lunedì 30 aprile 2012

domenica 29 aprile 2012

Risvegli


I comitati pretesi sembrano risvegliarsi, dopo un lungo sonno in Pratopartecipa. Il pifferaio torna a suonare. Per chi suona il pifferaio? Ah, come vuole bene a Prato, dicono gli assessori!
Presto riuniti i comitati discuteranno di cosa vorrebbero fare dell’ospedale, che fra non molto sarà ex e vuoto quando ce lo troveremo nuovo a Galciana.
Poche emozioni sembrano aver avuto nei confronti, a parte il comitato interessato, sulla nota questione, l'ennesimo scempio, del cavalcavia del Soccorso sulla Declassata.
Per non parlare di altre questioni, come Gonfienti, dove in pratica ci ritroviamo ormai da soli a dover fronteggiare la sconfitta.
Il risveglio, evidentemente parziale o a comando, sarà forse dovuto alle prossime elezioni, ai prossimi sconvolgimenti che si preannunciano catastrofici?

venerdì 27 aprile 2012

Lettera a Gianfelice



Caro Gianfelice,
riassumo.
Giovedì prossimo, al Teatro Magnolfi, replichiamo il Dramma intorno ai concubini di Prato.
E’ dal 2007 che lo presentiamo al pubblico. L’importanza di questo spettacolo, per noi e per la città di Prato, sappiamo bene qual è stata.
Ora le cose sono andate così. Che questo spettacolo, inizialmente, è stato scelto da chi ha organizzato l’evento di Nuova Scena Toscana.
Poi, dato che mi è stato diverse volte richiesto dalla gente, ho pensato che avevo fatto bene ad accettare, che era una buona occasione per il pubblico. E per questo soprattutto ho firmato il contratto.
Poi ho saputo che questo spettacolo era confuso insieme ad altri, non solo due spettacoli nella stessa sera, ma addirittura in due giorni consecutivi al Magnolfi ci saranno ben quattro spettacoli. Questo dettaglio, insieme alle tante cose del nostro lavoro, mi era sfuggito.
Con la compagnia che reciterà dopo di noi la stessa sera ci dovremo dividere lo spazio; loro possono provare solo a ridosso del nostro spettacolo, dopo le sette di sera.
Tra l’altro ci sono i musicisti in scena e quindi non sarà possibile per noi restare in teatro a concentrarci, perché nel salone accanto suonano e recitano.
L’incasso è estremamente misero.  Ma non è questo il punto.
Credo che sia mancato il rispetto per chi questo lavoro lo fa di mestiere. E anche per chi questo lavoro lo fa per passione. Hanno confuso tutto. Amatoriali e professionisti. Li hanno messi sullo stesso piano, ma non sono. Non possono essere la stessa cosa. Hanno quanto meno esigenze diverse, tanto per fare un esempio. Hanno spese diverse, e forse per i non professionisti un rimborso spese di 500 euro incluse le spese più l'incasso può andar bene.
Vedremo cosa succederà, quanto pubblico avremo.
Magari aspettiamoci una bella sorpresa, così che recuperiamo un po’ di spese.
Verranno a vederlo poi, quelli che l’hanno comprato? Verranno a vederlo quelli che gestiscono il potere a Prato e che sembrano tanto interessati alla storia di Prato?

Ti chiedo scusa, tu che sei serio e rigoroso, non ti meriti tutta questa confusione. E' stata colpa mia.
All'inizio mi era stato promesso ben altro spazio. O avrò capito male?
Cosa avrebbero detto il tuo maestro Orazio Costa, o Toni Comello?

E anche i concubini avrebbero meritato un ben altro risalto da parte del Metastasio; non tanto per noi, quanto per quello che questi due signori hanno vissuto. Una storia esemplare e determinante.
Te la ricordi, la signora Loriana Nunziati?
Lei che disse che si era rifiutata di andare al Costanzo Show a raccontare la sua storia, e invece era stata ben lieta di raccontare a me, a noi.

Ti ringrazio per quella pasta che le offristi, quando venne a casa, e che, me lo ricordo ancora, era febbraio, lei mangiò con tanto gusto. Che regalo che ci fece. Un regalo che conserviamo gelosamente.

Pensiamo a Loriana, e a Mauro Bellandi. E a tutto il coraggio che hanno avuto, in barba ai pusillanimi e invidiosi conigli nostri contemporanei.
Maila


La nuova struttura comunale verso il verticismo

Per chi ha tempo e voglia segnalo la nuova struttura comunale che, come abbiamo già avuto modo di osservare, assume sempre di più un carattere verticistico. Il  Sindaco viene dotato di uno Staff in cui si sommano l'Ufficio di Gabinetto e il neo servizio di Partecipazione e Comunicazione (cui vengono attribuite le funzioni in materia di URP, processi partecipativi, ufficio stampa, rete civica , trasparenza). La comunicazione e la partecipazione ha dunque l'imprimatur dall'alto, e diventa meno 'comunale'. Non è chiaro perché i 'processi partecipativi' siano in questo staff.
Sistema verticistico anche nell'Area Risorse, dove molto viene attribuito allo Staff del Direttore Generale e così anche nell'Area dei Servizi al Cittadino.
Il testo che illustra la ristrutturazione, oltre a essere poco esplicativo, usa un registro tecnico e stancante, già alla sua apparizione testuale sembra poco democratico.
Insomma, come al solito, fanno tutto loro senza 'partecipare' un bel niente.
http://comunicati.comune.prato.it/generali/?action=dettaglio&comunicato=14201200000646

giovedì 26 aprile 2012

The worst places to be a woman

"I posti peggiori per essere una donna". Impressionante. Ragazze, su, aggiornatevi (anche sull'Italia, che non è certo il paese migliore per essere una donna).
http://www.foreignpolicy.com/articles/2012/04/24/the_worst_places_to_be_a_woman

Prato ciclabile: assessore non getti fumo negli occhi!

L'assessore all'ambiente del Comune di Prato s'è svegliato? O è il solito 'fumus' che ci getta negli occhi?
Circa due anni fa il signor Borchi mi disse che "i pratesi non vanno in bici", testuali parole. Ora ha cambiato idea? Alla buon'ora!
In questi anni non è successo nulla se non che le ciclabili stanno cadendo a pezzi; sui fossi non c'è più protezione, in molti punti l'asfalto è mangiato dall'erba, eccetera. Non si è minimamente pensato di integrare la ciclabile, che è lunga ma non è funzionale per collegare il centro con la periferia.
Sarebbe così semplice, con un costo veramente basso, integrarla! Ve lo devo dire io come fare? O le associazioni o i cittadini che usano la bici ogni giorno e che mai avete chiamato a consulto?
Non avete mai fatto una convocazione di tutta questa gente che siamo noi, che usiamo la bici per spostarci in città. Questo sarebbe stato da fare, ascoltarci, per capire intanto di cosa hanno bisogno i cittadini, e poi programmare qualcosa.
Ma questi signori in giunta e all'opposizione, che non abbiamo mai visto con la bici sotto il sedere (se non alle biciclettate!) , perché forse lo ritengono poco dignitoso oltreché poco confacente alla giacca e cravatta, cosa ne sanno di cosa significa, in una città traffico-violenta piena di camion come Prato, spostarsi in bici? Cosa ne sanno di tutti i furti che abbiamo subito? Città libera e sicura un paio di palle, come dicono i pratesi!
E comunque, non bastano questi contentini come il bici-parcheggio a difesa dai ladri, ci vuole ben altro per rendere Prato una città minimamente ciclabile!


