domenica 30 gennaio 2011

Gli assessori invisibili (anzi inutili e falsi) della città invisibile di Gonfienti con la politica invisibile (anzi falsa o meglio inesistente)

Questa è la lettera che l'assessore Nesi ha scritto al governatore della Toscana Rossi. Viene da sorridere. E' una lettera 'impostata', di autopromozione, che cambia la realtà, oltre che mirante a salvarsi l'immagine. Quando i liceali del Cicognini di Prato invitarono me e lui a presentare i nostri rispettivi libri lo scorso maggio, il mio su Gonfienti, lui  interruppe la mia presentazione  e, da assessore alla cultura (quando invece era stato invitato come scrittore), volle dire la sua, ripetendo poi le solite cose: ovvero che lui aveva 'a cuore' la città etrusca.  Allora non parlò di questo problema, dell'inghippo che c'era a Gonfienti, per cui i soldi per la ripresa degli scavi non si potevano utilizzare perché  destinati a un'area privata, quella dell'Interporto, ancorché vincolata., l'area archeologica. Perché non lo disse? Non lo sapeva? Perché poi se ne andò senza aspettare la mia replica? Le sue, come quelle di TUTTI, Sinistra e Destra, sono parole al vento, pura strategia dell'immagine. De Propaganda. Ora chi ha permesso la costruzione e l'espansione dell'Interporto della Toscana Centrale, la Sinistra, accusa il Comune, dove comanda la Destra. Prima si faceva all'incontrario. 

Denunciamo il Nesi e tutti quelli, di entrambi gli schieramenti, inclusa la Soprintendenza (nonostante le lacrime di coccodrillo mostrate a ogni piè sospinto) di - quanto meno - avere comportamenti ambigui, e di confondere le acque.  Anzi di intorbidarle,  e parecchio.  Ricordo che sulla situazione della città etrusca di Gonfienti  c'è una denuncia presentata ai Carabinieri nel giugno 2009, che ora sta ferma, chissà come mai, da qualche parte presso il Tribunale di Prato.

La città invisibile ha gli assessori invisibili e la politica di conseguenza. Citare Calvino è anche retorico e falso.

Maila Ermini

 

Caro governatore
venga a vedere Gonfienti


di EDOARDO NESI*
Caro Presidente Rossi, tra qualche tempo lei verrà in visita a Prato. Posso invitarla a venire con me a visitare una città invisibile? È la grande città etrusca di Gonfienti. Si estende per venti ettari, ed è invisibile perché è sottoterra. Tutto ciò che vedrebbe è un campaccio allagato, con l'erba alta e i capannoni degli spedizionieri tutt'intorno.

Solo sforzandosi, e con un po' di fortuna, riuscirebbe a scorgere le mura della grande casa di mille e quattrocento metri quadrati, di certo appartenuta a un gran dignitario dell'epoca.
È un segreto e una sconfitta, Gonfienti. È un tesoro e uno scherzo crudele. Più di duemila anni fa un´alluvione catastrofica coprì di fango la grande città etrusca, e la cancellò dalla storia. Riemerse solo a seguito dei lavori per la costruzione dell´Interporto della Toscana Centrale, nel 1995. Ben presto si capì che non andava riscritta solo la storia di Prato, ma tutta la storia dell´etruscologia. La soprintendenza appose immediatamente un vincolo all'area, che rimase di proprietà dell'Interporto, ma divenne indisponibile per qualsiasi uso industriale o persino agricolo. È un vincolo perpetuo, immodificabile. Una delle poche certezze di questi tempi insani, volgari.
Questa è una storia tutta pratese, Presidente. Solo da noi, infatti, un tesoro archeologico poteva trovarsi nel bel mezzo di un´importante zona industriale, e ad essa dover lasciare il passo. Per un po' si scavò a Gonfienti, e a spese dell´Interporto, ma poi finirono i soldi e gli scavi si fermarono. E fermi rimasero. Per anni.

La Provincia di Prato, grazie alla ferma volontà del Presidente Lamberto Gestri, è riuscita a stanziare 200.000 euro, e la Regione ne ha aggiunti altri 300.000 per finanziare un progetto di ripresa degli scavi redatto dalla Sovrintendenza. Un'équipe di professori della Scuola Sant'Anna di Pisa sta lavorando per far diventare Gonfienti un esempio europeo di valorizzazione economica dell'archeologia attraverso la multimedialità. Noi non crediamo che con la cultura non si mangi. Siamo convinti del contrario.

La legge, però, non consente di utilizzare denaro pubblico su terreni privati. Occorre che i terreni siano concessi in comodato cinquantennale a un ente pubblico. Se l'Interporto non concede alla Provincia di Prato un comodato d´uso sulle aree vincolate - lo stesso Interporto che nella precedente gestione aveva finanziato gli scavi - non sarà possibile riprendere gli scavi. E l'Interporto, incredibilmente, ci ha detto di no. Il Comune di Prato, che detiene col 45,47 per cento la maggioranza delle azioni dell'Interporto, non interviene. Il Sindaco Cenni ci ha parlato di un futuro progetto di valorizzazione dell´area archeologica. Sostiene, incredibilmente, che sarebbe ostacolato dalla concessione di un comodato col quale avremmo finanziato l'unica attività che la legge consente si possa svolgere su quei terreni: gli scavi archeologici.

Vedere Gonfienti fa male al cuore, Presidente. Al mio e a quello di tanti cittadini pratesi riuniti in associazioni e comitati che da tanti anni si battono per la ripresa degli scavi. Fa male alla città. Fa male alla politica. Abbiamo bisogno del suo aiuto. Senza la concessione del comodato, Gonfienti continuerà a essere la disgrazia che è oggi, e, senza una rapida ripresa degli scavi, la soprintendenza sarà costretta per ovvie esigenze di conservazione a far ricoprire di terra anche il poco che dalla terra fu faticosamente estratto, anni fa. Riesce a immaginare una sconfitta più grande per la mia città?

Vede, Presidente, mentre Gonfienti viveva il suo periodo di massimo splendore, tra il Sesto e il Quinto Secolo a.C., ad Atene vivevano Pericle, Socrate e Platone. A Sparta regnava Leonida e in Persia imperava Serse. Nelle immense campagne indiane camminava il Gautama Buddha, e nella Cina a noi così vicina insegnava dottrina Confucio. È la nostra storia, che teniamo sepolta sottoterra. Siamo figli di uno splendido passato che ignoriamo, e davvero non c'è nulla di peggio. Verrà con me a visitare la nostra città invisibile?

*Assessore alla cultura della Provincia di Prato
 
(29 gennaio 2011)

venerdì 28 gennaio 2011

Prato Eventi

Notiziola:
Il Comune di Prato, insieme alla Fondazione Cariprato, ha fondato una associazione, Prato Eventi, per la promozione degli eventi culturali a Prato.
La notiziola è circolata poco e niente.
Non si legge nulla sul sito elettronico del Comune, come invece sarebbe auspicabile; incluso ci piacerebbe venisse pubblicato lo statuto con le finalità, eccetera.
Si tratta tutto come affaire privato, nelle stanze 'sindachesche'. O che mistero sarà?
E dall'assessorato alla cultura, nessun commento? Ci sarà, ci sembra di sentire già in aria le parole, la 'sinergia' fra l'assessorato e Prato Eventi (?)...

