mercoledì 11 febbraio 2009

Per Gonfienti, la città etrusca negata

Sabato 14 febbraio, alle ore 15, avrà luogo in piazza San Francesco/angolo via S.Trinità a Prato, una manifestazione sit-in a favore della città etrusca sul Bisenzio meglio conosciuta come Gonfienti, i cui scavi sono seppelliti da incuria e cemento.
La manifestazione si propone di sensibilizzare l'opinione pubblica e sollecitare il mondo politico su un bene comune di rilevanza internazionale, che è oggetto di un concreto abbandono e ulteriore deperimento, a dispetto di un formale e solo apparente interessamento.
La manifestazione promossa da:
Primavera di Prato
Comitato Città Etrusca sul Bisenzio;
Municipio Verde
aderiscono e partecipano attivamente
Il Coordinamento dei Comitati dei Cittadini (CCC) di Prato
Comitato di Piazza Mercatale
Comitato Piazza Ciardi
Comitato via San Silvestro
Comitato delle Badie
Comitato Collegio-Santa Trinità
Comitato fuori le mura
Comitato Città Etrusca di Gonfienti
Comitato Ambientale di Casale
Comitato della piana FI-PO-PT
Venti di Terra
Meet-Up Amici di Beppe Grillo- Prato;
Lista Giovani e Famiglia;
Teatro La Baracca

La drammatica situazione di incuria paesaggistica ed il perdurante abbandono nel quale versa da oltre un anno e mezzo il sito archeologico di Gonfienti, già dichiarato eccellenza culturale della Regione Toscana, rende necessaria ed urgente la mobilitazione di tutti i cittadini che hanno a cuore le origini e la storia del nostro territorio al fine di non disperdere in modo irreversibile i nostri più consistenti e preziosi giacimenti culturali.La città etrusca sul Bisenzio, già dimezzata per far posto all’ampliamento dello scalo merci nell’area interportuale che ha comportato l’occlusione e la cementificazione di parti strutturali dell’antico insediamento etrusco, nonchè la perdita di testimonianze materiali risalenti all’età del Bronzo, queste ultime bonificate per far posto a piazzali, binari e magazzini, è stata dismessa dalle stesse autorità istituzionali che hanno frettolosamente interrato gli scavi, oggi indecorosamente coperti da erbacce e discariche abusive, dichiarando implicitamente per il prossimo futuro un totale disinteresse verso nuove ricerche sul campo e continuità di scavo.Il destino della città sepolta appare sempre più legato alle sorti dell’Interporto della Toscana S.p.A. che, dopo l’ottenimento delle autorizzazioni a costruire, non appare però più in alcun modo disposto a sostenere i costi della ricerca archeologica.Riguardo al sito archeologico, riteniamo illogico che la pubblica amministrazione non abbia creati intorno a queste risorse occasione di valorizzazione e di sviluppo economico per la città, rinunciando persino, nonostante reiterati appelli provenienti dalla società civile e dal mondo della cultura, alla riqualificazione di un’area che presenta caratteristiche ambientali di rilevanza paesaggistica, addirittura penalizzando gli abitati del posto rimasti stretti in una morsa infrastrutturale assolutamente devastante.E’ poi mancata totalmente l’informazione e la divulgazione delle conoscenze acquisite nel corso delle campagne di scavo, come pure la visibilità stessa dei siti, affidata negli anni passati a sporadiche occasioni ed adesso negata a causa del completo interramento delle aree archeologiche d’epoca Etrusco Arcaica e Romano Imperiale.La città etrusca, contrassegnata da ampi tracciati stradali e estese porzioni strutturate di abitato, in ottima conservazione, con cortine murarie di fondazione di case e resti di grandi dimore principesche, già consolidate in restauri eseguiti in corso d’opera, ha restituito numerosissimi reperti e frammenti architettonici di grande pregio, raccolti in migliaia di cassette o recuperati in restauro, ma non disponibili al pubblico: ceramica depurata e vasi figurati, tra i quali pezzi di assoluta rilevanza storico artistica e scientifica, ecc.E’ nostra convinzione ritenere che i beni culturali costituiscano una ricchezza di tutti e che i risultati della ricerca debbano avere una libera diffusione e divulgazione.Crediamo necessario che i cittadini abbiano la possibilità di contribuire a determinare il destino di questi tesori e il modo di inserirli nel territorio, nella vita e nell’economia della città. Pertanto gli aderenti al Gruppo Libero e al Comitato chiedono: l’immediata pulizia dei siti ed una celere ripresa delle attività archeologiche, nonché la creazione di una commissione super partes che garantisca la corretta fruibilità dei siti e l’accesso ai luoghi, ed inoltre, la realizzazione di un Parco Archeologico integrato in un Parco naturale delle rive del Bisenzio, in cui siano inseriti la struttura museale (antiquarium) che raccoglie i reperti, i laboratori di ricerca e gli spazi didattici per la diffusione delle conoscenze e tutti i servizi collegati. Tale archeo-parco, in collegamento con il sistema delle aree protette e il costituendo Parco della Piana, potrà essere collegato con l’antico borgo e le vicine zone lacustri oltre che alle rive del fiume, ed attrezzato con piste ciclabili e pedonali, con aree di sosta per lo sport libero e percorsi salute.

CHIEDIAMO CHE

- SI ATTUI UN CODICE ETICO PER I BENI ARCHEOLOGICI

- SIANO RESE FRUIBILI LE AREE ARCHEOLOGICHE

- SIANO RIPRESI AL PIU’ PRESTO GLI SCAVI- SIANO MESSI IN SICUREZZA I RITROVAMENTI E REGIMATE ADEGUATAMENTE LE ACQUE PIOVANE

- SI RENDA NOTO DOVE SONO DEPOSITATI I REPERTI, E DOVE SI PENSA VERRANNO DEFINITIVAMENTE CONSERVATI

- DI CONOSCERE I PROGRAMMI DI VALORIZZAZIONE

- SI PROMUOVA LA SISTEMAZIONE DELL’AREA PUBBLICA DELL’AREA ARCHEOLOGICA DI GONFIENTI E LA CALVANA- SI PROCEDA A FERMARE IL DEGRADO DELL’AMBIENTE

- SI LAVORI DA SUBITO PER IL MIGLIORAMENTO DELLA QUALITA’ DELLA VITA PER GLI ABITANTI DELLA ZONA


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