lunedì 31 ottobre 2011

Morte di Sipario Aperto, ovvero altri passi verso la dittatura culturale in Toscana

Nel nuovo piano della cultura della Regione Toscana è preannunciata, anzi quasi del tutto certa, la morte di “Sipario Aperto”, il circuito dei piccoli teatri della Toscana.
Che cosa significa, cosa comporta?

Innanzi tutto contribuisce a far morire la cultura dal basso. “Sipario Aperto” è  stato un tentativo, non sempre riuscito ma a volte sì, di costituire un circuito alternativo a quelli ‘alti’.
Ora, scomparendo Sipario Aperto, cosa succede?

Succede che come circuito regionale -almeno a quanto sappiamo- , rimane solo La Fondazione Toscana Spettacolo, che decide, a suo insindacabile giudizio, quali compagnie e quali gruppi far entrare nel circuito; quali enti sostenere e quali no; quali teatri gestire e quali no. 
Per esempio a Prato già vediamo che la Fondazione sostiene le produzioni ragazzi del teatro Metastasio, quest'anno con la nuova gestione della  pratese Magnolfi a capo della Fondazione, ex-senatrice PD, con un chiaro fine politico se si pensa chi gestisce quel settore nell'ambito del teatro, in evidente contrasto con la giunta di Centro Destra.
Noi sospettiamo che in Toscana come anche altrove si voglia distruggere del tutto la cultura indipendente, accentuando quell’aspetto che è ben visibile, ovvero la cultura intesa solo come serva della politica partitica.
Il  pubblico, se a qualcuno gliene importa se non in termini numerici,  vedrà ancora di più gli stessi spettacoli e gli stessi personaggi sempre più televisivi, con il rischio, dato che l'obbiettivo è quello riempire i teatri per giustificare la propria esistenza ed emarginare gli indipendenti e la cultura libera, che avremo un teatro regionale sempre più stereotipato, mitologico, 'cassettaro'.
Oltre al colpo al cuore all’indipendenza della cultura, è un duro colpo al nostro lavoro, che tanto dicono di voler difendere: invece di migliorare e potenziare il suo funzionamento, Sipario Aperto viene affossato, anzi, chiuso.

Teatro La Baracca

(Scusate se abbiamo ancora l'ardire di parlare e di pensare con la nostra testa e se non siamo su twitter)

Di seguito una presentazione di Sipario Aperto, almeno che si capisca cos'era e quali erano le sue finalità.

"Il progetto "sipario aperto" ha come obiettivo primario la costituzione di un circuito regionale di piccoli teatri al fine di coordinarne le attività nell'ambito del territorio regionale. Grazie a questo progetto molti piccoli teatri hanno conquistato un ruolo di primaria importanza tanto da divenire veri e propri centri sistema per le arti dello spettacolo, nei quali le programmazioni ordinarie si inseriscono in un progetto organico che comprende anche un'intensa attività produttiva, educativa e promozionale.
Molti teatri, grazie ad importanti interventi finanziari, anche regionali, hanno nuovamente conquistato la loro primaria funzione riaffacciandosi nel panorama teatrale toscano. Inoltre altri piccoli spazi per lo spettacolo hanno trovato, nell'ambito del progetto, una loro importante funzione diventando luoghi di attività specifiche con forti connotazioni didattiche e formative anche in stretto rapporto con le esigenze dei gruppi produttivi locali, del mondo della scuola dell'associazionismo culturale.Avviato nel 1999, con una prima stagione teatrale sperimentale che coinvolgeva 29 teatri, il circuito regionale di "Sipario Aperto" conta oggi 94 piccoli teatri. La crescita delle adesioni e la varietà e la diversificazione degli spazi teatrali aderenti al circuito è la dimostrazione della ricchezza e vivacità del territorio toscano nei confronti delle attività di spettacolo." (Lanfranco Binni)

domenica 30 ottobre 2011

Assessore Nesi? Assente!


All'assessore Nesi chiediamo: di essere meno presenzialista negli studi televisivi, alle Leopolde, eccetera; di occuparsi di più del territorio che è stato chiamato ad amministrare; di pensare di più insomma delle somme, a fare l'assessore.
Credo che il Centro Sinistra dovrebbe tirare le orecchie a questo personaggio pubblico, che dimostra di essere in sella solo per fare gli affari suoi. (Tutti dicono che non fa l'assessore, ma nessuno ha il coraggio di dirlo. Gente, vi mancano le palle!).
Il fatto che sia stato applaudittissimo è da discutere: venti secondi di applausi non sono affatto tanti.

"L'INTERVENTO DI EDOARDO NESI
''Caro Matteo, ora tocca a te: dillo che ai posti di governo deve andare chi abbia moralita' e soprattutto una volta
tanto competenze specifiche; dillo che non e' vero che le vite dei nostri figli saranno peggiori delle nostre, perche' faremo in modo che non sia cosi'. E diglielo ai nostri figli che non devono spuntare i loro sogni per rassegnarsi a
una maledetta vita precaria, sotto una cappa nera di pessimismo. Vai sicuro Matteo, tanto sara' difficile far peggio di chi ti ha preceduto. Forza e coraggio, ciao''. Questo l'apprezzatissimo passaggio finale (oltre 20 secondi di
applausi) dell'intervento alla Leopolda dello scrittore vincitore del premio Strega 2011, Edoardo Nesi.
''Noi siamo venuti a portarti la cosa piu' preziosa che abbiamo, la speranza - ha detto - siamo venuti a farti una fervida, accorata richiesta. Venendo qua abbiamo fatto tutto cio' che potevamo fare; ora tocca a te raccogliere nelle mani tutta questa speranza, questa disponibilita', questa apertura di credito. La sfida e' gigantesca e non possiamo permetterci di perderla :in palio c'e' tutto, c'e' l'italia, c'e' il futuro dei nostri figli''. Lo scrittore ha spiegato che i 'leopoldini' non sono venuti al Big Bang ''ad obbedire a un capo, perche' non siamo i soldati di nessuno. Non ci garba ubbidire, preferiamo pensare con la nostra testa; per fortuna sono finiti i tempi in cui erano le ideologie a decidere cosa pensare. Il mondo non e' piu' affrontabile con un pensiero solo riassumibile con un slogan solo, bambinesco, che so, Forza Italia; e' infinitamente piu' complesso di prima. E' un grandissimo casino, Matteo, ed hai fatto bene a chiederci lumi. Ci hai chiesto che avremmo fatto se fossimo diventati di colpo presidenti del consiglio; ma noi nell'ultimo anno abbiamo potuto solo vergognarci del presidente del consiglio. Siamo venuti e abbiamo proposto le nostre ricette, e nessuno s'e' arrabbiato, perche' qui - ha aggiunto - non c'e' nemmeno una stilla d'odio''."

venerdì 28 ottobre 2011

No al semplifichese di Renzi

Noi siamo di quelli che non andranno alla Stazione Leopolda.
Noi siamo di quelli che pensiamo che Matteo Renzi sia il vero erede di Berlusconi.
Noi siamo quelli che non credono che tutta quella organizzazione teatral-cinematografica che hanno messo su non sia solo frutto dei donatori e che non bastino 60 mila (solo l'impianto audio-luci costa più di 20 mila euro!)
Noi siamo quelli che aborrono il modo di parlare di Renzi, il semplifichese.
Noi siamo quelli che pensiamo che sia un furbo, un vero furbetto e non lo voteremo mai.
Temiamo le adunanze, non ci piacciono le folle - se non in casi rarissimi - , non ci piacciono le pecore.
Quelli che ci vanno e che seguono questo signorino sono pecore arrampicatrici: sappiamo che ci sarà la pecora Baricca, la pecora Albertina Severa, e tanti pecorelli e pecorelle arrampicatrici.

