Questa è la lettera che l'assessore Nesi ha scritto al governatore della Toscana Rossi. Viene da sorridere. E' una lettera 'impostata', di autopromozione, che cambia la realtà, oltre che mirante a salvarsi l'immagine. Quando i liceali del Cicognini di Prato invitarono me e lui a presentare i nostri rispettivi libri lo scorso maggio, il mio su Gonfienti, lui interruppe la mia presentazione e, da assessore alla cultura (quando invece era stato invitato come scrittore), volle dire la sua, ripetendo poi le solite cose: ovvero che lui aveva 'a cuore' la città etrusca. Allora non parlò di questo problema, dell'inghippo che c'era a Gonfienti, per cui i soldi per la ripresa degli scavi non si potevano utilizzare perché destinati a un'area privata, quella dell'Interporto, ancorché vincolata., l'area archeologica. Perché non lo disse? Non lo sapeva? Perché poi se ne andò senza aspettare la mia replica? Le sue, come quelle di TUTTI, Sinistra e Destra, sono parole al vento, pura strategia dell'immagine. De Propaganda. Ora chi ha permesso la costruzione e l'espansione dell'Interporto della Toscana Centrale, la Sinistra, accusa il Comune, dove comanda la Destra. Prima si faceva all'incontrario.
Denunciamo il Nesi e tutti quelli, di entrambi gli schieramenti, inclusa la Soprintendenza (nonostante le lacrime di coccodrillo mostrate a ogni piè sospinto) di - quanto meno - avere comportamenti ambigui, e di confondere le acque. Anzi di intorbidarle, e parecchio. Ricordo che sulla situazione della città etrusca di Gonfienti c'è una denuncia presentata ai Carabinieri nel giugno 2009, che ora sta ferma, chissà come mai, da qualche parte presso il Tribunale di Prato.
La città invisibile ha gli assessori invisibili e la politica di conseguenza. Citare Calvino è anche retorico e falso.
Maila Ermini
Caro governatore
venga a vedere Gonfienti
di EDOARDO NESI*
Caro Presidente Rossi, tra qualche tempo lei verrà in visita a Prato. Posso invitarla a venire con me a visitare una città invisibile? È la grande città etrusca di Gonfienti. Si estende per venti ettari, ed è invisibile perché è sottoterra. Tutto ciò che vedrebbe è un campaccio allagato, con l'erba alta e i capannoni degli spedizionieri tutt'intorno.
Solo sforzandosi, e con un po' di fortuna, riuscirebbe a scorgere le mura della grande casa di mille e quattrocento metri quadrati, di certo appartenuta a un gran dignitario dell'epoca.
È un segreto e una sconfitta, Gonfienti. È un tesoro e uno scherzo crudele. Più di duemila anni fa un´alluvione catastrofica coprì di fango la grande città etrusca, e la cancellò dalla storia. Riemerse solo a seguito dei lavori per la costruzione dell´Interporto della Toscana Centrale, nel 1995. Ben presto si capì che non andava riscritta solo la storia di Prato, ma tutta la storia dell´etruscologia. La soprintendenza appose immediatamente un vincolo all'area, che rimase di proprietà dell'Interporto, ma divenne indisponibile per qualsiasi uso industriale o persino agricolo. È un vincolo perpetuo, immodificabile. Una delle poche certezze di questi tempi insani, volgari.
Questa è una storia tutta pratese, Presidente. Solo da noi, infatti, un tesoro archeologico poteva trovarsi nel bel mezzo di un´importante zona industriale, e ad essa dover lasciare il passo. Per un po' si scavò a Gonfienti, e a spese dell´Interporto, ma poi finirono i soldi e gli scavi si fermarono. E fermi rimasero. Per anni.
La Provincia di Prato, grazie alla ferma volontà del Presidente Lamberto Gestri, è riuscita a stanziare 200.000 euro, e la Regione ne ha aggiunti altri 300.000 per finanziare un progetto di ripresa degli scavi redatto dalla Sovrintendenza. Un'équipe di professori della Scuola Sant'Anna di Pisa sta lavorando per far diventare Gonfienti un esempio europeo di valorizzazione economica dell'archeologia attraverso la multimedialità. Noi non crediamo che con la cultura non si mangi. Siamo convinti del contrario.
La legge, però, non consente di utilizzare denaro pubblico su terreni privati. Occorre che i terreni siano concessi in comodato cinquantennale a un ente pubblico. Se l'Interporto non concede alla Provincia di Prato un comodato d´uso sulle aree vincolate - lo stesso Interporto che nella precedente gestione aveva finanziato gli scavi - non sarà possibile riprendere gli scavi. E l'Interporto, incredibilmente, ci ha detto di no. Il Comune di Prato, che detiene col 45,47 per cento la maggioranza delle azioni dell'Interporto, non interviene. Il Sindaco Cenni ci ha parlato di un futuro progetto di valorizzazione dell´area archeologica. Sostiene, incredibilmente, che sarebbe ostacolato dalla concessione di un comodato col quale avremmo finanziato l'unica attività che la legge consente si possa svolgere su quei terreni: gli scavi archeologici.