Risulta, tra l'altro, che l''assessorio' Mondanelli abbia avuto un bel po' di soldini per le politiche sociali; non altrettanto la cultura...
Ci aspettiamo, come sempre, grandi cose.

giovedì 27 gennaio 2011

Ancora altre foto sul degrado

Una montagna di terra,  inerti vari e rifiuti a destra; a sinistra, sullo sfondo, decine e decine di sacchi neri che contengono calcinacci

Pubblico altre foto sul degrado della nostra città, la zona è sud-ovest di Prato, via Bigoli.
Resti di paraurti
Il Nuovo Corriere di Prato ha pubblicato la notizia con le fotografie tratte dal nostro blog.
Questa zona non doveva essere inclusa nel Parco della Piana?
La lasciano così perché hanno mire speculative?

mercoledì 26 gennaio 2011

Prato com'è

La cosiddetta 'casa dei cacciatori' in via Bigoli.
L'ingresso della 'casa dei cacciatori'  che portava anche al laghetto, ora prosciugato
Sullo sfondo la zona dove si trovava il laghetto, più o meno dove si intravede il canneto
Domani si celebra, al Metastasio, "Raccontami Prato", organizzato dalla giunta nell'ambito di "Prato Incontra".

"InterverrannoIl Sindaco Roberto Cenni ospita il giornalista e scrittore Folco Quilici, l'assessore alla Cultura della Provincia di Prato e scrittore Edoardo Nesi, l'attrice e Consigliere di Amministrazione del Teatro Metastasio Pamela Villoresi.Moderatore:Umberto Cecchi, scrittore e giornalista affermato a livello nazionale; attualmente è Presidente del Teatro Metastasio di Prato. Saranno proiettate scene del film "Prato - Una città" di Folco Quilici."
Dato che ci stimolano a raccontarla, questa città, noi la raccontiamo da un altro punto di vista: Prato chiama Napoli, ovvero la specularità della spazzatura sulle strade. Alla faccia del riciclo, alla faccia di Prato com'era, della retorica della giunta cenniana sui rifiuti, noi raccontiamo Prato com'è. Le immagini riguardano via Bigoli, un tempo una delle zone più belle di Prato, rimaste per tanto tempo INTATTE, con alberi secolari eccetera eccetera.
La zona sembra sottopostra a un imprecisato sequestro da parte della polizia forestale.
Via Bigoli, da via per le Caserane

martedì 25 gennaio 2011

Bicchi la fedelissima

La signora Pamela Bicchi è stata nominata presidente del CdA del Centro per le Scienze Naturali di Galceti.
La signora Bicchi, chimico pidiellina consigliera alla Circoscrizione Sud di Prato, qualche giorno fa scriveva commossa a Milone, trattato da vero 'salvador de los salvadores' contro i beduini cinesi, affermando che la filosofia è un esercizio utile, ma nulla vale contro i numeri di questi terribili invasori che a contarli viene il capogiro..."Ah, c'è ancora tanto da fare", conclude.
Quale retroterra culturale, signora Bicchi. E quale farcitura di puntolini la sua prosa...
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Complimenti, sindaco, per la nomina 'civica' di questa fedelissima. Chi gliel'ha suggerita...? Via via, che lo indoviniamo! Un altro colpo azzeccato dei suoi moltissimi...
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"PRATO-Grazie Assessore (Milone)
I numeri parlano. Non sono discutibili ne interpretabili. I numeri -che lei ha sciorinato questa mattina sui risultati ottenuti insieme al gruppo interforze- dicono esattamente ciò che è stato fatto e quello che non era stato fatto. Danno la dimensione reale delle cose. I numeri, con la loro freddezza, non lasciano margine al dubbio, che pure, è parte integrante della condizione umana. La filosofia, esercizio pur sempre edificante, è sconfitta quando si parla di numeri. Poi, vi sono altri, che danno altri tipi di numeri…che so..in senso metaforico del termine…o numeri di cellulare…per cercare le “persone giuste”....
Tutta la città adesso, grazie a voi, spera nuovamente, anche se è giusto e sacrosanto si sappia tutta la verità. Aspettiamo fiduciosi che, non sia vero ciò che qualcuno afferma…e cioè che la campana della giustizia, suona sempre alle stesse porte. Certo, il giustizialismo lo lasciamo a chi, oltre a fare un fragorosissimo rumore con il suo perdurante silenzio, siede negli stessi scranni di una gestione provinciale -tra direttori generali, dimissioni di assessori, visite della finanza, tavoli e tavolini, inviti ai corteggi degli altri, e “scusate ho sbagliato interlocutori”…..a dir poco fantozziana.
Gli elementi di questo intricato puzzle, guarda caso, cominciano proprio con le sue dimissioni Assessore, quando, in quegli anni, voleva fare gli stessi numeri…per risultati che probabilmente, avrebbero curato prima la malattia. Sembra di star di fronte ad un puzzle che, pezzo dopo pezzo, delinea un dubbio atroce…forse, quello che ha dovuto subire Prato, non è stato un “normale” flusso migratorio, ma….una precisa volontà criminale? Appoggiata -Dio fa che non sia vero- da una precisa volontà politica? Qualcuno, preposto a farlo…ci dica che non è vero! Ci sgombri dall’atroce dubbio. In caso contrario, beh…altro che tradimento. Altro che vergogna! In tal caso, fossero innegabilmente dimostrate responsabilità delle passate amministrazioni, o di suoi amministratori chiave, la città di Prato con tutti i suoi cittadini, lavoratori, artigiani, commercianti, con tutti quelli che la amano veramente, dovrebbero costituirsi parte civile, fare una vera e propria “class action”  e chiedere i danni. Per la cifra….fate voi.
Buon lavoro Assessore…c’è ancora tanto da fare.!" (Pamela Bicchi, da "Prato nel mondo ufficiale"  gestito da Massimo Cecchi)

lunedì 24 gennaio 2011

La biblioteca Lazzerini in mezzo al mercato

Qualche giorno fa ho saputo che un pezzo della Biblioteca Lazzerini se ne andrà alla Coop di Parco Prato, lo squallido centro commerciale a Capezzana.
Insomma, alla Coop di Prato si potrà fare di tutto, anche prendere libri in prestito, fra un chilo di arance e un pezzo di formaggio in offerta. Due volte alla settimana.
D'altronde già ora alla Coop c'è la libreria, vicino alle casse, e spesso tutto si confonde in una atmosfera da orgia mercantil-orgasmatica-pseudoculturale.
Complimenti alla Regione Toscana, che finanzia certi progetti abominevoli, e appoggia certi gruppi per appoggiare sé stessa. E complimenti anche al Ceis, che è dentro nel progetto.
Noi di Primavera di Prato non andremo alla Lazzerini di Parco Prato aperta due volte la settimana.
Che peccato che tutto finisca così, nel volgare immondezzaio degli affari rivestiti d'opere pie e bei finti progetti.
Prato c'ha proprio la vocazione per questi mostri e queste beghinate che nascondono affari (vedi 'celestini').
Boicottate, gente, boicottate.