Poemetti carbonari

E' il titolo del nuovo blog, dove metterò ogni tanto alcune mie poesie. Intanto tutte quelle che ho trascritto su Primavera di prato. Il collegamento è a fianco.
Ciao.
me

Sokkorso dai fratelli muratori

C'è una questioncina che darà filo da torcere all'amministrazione di Cenni: il viadotto del Soccorso a Prato.
Hanno messo la volpe Taita a gestire il tutto, vogliono far passare il viadotto e non l'interramento come vuole il  comitato (e come aveva promesso lo stesso Cenni). Come vuole la maggioranza dei pratesi e il senso comune.
Però la volpe Taita ha i suoi amici che sanno di muratura, oh, fratelli muratori!, e li chiama quando v'è necessità.


"Spinelli promuove il viadotto   
Incontro in circoscrizione sul Soccorso: «Meglio della trincea scoperta»
Il presidente dell’Ordine degli Ingegneri: «Concorso di idee. Il progetto non resti appannaggio unico dell’ufficio tecnico.»
PRATO. Piuttosto di una scavo in trincea senza copertura «una cesura definitiva e insuperabile nella città», meglio un viadotto «fatto bene e bello da vedere». Parola di Paolo Spinelli, presidente dell’ordine degli ingegneri, docente all’università, uno di maggiori esperti italiani nella realizzazione di infrastrutture (tra le quali la tramvia di Firenze), invitato ieri pomeriggio dal presidente della circoscrizione Centro Massimo Taiti, a parlare, dal punto di vista tecnico, del raddoppio della Declassata al Soccorso. «Un parere pro veritate - ha spiegato ai consiglieri e agli esponenti del comitato del Soccorso, tra cui il presidente Filippo Bonanni, presenti alla riunione - di un esperto “terzo” che ci faccia capire costi e benefici delle alternative possibili». Esplicito Spinelli seccondo il quale, la soluzione migliore resta quella dell’interramento del tratto con galleria artificiale (trincea coperta dall’inizio alla fine con la predisposizione degli apparati di areazione e per lo smaltimento di CO2) o con la scavo di un tunnel. «Tutto si può fare - ha detto - ma ciò che fa la differenza sono i fondi a disposizione». E il Comune ne ha pochi: 16 milioni promessi dal governo nell’accordo sulla legge quadro per le grandi infrastrutture e un altro pacchetto di milioni - circa sette - dagli extraoneri dell’intervento Esselunga a Pratilia. Quando si farà. Denaro virtuale, per il momento.
 Secondo Spinelli che ha precisato che il calcolo dei costi «è una questione complessa» e nella quale l’ordine degli ingegneri che ha redatto gratuitamente - «per fare un servizio alla città» ha detto - tre ipotesi progettuali nel maggio scorso è entrato ma non nel dettaglio, il viadotto potrebbe avere necessità di un investimenti di circa 16 milioni (non i 20 ipotizzati dall’ufficio tecnico), quasi il doppio la trincea coperta: tra i 28 e i 30 milioni, molto di più il tunnel. «La cui realizzazione però, a causa di gore e falda - ha precisato l’ingenere - creerebbe davvero qualche problema». Restano dunque viadotto, progetto che continua ad essere avversato dal comitato, e la trincea coperta, fuori budget. Ferma la posizione di Bonanni: «Investire il denaro nell’interramento anche con uno scavo in trincea - ha detto - è comunque prodromico a una copertura successiva». Idea che però ha lasciato perplesso il professionista. Che ha anche lanciato un messaggio chiaro e forte sulla necessità «che un’opera di questo genere non venga decisa con la fretta e soprattutto che la scelta progettuale non resti appannaggio unico dei pur bravissimi professionisti dell’ufficio tecnico del Comune». Spinelli ha promosso un concorso di idee: «Non è troppo tardi - ha concluso - se la scelta è già caduta sul viadotto che partecipino in tanti, anche gli ordini professionali della città, a capire quale possa essere quello migliore». (Cri.Or. Il Tirreno di oggi)

Morte di Sipario Aperto, il circuito dei piccoli teatri della Toscana.

E’ ufficioso, forse già ufficiale e con sciabola e cappello.
Il Circuito dei Piccoli Teatri della Toscana è morto. Quello nato per far viver gli spazi alternativi, la cultura ‘piccola’,  quella dal basso. Bla bla bla.

Il Teatro La Baracca è stato uno dei pochi teatri che è riuscito a realizzare in pieno il programma del circuito. Che anzi, lo sta facendo. Bla bla bla.

Tre anni fa dicemmo no ai finanziamenti, perché ce ne davano così pochi, che preferimmo rinunciare. Le autorità ci tennero il muso lungo per un po’. Bla.

Già allora si sentiva che il circuito sarebbe stato ammazzato. Bla!

Negli ultimi due anni hanno dato di più e quindi abbiamo approfittato, sapendo che sarebbero stati gli ultimiiii.

Naturalmente per noi della Baracca, nella sostanza cambia poco perché quasi tutti i soldi vanno alle compagnie da fuori. Bla blì.

Fino a tre anni fa gli artisti che venivano da fuori praticamente li pagavamo di tasca nostra, e così probabilmente continueremo a farlo nel futuro. Uro.

Tra pochi giorni la Regione, dopo aver lasciato la cultura dal basso in basso,  emetterà il nuovo piano inclinato della cultura, e ci dirà di che colore ci dobbiamo vestire.

Il nostro vestito sarà comunque il 'nudo a baco'.

E pensare che meno di un anno fa dissero, giurarono, lassù, in alto: “No, Sipario Aperto non morirà”.

E' lì che fu chiaro che il circuitino sarebbe morto, nella speranza forse di far morire anche altro. Blu blu.

Come faremo? 
Come Pinocchio, pianteremo i pochi soldi rimasti sotto l'albero, nella speranza che raddoppino; oppure, prima che parta il fanculo, ripeteremo le sagge parole che una signora romana mi insegnò ai tempi della mia romanità: “A’ Ma’: se chiude ‘na porta? Se apre un portone!”.



Arrabbiata?

Io non mi arrabbio mai
faccio solo finta
ho un set di denti finti
da dracula

li mostro alla fiera

abbaio
da vera cagna
dietro la selvaggina

ululo alla luna
uuuhhh

e poi divento orsa
orsa maggiore

mi rotolo
per togliermi lo sporco
quello che mi mettete addosso
per togliermi il prurito.

Dentro di me
non mi arrabbio mai

nel fondo
piccolino

ho il mio localino
non pago affitto

serena mi distendo

è a quel punto
che -però - posso picchiare

è in quel momento
che -però - ti devi allontanare

mercoledì 26 ottobre 2011

Teatro, cinema, arte, tutto senza fantasia: ma nessuno ha il coraggio di parlare (forse qualcuno sì?)

Nessuno ha il coraggio di parlare. Al massimo ciaccolano. Parlano male, spettegolano. Fanno 'gossip'. E' questa la cultura che sanno organizzare.
Nei teatri pagati con i nostri soldi, a fare classici, con nomi famosi, recitano bambini e ragazzine insignificanti o che ancora devono andare a scuola. E tutti vanno a vedere! Oppure compagnie raccomandate o 'amiche'.
Gli assessori alla cultura sono a Vienna vestiti da Strega a parlare dei  propri premi mentre la cultura e il 'sistema' crolla. Gli artisti lecchini applaudono nella vana speranza che cada qualche briciola dal ricco banchetto. Saranno trattati a calci nel sedere.
Organizzatori sinistri, presuntuosi vuoti e tronfi, giovani e vecchi, vivacchiano nella speranza di tempi migliori, pronti a pugnalare al momento opportuno. Tutti raccomandati, anche da fuori Regione.
Sipario Aperto, il circuito dei teatri regionale che doveva essere alternativo, che qualcosa era riuscito a far vivere, lo stanno per affossare.
Noi non moriremo, tuttavia, anche se siamo poverissimi;  e se moriremo, non consolatevi, sarà solo insieme a voi.