Al Serraglio sosta per le due ruote. «E il custode potrebbe anche ripararle»
L'idea di Borchi: «Utile per chi va in centro e per i pendolari»
L'IDEA è di quelle semplici semplici, ma che sa tanto di uovo di Colombo. Lo sanno bene gli appassionati di bicicletta, quelli che in centro o alla stazione ci andrebbero tanto volentieri in sella, ma temono poi di dover tornare a piedi, perché nel frattempo qualcuno la bici se l'è portata via. D'altra parte viviamo in una città dove i furti del genere viaggiano a una media di oltre due al giorno. E allora?
Goffredo Borchi, vicesindaco con delega all'ambiente, sta pensando a una via d'uscita: utilizzare il parcheggio del Serraglio come luogo di sosta custodita. Così i mezzi sarebbero protetti dal maltempo e dai ladri.
«GLI UFFICI ci stanno già lavorando — dice Borchi — l'idea è quella di realizzare un parcheggio aperto a tutti, al di là del progetto Bicincittà (il noleggio di bici pubbliche presente in cinque aree cittadine, ndr). Sarebbe utile per i pendolari e anche per chi va in centro a lavorare o a fare una passeggiata». Il passaggio ulteriore sarebbe quello di «corredare il parcheggio con un custode che magari sia anche un biciclettaio, cioè che possa praticare delle piccole riparazioni in caso di necessità».
L'idea non nasce soltanto dalla constatazione che a Prato si circola tanto in bici (d'altra parte ci sono almeno quaranta chilometri di piste ciclabili), ma è anche vero che ne spariscono moltissime. E c'è poi il problema della sosta, perché in centro è difficile trovare una rastrelliera. Sul fronte pendolari, poi, chi si fiderebbe a lasciare tutto il giorno il proprio mezzo sul piazzale del Serraglio (la «terrazza»), incustodita e nascosta al passaggio della gente? Utilizzare alcuni spazi vuoti del parcheggio sotterraneo, invece, porterebbe alla possibilità di lasciare la bicicletta al sicuro anche per diverse ore.
SECONDO Borchi gli effetti positivi potrebbero essere anche ulteriori: «Avere la certezza di poter raggiungere il centro in bici e di poterla lasciare in sicurezza movimenterebbe le persone e dove ci sono più persone c'è meno degrado. Così il Serraglio potrebbe anche diventare più sicuro». Già, perché al di là delle considerazioni estetiche sulla struttura (difficile trovarla bella o ben fatta), negli ultimi mesi sono stati registrati diversi episodi di microcriminalità piuttosto preoccupanti: furti, rapine, vandalismi. «E i luoghi — conclude Borchi — sono più sicuri se sono più frequentati. Gli spazi ci sono, gli uffici se ne stanno occupando».
Chissà che la novità non possa già diventare operativa a breve, con la bella stagione, permettendo di poter utilizzare al meglio la fitta rete di piste ciclabili già esistenti in tutta la città.
Luca Boldrini (La Nazione)

mercoledì 25 aprile 2012

Cos'è che non va nel discorso del Presidente Napolitano

In occasione del 25 aprile il Presidente della Repubblica ha detto e scritto:

Sono poi venute, col passare dei decenni, le stanchezze e le degenerazioni - lo sappiamo - della politica e dei partiti. Questi non sono certo più gli stessi dell'antifascismo, della Resistenza e della Costituente : diversi ne sono scomparsi, altri si sono trasformati, ne sono nati di nuovi, e tutti hanno mostrato limiti e compiuto errori, ma rifiutarli in quanto tali dove mai può portare? Nulla ha potuto e può sostituire il ruolo dei partiti, nel rapporto con le istituzioni democratiche. Occorre allora impegnarsi perché dove si è creato del marcio venga estirpato, perché i partiti ritrovino slancio ideale, tensione morale, capacità nuova di proposta e di governo. E' questo che occorre : senza abbandonarsi a una cieca sfiducia nei partiti come se nessun rinnovamento fosse possibile, e senza finire per dar fiato a qualche demagogo di turno. Vedete, la campagna contro i partiti, tutti in blocco, contro i partiti come tali, cominciò prestissimo dopo che essi rinacquero con la caduta del fascismo : e il demagogo di turno fu allora il fondatore del movimento dell'Uomo Qualunque - c'è tra voi chi forse lo ricorda -un movimento che divenne naturalmente anch'esso un partito, e poi in breve tempo sparì senza lasciare alcuna traccia positiva per la politica e per il paese. Io ho ritenuto doveroso, e non solo negli ultimi tempi ma in tutti questi anni, sollecitare anche con accenti critici, riforme istituzionali e politiche ; e mi rammarico che si sia, in questa legislatura e nella precedente, rinunciato a ogni tentativo per giungere in Parlamento a delle riforme condivise. Oggi però si sono create condizioni più favorevoli per giungervi : anche per definire norme che sanciscano regole di trasparenza e democraticità nella vita dei partiti, compresi nuovi criteri, limiti e controlli per il loro finanziamento, e per varare una nuova legge elettorale che restituisca ai cittadini la possibilità di scegliere i loro rappresentanti, e non di votare dei nominati dai capi dei partiti. In effetti, sono cadute non solo vecchie contrapposizioni ideologiche ma anche forme di sorda incomunicabilità tra opposte parti politiche, ed è dunque possibile oggi concordare in Parlamento soluzioni che sono divenute urgenti, anzi indilazionabili. Non esitino e non tardino i partiti a muoversi concretamente in questo senso. (Dal Sito della Presidenza della Repubblica; il sottolineato è mio)

Il Presidente della Repubblica è una figura istituzionale 'super partes', al di fuori della mischia dei partiti e delle contese, e sorprende il subdolo invito a non votare certe persone che non sono espressione dei partiti.

Quando scrive "senza dar fiato ai demagoghi di turno", egli sembra dimenticare che nei partiti da lui tanto ricordati abbiamo visto fior fiore di demagoghi come Silvio Berlusconi e Umberto Bossi.

E poi mi chiedo: il Presidente si è dunque espresso forse, oltre che palesemente e sfacciatamente contro Grillo, anche contro le liste civiche?

Queste parole stupiscono in un Presidente che rappresenta una Costituzione, che nello specifico recita : "Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale" (art. 49)

E' un momento difficile anche per il Presidente della Repubblica.