sabato 22 gennaio 2011

Sottili ricatti sui 'quattro sassi' di Gonfienti

Riportiamo un estratto della serata di giovedì scorso al Teatro Metastasio, organizzata dal Comune di Prato, dal titolo Prato distretto verde e che ricopiamo dal sito internet del Comune. Riguardo al 'verde' abbiamo già detto. Oggi, in particolare, torniamo su Gonfienti, di cui sembra abbiamo parlato. C'è da sottolineare come tutto viene trattato a livello di affari, che le persone che parlano di Gonfienti sono solo affaristi e parlano come tali, e sono disposti a cedere solo se ne hanno un guadagno. Continua la balla dell'Interporto che funziona, non funziona affatto come interporto, non toglie il traffico dei Tir dalla strada, bensì l'aumenta. Cosa vogliono in cambio questi industriali per cedere il comodato sul sito archeologico (su cui comunque non possono fare nulla)? Altri terreni su cui costruire i loro megacapannoni che daranno in affitto ai cinesi che poi politicamente serviranno per lo status quo, sia che venga da 'destra' o da 'sinistra'? Quello che appare fra le parole è un terribile, sottilissimo ricatto: sì, vi diamo il parco archeologico però ci date...

"Il parco etrusco di Gonfienti e l'Interporto

Il sindaco Cenni ha voluto aprire il confronto anche sul parco etrusco di Gonfienti tornando a ribadire l'idea di fare di Prato una "città dei parchi" mettendo in collegamento e valorizzando la Calvana, il Monferrato, l'area di Pantanelle, le Cascine di Tavola e la stessa zona di Gonfienti. Ma proprio su quest'ultima area c'è la difficoltà scaturita dalla difficile convivenza tra l'Interporto e la città etrusca. "Negli anni l'Interporto ha sostenuto spese non legate alla sua attività ma necessarie per scavi, sondaggi del terreno e altri interventi finalizzati all'emersione della città etrusca. Ora si chiede che conceda in comodato gratuito un'area di 900 metri per consentire alla Soprintendenza di lavorare alla ricerca di altri reperti, da qui l'idea di una scissione della società in due rami: uno per l'attività dell'Interporto, uno per il parco archeologico. L'obiettivo è sviluppare, o comunque creare le condizioni di una convivenza, delle due attività anche perché sulla città etrusca bisogna fare un ragionamento lungimirante che contempli la realizzazione di attrattive che richiamino interesse e quindi pubblico".
Pronta la risposta di Longo (la Camera di Commercio è nella società la cui maggioranza appartiene al Comune di Prato): "Non possiamo ignorare la storia e non possiamo dimenticare cosa rappresenta l'Interporto che finalmente oggi è operativo. Il Comune troverà certamente una soluzione da proporre ai soci che faranno le loro valutazioni. Certo è che non si può pensare di rinunciare alla prospettiva di realizzare il parco archeologico e d'altro canto l'Interporto significa sviluppo ed economia".(Dal sito internet del Comune di Prato)

100% TERRONI

Stasera, alla Baracca, lo spettacolo di Pizii-Privitera, Terroni 100%, prevede il tutto esaurito.
Nonostante l'indifferenza dei cosiddetti 'media', che mediano solo come e quando e chi pare a loro.
Non hanno scritto che miseri trafiletti per questi ragazzi, e invece 'pompano' spettacoli che non vanno, anche di nomi famosi nei teatri paludati. Insomma, oltre alla politica, anche la carta stampata è sempre più fuori dal tempo e dagli 'spazi'.

venerdì 21 gennaio 2011

Molti, ma parecchi dubbi sul distretto verde

La giunta Cenni di Prato punta sul distretto verde. Noi esprimiamo molte perplessità. Prima di tutto si parla di costruire altri impianti al Calice, ovvero alle Pantanelle, e non si dice come sarà questo impianto che si vuol fare di 'digestione anaerobica' dei rifiuti. Sarà ampliato quello esistente? Sarà mangiato un altro pezzettone di verde? E il Parco della Piana: che, ci mettiamo dentro l’impiantone? Non è questo un po' parente del temuto inceneritore per cui tutti abbiamo combattuto e che il 'principe' del Comune ha promesso di mai realizzare?
Riguardo al fotovoltaico, la giunta presente ha avallato la giunta passata, ovvero quell'impianto alle Vanne che è un vero e proprio scandalo, è un impianto fotovoltaico nell’acqua!...e poi si parla addirittura di costruire altre fabbriche, megafabbriche per recuparere i polimeri delle plastiche!
 Ma questo è un modo di ragionare del tutto sbagliato, anzi, del tutto ipocrita, perché punta solo a fare affari. Un piccolo segno verso un distretto veramente verde sarebbe, facciamo piccolissimi esempi: apertura di nuove pedociclabili, (assessore Borchi non dica che i pratesi non vanno in bicicletta, non ci vanno anche perché rischiano di essere ammazzati dalle automobili!) una campagna seria, forte per produrre meno rifiuti. E questo è solo timidamente accennato per dovere ‘istituzionale’. 







Cenni: «La gara sul servizio mi preoccupa. Ma sono ancora tanti i ritardi per creare una multiutility più strutturata»   CRISTINA ORSINI, IL TIRRENO