Intanto un nostro fedele lettore ci invia questo link (grazie!), un articolo del Corriere della Sera: "Se il teatro senza fantasia punta sempre su Shakespeare" e aggiunge: bisognerebbe scrivere a sto' Cordelli di andare alla Baracca. Caro amico: a parte il pubblico, dinosauri cornacchie e struzzi non li abbiamo mai visti alla Baracca.
http://www.corriere.it/cultura/11_ottobre_25/cordelli-teatro-senza-fantasia%20_94e5ccfc-feee-11e0-b55a-a662e85c

Le archeopatacche del Presidente della Gran Toscana Enrico Rossi

Per chi ha ancora qualche illusione su cosa ne faranno di Gonfienti, in particolare su quello che ne farà Enrico Rossi, si veda dello scempio fatto a San Casciano (a Firenze) con i soldi della Laika, ovvero spostare il sito archeologico, sì letteralmente spostare il sito archeologico da un'altra parte con il bene placito della Soprintendenza!, per dare questo santo benedetto lavoro a un tot numero di gente, dice lui, ma in realtà per intascare i soldi della balla-laika.
In una recente intervista il presidente ha detto che lui è per il paesaggio, e per questo lo tutela con i capannoni, che meglio delle villette oppure con qualche roba da turismo invasivo.
Leggete, e capite di che sinistra sostanza son fatti questi nostri am-minestratori.
http://archeopatacca.blogspot.com/

martedì 25 ottobre 2011

Pratomese cartaceo non morirà

L’incontro fra l’assessore al Turismo della Provincia di Prato, Antonio Napolitano, e la sottoscritta ha sortito un risultato positivo, ovvero che Pratomese cartaceo continuerà a essere disponibile per la cittadinanza.
L’assessore ha dichiarato che la pubblicazione cartacea sarà ripresa, seppure in versione più economica, dato che non sono più disponibili finanziamenti dopo la soppressione delle aziende di promozione turistica (APT).
L’assessore aveva già incontrato altri che si erano fatti promotori della stessa protesta, come Sauro Lascialfari di Rotelle Attive.
Ho spiegato che Pratomese cartaceo è fondamentale non solo per chi ancora non usa Internet, ma anche per i turisti e molti giovani che, pur essendo internauti, ugualmente ne usufruiscono.
Ma, soprattutto, e su questo punto anche l’assessore condivide, la grande diffusione di Pratomese cartaceo è uno strumento fondamentale per chi la cultura la fa ‘dal basso’, quella spontanea che ha poca voce e non è costruita o sostenuta ‘dall’alto’, perché finora chi ha redatto Pratomese non ha mai fatto distinzione fra  ‘figli e figliastri’.
Dunque la nostra è anche una battaglia culturale. Sono contenta che una volta tanto la politica sappia rispondere alle istanze della cittadinanza.
Pratomese cartaceo avrà dunque un’altra veste, più semplice sicuramente; l’assessore e gli uffici competenti  studieranno la forma più appropriata ed economica.
Personalmente ho dato la mia disponibilità a collaborare, nel caso fosse necessario.
La raccolta delle firme tuttavia continua, e si pregano tutti coloro che vogliono contribuire a quest’azione di civiltà, di lasciare la propria firma nelle librerie di Prato o presso altri che le raccolgono, (potete mandare un messaggio anche a labaracca@tin.it), perché vogliamo dimostrare che, com’è vero, siamo tanti, e anche giovani.

Maila Ermini, Teatro La Baracca

lunedì 24 ottobre 2011

Teatro di sangue

E' tempo d'uccidere.

Non perdere tempo.
Ammazza.

Questa qua è la città ideale
La tua, la mia.

A questo punto siamo arrivati
così
t'ammazzo per niente
o per molto di più
fa lo stesso.

E' tempo di uccidere
di fare la guerra
non si va nel sottile

Scassare
corpi
vetrine

scassare
vite.

Di te mi importa quel tanto
che ti posso ammazzare.

Che vita sarebbe
senza tutto questo
sangue

questa cronaca
di morte

questi video
di morte

barbari

là, qua

non c'è differenza

un re
un rais
un poveraccio

non si fa più distinzione

assassinii di massa
assassinii democratici
assassinii globali

A chi toccherà domani?

E noi seduti a guardare
questo teatro del sangue

spettatori di sangue

non serve più il teatro
non serve più il cinema
non serve più nulla
tutto questo è da buttare

davanti a noi
lo spettacolo di sangue
è gratis
è gratis

abbiamo un futuro gratis

a chi tocca domani?

E tu, e tu
sei disposto a farti ammazzare

sei disposto a questo spettacolo?

non dire di no

tanto prima o poi

ti tocca.

Ammazza ammazza

è teatro di sangue

La Chisciotta e Sancio Panza operaio, dopo il debutto

Sabato abbiamo debuttato con La Chisciotta e Sancio Panza operaio.
Pensavamo di non riuscire a debuttare, e di rimandare ancora, il testo è complesso, perché non ha unità di tempo e luogo. E invece sono stati due giorni di bella soddisfazione.
Stamani una signora del pubblico mi ha mandato una lettera, la pubblico qui.
Ogni tanto tanto, fra tanto veleno e finta indifferenza, arriva un po' di miele:


Gentile Maila,
ieri ho visto il suo spettacolo, La Chisciotta e Sancio Panza operaio.
Volevo dirle che il testo è molto bello.
Lei chiedeva perché non abbiamo applaudito al termine del primo tempo, io dico perché eravamo emozionati.
Lo spettacolo è toccante, e oltre che sorridere, fa riflettere sulla nostra modernità.
Io vado in giro a vedere spettacoli, e non è facile vedere opere così significative e recitate bene.
In poco spazio avete dato l’idea di un mondo.
Ringrazio lei e il suo collega  (Gianfelice D’Accolti).

Giuliana Allegri

domenica 23 ottobre 2011

Concubini a Radio Città Aperta

Dopo il bellissimo debutto di ieri de La Chisciotta e Sancio Panza operaio, che replicheremo oggi pomeriggio e sabato 5 e 6 novembre, stamani un altro appuntamento: parlerò a Radio Città Aperta (88.9 oppure http://www.radiocittaperta.it, ore 11,30), dei concubini di Prato.
Bella giornata a tutti.
me

giovedì 20 ottobre 2011

Ballata del black bloc ovvero della prima fine del mondo

Oh, io sono un black bloc
Mi vesto di incazzato nero
Ecco il vestito più vero
Posso essere un infiltrato
Figlio di un agente compagno di reato
Posso essere un pargolo bene educato
Smarrito dal babbo e dalla mamma in ufficio
Posso essere una bambina
Che andava a scuola bellina
Ma ora non più il gioco si fa serio

Oh,  ci vestiamo di scuro
Siamo incazzati neri
Perché ci hanno rubato il futuro
I debiti ce li abbiamo sulla testa
E pesano come macigni
Dobbiamo pagare per loro
Siamo senza futuro!

Quelli che hanno preso
I ragazzi la faranno per noi
Così è stato così è sempre
Non si punisce il reato

Ritorneremo la prossima volta
Sfasceremo le vetrine
Le macchine le cantine
Sfasceremo la città.
Da New York ad Atene
Ecco i nuovi moti
Le nuove sirene

Le banche non son più luoghi sicuri
e i tuoi soldi triturati in
in siti oscuri.