Recitiamo per cambiare


Giovedì 3 maggio, ore 21, siamo al Magnolfi con Dramma intorno ai concubini di Prato.
Sabato 5 maggio ore 21 a La Baracca, dove alcune mie giovanissime allieve presentano il dramma di Garcia Lorca Il maleficio della farfalla. 
Sostenete il teatro libero e indipendente. 
SOSTENETE COLORO CHE RECITANO SUONANO DIPINGONO SCRIVONO CANTANO ECCETERA PER CAMBIARE!



martedì 24 aprile 2012

Palla Grossa: il nulla cultural-identitario

In sé il gioco della Palla Grossa redivivo mi è del tutto indifferente. Come e forse più del calcio.
Come mi sono indifferenti le giostre toscane, i pali e tutto quest’armamentario finto da cosplay.
Far rinascere la Palla Grossa a Prato ha una chiara valenza propagandistica, distoglie dai veri problemi e dalle possibili alternative culturali, creative della città, a cui si nega di fatto l’esistenza, mettendo i soldi altrove.
Il fatto costituisce dunque una grave mancanza nei confronti della crescita economica, anche se chi organizza finge e si industria affinché sia il contrario.
Quanto costa, per esempio, montare un palco di cinquemila posti? Insomma, quanto si spende per la Palla Grossa, visto che NON CI SONO SOLDI? Che beneficio vero hanno i pratesi, a parte il divertimento che potrà dare a una parte di loro?
Ecco il marchio culturale della giunta cenniana, fallimentare come la Sasch, e per giunta 'vecchio': idea di machismo, di forza, il 'gioco' come elemento cultural-identitario, divertire nel senso di divertere latino. Anche Pistoia, certo, ha la insipida Giostra dell'Orso, o Firenze l'inguardabile Calcio in Costume: è vero, è la stessa paccottiglia di energumeni che sudano, lottano, picchiano, ed eravamo proprio felici che Prato non ne avesse una brutta copia, ma diversamente da Firenze, per esempio, Prato non investe nel suo futuro; non investe in un progetto di città che sia degno di questo nome. Vive un’arretratezza strutturale, economica e culturale aberrante. Vedete cosa ne è stato di tutti i progetti comunali sulla Gonfienti etrusca, tanto per fare un illustre esempio: balle grosse.

Ma ormai il tramonto di questa classe politica locale è già qui e si intravede nelle continue assenze del sindaco, in tutta questa risibile e gracchiante comunicazione-propaganda che vien fatta delle presunte attività culturali e dei blitz anticinesi alla scoperta delle baraccopoli, mentre, facendo finta di costruire e valorizzare parchi presenti e passati, si industriano di buttar cemento ove possono, prospettando in sostanza un profilo cittadino ancor più squallido e misero. E mentre tutto tracolla, mentre ci negano un futuro diverso e possibile, quasi a portata di mano, in speculare misera danza con il governo centrale, i lor-signori buttano negli occhi dei cittadini il loro fumo,  pensando che si intenda sostanza il nulla della inconsistenza di idee, pensieri, azioni di cui si circondano e nutrono per restare a galla, insieme al progressivo numero decrescente dei loro amici e sostenitori.
Oggi hanno inteso darci a bere la panzana-ritorno-alle-radici della Palla Grossa, domani  chissà cosa; il tutto del niente che pagheranno presto con la mancanza di consensi.

Regionalismo: addio!

Gli scandali in cui sono coinvolti i partiti, e che ne determinano la morte, portano con sé anche la fine del periodo aureo dei governatori di regione, figure ormai sbiadite e, in qualche caso, gravemente compromesse.
Per loro alcuni si sono battuti a spada tratta. Quanta energia, quanto tempo perso per dare spazio al nulla. Al nulla per noi. Anzi, al raggiro.
Politicamente parlando, le Regioni stanno morendo, perché stanno morendo i partiti che le hanno create.
Il Federalismo italiano è fallito, perché si è rivelato strumento per creare e occupare posti di potere e fonte di danaro per i gruppi di potere.
Da questo punto di vista, il declino di questo Federalismo mi rallegra: quali vantaggi, quali migliorie, quale benessere ne abbiamo finora ricevuto?
C'è stato un periodo in cui, qualche anno fa, le Regioni sembravano sulla via di diventare il secondo stato, e quindi ci siamo trovati oppressi non da uno ma da due enti. A cui si sono sommate Province e Comuni. Si è verificato un moltiplicarsi di facce e figurine, come quelle che mio fratello collezionava da ragazzo, ma invece  di calciatori, si è trattato di politicanti e unti dal signore messi nei posti chiave. Dove, ancora per poco, ancora si trovano.

Ora il castello di carta si mostra per quel che è (soprattutto è stato un castello di carta moneta), e nonostante la crisi e la sofferenza di ogni giorno, questo declino ci fa sentire più leggeri.

lunedì 23 aprile 2012

Chanson de Milon (2a parte)

Cosa sarebbe Milone, il nostro assessore alla Sicurezza, senza i cinesi?
Ora è preoccupatissimo, perché i cinesi a Prato sono diminuiti, se ne vedono veramente di meno, e quindi il suo essere traballa. Tuttavia lui ha trovato un punto dolens, per cui ancora ha una speranzina aperta.
Da un po' di tempo i cinesi prendono gli autobus. Lui li ha osservati dal suo osservatorio speciale. Se ne stanno andando via da Prato? No, dice l'assessore, non è così. Gli occhi-mandorlati prendono gli autobus e vanno a Fiumicino con i soldi in contanti addosso. E poi se ne vanno a casa a mettere al sicuro i soldini. E le banconote da 500 Euro sarebbero sparite a causa loro.
Tuttavia, i cinesi sono effettivamente diminuiti. E allora come si fa? In segreto è scattato l'allarme 'rosso': infatti, mancando i cinesi, a Prato non sarà più possibile per nessuno nemmeno immaginare di portare avanti la prossima campagna elettorale , tanto meno per il nostro sceriffo. Di cosa parleranno? Quale argomento fondamentale, consustanziale, potrà mai esserci se manca l'essere diabolicuzzo che ha fatto infernetto in via Pistoiese? 

Come faccio senza il cines
vivo in continuo stress

Il cines è tutt per me
ah non andar ti pre'

Il cines nascond il sold in tasca
se lo porta alla fronterasca

Ho capito come funziona
porta il soldo alla magona

son troppo intelligent
il cinese trop mi rend.

domenica 22 aprile 2012

Donne: poche sante, molte pu...., ora anche mini-imprenditrici

Continua la saga contro le donne, per le donne, dalle donne.
Berlusconi ha detto che le donne sono naturalmente esibizioniste. Cioè sono naturalmente puttane.
Qualche giornalista che le donne non sono migliori degli uomini come politico. Cioè sono naturalmente deludenti o incapaci, e quindi 'cattive'.
Continua il nostro destino segnato dagli uomini. Siamo incoronate dagli uomini e per gli uomini. A loro ci adeguiamo ogni giorno.
Guardate le ministresse, le assessore, guardate le impenditrici.
Tutto come gli uomini. Facciamo di tutto per essere pari a loro.
Ultimamente facciamo, oltre il lavoro sporco di casa, anche molto lavoro sporco per loro fuori casa.

Sicuramente non siamo migliori degli uomini.
Tuttavia è altrettanto sicuro che continuiamo, vestite di strombazzata parità, a essere le schiave dei maschietti.
Entriamo nel loro mondo e vogliamo proprio essere come loro. Con tanti soldini e diamanti. E importanti. Pronte a schiacciare come un bottone quelle donne che non fanno come loro le lecchine, le serve, le malignatrici, le intriganti...

Pensate, a Prato, per far entrare in testa la mentalità imprenditorial-maschile alle bambine, hanno organizzato il "Girl's day", in cui delle ragazzine di scuola media sono state introdotte in una fabbrica per un giorno (grazie anche alla Confartigianato, s'intende, in profonda crisi...). E sono state anche premiate.
Meno male soltanto due scuole hanno aderito. E' già un segno positivo.

