A memoria futura: la notizia della rappresentazione è stata censurata da diversi giornali. Per esempio il sito Notizie di Prato non ha minimamente dato l'informazione, così come altri anche cartacei, a quanto ci risulta, hanno ignorato o hanno inserito piccolissime minuscoli trafiletti sulla recita.
Per altri spettacoli non è così.
La censura è praticata ampiamente per argomenti che come questo ancora scottano, per non irritare la Curia. La tecnica della censura moderna è quella di ignorare, l'ho ripetuto più volte, ignorare la tua esistenza.
Questa tecnica è praticata anche da enti, teatri che fanno finta che tu non esista, che non non ci sia, che tu non lavori.
Credo che il Dramma dei concubini di Prato avrebbe dovuto rappresentarsi al Metastasio, che in teoria e in pratica (visto che riceve tanti soldi dal Comune) è il teatro cittadino.
Ma la rappresentazione costituisce ancora uno scandalo, e chi, a Sinistra ce ne sono molti, considera il vescovo Simoni aperto (addirittura lo avrebbero votato, proprio a Sinistra lui ha un gruppetto di fans!) si sbaglia. Solo Mario Barbacci, presidente della Commissione Cultura della Circoscrizione Nord ebbe il coraggio di accogliere lo spettacolo pubblicamente due anni fa.
Con questo rispondo anche alla bella lettera di Gianfelice D'Accolti.
Come nel caso della città etrusca negata di Gonfienti, anche in questo le autorità si tengono lontano dal teatro; siamo ancora in odore di eresia.
Ma chi è artista veramente, non può non essere eretico. Non può non essere in contrasto con questo totalitarismo, assolutismo mascherato con il nome di democrazia.
Ho scritto opere che hanno riportato alla luce la storia scomoda di Prato - e che tuttavia riguardavano tutta l'Italia - , ma tranne qualche eccezione per i celestini al suo debutto, le autorità e gli addetti ai lavori hanno disertato le recite.
Hanno dato fiumi di soldi a opere che non avevano senso per la città, per il pubblico.
Una ingiustizia assoluta e stomachevole. Ma il pubblico ha capito e l'ha dichiarato: l'altra sera alla Baracca gli spettatori, come un fiume in piena, hanno detto perché non vanno più a teatro; non solo per motivi di difficoltà economica, ma perché quello che viene presentato non piace, non ha significato, non provoca emozioni pensieri, nulla!
Ho scritto opere che hanno riportato alla luce la storia scomoda di Prato - e che tuttavia riguardavano tutta l'Italia - , ma tranne qualche eccezione per i celestini al suo debutto, le autorità e gli addetti ai lavori hanno disertato le recite.
Hanno dato fiumi di soldi a opere che non avevano senso per la città, per il pubblico.
Una ingiustizia assoluta e stomachevole. Ma il pubblico ha capito e l'ha dichiarato: l'altra sera alla Baracca gli spettatori, come un fiume in piena, hanno detto perché non vanno più a teatro; non solo per motivi di difficoltà economica, ma perché quello che viene presentato non piace, non ha significato, non provoca emozioni pensieri, nulla!
Non si possono dare sempre prodotti confezionati e 'classici'; il teatro, che oggi si vede ovunque, è presentato nell'insensatezza della sua forma fintamente scandalosa e balorda, vuota, vacua e spesso con attori non preparati e drammaturghi che rivelano il nulla della loro zucca e adulatori della prima ora.
Chi organizza le programmazioni è gente messa dai partiti. Sono loro che contribuiscono a far morire il teatro, oltre all'idea fissa che si debba riempire per forza, che ci debba essere il numero!
Chi organizza le programmazioni è gente messa dai partiti. Sono loro che contribuiscono a far morire il teatro, oltre all'idea fissa che si debba riempire per forza, che ci debba essere il numero!
Ricordo che chi attaccò il testo dei concubini senza vederlo, prima del debutto, ora è direttore di TV Prato.