Il presidente archeologo

Ecco la vera faccia del presidente Rossi. Sposta i quattro sassi romani ritrovati a San Casciano a Firenze per far contenti tutti.
Lo fa anche perché Repubblica, il quotidiano, ha dato risalto alla notizia e allora...
Più che tutelare il patrimonio comune, Rossi tutela gli interessi della Laika, camuffandolo con la retorica del lavoro. Vedremo se questi signori daranno lavoro a tante famiglie; intanto incassano i 3,4 milioni di euro di sostegno.
Invece a Gonfienti non si  fa nemmeno questo. Non si  valorizza  il piccolo sito rimasto e tutto finisce nella putredine. Anzi, Rossi non ha mai risposto alla mia lettera che in febbraio la stessa Repubblica pubblicò.
(Oh, però ora non mi punite con negarmi il lavoro; lo state già facendo da tempo, per il semplice fatto che dico come stanno le cose...Ah, la libertà è qualcosa se si sente nell'aria...).


FIRENZE. E' in dirittura d'arrivo il progetto per la tutela e la valorizzazione delle strutture archeologiche di epoca etrusca e romana rinvenute a Ponterotto, nel Comune di San Casciano (Firenze), dove dovrebbe sorgere il nuovo stabilimento della Laika. Una nota spiega che è pronto il protocollo di intesa (la firma avverrà la prossima settimana) per la ricollocazione, il restauro dei reperti e l'allestimento dell'area archeologica. 

L'intesa disciplinerà i rapporti tra la Regione Toscana, il Ministero per i beni e le attività culturali, la Soprintendenza per i beni archeologici della Toscana, il Comune di San Casciano e la Laika Caravans spa. L'accordo consentirà all'azienda di riprendere i lavori per la realizzazione del nuovo stabilimento. «Con questo atto - spiega il presidente della Regione Enrico Rossi - diamo soluzione positiva a un problema che ha suscitato nel tempo discussioni più che legittime e anche qualche polemica. Tutti gli enti interessati concordano con una soluzione che da una parte tutela rigorosamente e rende fruibile un bene culturale, e dall'altra assicura allo stesso territorio l'opportunità di continuare a beneficiare di una attività produttiva estremamente importante per l'economia e l'occupazione». Secondo Rossi «compito degli enti statali è quello di tutelare i beni archeologici. Li ringrazio per averlo fatto al massimo livello possibile nel nostro paese», mentre la Regione, aggiunge, «ha compiti di valorizzazione e non intende sottrarsi a questa responsabilità, nè vanificare un intervento produttivo che ha sostenuto con 3,4 milioni di euro e che dà lavoro a circa 300 persone». Il governatore spiega che «la scelta del terreno sui cui edificare il nuovo stabilimento spettava al Comune, è stata presa legittimamente e non si torna indietro. Il nuovo stabilimento nasce su terreni acquistati a prezzo industriale e vincolati a questo uso per 40 anni. Anche lo stabilimento vecchio manterrà questa destinazione». Secondo Rossi «sarebbe stato un errore non prendere questa decisione».
19 ottobre 2011

Paura dei moti

Marchionne ha detto che 'protestare non serve a niente'.
A lui non serve, no. Tutti sudditi e buoni, ecco il perfetto esempio del cittadino che compra la macchina nuova.
Hanno paura dei moti.
E questa volta non è uno scherzo, questa volta i moti sono seri.
Servirà la repressione, o avrà effetto contrario?

Intanto è un segno che il Siulp, il sindacato di Polizia di sinistra, si sia affacciato sulle piazze a protestare.
Il sindacato che ha smilitarizzato la polizia, diversi anni fa, che dette una ventata di democraticità ai poliziotti.
Era tanto tempo che non si vedevano, li avevano messi in un angolo, repressi dai repressori.
Un buon segno.

Buon compleanno, me.

martedì 18 ottobre 2011

La Chisciotta e Sancio Panza operaio

Certo non potevo immaginare che questo debutto al Teatro La Baracca coincidesse con la dichiarazione di fallimento della casa di moda Sasch, azienda di famiglia del sindaco di Prato, Roberto Cenni. 
Chissà che il primo cittadino non decida di venire a vedere cosa succede: il teatro viene spesso a proposito, ed è illuminante.

Sabato 22 e domenica 23 ottobre 2011
Sabato 5 e domenica 6 novembre 2011
al Teatro La Baracca di Prato
prima nazionale














La Chisciotta e
Sancio Panza operaio
Una pazzia moderna

scritto e  interpretato da
Maila Ermini
con
Gianfelice D’Accolti

L'asina è opera di Emiliano Corrado

Una padrona, proprietaria di fabbrica in fallimento, decide di seguire le orme del suo personaggio letterario preferito, e diventa La Chisciotta.  Di tutti gli operai messi in cassa integrazione e poi licenziati da lei stessa, solo uno accetta di diventare Sancio e di seguirla nella costruzione di un mondo migliore attraverso un  imprevedibile viaggio. Li accompagna l’asina Margherita, testimone di tutto e ragliante umanità.

Teatro La Baracca, via Virginia Frosini 8 Prato. 
Telefono 0574-812363. labaracca@tin.it


La legge Reale 2

Eccoci subito serviti con la Reazione.
Complimenti, onorevole Di Pietro, per la sua proposta di fare la legge Reale 2! La prima,  del 1975 sull'ordine pubblico, che in sostanza dà ai poliziotti licenza di uccidere, ha fatto morire un bel po' di gente. D'altronde fu Lei, se non mi ricordo male, a essere contrario a una commissione parlamentare di inchiesta per i fatti del G8 di Genova.

lunedì 17 ottobre 2011

A margine della devastazione di Roma

A margine della devastazione di Roma da parte dei cosiddetti 'black bloc'  durante la manifestazione di Roma degli 'indignati', io mi chiedo:
-perché i superiori della polizia non hanno ordinato di isolare i 'black bloc', perché non li hanno fermati nelle loro devastazioni?
-come è possibile che alcuni di loro, come è visibile dai filmati, utilizzino, conoscano così bene le tecniche di assedio militare di tipo romano, di marca moderna fascista?

A differenza di quanto è accaduto al G8 di Genova, la polizia non ha attaccato i manifestanti pacifici, perché dopo la morte di Giuliani e la storia della Diaz eccetera,  la lezione l'hanno imparata.
Mandare all'aria la manifestazione di sabato è stato un gioco da ragazzi per qualcuno a cui serviva parlare delle violenze: tutti i mezzi di informazione hanno parlato di quest'ultime, ma non dei motivi economici e politici della manifestazione.
In più,  hanno iniziato la strada dell'instillare nelle persone il concetto che manifestare è deleterio; il popolo non le vuole, finirà per opporvisi...
In Italia il potere è bravissimo a realizzare simili capolavori, e sa bene come servirsi di 'certi' ragazzi, oltre che dello stesso sistema d'ordine, per compiere misfatti; alle nostre spalle si trovano secoli di tradizione oppressiva: generazioni di spie, bari, ladri, infiltrati, servizi segreti deviati.

Hanno assaltato anche una chiesa, con tanto di Madonna di Lourdes fatta a pezzi per terra.
Insomma anche la scenografia è stata perfetta.

I moti carbonari e le rivolte dell'800 italiano sono pieni di episodi simili, che hanno frustrato le energie più belle, creative e libere di quel tempo.

Le tecniche d'infiltrazione sono così sperimentate, così 'vere': nemmeno te ne rendi conto, che ti trovi a buttare una bomba-carta contro un blindato della polizia.