Brave coglione.

sabato 21 aprile 2012

Antipolitica


Nichi Vendola  asserisce«L’antipolitica non è l’antidoto alla cattiva politica è la sua variante più  pericolosa perchè mette sul piedistallo l’epopea e la retorica di un demiurgo, di una personalità che propone il proprio carisma come una sorta di esorcismo e attraverso le bestemmie salvifiche pensa di voler far sparire il mondo dei cattivi. Per questo serve un’alternativa forte di buona politica che metta insieme il valore della democrazia e la centralità di una giustizia sociale». 
Tuttavia lui stesso si pone come personalità carismatica e, seppure senza le bestemmie salvifiche, pensa di far sparire il mondo dei cattivi.
Ma cosa significa 'antipolitica'? 
Io credo che dovremmo dire 'antipartitica', anche se suona peggio. Grillo e altri non tuonano contro la politica in senso assoluto, loro stessi fanno politica, ma ce l'hanno contro la corruzione dei partiti, il loro eccessivo strapotere eccetera. 
Far muovere lo spettro dell'antipolitica, che ci condurrebbe non si sa dove, in una specie di baratro, è uno stratagemma da politicanti navigati.
Siamo già nel baratro e non è stato certo Grillo o altri meno famosi tribuni della plebe come lui ad averci condotto a questo punto. 

venerdì 20 aprile 2012

La mia città

La mia città è sbigottita, ha perso il senso. Gli industriali si incoronano re di punte fabbriche e gli artigiani sono ormai una specie in estinzione.
I cinesi non fanno più paura; anzi, qualcuno già ne sente la mancanza e teme il loro abbandono.
Al mattino e la sera, la città si mostra come in un lontano coprifuoco; se non fosse per il traffico cattivo e frettoloso delle macchine in certe ore, che si spostano lungo l'asse di casa lavoro scuola dei ragazzi, apparirebbe assente.
Nei cinema le pellicole scorrono invedute e i teatri pagano gli spettatori per accompagnare il triste rito della commedia. Strumenti impazziti compongono musiche d'accordi diminuiti e stanchi nei musei dove i custodi,  davanti alle tele di pittori sconosciuti, s'inventano come statue il gioco del visitatore.
Gli assessori e le varie autorità siedono su scranni traballanti. Qualcuno già sta preparando le valige, pronto alla fuga.
Il vescovo ha rinunciato alle dimissioni per non gettare i fedeli nel panico, e il sindaco, trasparente e introvabile,  dimessi gli abiti, è diventato il fantasma della città.

giovedì 19 aprile 2012

Prato visto da Londra

Ho deciso di rendere visibile un commento che il mio amico Beowulf ha scritto sul post relativo alla faccenda del Sacco. In realtà parla di Prato, e da lontano vede molto vicino.

"La cosa scandalosa che è la presunta opposizione non dice niente su questa signora (n.d.r. assessore alla cultura del Comune) che agita tanto fumo per fare poco arrosto. Lei nemmeno è stata eletta, è una nominata dal sindaco, no?
Vedi cosa hanno fatto a Officina Giovani, dove praticamente tutta l'attività artistica è ingessata.
A Prato non si può fare niente, non ci sono spazi veri, non c'è niente per i giovani. E nemmeno per i più giovani. Gli assessori alla cultura, comunali e provinciali, sono solo di facciata, non servono che a occupare posto, a farsi propaganda e questa storia del Sacco è emblematica.
Non parliamo poi del Pecci o di altri enti.
La scuola Verdi, che pure un pochino funziona, è assediata dai bambini che a volte sembra di stare in un asilo , si punta più ai numeri che alla qualità. Così mi dice chi la frequenta.
E infatti, come hai spesso rilevato tu, più numeri che sostanza, si punta solo snocciolare numeri, come spesso fa l'assessore, che dà comunicati solo in questo senso.
Ora vivo a Londra, da dove scrivo e torno a Prato ogni tanto, ma mi basta per capire che peggiora sempre.
Qui a Londra è dura, ma almeno sopravvivo con il mio lavoro, alternando ogni tanto con altro.
La mia proposta sarebbe quella di eliminare gli assessori alla cultura e far gestire gli enti da direttori in carica ogni tot anni con un coordinatore o supervisore, anch'esso 'girante'. Una volta, e poi a casa. E anche Officina Giovani la farei gestire dai giovani, ma non quelli ingessati e messi dall'alto! Insomma, anche non esistono le soluzioni, si potrebbe migliorare.
Cara Maila, mi dispiace, ma tu sei un'artista scomoda, e poi brava e quindi ti tiri addosso un monte di invidia. Il Sacco...mi raccontasti cosa era successo, e ora hanno la faccia di continuare. Anche tu continua, resisti. Non gliela dare vinta.
Un abbraccio britannico dal tuo Beowulf!"

Ballata per Lucia


Questa è l'ultima mia canzone, l'ho dedicata a Lucia.

Ballata per Lucia O, ragazza calabrese che si è suicidata per mancanza di lavoro

Mi sono suicidata per mancanza di lavoro
Non avevo più speranza non più decoro

Ho studiato tanto sono diventata ingegnere
Ma sono calabrese e non si può restare

Così mi son buttata ho provato un volo
L’unico ch’è possibile su questo suolo

Via da questo mondo via senza futuro
Da un’esistenza come schiacciata al muro

Perdonatemi tutti ero una ragazza
Voler esser felice è come dire pazza

La vita concessa per figlie di nessuno
Puttane o  schiave  esser di qualcuno.

Il dottore del teatro

Il dottore, mentre mi visita, commenta: 

-Sono tanti anni che faccio il dottore al teatro..., ma mai avevo visto così poca gente, anche con i grandi nomi, e anche nei debutti".

-E perché, dottore?

-La crisi, credo come prima cosa. E poi la qualità degli spettacoli, è scesa molto. Girano solo i figli dei grandi nomi, i figli d'arte e qualcun'altro del giro grosso, o gli amici; i bravi che pur ci sono non possono venir fuori.

-La gente però che va a teatro, il pubblico non sa niente di tutto questo. -

-No, soprattutto non si rende conto della mediocrità. Applaude di tutto.

-Pochi hanno il coraggio di fischiare. C'è una ricetta, secondo lei, per salvare qualcosa? Anche il cinema soffre molto.  Forse si salva la musica o la danza?-

-Non lo so. Registro questo dato. E non so come faccia lei a campare di questo lavoro. Non so come facciano gli attori...e i ballerini e i musicisti.

-E' una domanda che mi faccio ogni giorno, dottore. Gli attori sono troppi, e troppi che non valgono niente. Ci sono i ruffiani, i raccomandati, insomma, e tanti giovani e meno giovani non ce la fanno. C'è bisogno di una forte scrematura. O forse solo di un po' di giustizia.-

- La scrematura verrà da sé, perché non c'è lavoro per tutti. Anzi, quasi più per nessuno -

-Il problema che a esser scremati saranno sempre i poveracci, come i tassati. Come va il mio problema?