 PRATO. Puntare all’autonomia nello smaltimento dei rifiuti per abbattere i costi. Nel caso di Prato significa procedere a tappe forzate nella raccolta differenziata col porta a porta «per arrivare nei tempi fissati dalla legge, il 2012, al 65%», ma soprattutto «realizzare impianti di riciclaggio e per la produzione di energie rinnovabili nel nostro territorio ma con portata metropolitana». E’ il progetto di “distretto verde” - impianti ecologici, nuovi posti di lavoro - presentato ieri dal sindaco Roberto Cenni, dal presidente di Asm Alessandro Canovai e dal vicepresidente Antonio Rancati, tutti impegnati a combattere una battaglia contro il tempo per arrivare al temuto appuntamento con la gara per la privatizzazione della gestione del servizio con numeri, servizi, progetti a posto. «Siamo preoccupati - è il commento di Cenni - perchè il ritardo nella creazione di una multiutility in grado di affrontare la gara con gli strumenti giusti, è forte». «Ma venderemo cara la pelle» è la chiosa di Canovai.
 Anaerobico è meglio. Si parte con i progetti sulla trasformazione dei rifiuti organici e con l’impianto “principe” del futuro “green district”: quello di digestione anaerobica - ovvero batteri che trasformano i rifiuti organici in metano - «che nascerà al Calice - spiega Canovai - grazie a un accordo firmato tra Comune, Provincia e Gida». Il progetto di massima è pronto: l’impianto - costo tra i 10 e i 13 milioni di euro - riuscirà a trasformare 60mila tonnellate di rifiuti l’anno «e visto che la produzione di Prato si ferma a circa la metà - aggiunge - l’impianto potrà essere utilizzato anche da Firenze e Pistoia», per una produzione di circa 10 milioni di Kilowat ora di energia, equivalenti al fabbisogno annuo di 3500 famiglie. Spetterà alla Provincia dare l’ultimo ok, ovvero l’assoggettabilità dell’intervento alla valutazione di impatto ambientale. Dopodichè - entro il 2011 - si procederà alla richiesta delle autorizzazioni, alla progettazione definitiva e all’apertura del bado di gara per la realizzazione.
 Compost a Vaiano. Sempre inerente la filiera della trasformazione degli organici e strettamente connesso con il nuovo impianto del Calice è il futuro impianto di produzione di compost di qualità (fertilizzante per l’agricoltura) in progettazione nella discarica di Vaiano e per il quale è praticamente pronto il bando. «All’impianto verranno conferite 35mila tonnellate l’anno di organico ottenendo la piena autonomia nella gestione di questa frazione».
 Altre energie. Sempre a Vaiano sarà inaugurato in aprile il parco fotovoltaico da realizzare sulla copertura dell’ex discarica di Pozzino che, assieme ai pannelli solari già in uso all’interno della sede di Asm e al riutilizzo degli olii esausti, dovrebbero garantire l’autosufficienza energetica agli impianti di Asm ma anche a tutti gli edifici comunali. E non è finita, perché l’obiettivo del Comune - con tempi medio lunghi - è il riciclo: trasformare rifiuti secchi in materiali utili a nuove produzioni.
 Dalla plastica alla fabbrica. A partire dal recupero della plastica. «L’idea - spiega Canovai - è quella creare una fabbrica a Prato («fuori dalle aree dei macrolotti industriali con appezzamenti troppi piccoli e costosi - spiega il sindaco - perché serve un’area di almeno 70mila mq da individuare col nuovo piano strutturale») che recuperi i polimeri della plastica creando materiali da rimettere sul mercato». Infine il c’è il recupero della parte indifferenziata (35% del totale) che già viene usata per produrre il “cdr”, mattoncini combustibili, «il carbone verde».
 Prato chiama Grosseto. «Vogliamo incrementarne la produzione - spiega - utilizzando rifiuti urbani e speciali provenienti da tutta l’area metropolitana» ma anche sviluppare ulterioremente i rapporti commerciali con l’impianto di Scarlino a Grosseto che già usa il cdr di Prato. «Il punto fermo - conclude Canovai - però è ridurre la produzione di rifiuti».
 Le fontanelle. Va in questa direzione la creazione di fontanelle di acqua gassata e naturale in città così da evitare l’acquisto delle confezioni: «Saranno tre - spiega il vicesinda Goffredo Borchi - una in via Pomeria, un’altra in centro e l’ultima a San Paolo con un progetto cofinanziato da Comune e Publiacqua». I cittadini potranno servirsi liberamente. «Abbiamo chiesto a Publiacqua - conclude Cenni - di fornire un intero quartiere dei dispositivi per depurare l’acqua in casa. Ma la risposta tarda da mesi».

mercoledì 19 gennaio 2011

A proposito della kylix di Gonfienti


Ricevo dal prof. Centauro e pubblico:

"Leggendo la recensione di Cottignoli che avevo segnalato (cfr http://albertocottignoli.over-blog.it/article-il-douris-di-gonfienti-65062125.html) , mi scrive il prof. Michelangelo Zecchini, archeologo di tale notorietà che non ha certo bisogno di presentazioni, ricordando l’inammissibilità dell’ignoranza palesata dal duo istituzionale (ndr. Millemaci-Poggesi) nel commentare in occasione della mostra allestita presso la sede della provincia di Prato, l’iconografia pittorica della kylix di Gonfienti, capolavoro del grande ceramografo, Douris.
Mi piace sottolineare ancora una volta questo aspetto perché, agli studiosi e ai ricercatori non è dato di disporre delle immagini della coppa,  salvo poi imporre “didatticamente” una lettura piena di strafalcioni come quella presentata in mostra. E vi aggiungerei anche la mediocrità assoluta del restauro del pezzo, presentato al pubblico in modo assai sciatto ed incompleto.
Tuttavia la città tace, gli uomini di cultura tacciono, e la gente subisce insieme allo sprofondo degli scavi anche questa arrogante lezione.
Sono d’accordo con te, cara Maila, che – come hai scritto nel tuo blog - non bisogna mollare la presa e non farsi sopraffare dallo sconforto, e certamente non lo farò io, anche se “metaforicamente” la disillusione rappresentata ironicamente dal pittore per il suo illuminato, quanto ignoto, committente etrusco di Gonfienti nella vana lotta a Hypnos e Thanatos, mi appare oggi ancor più beffarda.


" Ho letto con interesse la recensione di Alberto Cottignoli sull’ormai famosa kylix trovata a Gonfienti e riferita alla mano di Douris, artista che gli specialisti di ceramica attica a figure rosse annoverano  a buon diritto fra i Later Archaic Masters. Devo dire che condivido in gran parte le osservazioni critiche mosse da Cottignoli all’interpretazione corrente delle raffigurazioni presenti sia sul medaglione centrale che sull’esterno. In particolare, mi trovo d’accordo sull’esegesi proposta da Cottignoli per il lato B della kylix. Allo stato attuale delle conoscenze, infatti, mi pare improprio definire ‘guerrieri alati’ le due figure affrontate provviste, per l’appunto, di ali. La scena, come giustamente ha sottolineato Cottignoli, porta  alla mente, d’istinto, il celebre cratere a calice di Eufronio in cui “Sleep and Death carrying off the body of Sarpedon” (R. S. Folsom, Attic Red-Figured Pottery, 1976, p. 58, fig. 10). Vorrei far notare, inoltre, che nella pittura vascolare attica non mancano altre coppie di personaggi alati, sia pure non elmati, connotati da posizione e atteggiamento consimili, nei quali sono stati ravvisati Hypnos e Thanatos: si vedano, fra i possibili esempi, le lekythoi a fondo bianco del ‘Quadrate Painter’ (J. Boardman, Athenian Red Figure Vases. The Classical Period, 1989, fig, 125) e del Pittore di Thanatos (J. D. Beazley, Attic Red-Figure, 1963, p. 807 ss.).
Comunque stiano le cose, non c’è alcun dubbio che la kylix di Douris e altri mille elementi qualificano la città etrusca di Gonfienti come una delle più importanti scoperte archeologiche degli ultimi decenni. Perché non sia stata ancora valorizzata come si dovrebbe, è un altro, lungo discorso … Forse (pleonastico) mala tempora currunt”.