Il black bloc svela i piani di guerra: "Ci siamo addestrati in Grecia"
di CARLO BONINI e GIULIANO FOSCHINI


Il black bloc svela i piani di guerra: "Ci siamo addestrati in Grecia". Parla un "nero": le armi erano nascoste in piazza, è da un anno che ci prepariamo. E ancora: per noi questa è una guerra, ed è appena l'inizio
ROMA - F. è un "nero". Ha 30 anni all'anagrafe, una laurea, un lavoro precario e tutta la rabbia del mondo in corpo. Sabato le sue mani hanno devastato Roma.
E lui, ora, ne sorride compiaciuto. "Poteva esserci il morto in piazza? Perché, quanti morti fa ogni giorno questo Sistema? Chi sono gli assassini delle operaie di Barletta?".
Non i poliziotti o i carabinieri a 1.300 euro al mese su cui vi siete avventati, magari. Non quelli che pagano a rate le macchine che avete bruciato. Non il Movimento in cui vi siete nascosti.
"Noi non ci siamo nascosti. Il Movimento finge di non conoscerci. Ma sa benissimo chi siamo. E sapeva quello che intendevamo fare. Come lo sapevano gli sbirri. Lo abbiamo annunciato pubblicamente cosa sarebbe stato il nostro 15 ottobre. Ora i "capetti" del Movimento fanno le anime belle. Ma è una favola. Mettiamola così: forse ora saranno costretti finalmente a dire da che parte stanno. Ripeto: tutti sapevano cosa volevamo fare. E sapevano che lo sappiamo fare. Perché ci prepariamo da un anno".
Vi preparate?
F. sorride di nuovo. "Abbiamo fatto il "master" in Grecia".
Quale "master"?
"Per un anno, una volta al mese, siamo partiti in traghetto da Brindisi con biglietti di posto ponte, perché non si sa mai che a qualcuno viene voglia di controllare. E i compagni ateniesi ci hanno fatto capire che la guerriglia urbana è un'arte in cui vince l'organizzazione. Un anno fa, avevamo solo una gran voglia di sfasciare tutto. Ora sappiamo come sfasciare. A Roma, abbiamo vinto perché avevamo un piano, un'organizzazione".
Quale organizzazione avevate?
"Eravamo divisi in due "falangi". I primi 500 si sono armati a inizio manifestazione e avevano il compito di devastare via Cavour. Altri 300 li proteggevano alle spalle, per evitare che il corteo potesse isolarli. L'ordine che avevano i 300 era di non tirare fuori né caschi, né maschere antigas, né biglie, né molotov, né mazzette fino a quando il corteo non avesse girato largo Corrado Ricci. Non volevamo scoprire con gli sbirri i nostri veri numeri. E volevamo convincerli che ci saremmo accontentati di sfasciare via Cavour. Ci sono cascati. Hanno fatto quello che prevedevamo. Ci hanno lasciato sfilare in via Labicana e quando ci hanno attaccato lì, anche la seconda falange dei 300 ha cominciato a combattere. E così hanno scoperto quanti eravamo davvero. A quel punto, avevamo vinto la battaglia. Anche se loro, gli sbirri, per capirlo hanno dovuto aspettare di arrivare in piazza San Giovanni, dove abbiamo giocato l'ultima sorpresa".
Quale?
"La sera di venerdì avevamo lasciato un Ducato bianco all'altezza degli archi che portano in via Sannio. Dentro quel Ducato avevamo armi per vincere non una battaglia, ma la guerra. Il resto delle mazze e dei sassi lo abbiamo recuperato nel cantiere della metropolitana in via Emanuele Filiberto".
Sarebbe andata diversamente se avessero caricato subito il corteo in largo Corrado Ricci e vi avessero isolati.
"Non lo hanno fatto perché, come ci hanno insegnato a fare i compagni greci, sono stati confusi dal modo in cui funzionano le nostre "falangi"".
Come funzionano?
"Siamo divisi in batterie da 12, 15. E ogni batteria è divisa in tre gruppi di specialisti. C'è chi arma, recuperando in strada sassi, bastoni, spranghe, fioriere. C'è chi lancia o usa le armi che quel gruppo ha recuperato. E infine ci sono gli specialisti delle bombe carta. Organizzati in questo modo, siamo in grado di assicurare un volume di fuoco continuo. E soprattutto siamo molto snelli. Ci muoviamo con grande rapidità e sembriamo meno di quanti in realtà siamo".
È la stessa organizzazione con cui funzionano i reparti celere.
"Esatto. Peccato che se lo siano dimenticato. Dal G8 di Genova in poi si muovono sempre più lentamente. Quei loro blindati sono bersagli straordinari. Soprattutto quando devono arretrare dopo una carica di alleggerimento. Prenderli ai fianchi è uno scherzo. Squarci due ruote, infili un fumogeno o una bomba carta vicino al serbatoio ed è fatta".
Parli come un militare.
"Parlo come uno che è in guerra".
Ma di quale guerra parli?
"Non l'ho dichiarata io. L'hanno dichiarata loro".
Loro chi?
"Non discuto di politica con due giornalisti".
E con chi ne discuti, ammesso che tu faccia politica?
"Ne discuto volentieri con i compagni della Val di Susa".
Sei stato in val di Susa?
"Ero lì a luglio".
A fare la guerra.
"Si. E vi do una notizia. Non è finita".

domenica 16 ottobre 2011

Alcune domande ancora su Pratomese

Ieri è uscito questo articolo su Il Tirreno.
Mi domando: quanto costeranno i cartelli e i messaggi TV che Napolitano, assessore al turismo della provincia, vuole al posto di Pratomese cartaceo?
Eppoi: se stampare il libretto costa 50 mila euro all'anno, perché non bandire una gara per vedere se si può risparmiare?
Insomma il libretto diventa simbolo della politica fallimentare della politichetta locale, della mancanza di fantasia, della semplificazione e delle mitologie imperanti: tutti ad adorare il 'dio-click".


"Raccolta di firme contro la chiusura di Prato Mese

 PRATO. Maila Ermini, attrice e direttrice del Teatro La Baracca, ha lanciato un’iniziativa contro la chiusura della rivista Pratomese edita dalla Provincia di Prato. D’ora in avanti infatti Pratomese sarà disponibile soltanto sotto forma di una lettera informatica inviata su richiesta e gestita direttamente dall’Ufficio Informazioni Turistiche. «Non si capisce come uno strumento così importante venga affidato totalmente alla ‘portata di un click’, dimenticando quanto il librettino, che veniva distribuito gratuitamente, fosse molto diffuso anche per chi il ‘click’ ancora non lo pratica o non vuole o può praticare. Tra l’altro la versione informatica di “Pratomese”, che viene sbandierata come novità, esiste già da tempo. E’ un altro servizio - aggiunge Ermini - che viene sottratto alla comunità e ai turisti, e quindi anche al nostro lavoro: “Pratomese”, infatti, oltre a valorizzare la cultura locale, dava uno spazio significativo a tutti gli eventi senza distinzioni, senza fare differenze fra”figli e figliastri”. Forse anche per questo è stato eliminato?». per questo viene lanciata una raccolta di forme. Chi vuole può dare la propria adesione inviando una email a labaracca@tin.it oppure rivolgere alla libreria Il Castello. Contro la chiusura di Pratomese anche Sauro Lascialfari presidente dell’associazione Rotelle Attive che nei giorni scorsi ha incontrato l’assessore al Turismo della Provincia di Prato Antonio Napolitano. L’assessore ha spiegato che ogni mese vengono stampati 15 mila Prato Mese con un costo complessivo di 50mila euro l’anno. «Napolitano ha aggiunto - riferisce Lascialfari - che dal 2010 il Governo Italiano non finanzia più Provincie e Comuni per sponsorizzazione e sostegno degli eventi sportivi, culturali, ecc. (vedere cosa è successo con “” Il Gran Premio Industria e Commercio di Prato. Prato Mese verrà fatto via on-line e con la newsletter. Verranno fatti comunicati stampa, cartelli in città e tv per informare i cittadini. A conclusione della riunione, sempre l’assessore Napolitano, mi ha fatto la proposta di poter trovare degli sponsor per stampare ancora Prato mese come è tuttora...»."

venerdì 14 ottobre 2011

Raccolta di firme contro la chiusura di Pratomese cartaceo

Gentili tutti,
sapete già che il numero di ottobre 2011 sarà l’ultimo di Pratomese cartaceo. Contro la chiusura abbiamo deciso di raccogliere le firme. Chi vuole può dare la propria adesione inviando un messaggio a labaracca@tin.it. Raccoglierò personalmente le firme che saranno inviate in Provincia. In alternativa, si può andare alla libreria Il Castello a Prato, dove troverete il foglio per firmare.