-Bene, direi. Ma bisogna tenerlo sotto controllo, soprattutto in primavera.

mercoledì 18 aprile 2012

Il "Sacchetto" di Prato


Di seguito la replica dell'Assessorato alla Cultura alla nostra protesta pubblicata da Il Tirreno di oggi (il giornale non ha pubblicato la nostra lettera per completo, omettendo la parte finale).
L'Assessorato non risponde in realtà alla nostra protesta relativa alla programmazione culturale, e punta al discredito.
Che dire? E' tutto così prevedibile e scontato, il tentativo di mettere in cattiva luce,  non dire tutta la verità o anche peggio, lo fanno in continuazione pur nella più totale ignoranza della cosa che screditano eccetera, tanto che, grazie a loro e ai loro 'uffici', il Sacco di Prato è ormai diventato un 'Sacchetto'. E' quello che si continua a fare ai danni dei cittadini, gabbandoli. E ingannando la Storia.
Non mi intimoriscono certo gli  uffici stampa, le  telefonate,  la  'rete' del discredito, eccetera O i mancati spettacoli. Se si pensa poi che, per esempio, che tra qualche giorno andiamo a fare al Magnolfi  il Dramma intorno ai concubini di Prato per 500 euro più l'incasso di un biglietto di 7 euro da cui saranno sottratte IVA e SIAE (l'Enpals si paga noi), cosa c'è da temere? Abbiamo accettato solo per il valore della testimonianza, punto. (Anzi, speriamo che venga un po' di gente, altrimenti andiamo in perdita).

Aggiungo solo questo comunicato stampa per chiarezza. E con questo chiudo la saga del 'Sacchetto' di Prato.

Puntualizziamo che con la sua nota l'Assessorato non risponde alla sostanza della nostra protesta, per una programmazione culturale che si esplica come propaganda, se non come autopromozione
Nello specifico replichiamo che l'Assessorato ci permette di rappresentare il dramma Prato nel Sacco solo nell'ambito di Sipario Aperto (che tra l’altro è stato ‘resuscitato’ grazie a noi): si tratta però di un programma che la Regione Toscana ancora non ha approvato. 

Abbiamo chiesto più volte di fare lo spettacolo durante l'estate, perché ciò aveva un senso, dato che il Sacco è avvenuto a fine estate (fra agosto e settembre), e non in autunno senza un contesto specifico.

Come artisti, e anche come lavoratori, siamo stanchi di essere presi in giro, perché, 
come noi saremmo ben al corrente di rappresentare lo spettacolo in autunno, a novembre o dicembre forse e con i soldi della Regione, l'Assessorato dovrebbe sapere altrettanto bene che in estate presenteremo Prato nel Sacco a nostre spese. (Teatro La Baracca)

«Snobbato il nostro dramma» Comune: «No, è in cartellone»

PRATO «Il Teatro La Baracca protesta contro il comportamento delle autorità pratesi - scrive Maila Ermini - , in particolare dell’assessorato alla Cultura del Comune che, perseguendo una politica culturale calata esclusivamente dall’alto e di autopromozione, nonché autoreferenziale, non valorizza né tiene sufficiente conto della produzione artistica che nasce originale e libera nel proprio territorio. In specifico, andando nel particolare, segnaliamo la nostra esclusione nelle manifestazioni estive che riguardano i 500 anni del Sacco di Prato, nonostante il Teatro La Baracca già nell’ottobre 2010 abbia debuttato autonomamente con un dramma, “Prato nel sacco” che, distaccandosi dall’interpretazione ufficiale dei fatti, ne dà una diversa e nuova interpretazione. Anche allora il nostro dramma fu boicottato e ignorato dalle varie autorità». Pronta la replica. «L'assessorato alla Cultura del Comune di Prato non ha né definito né tantomeno presentato il programma completo per le celebrazioni estive del "Sacco di Prato". Una cosa però è certa. L'assessorato ha già stabilito, in accordo con il Teatro La Baracca, fatto del quale lo stesso teatro è ben al corrente, di rappresentare il prossimo autunno al Teatro Magnolfi lo spettacolo "Prato nel Sacco"». (Il Tirreno)

Il Soccorso con il viadotto: come vi sembra?


Ricevo dal Comitato del Soccorso di Prato queste immagini di un 'prima e dopo il viadotto' e volentieri pubblico.
Come vi sembra? E' questo il futuro di Prato? Il verde promesso sulla Declassata?
Ah, cittadini dalla memoria corta...


martedì 17 aprile 2012

SACCO DI PRATO: PROTESTIAMO


ll Teatro La Baracca protesta contro il comportamento delle autorità pratesi, in particolare dell’Assessorato alla Cultura del Comune che, perseguendo una politica culturale calata esclusivamente dall’alto e di autopromozione, nonché autoreferenziale, non valorizza né tiene sufficiente conto della produzione artistica che nasce originale e libera nel proprio territorio.

In specifico, andando nel particolare, segnaliamo la nostra esclusione nelle manifestazioni estive che riguardano i 500 anni del Sacco di Prato, nonostante il Teatro La Baracca già nell’ottobre 2010 abbia debuttato autonomamente con un dramma, PRATO NEL SACCO che, distaccandosi dall’interpretazione ufficiale dei fatti, ne dà una diversa e nuova interpretazione. Anche allora il nostro dramma fu boicottato e ignorato dalle varie autorità.
In sostanza, si continua a umiliare gli artisti pratesi che non sono allineati alla volontà e alla politica delle varie maggioranze, relegandoli a posizioni marginali, offrendo loro sporadici contentini al fine di zittire eventuali proteste.
Teatro La Baracca

lunedì 16 aprile 2012

Beppe Grillo è populista?

Sabato pomeriggio sono andata al comizio di Beppe Grillo a Pistoia. Presentava i suoi candidati pistoiesi.
Pioveva, ma c'era tanta gente.
Quello che si capiva, al di là dell'essere o meno d'accordo con il comico genovese, è che i partiti sono al capolinea. Lo si percepiva nell'aria umida e fastidiosa.
A Pistoia, tra l'altro, una notiziona che meritava un posto di rilievo, 139 iscritti al PD hanno stracciato la tessera, perché il candidato perdente alle primarie non è stato inserito nella lista comunale. E proprio in coincidenza con l'arrivo di Bersani. Una vera notizia.

Grillo è accusato di populismo. Vendola lo ha detto chiaramente. Ha definito, quello di Grillo, il "fiume sporco dell'antipolitica
Ma cos'è il populismo? Il populismo è il rapporto diretto fra il capo politico e le masse, la gente comune.
Senza scomodare Mussolini e Hitler, o Peron, più recentemente, in Italia, il partito della Lega, per esempio, è stato definito populista; il Pdl, nella persona di Belusconi, è stato accusato di populismo mediatico.

Il rischio, con il populismo, è che vengano eletti candidati non all'altezza del compito, che vengano eletti approfittatori (e ne abbiamo già visti diversi), ma questo, ahimé lo vediamo anche nei candidati che sono 'unti dal signore'; la 'partitica' insomma non dà nessuna garanzia della bontà dei propri candidati, anzi, tutto il contrario e quindi la gente sceglie comunque di cambiare, per dare una scossa al sistema della partitocrazia.

