare l'autore. E’ scorretto.

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