Maila Ermini



CONTRO LA CHIUSURA DI PRATOMESE

“Pratomese”, il mensile di informazione sugli eventi della Provincia di Prato, sparisce nella sua versione cartacea e sarà sostituito fin dal prossimo numero di novembre da una lettera informatica inviata su richiesta e gestita direttamente dall'Ufficio Informazioni Turistiche. Non si capisce come uno strumento così importante venga affidato totalmente alla ‘portata di un click’, dimenticando quanto il librettino, che veniva distribuito gratuitamente, fosse molto diffuso anche per chi il ‘click’ ancora non lo pratica o non vuole o può praticare. Tra l’altro la versione informatica di “Pratomese”, che viene sbandierata come novità, esiste già da tempo. E’ un altro servizio che viene sottratto alla comunità e ai turisti, e quindi anche al nostro lavoro: “Pratomese”, infatti, oltre a valorizzare la cultura locale, dava uno spazio significativo a tutti gli eventi senza distinzioni, senza fare differenze fra "figli e figliastri". Forse anche per questo è stato eliminato?


me

Canzone per il mio teatrino

Nel mio teatrino
di legno
fiero
sincero
birbante
naif
indipendente
si rappresenta la vita.

Chiamatelo niente!

Sotto
han casa le lucertole
ma è sul prato accanto
il loro teatro.

Viene gente da tutto il mondo
a volte meno
a volte si fa lo sconto.

Chiamatelo niente!

Teatrino
di legno
indipendente
naif
birbante
sincero
fiero.

Sopra, in soffitta
il geco
grande maestro
macchinista
controlla a vista.

In questo teatrino
i bambini portano a spasso
genitori
e poi
li fanno accomodare
fuori!

Teatrino di legno
con attori di carne
con scene di verdura
in sal(s)a scura.
Si maschera con la patata.
Si lessa si frigge si scodella.

Teatrino periurbano
in campagna vicino lontano.

Domani prende il volo,
giuro.

mercoledì 12 ottobre 2011

Quelli del Valle: e noi?

Giustamente si parla dei lavoratori dello spettacolo che hanno occupato il Teatro Valle. Del loro difficile cammino in questa Italia di m.
Giustamente si parla dei lavoratori del Maggio Fiorentino, che per il Renzi sono troppi. Bisogna tagliare, tagliare.
E noi?
Noi che il lavoro a teatro o altrove ce lo dobbiamo inventare ogni giorno.
Noi che il potere, anche quello piccolino, vorrebbe non esistessimo.
Noi che domani non avremo più finanziamenti, nemmeno quelli pochissimi che ci hanno dato.
Che ci dovremo reinventare tutto daccapo.
Noi che gli assessori non sono mai venuti a vedere quello che facciamo noi e quello che fanno gli altri come noi.
Noi che gli stiamo sulle palle perché non siamo leccaculo, perché prendiamo posizione o critichiamo.
Noi perché diciamo che siamo in dittatura, in dittatura mista, che non fa 'desaparecidos', ma ti fa scomparire lo stesso, che ti vuole morto in figura.
Noi che dobbiamo vedere incompetenti e ruffiani di partito stipendiati a tempo indeterminato che di cultura non capiscono niente, eppure organizzano rassegne a effetto, sono direttori artistici nei teatri!
Noi che dobbiamo vedere colleghi figli di papà e razzolatori untuosi che calcano le scene.
Noi che i direttori artistici dei teatri grandi non ci considerano perché non siamo un nome, non facciamo vetrina, che non siamo nella mitologia moderna creata dagli interessi del potere.
Noi che i potenti ci hanno minacciato di toglierci lavoro perché abbiamo osato parlare di argomenti scomodi.
Anche noi, pochissimi noi, stiamo sulle barricate ogni giorno, da quasi vent'anni.
Noi che diciamo che tutto il teatro è politica; che se non è, se è masticato, non è teatro.
Noi che sappiamo cos'è il teatro, l'arte, sulla nostra pelle.

martedì 11 ottobre 2011

Pratomese

Con la stessa sicumera di star nel giusto, sempre nella stessa trasmissione di Radio Insieme, il presidente della provincia Gestri ha parlato della messa in archivio del Pratomese cartaceo con la scusa dei soldi mancanti e che bisogna stare al passo con i tempi!
Un servizio che funzionava...via!
A proposito avevo scritto una lettera di protesta ai giornali cartacei della zona, ma non l'hanno pubblicata.
Robetta. Robetta.

Alla ricerca di Gonfienti perduta

Nell'ennesimo capitolo della saga toscana "Alla ricerca di Gonfienti perduta", racconto l'ultima. Una piccolezza, ma tant'è.
Oggi l'emittente locale Radioinsieme ha intervistato il declinante presidente della provincia Gestri. Naturalmente l'intervistatore ha chiesto di Gonfienti.
Mi hanno chiesto di intervenire in diretta, e l'ho fatto.
A Gestri, dopo averlo sentito ripetere la solita stanca litania dei politici locali,  ho detto che:
1. le promesse sono esaurite;
2. che non c'è un museo a Prato per i reperti di Gonfienti;
3. che la mancata valorizzazione dell'area archeologica produce un danno culturale ed economico per la città.

Il Gestri s'è trovato d'accordo sull'ultimissimo punto, com'era prevedibile.
Nulla ha detto sul museo a Prato, anzi ha glissato; ha glissato anche sulle promesse esaurite.

Ha però aggiunto una cosa importante: che la Provincia (Centro Sinistr) vuole riprendere gli scavi, aprire al pubblico, valorizzare il sito, eccetera, ma non è in accordo con il Comune (Centro Destr).
Ora dal Comune dicono la stessa cosa. Esattamente la stessa.
Allora?
Su COSA non vi trovate d'accordo?
Gestri non l'ha detto e ha dato prova di 'demagostica'. Lo dirà qualcun altro?
Politici, PARLATE CHIARO, abbiate il coraggio, una  volta tanto. Dite quali sono gli interessi in campo, ditegli tutti.
Dite cosa c'è SOTTO...(Ah la detrologie, que maestri'!)
(Riusciremo a scoprire qualcosa prima di veder azzerare molti di loro come i birilli dalle prossime elezioni?)

lunedì 10 ottobre 2011

Parte la nuova (?) era dalle smanie del 'rottamattore' Renzi

Come avevo previsto (ma non c'è tanto gusto a fare la Sibilla Cumana quando il futuro è questo),  Renzi, il vero successore di Berlusconi, ha fissato la data di partenza per la sua corsa  il 28 ottobre prossimo con una riunione dal titolo stellare: "Big Bang", ovvero tradotto in italo-fiorentino, "I' grande botto'. Tutti alla Stazione Leopolda, a Firenze, un tempo culla del pensiero politico, ora dei soliti noti intrighi italiani.
Sulla sua strada verso il sud, andando a nord, troverà Vendola, e in seconda battuta il detestato Di Pietro.
Il PD è ormai alle spalle, nonostante proveranno a mettergli contro una faccia ancora spendibile, Enrico Rossi, e lo contrastino in contemporanea con un'altra 'convention' bolognese di altri ex-rottamatori, come Civati e Serracchiani (si sapeva che Civati era stato messo alle calcagna di Renzi da D'Alema...).
Questi giochetti non fanno che rafforzarlo.
Il PdL sta per essere triturato dalle mani di chi se ne serve per i suoi indulti, e durerà ancora il solo tanto necessario.
La Lega non fa caso a queste importanti novità, perché troppo ripiegata sulla sua implosione...
Invece ci fa caso Fini, che dalla sua Camera romana si sposterà a Firenze proprio il 29 novembre per riprendere la sua avventura politica...Sa che i riflettori saranno tutti a casa di Machiavelli.
Berlusconi aveva già capito che Renzi è l'uomo giusto come successore, e così sarà, almeno di imprevedibili errori o incidenti. Per questo i due s'incontrarono ad Arcore.