24 gennaio 2011
Michelangelo Zecchini

Archeologia in rovina

Vi segnalo l'interessante blog Archeologia in rovina dell'archeologa Marilena Dasdia, dove, tra gli altri italici scempi,  si parla proprio di quello di casa nostra.
http://archeologiainrovina.wordpress.com/2011/01/19/gonfienti-la-citta-morta-due-volte/.

VERGOGNA SULLA CITTA' ETRUSCA: SOLO SPECULATORI E FALSI SANTINI

Come avevamo detto, questi signori pseudo-amministratori si rimbalzano le responsabilità. La Provincia contro il Comune e viceversa. Dunque è chiaro che se i cittadini non si faranno sentire, questi signori non  si muoveranno. Ma come mai questa faccenda, l'inghippo di cui già abbiamo parlato (per cui non si può riprendere gli scavi sul terreno della società Interporto in cui si trova la zona archeologica) è venuto fuori solo ora?
Quando hanno parlato della balla di riprendere gli scavi con i 500 mila euri, la Soprintendenza e tutti gli altri sapevano benissimo di questo problema, che solo ora portano alla conoscenza dell'opinone pubblica.
Non lo sapeva ALMENO la Soprintendenza? E Interporto perché non vuole dare i propri terreni in comodato, pur sapendo che non può farci nulla? 
Perché li vuole usare come merce di scambio per avere magari altri terreni su cui edificare? Non basta il fallimento dell'Interporto come tale? Speculazioni su speculazioni! Altri affari in vista con i cinesi che dicono poi di non volere?
Che vergogna.
L'unica cosa da fare sarà quella di mandarli tutti a casa, questi presunti amministratori.
L'affaire Gonfienti, con l'annesso parco etrusco inesistente, non è affatto concluso, signori miei.





Gli articoli che seguono sono tratti da Il Tirreno
Appello dell'assessore provinciale Nesi perché venga firmato il comodato d'uso dei terreni di Gonfienti. «E’ Interporto che blocca gli scavi»
I soldi ci sono ma il progetto per la valorizzazione della città etrusca è fermo
GIOVANNI CIATTINI

 PRATO. Passano gli anni ma il parco etrusco di Gonfienti continua a versare in condizioni precarie. Il Tirreno lo ha documentato, l’ultima volta, pochi giorni fa. E’ dal 2003 che gli enti interessati (Regione Toscana, Comune di Prato, Provincia di Prato, Interporto), sottoscrivono accordi di programma e protocolli d’intesa finalizzati alla valorizzazione dell’area archeologica, ma a tutt’oggi nulla è cambiato.
 Tante dichiarazioni di buone intenzioni, tanti fogli firmati e persino soldi accantonati, ma i venti ettari che celano le origini della città di Prato restano inaccessibili ai visitatori e, nota ancor più dolente, sono devastati da erbacce e sterpaglie.

 E’ da questo scenario che prende spunto l’assessore provinciale alla Cultura e allo Sviluppo economico Edoardo Nesi per lanciare un accorato appello alla società Interporto, proprietaria dei terreni, e ai soci che ne fanno parte (il Comune di Prato è l’azionista di maggioranza col 45% delle azioni), perché una volta per tutte imprimano una svolta al futuro del parco di Gonfienti.
 «La situazione è rimasta bloccata all’aprile 2010 - riassume l’assessore Nesi - quando venne firmato un protocollo d’intesa tra Provincia di Prato, Provincia di Firenze, Comune di Prato, Comune di Carmignano, Comune di Campi Bisenzio, Interporto Toscana Centrale, che prevedeva un piano per la valorizzazione di Gonfienti ripartendo dagli scavi da completare e mettere in sicurezza. Il progetto della Soprintendenza prevedeva anche la messa in rilievo della strada che collega la Domus con le abitazioni. La Provincia ha previsto in bilancio 200mila euro, la Regione Toscana accettò di cofinanziare il progetto con altri 300mila euro. Mezzo milione di euro rimasto bloccato. E con questi chiari di luna non posso garantire per quanto tempo riusciremo a tenerli fermi». «Il problema - prosegue l’assessore Nesi - è che non possiamo fare nulla se l’Interporto non cede i terreni in comodato d’uso almeno per 50 anni, come prevede una legge nazionale. Non importa se li cede alla Provincia o a Provincia e Comune insieme, l’importante è che lo faccia. La città etrusca di Gonfienti rappresenta un’area di grande valore storico-culturale ma costituisce anche una potenzialità enorme per il turismo e l’economia locale. Come Provincia abbiamo affidato all’istituto S. Anna di Pisa uno studio di fattibilità economica sulla valorizzazione e le prime indicazioni che abbiamo ricevuto sono senz’altro affascinanti». Ma questa richiesta all’Interporto è stata fatta? «Sì, ed è stata negativa. Credo che dietro vi siano dei problemi di riassetto societario. Occorre però pronunciarsi in fretta sennò quello il patrimonio di Gonfienti rischia di andare in malora o che la Soprintendenza lo ricopra». «E poi - aggiunge Nesi - l’Interporto sa benissimo che quell’area è vincolata e non può essere utilizzata per altri scopi. Ritengo però che lo sviluppo dell’Interporto e la valorizzazione dell’area etrusca non siano inconciliabili». Insomma la Provincia bussa, con forza, alla porta del sindaco Cenni e agli enti interessati. L’occasione per avere risposte chiare è vicina: il 28 gennaio si parlerà anche di Gonfienti nell’incontro con la Regione Toscana per il Piano Prato.




CARLESI E BETTARINI (PD)
«Sul parco archeologico il sindaco non ha mantenuto le promesse»

 PRATO. Massimo Carlesi e Tatiana Bettarini, consiglieri comunali del Partito democratico, chiedono al sindaco Cenni che cosa intenda fare «per porre fine al degrado dell’area archeologica di Gonfienti». Carlesi e Bettarini citano il servizio del Tirreno, pubblicato il 14 gennaio scorso, nel quale si segnalava la presenza di una discarica vicina alla città etrusca e lo stato di abbandono degli scavi. «Il sindaco in campagna elettorale aveva criticato la precedente amministrazione per lo scarso rilievo dato all’area etrusca dichiarando tutto il suo impegno per procedere con un grande progetto - ricordano i due consiglieri - è stato firmato un protocollo d’intesa con la Provincia, la Regione, il Comune di Carmignano e l’Interporto. Ma a distanza di un anno dalla firma ed un anno e mezzo dal voto nulla è stato fatto. Anzi intorno al sito archeologico regna degrado ed abbandono». In effetti nelle linee programmatiche del sindaco Cenni, sotto la voce “la cultura come veicolo di sviluppo dell’economia cittadina”, si affermava: «ci sarà un concreto impegno per il recupero e la valorizzazione dell’area etrusca di Gonfienti che potrebbe diventare così un polo di attrazione turistica eccezionale con riflessi positivi sull’economia della città». E a proposito dell’Interporto si sosteneva: «E’ fondamentale il definitivo decollo dell’Interporto a condizione che venga assicurata la piena valorizzazione della città etrusca di Gonfienti». Insomma il peso specifico dato a Gonfienti, nelle intenzioni, appariva quasi superiore a quello dell’Interporto. Era il 9 luglio 2009.

martedì 18 gennaio 2011

Douris e la kylyx, di Alberto Cottignoli

Dall'amico GAC ci viene segnalata una recensione della kylyx di Gonfienti,  (ancora in mostra a Prato nel palazzo della Provincia), che si può leggere nel blog dell'artista a questo indirizzo http://albertocottignoli.over-blog.it/article-il-douris-di-gonfienti-65062125.html.
Ve la consiglio.