Vedere Gonfienti fa male al cuore, Presidente. Al mio e a quello di tanti cittadini pratesi riuniti in associazioni e comitati che da tanti anni si battono per la ripresa degli scavi. Fa male alla città. Fa male alla politica. Abbiamo bisogno del suo aiuto. Senza la concessione del comodato, Gonfienti continuerà a essere la disgrazia che è oggi, e, senza una rapida ripresa degli scavi, la soprintendenza sarà costretta per ovvie esigenze di conservazione a far ricoprire di terra anche il poco che dalla terra fu faticosamente estratto, anni fa. Riesce a immaginare una sconfitta più grande per la mia città?
Vede, Presidente, mentre Gonfienti viveva il suo periodo di massimo splendore, tra il Sesto e il Quinto Secolo a.C., ad Atene vivevano Pericle, Socrate e Platone. A Sparta regnava Leonida e in Persia imperava Serse. Nelle immense campagne indiane camminava il Gautama Buddha, e nella Cina a noi così vicina insegnava dottrina Confucio. È la nostra storia, che teniamo sepolta sottoterra. Siamo figli di uno splendido passato che ignoriamo, e davvero non c'è nulla di peggio. Verrà con me a visitare la nostra città invisibile?
*Assessore alla cultura della Provincia di Prato
Solo sforzandosi, e con un po' di fortuna, riuscirebbe a scorgere le mura della grande casa di mille e quattrocento metri quadrati, di certo appartenuta a un gran dignitario dell'epoca.
È un segreto e una sconfitta, Gonfienti. È un tesoro e uno scherzo crudele. Più di duemila anni fa un´alluvione catastrofica coprì di fango la grande città etrusca, e la cancellò dalla storia. Riemerse solo a seguito dei lavori per la costruzione dell´Interporto della Toscana Centrale, nel 1995. Ben presto si capì che non andava riscritta solo la storia di Prato, ma tutta la storia dell´etruscologia. La soprintendenza appose immediatamente un vincolo all'area, che rimase di proprietà dell'Interporto, ma divenne indisponibile per qualsiasi uso industriale o persino agricolo. È un vincolo perpetuo, immodificabile. Una delle poche certezze di questi tempi insani, volgari.
Questa è una storia tutta pratese, Presidente. Solo da noi, infatti, un tesoro archeologico poteva trovarsi nel bel mezzo di un´importante zona industriale, e ad essa dover lasciare il passo. Per un po' si scavò a Gonfienti, e a spese dell´Interporto, ma poi finirono i soldi e gli scavi si fermarono. E fermi rimasero. Per anni.
La Provincia di Prato, grazie alla ferma volontà del Presidente Lamberto Gestri, è riuscita a stanziare 200.000 euro, e la Regione ne ha aggiunti altri 300.000 per finanziare un progetto di ripresa degli scavi redatto dalla Sovrintendenza. Un'équipe di professori della Scuola Sant'Anna di Pisa sta lavorando per far diventare Gonfienti un esempio europeo di valorizzazione economica dell'archeologia attraverso la multimedialità. Noi non crediamo che con la cultura non si mangi. Siamo convinti del contrario.
La legge, però, non consente di utilizzare denaro pubblico su terreni privati. Occorre che i terreni siano concessi in comodato cinquantennale a un ente pubblico. Se l'Interporto non concede alla Provincia di Prato un comodato d´uso sulle aree vincolate - lo stesso Interporto che nella precedente gestione aveva finanziato gli scavi - non sarà possibile riprendere gli scavi. E l'Interporto, incredibilmente, ci ha detto di no. Il Comune di Prato, che detiene col 45,47 per cento la maggioranza delle azioni dell'Interporto, non interviene. Il Sindaco Cenni ci ha parlato di un futuro progetto di valorizzazione dell´area archeologica. Sostiene, incredibilmente, che sarebbe ostacolato dalla concessione di un comodato col quale avremmo finanziato l'unica attività che la legge consente si possa svolgere su quei terreni: gli scavi archeologici.
Vedere Gonfienti fa male al cuore, Presidente. Al mio e a quello di tanti cittadini pratesi riuniti in associazioni e comitati che da tanti anni si battono per la ripresa degli scavi. Fa male alla città. Fa male alla politica. Abbiamo bisogno del suo aiuto. Senza la concessione del comodato, Gonfienti continuerà a essere la disgrazia che è oggi, e, senza una rapida ripresa degli scavi, la soprintendenza sarà costretta per ovvie esigenze di conservazione a far ricoprire di terra anche il poco che dalla terra fu faticosamente estratto, anni fa. Riesce a immaginare una sconfitta più grande per la mia città?
Vede, Presidente, mentre Gonfienti viveva il suo periodo di massimo splendore, tra il Sesto e il Quinto Secolo a.C., ad Atene vivevano Pericle, Socrate e Platone. A Sparta regnava Leonida e in Persia imperava Serse. Nelle immense campagne indiane camminava il Gautama Buddha, e nella Cina a noi così vicina insegnava dottrina Confucio. È la nostra storia, che teniamo sepolta sottoterra. Siamo figli di uno splendido passato che ignoriamo, e davvero non c'è nulla di peggio. Verrà con me a visitare la nostra città invisibile?
*Assessore alla cultura della Provincia di Prato
(29 gennaio 2011)