Jobs, Leonardo e...Seneca

Io non ho nessuna competenza per giudicare a fondo Steve Jobs, il creatore della Apple, morto pochi giorni fa.
Non so se lui ha cambiato il mondo. Io sono propensa a dire di no, ma non potrei metterci proprio la mano sul fuoco.
Né, come fa il sindaco di Firenze, forse sperando in qualche finanziamento, lo paragono a Leonardo.
Chi propone questo paragone fa, se non altro, confusione. 
Io non ho studiato l'opera di Jobs, ma sì quella di Leonardo, e metterli sullo stesso piano è semplicemente scorretto.
A parte la sicura capacità, Jobs si muoveva in un sistema economico capitalista competetitivo, in una struttura complessa, che, seppur da lui gestita e dominata, utilizzava e utilizza collaboratori validissimi e come lui altrettanto capaci, innovativi e competitivi.
Insomma, alla fine della fiera bisognava e bisogna guardare al bilancio.
Leonardo lavorava solo, era un uomo del Rinascimento, un pittore, un filosofo, un poeta oltre a tutto il resto, che faceva del pensiero e del lavoro in solitudine il cardo vitae. In questo senso Leonardo è genio, Jobs no.
Leonardo non avrebbe lavorato in un sistema alla Steve Jobs, detestava fortemente il danaro, fuggiva la competizione, e anche se lui lo faceva, disprezzava chi lavorava su commissione. 
Non fondò mai una sua bottega, dopo aver lasciato quella del Verrocchio.

Inoltre, a coloro che idolatrano Jobs, a torto o a ragione, (e senza contare la patente contraddizione fra il suo invito a 'pensare differente' e la necessità per la Apple di avere invece compratori dal pensiero-non-differente), voglio ricordare che le parole così citate e ricitate sono state già dette e scritte molti secoli prima dal filosofo stoico Seneca, tanto per fare un esempio.
In particolare, la frase: "vivi ogni giorno come se fosse il tuo ultimo", ricorre spesso negli scritti senechiani, così come l'invito al pensare diverso, in sostanza al non conformismo, è appello non sospetto di ipocrisia di tantissimi filosofi e intellettuali dato che, per averlo praticato, l'hanno pagato in prima persona. Lo stesso Seneca; e l'ultimo dei nostri maestri di vita e pensiero, Pasolini.
Basta aver frequentato un corso di filosofia-base per saperlo.
me

venerdì 7 ottobre 2011

In commissione per Gonfienti, ovvero come prendersi per il...

C'è da un po' di tempo una interrogazione di Massimo Carlesi (capogruppo PD) al Comune di Prato sullo stato della nostra Gonfienti. Forse per questo si è riunita la commissione cultura, che giustamente ha ascoltato la voce autorevole di un archeologo.
Avrebbero dovuto chiamare anche me, però. Quante cose avrei potuto dire e raccontare, anche di quelle che non scrivo qui. Che peccato non mi chiamino mai. Oppure bastava, come fanno di nascosto, che sbirciassero questo sito.
Ora faranno una mozione condivisa da presentare in consiglio? Ah ah ah.
Insomma, continuano a prenderci per IL.
In tutti questi anni, nessuno ha fatto nulla, nulla.
Né la Provincia, con l'assessore Edoardo Nesi, piuttosto indaffarato con i suoi libri e facebook, né il Comune con le promesse di Cenni (ma dov'è?) o altri. Per non parlare della Soprintendenza, con il suo atteggiamento difficile (?) da decifrare. Nemmeno una denuncia ai Carabinieri ha potuto qualcosa.
Ma insomma, dov'è l'inghippo? E' l'Interporto, ormai paralizzato, morto prima di nascere, morto che vogliono estendere anche nel Comune di Campi?
Questa storia della città negata di Gonfienti, una delle massime scoperte archeologiche degli ultimi tempi, ha dell'incredibile. Tutti la vogliono, ma nessuno fa nulla, la lasciano morire.
Cosa ci sarà SOTTO?
Dopo aver scritto il libro che non ha vinto lo Strega e non è stato presentato dal Signor Augias su o.d.s,  la faccendaccia sarà materia del mio prossimo primo GIALLO-NOIR.


"Gonfienti di nuovo sommersa dalle erbacce
L’allarme dell’archeologo Zecchini in commissione Cultura
PRATO. «Molti pensano a riprendere gli scavi. È una richiesta legittima, ma fossi in voi prima penserei a restaurare i reperti già emersi». Con la politica impegnata a dirimere la responsabilità sullo stallo nei lavori di recupero di Gonfienti, l’archeologo Michelangelo Zecchini cerca di essere realista. E di instillare realismo nella commissione consiliare cultura riunita sotto la presidenza di Roberto Baldi. Sono note le difficoltà nei conti per la società Interporto, che allontanano la scissione del ramo d’azienda comprendente i terreni archeologici e con essa la speranza di vedere in tempi brevi una ripresa degli scavi. Così, la preoccupazione numero uno di Zecchini è di tutelare i ritrovamenti che da mesi versano in delle condizioni inaccettabili. Sommerse da piante alte quasi mezzo metro - con una doppia ripulitura costata 50 mila euro ormai datata - le testimonianze della città etrusca rischiano di finire sfigurate, per sempre. Per salvarle sarà utile da subito fare pressioni sull’unico vero responsabile: la Soprintendenza. Fu Angelo Bottini, prima di essere chiamato a Roma, a fissare tre priorità per la Toscana: Cortona, Pisa e Prato. È stata mantenuta nel tempo soprattutto la seconda promessa, mentre per Gonfienti i lavori si sono ben presto interrotti. Lasciando gli amministratori locali in mezzo a un sentiero. Da una parte non potevano tornare indietro di fronte alla grande scoperta archeologica, ma al tempo stesso si sono trovati nell’impossibilità di finanziare nuovi scavi. Pertanto, se la Soprintendenza è partita, solo la Soprintendenza, mettendo a disposizione risorse, può portare gli scavi a termine. Un semplice intoppo burocratico? No, una consuetudine che per Zecchini è diventata deontologia di ogni buon archeologo. Zecchini si spiega anche facilmente la differenza di trattamento fra il cantiere delle navi romane a Pisa e la città etrusca: «Nel primo caso si sono mobilitate le televisioni. Sarebbe utile anche per Gonfienti esercitare una simile pressione con l’informazione». Essendo un problema di fronte al quale la politica finora non ha saputo dare collettivamente una risposta, per una volta Pdl e Pd ripongono le asce di guerra e lavorano ad una proposta condivisa, forse una mozione da presentare in consiglio. Anche se basta parlare dell’ennesima commissione bigiata dall’assessore alla cultura Anna Beltrame per accendere le perplessità della consigliera Pd, Ilaria Santi: «Capisco i suoi impegni, ma perché fa mancare la sua forza istituzionale quando sarebbe utile?». C.P. "(Il Tirreno)

P.S. Per il giornalista: ma santi numi mantovani, perché usare il verbo 'bigiare',  variante diatopica per 'marinare la scuola'? Si potevano scegliere altri termini, piuttosto che questo aromatizzato al giovanilismo! (Ah, viene fuori il mio futuro-passato di linguista e di prof !).

giovedì 6 ottobre 2011

Il futuro di Cenni

Recentemente Augias, in una sua famosa trasmissione, ha chiesto scherzosamente se Cenni fosse un po’ tonto. La domanda era rivolta al nostro assessore provinciale alla cultura e allo sviluppo Edoardo Nesi, fresco di vincita dello Strega che,  da rappresentante del sistema qual è nonostante le vesti da progressista-buonista, ha difeso il nostro primo cittadino seguendo un preciso schema delle parti. Lo ha difeso per dovere diplomatico, e per altro.