GAC ci manda anche questa  nota, che trascriviamo:
"L’amico Alberto Cottignoli, da fine critico ed attento lettore dell’arte vascolare d’ispirazione greca, come pure di Giotto, di Piero della Francesca e di Leonardo, dopo una visita fatta insieme alla mostra della kylix, mi ha inviato questa bella recensione. La domanda fondamentale del Cottignoli arriva però in fondo alla sua elucubrazione e motivatissima recensione: chi mai ha abitato la domus di Gonfienti, tanto da commissionare un capolavoro del genere. E’ forse un erede di quel maestro  barbato che si profila al centro della coppa. Un maestro, evidentemente da poco defunto come indicherebbe la semicolonna spezzata sul retro del personaggio. Ma forse no? Semplicemente un mito, una divinità personificata, come ci dice il recensore.
Tuttavia, solo riprendendo gli scavi potremo sapere, purchè si sappia leggere la verità custodita in quel sito, come del resto  in questa  straordinaria ceramica.
Io, in una prima lettura,  mi ero spinto  più avanti dell’amico Cottignoli, immaginando quel filosofo-maestro anche come un re, in carne ed ossa, troppo minuziosi e precisi i suoi lineamenti con quel profilo veritiero, che in gioventù armato prima della verga del pastore ,e poi di lancia come un giovane principe, aveva cercato invano di trattenere l’erote in fuga, (o non di guidarlo, ahimè!). Giovane ardimentoso che però non inseguiva per guerreggiare, anzi perché, da sempre, lo ricercava senza poterlo mai trattenere od afferrare, proprio come quando nell’aldilà egli morto tenta ancora di consacrarlo mentre fugge spiccando in volo … grande Douris, grande il pensiero che guida la mano dell’artista, ma anche la volontà del committente.
Anch’io all’inizio mi ero illuso che il maestro, re egli stesso, riuscisse nell’impresa, raggiungendo quanto desiderato, vincendo la morte attraverso l’Eros, ma mi ero però profondamente sbagliato, ingannando me stesso nell’illusoria convinzione che Eros e Ragione potessero rappresentare al fine  la stessa cosa.
Come oggi è del tutto illusorio pensare che Gonfienti possa risorgere dal pantano in cui giace".
GAC"

Noi ci illudiamo ancora di vederla in qualche modo nascere, e per questo combattiamo. 
Siamo proprio curiosi di leggere domani sui giornali le storie che in conferenza stampa si sarà inventato l'assessore Nesi nel gioco più frequentato dagli amministratori, ovvero dell'invenzione e manipolazione della realtà: in questo caso sugli scavi della città etrusca di Prato.

lunedì 17 gennaio 2011

Conferenza stampa su Gonfienti

Per domani, martedì 18 gennaio (ore 12, al palazzo della Provincia), l'assessore Nesi ha annunciato una conferenza stampa su Gonfienti.
Sembra che voglia fare il punto della situazione.
Ancora una volta una nostra azione - la presentazione del libro di due giorni fa, preceduta da una mega-inchiesta fatta da Il Tirreno giovedì scorso - ha messo in moto tutti i pruriti.
Almeno!

P.S. Alla presentazione del  libro Gonfienti storia di una battaglia organizzata dalla Circoscrizione Nord abbiamo  mostrato le ultime foto-scandalo della zona limitrofa agli scavi. Ne parlerà l'assessore?

Tanto per chiarire

Dunque quello che vogliono per Gonfienti è che noi ci stanchiamo.
Chi lo vuole? Provincia di Prato, Comune di Prato, Soprintendenza. Tutti uniti in amorevoli dissidi.
Ora è certo che gli scavi alla città etrusca non saranno ripresi, e che tutto è come avevo scritto.
Tra l'altro l'assessore Nesi aveva detto che ci avrebbe rimesso la faccia, aveva assicurato la 'svolta' con i 500 mila euri destinati alla ripresa degli scavi. E il sindaco Cenni? Quante vane promesse, quanto vuoto.
Che fine faranno i soldi, se non li possono spendere per gli scavi perché si trovano all'interno dell'Interporto, che è di proprietà di una società? E' questo il (finto) inghippo, abbiamo capito bene?
Ora diranno che non lo sapevano: dunque sono incompetenti?

Invece è necessario, proprio ora, non stancarsi, e piuttosto stancare chi, pensando che ci addormenteremo, ci riempie di parole.
Affinché noi, coloro che hanno a cuore un'altra città (e non solo Gonfienti!) non parliamo.
Ma noi parliamo e non siamo affatto stanchi.

Intanto sappiamo che l'Interporto è morto ancor prima di iniziare. Meno traffico di TIR su strada? Roba da ridere. Quindi cercheranno di continuare a fare affari. E solo quelli.
Il fatto è che la città antica proprio non la vogliono. Ce l'hanno in pancia, e la faranno pagar cara a questi poveri poveracci di pratesi che sono lancia in resta a combattere per i 4x4 sassi!

Ricordiamoci che Interporto è anche Comune di Prato, si chiama 'partecipata'.
E che le scelte che fa dipendono anche da noi.

Dunque, Primavera di Prato continuerà a vigilare, sperando che presto, come si intravede, la lotta per ciò che è nostro sarà ripresa più forte di prima.

m.e.

venerdì 14 gennaio 2011

Gonfienti e la censura

Questo è l'articolo frutto del sopralluogo di ieri.
Naturalmente la frase che 'all'assessore Nesi stia a cuore Gonfienti' non la credo certo opera di chi ha scritto l'articolo; e comunque non è vero. E' il risultato di un ritocco redazionale, un lifting verbale, un restyling di quelli che conosco bene (anch'io ho bazzicato i giornali...).  L'assessore Nesi non sta facendo proprio niente per la Gonfienti antica. Lo sanno tutti. Esattamente come tutti gli altri amministratori con le loro vane promesse. E soprattutto e tutti, non fa nulla la Soprintendenza.
La sostanza che ne viene fuori è solo questa: gli scavi non saranno ripresi, perché non devono esserlo.
Come dicevano i vecchi: il baco è più grosso della mela.
Un vera e propria vergogna.