Forse Grillo, a guardare bene, costituisce una salvezza contro il rischio di pericolosi movimenti dal basso: lui li raccoglie e convoglia, e quindi, in realtà, i servizi segreti che lo controllano, sanno che non fa poi tanto male. Infatti i poliziotti sono autorizzati a sorridere ai suoi comizi, e si vedono ridere di gusto alle battute del politico che nel fondo rimane sempre un comico e conosce tempi e reazioni del teatro...Insomma, senza Grillo potrebbe accadere di peggio: nelle campagne, per esempio, si ascoltano discorsi pericolosi e preoccupanti, di gente disposta a tutto per la disperazione in cui vive a livello finanziario e non solo.

Grillo utilizza i mezzi che ha a disposizione: ha preso un camper e con molta forza e coraggio va in giro per l'Italia. In un giorno si fa diversi comizi...Egli al momento costituisce una speranza  concreta verso il cambiamento. Le sue idee sono semplici, chiare, dettate dal buon senso; e anche le sue critiche.
Chi c'è dietro? Non lo so. Lui appare diretto, 'normale', molto diverso dal divismo politico di certi piccoli e grandi segretari, gli 'intoccabili', quelli che facevano e ancora fanno le apparizioni come divinità mantresche alle feste dell'Unità o delle Amicizie.
Sì, Grillo è un populista al cento per cento, ma quale altra alternativa esiste oggi in Italia?


P.S. Per la prima volta, che io sappia, Grillo ha parlato del teatro ed ha accennato alla m... che c'è sotto ai finanziamenti, a come vengono dati eccetera. Insomma alle ingiustizie che ci sono anche in questo settore, oltre allo sperpero di danaro pubblico. E' significativo che l'abbia fatto in Toscana dove il sistema della cultura è sovietizzato e terroristico, dove il sospetto insomma è che si diano soldi agli amichetti (nella migliore delle ipotesi): io, che sono stata epurata a tutti i livelli, e vengo umiliata giornalmente da questi signori, dal valvassino al valvassore di Destra o Sinistra uguale, pur non avendo mai votato il Movimento 5 Stelle di Grillo, ho particolarmente apprezzato questo passaggio.

domenica 15 aprile 2012

Ma i calciatori sono drogati?

Sono lontanissima dal mondo del calcio.
Tuttavia proprio pochi giorni fa ho finito di leggere "Nel fango del dio pallone" di Carlo Petrini, un famoso calciatore di serie A degli anni '70.
Il libro è scioccante. Racconta i retroscena di questo mondo dorato, dove i calciatori sono letteralmente drogati, manovrati, corrotti.
La morte di Piermario Morosini, calciatore del Livorno, durante la partita, fa nascere il dubbio che quello che racconta Petrini funzioni ancora e forse più di prima.

Leggo oggi (16 aprile) che Petrini è morto, minato dal cancro di cui, diceva, sarebbero responsabili le droghe che gli facevano prendere da calciatore negli anni '60 e '70. 
E' incredibile, troppi calciatori, se non muoiono in campo durante la partita, non arrivano alla vecchiaia.
Mi auguro che il libro di Petrini,  "Nel fango del dio pallone", sia letto nelle scuole medie e superiori. E' scritto bene, oltre tutto, Carlo era bravo anche come scrittore.
Questa è una intervista che ha rilasciato qualche mese fa e che merita di essere letta:
http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/12/28/soldi-truffe-e-doping-il-calcio-di-sempre/180264/

sabato 14 aprile 2012

Dittature: cosa è cambiato

Oggi lo Stato non ha più bisogno di uccidere così tante persone per continuare a opprimere i sudditi. Non ha più bisogno delle stragi (proprio oggi si sa che per la strage di Piazza della Loggia di Brescia sono stati tutti assolti); non ha più bisogno di ammazzare come in Argentina non molti anni fa e come si legge nell'articolo che ho copiato sotto); non ha più bisogno delle terribilità di un tempo (come nel carcere di Ascoli Piceno, che ho scoperto attivo fino al 1981 nel forte Malatestiano, un supercarcere da brivido e torture e di cui lo Stato non fa sapere nulla); non ha più bisogno delle dittature alla Pol-Pot, dove il piano era quello di sterminare tutti gli intellettuali e le persone di cultura; oggi lo Stato, tramite i suoi servi, tramite le sue servesse accreditate nelle pari-opportunità-di-ruberie-e-oppressione, i suoi enti e le sue entità uccide ogni giorno, a livello locale e a livello nazionale. Gli imprenditori si stanno ammazzando piano piano, è cronaca di questi giorni, e tanti altri silenziosi stanno precipitando nella povertà, schiacciati, oppressi, impossibilitati a reagire, a fare qualcosa.  La politica balletta e balbetta sul baratro e tiene in mano la patata bollente del suo ladrocinio, delle sue connivenze con la finanza più oscura e con i poteri occulti. Con il sistema marcio che hanno creato e in cui sguazzano. Sono smascherati, ma tentano, con i loro giochi, di tenersi ancora in piedi, e nel far questo diventano ancora più terribili, più spietati e la parola democrazia si sta vestendo di colore rosso sangue. Stanno uccidendo idealmente tutti coloro che sono 'ostili'.  Tutti coloro che tentano di vivere, di pensare. Di trovare un'altra via che non sia la loro. La loro dittatura economica e partitica.
Sembra impossibile che si possa decidere a tavolino di sopprimere la gente. Sembra fanta-politica. Ma lo fanno, a tavolino si fanno ancora tante cose.


"Argentina, Videla ammette di aver ucciso  7.000-8.000 persone durante la dittatura

L'ex dittatore rivela per la prima volta che i corpi delle vittime che i loro corpi erano stati fatti scomparire per evitare proteste nel paese e da parte della comunità internazionale

BUENOS AIRES - Jorge Rafael Videla  ammette per la prima volta che durante la dittatura in Argentina dal 1976 al 1983, lui fu a capo della giunta fino al 1981, sono stati uccise "sette-ottomila persone" e rivela che i loro corpi erano stati fatti scomparire per evitare proteste nel paese e da parte della comunità internazionale.
"Non c'era altra soluzione", ha dichiarato Videla, che ha 86 anni, è in un carcere militare, dove sconta una condanna all'ergastolo, in una lunga intervista (20 ore in tutto) al giornalista Ceferino Reato, che ne ha scritto il libro Disposicion Final. La confesiòn de Videla sobre los desaparecidos, che uscirà oggi nelle librerie del paese. La prima lista di persone da eliminare era stata stilata tre mesi dopo il golpe che portò Videla al potere, rivela inoltre l'ex militare.
"Noi della giunta militare avevano concordato che questo era il prezzo da pagare per vincere la guerra contro la sovversione e che tale decisione doveva rimanere nascosta perchè la società non doveva accorgersene. Dovevamo eliminare un grande gruppo di persone che non potevano nè essere portate in tribunale nè uccise apertamente", ha affermato, secondo una anticipazione pubblicata dal quotidianoLa Nacion.
Nel 2010 l'ex dittatore argentino è stato condannato all'ergastolo perché riconosciuto colpevole di aver fatto sequestrare, 
torturare e fucilare 31 detenuti politici che erano in balia regime in un carcere di Cordoba tra l'aprile e l'ottobre del 1976, cioè poco dopo il golpe da lui guidato il 24 marzo dello stesso anno.
Videla ha ammesso per la prima volta la responsabilità della morte di 7-8.000 persone, ma in Argentina oltre 30mila uomini e donne, durante la dittatura militare (1976-1983), furono arrestati e fatti letteralmente sparire nel nulla. Desaparecidos. Si trattava per lo più di giovani e giovanissimi spinti dalla volontà di ribellarsi al regime instaurato dopo la caduta di Peron: studenti che si riunivano per contestare i provvedimenti sempre più restrittivi messi in atto dalla giunta militare guidata dal generale Videla. (14 aprile 2012, La Repubblica).