Cenni, che in questi ultimi giorni sta in disparte almeno agli occhi dei cittadini, si sta silenziosamente preparando a uscire dall’empasse in cui è entrato, stretto fra i pretoriani di un PdL in rotta, una Lega slegata e un PD compromesso.

Sta pensando a una lista civica. Anche perché per lui  non ci sono altre possibilità serie per restare in campo, soprattutto prevedendo lo sfascio dei partiti al governo e all’opposizione.

Sicuramente sarà con lui Milone, che recentemente in un incontro pubblico, ha puntualizzato di non aver mai avuto nessuna tessera,  smarcandosi dalla giunta.

E forse qualche altro assessore di oggi, a cui fa gola esserci anche domani per continuare a stare sulla ribalta, e magari di altra banda, potrebbe essere con lui.

La lista civica di Cenni non sarà certo come sono state le ultime nostre, armate brancaleone, ma avrà ben altro potere e forza.

Lo stesso stanno pensando il Renzino, rex florentinus, e altri…piccoli e grandi: l’ordine è per tutti, da Nord a Sud, star pronti a saltare il fosso.

Ah, se ne vedranno delle belle!

Morte di Pratomese

Nessuno dice nulla contro la morte cartacea di "Pratomese", il mensile sugli eventi della Provincia di Prato.
Una delle poche cose ben fatte, che anche gli stranieri leggevano e apprezzavano.
Non ne possiamo più di quelli che osannano il mondo 'a portata di click', che pensano che i problemi e le casse si rimpinguino con l'eliminazione del cartaceo.
Che vogliono mettere il mondo nelle chiavette!
Oh, si potesse mettere questi furbastri incompetenti messi dai partiti nelle chiavette!

Un'altra bella mossa dei messeri assessori alla Provincia.

mercoledì 5 ottobre 2011

Memoria di una denuncia

Sono in vena di ricordi.
Il 6 giugno 2009 è stata presentata una denuncia per l'abbandono del sito archeologico di Gonfienti, di cui non s'è saputo più nulla. Smarrita tra le carte del Tribunale di Prato.

Memoria di via Ciulli

Oggi ricorre il triste anniversario delle tre cinesi morte annegate nel sottopasso di via Ciulli a Prato.
Sindaco: osserveremo un minuto di silenzio?
Il sottopasso è ancora chiuso. Se lo terranno ancora chiuso per molto, nessuno ci vorrà più transitare.
Com'è viva la morte, com'è viva.

martedì 4 ottobre 2011

Città brutta

Per qualche breve giorno- non mi ricordo quanto tempo fa - la città dove vivo, Prato, m'era apparsa un po' cambiata.
Deve essere accaduto subito dopo le ultime elezioni, nel 2009.
China Town appariva 'ripulita', i foglietti di annunci che i cinesi attaccavano sui muri, raschiati via.
I mega cetrioli abusivi non si vendevano più. Il lavoro nero e l'abusivismo sarebbe stato di un altro colore.
Il Centro appariva in qualche modo pieno di speranza,  fiducioso di risollevarsi dalla crisi e dallo squallore.
Era stato eletto un nuovo sindaco, e qualcuno si illudeva che queste piccole apparenze fossero foriere di sostanziose realtà. Cambiamenti.

A macchia di leopardo questa speranza si riverberava altrove.

A più di due anni, l'immagine di questa città che sarebbe andata verso un futuro diverso, s'è del tutto dissolta, sfuocata. 
Percorrendo il Centro tutto ora sembra smarrito. Spazi vuoti, sporchi, quando va bene insignificanti.
Senza cura.

Gli affitti sono alti; i guadagni bassi.

In periferia ci si può illudere che vada meglio, ma solo in alcune zone. In altre son tornati i ratti, le nutrie a frotte di notte;  discariche abusive svelate dal fetore che l'arsura espande.
I cassonetti giacciono lezzi e spanciati sulle strade grigie come avamposti di inciviltà e del-me-ne-frego, dimentichi di raccolta differenziata.

Si aspetta la pioggia affinché l'asfalto luccichi.

Nelle città vicine, Pistoia, Firenze,  situazione speculare.
Pistoia ha esteso il suo fetore di piscia-birra-blues con benedizione dall'alto a tempo indefinito. La 'città dei pensionati'  è irriconoscibile, s'è fatta volgare.
Firenze si mostra come il suo sindaco: impraticabile, insopportabile, falsa.

A teatro gli abbonamenti possibili sono solo a stagioni di posa.

E' sempre più difficile dover stare.

lunedì 3 ottobre 2011

In morte delle barlettane

Barlettane
d’improvviso 
Impregnate di calce e polvere

Barlettane
Operaie di sottosuolo
Bambine
Vecchie
barlettane

sono sempre loro a morire
le barlettane
le cinesi
le aquilane

sottopassi e sottosuoli
sottotetti
sotto
sotto
giù
giù
stritolate
barlettane

SABATO 8 OTTOBRE 2011  ORE 21 
AL TEATRO LA BARACCA
PRIMA NAZIONALE

RESTIAMO UMANI
Testimonianze da Gaza City
con Elena Ferretti e Luca Privitera
testi di Vittorio Arrigoni
Produzioni UltimoTeatro & LabAct Incursioni Urbane, Comitato per la Palestina di Pistoia, Spazio Liberato Ex Breda Est

Queste letture sono state prese dai racconti di Vittorio Arrigoni - attivista per i diritti umani da più di dieci anni impegnato come volontario in giro per il mondo dall'Est Europa all'Africa fino ad arrivare in Palestina e a Gaza, dove ha vissuto per molti anni e dove è stato assassinato. I suoi scritti sono il punto di vista di una vittima più che un cronista, infatti fin dall'inizio sentiamo come queste parole sono imbrattate di sangue, impregnate di fosforo bianco, di schegge esplosive, barriere, volti segnati dalla sofferenza, mani che tremano, sensazioni a noi normalmente lontane e che all'improvviso non possiamo fare a meno di sentir rimbombare in queste parole. Le urla di panico e di dolore.. e di un umanità sempre più lontana, che ti catturano e che ti sembra di viverle realmente, anche se stai seduto su di una comoda poltrona a migliaia di chilometri di distanza. Ogni parola scandita, ritmata, accentata rende viva in noi l'immagine dei volti di quegli uomini, di quelle donne, di quei bambini e della paura che resta imprigionata nei loro occhi. Nonostante le dure parole, la fruizione è alla portata di bambini ed adolescenti, di modo che possano conoscere un mondo a loro poco distante dove l'indifferenza e il razzismo fanno a pezzi i loro simili, in maniera tale che possano avvicinarsi in un età già precoce contro questa epidemia di violenza e ignavia. Per un domani poter Restare Umani.
Durata 55 minuti (adatto ad età 12-99)



ATTENZIONE: nessun spettatore o giornalista o autorità sarà fatto entrare in teatro a spettacolo iniziato, nemmeno se già in possesso di biglietto.

sabato 1 ottobre 2011

Osservatorio Pantanelle

Situazione alle cosiddetta zona umida delle Pantanelle a Prato: la stradina di campagna sta diventando impercorribile, a causa dei mezzi pesanti carichi di inerti che la solcano dalla mattina alla sera e al forte flusso di automobilisti che cercano di evitare le file lungo la tangenziale a ridosso del casello Prato-Ovest della Firenze-Mare.  La strada è piena di buche, pericolosa a percorrerla a piedi e in bicicletta. Un certo qual abbandono su tutta l'area. Un lungo tratto non è illuminato, e di notte è poco sicuro.

Puzza dagli scarichi delle acque reflue del misterioso depuratore del Calice.

Il laghetto versa in condizioni misere, e non solo per la mancanza di acqua di questi giorni.

Il Parco è lontano.

Un invito per i 20 anni dei Celestini

 Per stasera, 21 dicembre, ore 20,45 alla Baracca.