Una discarica vicino agli Etruschi
Visita al futuro parco un anno dopo, le erbacce crescono e il degrado avanza.
I lavori dovevano iniziare 4 mesi fa Ancora non c’è neppure una strada decente per raggiungere gli scavi
MARIA LARDARA

 PRATO. A Prato c’è una civiltà sepolta che aspetta sia fatta giustizia. E invece, ci sono solo i tanti tir e camion che sfrecciano sullo sfondo dell’Interporto e ne coprono la visuale: il tesoro degli Etruschi, su cui il professor Giuseppe Centauro e l’associazione Camars spesero tanti di anni di studi e ricerche, è ormai circondato. Solo con un binocolo portato da casa, ieri mattina si potevano scorgere i resti dell’antica domus di 1400 metri quadri. Sembrava di stare alle porte di un lager, prigionieri del reticolato che, per motivi di sicurezza, fu installato a suo tempo dall’Interporto della Toscana Centrale. Altro che parco archeologico, il grande sogno del sindaco Roberto Cenni: il progetto dei parchi cittadini è il fiore all’occhiello dell’ultimo piano strutturale. Gonfienti sta a cuore soprattutto all’assessore alla Cultura della Provincia, Edoardo Nesi. E’ passato quasi un anno dalla firma del protocollo d’intesa fortemente voluto dalla Provincia, con l’adesione dei Comuni di Prato, Campi, Carmignano, Regione e Interporto per la ripresa degli scavi archeologici, con un cofinanziamento da 500mila euro (300mila della Regione e 200mila della Provincia). Settembre, data ipotizzata per l’inizio dei lavori, è passato da tempo.
Ma la città etrusca ancora non risorge dalle sue ceneri.
Nemmeno una strada dignitosa per arrivarci. Quella che s’imbocca da Villa Niccolini è disseminata di buche da safari. Tocca sterzare verso la pista ciclabile, con il rischio di travolgere qualche ciclista, per farsi un’idea di cos’è oggi il sito. Benvenuti a Gonfienti, anzi all’Interporto. Magari un cartello indicasse che lì dormono gli Etruschi. «L’ho chiesto ormai un anno fa al presidente della Circoscrizione Est», ricorda Maila Ermini, madre di tante battaglie per Gonfienti alle quali continua a dare voce nei suoi spettacoli e libri (“Storia di una battaglia” sarà presentato domani alla biblioteca di via Corridoni, alle 17). I suoi occhi si velano di tristezza quando ammette: «Una battaglia che mi avrà attirato in questi anni tante antipatie, ma non si può tacere di fronte a questo scempio, dopo tanti fiumi di parole spese per salvare il sito». Molto probabilmente oggi gli Etruschi si rivolterebbero nella tomba vedendo quella discarica a cielo aperto che campeggia alle spalle di Villa Niccolini, al confine con l’area recintata. Che la storia abiti da queste parti lo testimonia anche il lavatoio d’età settecentesca  mai finito di ristrutturare. Giusto per farsi un’idea della cinta muraria che costeggiava la città etrusca che si spingeva fino a Campi (venti ettari in tutto), bisogna sporgersi da un muretto pericolante: all’orizzonte, alcune tettoie pericolanti che servivano a proteggere i materiali all’epoca degli scavi, interrotti nel 2006. La città etrusca “bunkerizzata” è scollegata da tutto: in lontananza, riecheggia il viavai del traffico sulla la Perfetti-Ricasoli. Nel mezzo c’è un terreno agricolo con il tracciato di una stradina sepolta dalle erbacce: si capisce che da lì transitavano i tir per scaricare i materiali di restauro. Alla fine del 2009 il sito fu ripulito dal mucchio di erbacce e sterpaglie. Ora siamo punto e a capo e questo inverno piovigginoso non è certo un toccasana per i ruderi scoperti. «Non si possono fare piccole manutenzioni per poi abbandonare tutto - denuncia l’architetto Giuseppe Centauro -: di certo questo è il modo peggiore per pensare, in prospettiva, a un recupero complessivo dell’area. Il tempo passa e gli scavi non riprendono. Dovrebbe essere la Soprintendenza a fare da pungolo». (IL TIRRENO, cronaca di Prato).

giovedì 13 gennaio 2011

Orrore a Gonfienti

Stamani con Maria Lardara del Tirreno e il fotografo siamo andati a Gonfienti, al sito archeologico etrusco di Prato
Credo che scriverà Maria su quanto abbiamo visto (e io rivisto e rivisto, e tutto sempre peggio).

Spero domani le pubblichino l'articolo.

Solo voglio lasciare queste due foto, qui sotto, a ricordo di un abbandono totale e assoluto della città antica e dei suoi 'dintorni'.
Dietro la discarica si vede l'Interporto della Toscana Centrale, quello chiamato beffardamente 'Interporto etrusco' (che non funziona affatto come Interporto, ma come un 'macrolotto' qualsiasi); accanto, a pochi passi dalla discarica, sulla destra (ma nella foto non si vedono), si trovano i resti abbandonati della domus etrusca ormai sigillata dietro cancelli bunkerizzati e elettrificati. 'Lagerizzazione' e abbandono.
La strada che costeggia la 'zona etrusca' è quello che potete vedere. Abbandonata a tal punto affinché nessuno ci vada.
Sabato, chi verrà alla presentazione del libro Gonfienti, storia di una battaglia, alla Biblioteca della Circoscrizione Nord di Prato, vedrà e sentirà il resto.

(Che cosa si inventeranno ora, in coincidenza di questa presentazione? Ogni volta che vado con Gonfienti, gli amministratori mettono in moto " 'a muina').

Maila

lunedì 10 gennaio 2011

Una strada di campagna simbolo della città

Voglio parlare di una strada.
E' quella strada che costeggia proprio le Vanne, l'impianto fotovoltaico che stanno costruendo in questi giorni e di cui ho parlato in questo blog.
La strada in sostanza è di campagna, ma serve da collegamento fra due province, Prato e Pistoia; fra Prato e Quarrata e in qualche caso anche Poggio a Caiano, Seano; in sostanza è di collegamento fra l'uscita Prato Ovest e la statale 66 che collega Pistoia con Firenze.
Quando, più di dieci anni fa, Massimo Carlesi era presidente della Circoscrizione Prato Sud  gliene parlai, e lui mi disse che la strada, già allora molto traffi-affaticata  (e prima ancora che costruissero il casello di Prato Ovest), sarebbe presto tornata a essere strada di campagna, perché avrebbero costruito la variante (la  costruenda Tangenziale Ovest, ossia quella che ha distrutto le Pantanelle, tanto per capirci).
Oggi la situazione della strada di campagna è o-scena e pericolosissima. La percorrono anche TIR che  invece di andare all'Interporto (ma vedi un po', quest'Interporto etrusco non sarà  un vero e proprio bluff? non doveva eliminare il traffico del Tir in città?) vanno al Macrolotto di Iolo. Si vedono ogni tanto smarrirsi camionisti tedeschi o bulgari, che si fermano bloccando tutto, stupefatti su quale Italia abbiano imboccato.
La strada è trafficata come una superstrada, ma piena di buche e buia e stretta, e non si può percorrere né in bici né tantomeno a piedi; su un lato c'è il fosso senza protezione; dall'altra parte dossi e buche e altri disastri, fra cui i pochi pali della luce, quelli vicino alle case, sul procinto di cascare addosso a qualcuno.
E' una strada che  racconta molto sull'attuale e sulle precedenti amministrazioni di questa città.