venerdì 13 aprile 2012

Ancora in merito all'iniziativa pratese a favore della Casa del Sollievo di San Giovanni Rotondo

In merito al concerto benefico a favore del progetto "Adotta una cellula", che è stato presentato in Prefettura a Prato e ha il patrocinio della Circoscrizione Centro,  ho approfondito le informazioni relative all'Ospedale "Casa Sollievo della Sofferenza" di San Giovanni Rotondo, Foggia.
Nello specifico esiste il sito http://www.adottaunacellula.org/oppure, sull'Ospedale di Padre Pio, http://www.operapadrepio.it/it/, dove tra l'altro si può vedere il video sul progetto per un ampliamento dell'ospedale.  Nel libro Santo impostore. Controstoria di padre Pio, Milano, Kaos Edizioni 2004 . (1a ed. Beato impostore, 2000 Milano), Mario Guarino racconta come l'ospedale "Casa Sollievo della Sofferenza" fondato dal frate, dopo alcune disavventure finanziarie nel corso degli anni Settanta che costrinsero il Vaticano a intervenire, sia diventata struttura di potere politico che incassa ogni anno parecchi miliardi dallo Stato e dalla Regione Puglia, alcuni dei quali, sembra, andrebbero al Vaticano stesso. Il libro racconta che la magistratura ha avviato una  indagine sulla vicenda. 
Uno scandalo recente (a novembre 2011) ha colpito la struttura: una donna è morta a causa di una  normale  risonanza magnetica. Di seguito riporto il testo della  interrogazione del consigliere regionale pugliese Lonigro. Del fatto si sta occupando la magistratura:
       
"Al Presidente del Consiglio Regionale
                                                                       dott. Onofrio Introna
                                                                       S E D E
                                                                        All’Assessore Regionale alla Salute
                                                                       Via Caduti di Tutte le Guerre n°15
                                                                       B A R I

Interrogazione urgente. –  Decesso della Sig.ra Totaro Maria Teresa all’Ospedale “Casa Sollievo della Sofferenza” di San Giovanni Rotondo.
Il sottoscritto Consigliere Regionale Giuseppe Lonigro,
- appreso del decesso della Sig.ra Totaro Teresa Maria avvenuto in data 18 novembre 2011 presso l’Ospedale “Casa Sollievo della Sofferenza” di San Giovanni Rotondo mentre si sottoponeva ad un esame di risonanza magnetica;
- appreso altresì che il decesso è avvenuto immediatamente dopo la normale somministrazione del liquido di contrasto;
- considerato che la somministrazione di tale liquido, normalmente ben tollerato, solo in casi rarissimi provoca effetti secondari e indesiderati, con reazioni negative, quali lo shock anafilattico;
- venuto a conoscenza che si è proceduto ad approfondire le cause  del decesso anche con l’intervento della Magistratura e che ad oggi non sono stati ancora resi noti gli esiti dell’autopsia;
- preso atto che l’Ospedale “Casa Sollievo della Sofferenza” è un ospedale accreditato presso il S.S.R e ritenuto indubbiamente un Ospedale d’eccellenza.;

                                                           I N T E R R O G A  la S.V.
-        per conoscere quali iniziative l’Assessore alla Salute intenda prendere o abbia già intrapreso per fare luce su questo inquietante episodio;
-        se non sia utile procedere ad una indagine conoscitiva presso la struttura dell’Ospedale “Casa Sollievo della Sofferenza”mediante l’istituzione di una idonea Commissione che verifichi la correttezza delle procedure eseguite, se durante l’intervento sulla paziente fosse presente tutto il personale idoneo e necessario, se fosse regolarmente funzionante le strumentazione opportuna e fossero presenti tutti i farmaci utili;
-        se non sia il caso accertare i motivi del ritardo, qualora ancora ad oggi non siano stati ancora resi noti i risultati dell’indagine autoptica.

Bari,lì   12/03/2012                                                               
                                                                                  Il Consigliere Regionale                                                                                                                Giuseppe Lonigro"

Finito il tempo dell'arte

Ieri ho parlato con un maestro di musica.
Mi ha raccontato le sue grandi difficoltà economiche.

Diceva che in questo paese è impossibile fare arte, lavorare come artista, e che se non fosse stato per i suoi figli, se ne sarebbe andato.

Che sconsiglia assolutamente ai suoi figli di fare l'artista.

La musica, quella per cui studi tutti i giorni, quella per cui fatichi, non è valutata, nemmeno come lavoro 'serio'.

Mi ha chiesto: - Ma tu, come fai?, perché non te ne vai dove ti possono apprezzare di più? -

Io sono stata tanto tempo all'estero, sono tornata qui dopo dieci anni di vagabondaggio per l'Europa e l'Italia, e so come si vive 'fuori', da artista.

Sì, per certi aspetti la situazione è migliore, quantomeno le regole sono più chiare, c'è più correttezza in generale, più rispetto. Ci sono più possibilità. Ma si vive in un costante sradicamento, estraniamento, ed è durissima.

Ora so che, rispetto agli anni in cui c'ero io - praticamente i miei trent'anni li ho passati fuori - molte cose sono cambiate, e non in meglio.

Al momento, dopo aver costruito un teatro, dopo aver speso i miei soldi in quest'avventura, non riparto. Magari poi si vedrà.

Il maestro è smarrito a casa sua. Vorrebbe guadagnare per quanto vale, e non vedere i raccomandati che vanno avanti, i ruffiani che vanno avanti, i lecchini che vanno avanti, e si fanno i loro posticini.

Vorrebbe la sua dignità.

Ma in questo paese è davvero impossibile.

L'arte è impossibile. Se lo è, la paghi. Ti danno i soldi, ma poi sei un carcerato.

Andate a vedere il film di Giordana sulla strage di Piazza Fontana, Romanzo di una strage (ha 'rubato' il titolo a Pasolini). Gli hanno dato i nostri soldi per farlo, ma si vede che non c'è libertà, che è un 'film di stato'.

La stessa figura del commissario Calabresi - lui solo buon poliziotto fra tutti cattivi -; la stessa figura di Pinelli e di altri, troppo scontata e schematica. A tema.

I produttori americani a volte lasciano più libertà ai cineasti.

In Italia è finito il tempo dell'arte. Il tempo in cui, per esempio, Alfredo Bini,  produttore livornese morto da poco tempo, dimenticato, permetteva proprio a Pasolini di essere l'artista che era.


giovedì 12 aprile 2012

Commenti

Ricordo che i commenti anonimi non sono tollerati. Questo non per censurare, ma per tutelarmi e perché ognuno si deve prendere la responsabilità di quello che dice e scrive.