Mentre l'impianto fotovoltaico cresce e si espande, simbolo di modernità e affari, la strada è ormai un dirupo, usata come una vecchia baldracca che nessuno più rispetta e cura. Così l'adiacente zona di Bigoli, un tempo  (fino a pochi anni fa io stessa ci camminavo e ora impraticabile) una zona bellissima piena di animali, in particolare uccelli che sostavano sul laghetto che ora hanno prosciugato.

(Ricordo che gli amministratori hanno speso soldi e soldi per fare Prato Incontra e i manifesti col 'refrain': "se vuoi bene alla città vivi il centro". Aggiungo: e abbandona o violenta tutto il resto, si può fare).

Baruffe pratesotte

Viene da sorridere leggendo le cronache pratesi in questi giorni. Il governo della città tremerebbe, critiche da parte dei 'finiani' che fanno la vocina grossa a imitazione di quanto accade a Rom(ett)a, le spade in alto della Lega a difendere il sindaco, i discorsi rituali del Centro Sinistra che fa finta di non essere mai stato al governo della città e si permette di sentenziare! E ancora con questa favola che Cenni sarebbe un sindaco 'civico'.

Ma davvero pensate che i pratesi lo credano?
In realtà, se il sindaco Cenni se ne andasse, chi se ne accorgerebbe?

Come il Romagnoli che lo ha preceduto, sfumato nel nulla dell'avvicendersi dei paria alle cariche politiche, esattamente come quello, non sappiamo veramente chi sia colui che si presume ci rappresenti. Cosa rappresenta poi se non ciò che non deve essere modificato?

Il gioco delle parti del potere è ormai incommentabile, prevedibile e scontato e quindi ogni altra aggiunta è superflua.

domenica 9 gennaio 2011

Di nuovo Gonfienti, storia di una battaglia

Sabato 15 gennaio, alle ore 17, presso la Biblioteca della Circoscrizione Nord di Prato (via Corridoni)  presentazione del libro Gonfienti, storia di una battaglia nell'ambito della rassegna "Autori a confronto".

Programma
Saluti: Presidente della Circoscrizione Nord Alberto Manzan
Coordina: Nicoletta Corsalini Presidente dell'associazione "Il Castello"
Presenta: Prof. Giuseppe Centauro Docente dell'Università di Firenze

martedì 4 gennaio 2011

Pubblichiamo questo articolo tratto dal sito della Regione Toscana: e allora, ci chiediamo, l'impianto fotovoltaico alle Vanne, a Prato, a due passi dall'Ombrone, quel capolavoro che stanno costruendo in un'area umida che umida non si può, E' REGOLARE?

"Ambiente e territorio- Approvata dalla Giunta su iniziativa di Bramerini, Marson, Salvadori

Impianti fotovoltaici, vietati in aree di pregio e Dop-Igp

La delibera specifica le linee guida nazionali del settembre scorso

Impianti fotovoltaici sì, ma evitando le distese di pannelli nelle aree di pregio in modo da tutelare il paesaggio. La Giunta regionale ha approvato la proposta di delibera che mette nero su bianco una prima individuazione delle zone dove sarà vietata l'installazione di impianti fotovoltaici a terra, in attuazione delle linee guida nazionali sulle rinnovabili emanate nello scorso settembre.

La delibera, firmata dai tre assessori all'ambiente e energia Anna Rita Bramerini, al governo del territorio Anna Marson e all'agricoltura Gianni Salvadori, principalmente pone un limite alla diffusione in area agricola di impianti fotovoltaici di grandi dimensioni (cioè quelli superiori ai 200 kw) favorendo gli impianti di piccola dimensione (da 5 kw a 20 kw) e media dimensione (da 20 kw a 200 kw), e privilegiando la funzione di integrazione del reddito agricolo.

Corpo centrale del documento una tabella, dove si fa un primo elenco delle aree non idonee al fotovoltaico distinte per potenza degli impianti e dimensione (da 5 a 20 kW, da 20 a 200 kW ed oltre 200 kW) e per tipologia. Ovvero: "siti inseriti nella lista del patrimonio mondiale dell'Unesco", tra cui spicca la Val D'Orcia; "aree e beni immobili di notevole interesse culturale", "aree e immobili vincolati", "zone all'interno di coni visivi e panoramici la cui immagine è storicizzata", "emergenze culturali e zone contigue a parchi archeologici e culturali", "aree naturali protette", "zone umide ai sensi della convenzione di Ramsar"; "aree Dop, Doc, Docg e Igp"; "aree classificate a rischio idraulico e geomorfologico e aree adibite a interventi di messa in sicurezza" e infine "zone vincolate in base all'art.142 del Codice dei beni culturali e del paesaggio", definendo caso per caso le eventuali eccezioni ammesse, per esempio quel le nelle aree già urbanizzate prive di valore culturale- paesaggistico, le aree degradate e i siti di ex attività estrattive e infine le attività connesse all'agricoltura purché le modalità di installazione abbiano il minor impatto possibile.

I criteri di inserimento degli impianti nella aree idonee saranno invece specificati in un atto successivo così come la individuazione delle aree non idonee per le altre tipologie di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili (eolico, biomasse, ecc.).
«Con questa proposta la Toscana si allinea agli indirizzi nazionali coniugando lo sviluppo del fotovoltaico con la valorizzazione del territorio rurale e della sua economia -- ha spiegato Bramerini -- Nei prossimi giorni si aprirà una ulteriore fase di lavoro in cui sarà fatta una rapida ricognizione presso Province e Comuni per raccogliere proposte di individuazione di ulteriori aree non idonee per il fotovol taico e per le altre energie rinnovabili».

«Con questa scelta -- afferma l'assessore Marson -- salvaguardiamo il paesaggio rurale e l'agricoltura, attività essenziale alla riproduzione del paesaggio stesso, indirizzando le installazioni di grandi impianti nelle aree già urbanizzate o degradate. Nelle prossime settimane, con atto successivo, specificheremo i criteri per l'inserimento nel paesaggio degli impianti fotovoltaici anche nelle aree idonee».

«Le produzioni di qualità dell'agricoltura toscana ed il suo paesaggio rurale – sottolinea l'assessore all'agricoltura Gianni Salvadori - sono il biglietto da visita della Toscana nel mondo, una delle maggiori attrattive del turismo nella nostra regione e una delle principali voci dell'export agroalimentare. Era del tutto logico e coerente con la politica di tutela e valorizzazione del territorio e delle produzioni agroalimentari di qualità andare nella direzione assunta con questa delibera. Incentiviamo l'uso delle energie alternative – conclude Salvadori – ma certamente queste devono essere compatibili con il nostro territorio e le sue produzioni di qualità»
Adesso la proposta passerà al Consiglio per la votazione permettendo, nelle prossime settimane, di avviare il confronto con gli enti locali"

Un invito per i 20 anni dei Celestini

 Per stasera, 21 dicembre, ore 20,45 alla Baracca.