Beghinaggio comunal-prefettizio

"Sarà presentato oggi, giovedì 12 aprile in una CONFERENZA STAMPA alle 11.00 presso il Salone della Prefettura il concerto benefico "Cantiamo la vita - melodie per Padre Pio",  organizzato dal Gruppo di preghiera della Parrocchia “Sacro Cuore di Gesù” in collaborazione con la Circoscrizione centro. L'appuntamento è per sabato 14 aprile al Conservatorio di San Niccolò . Saranno presenti il Prefetto di Prato Maria Guia Federico, il presidente della Circoscrizione centro Massimo Taiti, il baritono Giorgio Gatti, artista di fama internazionale che sarà protagonista dell'evento, il maestro Paolo Fissi e i rappresentanti del Gruppo di preghiera.
I colleghi giornalisti sono invitati a partecipare. Si prega di inviare un operatore tv e un fotografo per le riprese.
(Dal sito del Comune di Prato)"


No comment. Anzi un pochino sì.
D'altronde a Prato ancora qualcuno venera quell'amico di Padre Pio che si chiamava Padre Leonardo e che tanto male ha fatto ai celestini di Prato e che, proprio come Padre Pio in Puglia, voleva creare un santuario raccogli-soldi sulle colline pratesi.
Ma  il Prefetto non ha altro da fare? E addirittura ci fanno la conferenza stampa? Forza, giornalisti e operatori, che avete tanto da fare!
(Per chi vuole saperne di più su questa storia e su Padre Pio, cfr. http://www.adottaunacellula.org/, oppure sull'Ospedale di Padre Pio http://www.operapadrepio.it/it/, dove si può vedere il video sul progetto per un ampliamento dell'ospedale...Si può anche leggere il libro di Mario Guarino, Santo impostore. Controstoria di padre Pio, Milano, Kaos Edizioni 2004 . (1a ed. Beato impostore, 2000 Milano), dove si racconta che l'ospedale "Casa Sollievo della Sofferenza" fondato dal frate, dopo le varie disavventure finanziarie nel corso degli anni Settanta che costrinsero il Vaticano a intervenire, sia diventata struttura di potere politico che incassa ogni anno parecchi miliardi dallo Stato e dalla Regione Puglia, alcuni dei quali, sembra, girati al Vaticano stesso. Il libro racconta che la magistratura ha avviato una  indagine sulla vicenda. Uno scandalo recente ha colpito la struttura, come la morte di una donna a causa di una risonanza magnetica  per cui è stata fatta  una interrogazione regionale a marzo del consigliere regionale Lonigro,  e di cui si sta occupando la magistratura).

Sindacati palazzinari

L'edilizia è in crisi, e allora i sindacati FILLEA CGIL FILCA CISL  auspicano che a Prato, sul nodo declassata, si costruisca subito e male, si faccia il viadotto.
I sindacati sono per il viadotto perché è la soluzione più rapida e le ditte edili pratesi hanno bisogno subito di lavorare e quindi...
Come se fosse certo che potranno lavorare ditte pratesi: il Comune credo non possa fare altro che un appalto tramite asta pubblica, a cui possono partecipare anche ditte da fuori. Insomma, l'appello dei sindacati sa come di una raccomandazione per il proprio figlioletto agli esami. Qualcosa che non si può fare.
Come se nella costruzione del sottopasso non ci fossero da chiamare ditte edili...
Insomma, un bel gioco per stare dalla parte di chi costruisce in modo selvaggio e in questo, Destra e Sinistra si stringono la mano.


martedì 10 aprile 2012

"Salviamo il paesaggio" parla di Gonfienti

Sul sito di "Salviamo il paesaggio" c'è un articolo che evidenzia il disastro di Gonfienti etrusca. Nell'articolo c'è una inesattezza, credo solo dovuta alla sintesi giornalistica: io non sono a capo di nessun comitato.
http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2012/04/prato-linterporto-mai-finito-e-il-sito-archeologico-abbandonato/

Sacco di Prato: allora i soldi ci sono!


Leggo che faranno un’opera lirica sul Sacco di Prato al Castello dell’Imperatore. Molto bene. Anche se recitano cantanti non professionisti, organizzare un’opera lirica però  può costare molto.
Perché, allora mi hanno detto, già a gennaio, che la mia opera teatrale, sullo stesso tema, Prato nel Sacco, non si poteva fare nella Pratestate per mancanza di soldi? In passato abbiamo visto che in estate i soldi sono stati spesi a piene mani per Malkovich, Battiato, Panariello, De André figlio e altri artisti molto, ma molto più costosi di noi e non necessariamente più bravi.

E’ vero, abbiamo presentato il Laris Pulenas per ben due volte durante l’estate, ma a un prezzo estremamente contenuto, per un ottimo risultato sia di gradimento che di numero di spettatori (visto che ci tengono così tanto ai numeri!).

Certo, l’opera lirica con tanti cantanti fa molto effetto e porta molto più pubblico, oltre a più consenso, e molto più della prosa, che può causare fastidi politici. Questo lo si capisce bene. Però, ancora una volta, si patisce l’orfananza di padrini, ingrediente necessario alla visibilità.

Pare che il mio dramma Prato nel Sacco sarà presentato al Magnolfi alla fine dell’anno, se e quando il progetto Sipario Aperto sarà approvato.

Credo invece che sarebbe stato opportuno far convivere sia il dramma che l’opera lirica nella Pratestate senza causare deficit alle casse comunali, dato che si tratta di una ricorrenza cittadina importante, i 500 anni dal Sacco, che non arriva tutti gli anni.

Ciò dimostra che l’Assessorato alla Cultura del Comune non è in grado o non vuole far coesistere armonicamente più espressioni artistiche, le diverse proposte che partono dagli stessi pratesi, che tanto dicono di voler valorizzare.

lunedì 9 aprile 2012

Le piazze del duomo non sono dei vescovi

Non amo i mercatini. Detesto poi la demagogia del 'vivere il centro storico' portata avanti dalla giunta Cenni, e il viadotto proposto sulla declassata e l'urbanizzazione dell'ippodromo, e tutta il malaffare palazzinaro rivestito da buonismo e 'fatebenefratelli', ma le piazze del Duomo non sono del vescovo, bensì dei cittadini di Prato.
Che cosa dice il signor Caregnato? Basta con questo fanatismo filo-curiale della pseudo-sinistra!
I mercati sono nati a ridosso delle chiese, dove ci sono le piazze.
La questione poi di Piazza Mercatale...tutta la politica dei partitelli e compagnia cantando dovrebbe tacere, ché non sono riusciti a farne nulla di diverso da quel porcaio che è.



«Più rispetto per piazza Duomo»
Caregnato, presidente Pd, dà ragione al vescovo: basta mercatini

PRATO »Ha ragione il vescovo: piazza del Duomo non deve essere usata per manifestazioni commerciali e mercatini. Per questo esistono altri spazi. Per esempio piazza Mercatale». E’ Fabio Caregnato, presidente Pd, a chiedere una riflessione oltre che «sul disordine funzionale al quale la piazza del Duomo ultimamente è stata costretta» sul destino complessivo del centro storico «che in questi ultimi anni è rimasto vittima di promesse e progetti annunciati - scrive in una nota - salvo poi assistere alla concentrazione nella piazza della cattedrale di iniziative promozionali». «Ciò accade perché- continua Caregnato - piazza del Duomo è rimasta l'unica grande piazza quasi completamente pedonalizzata del centro. Tutte le altre piazze non possono essere utilizzate a questi scopi perché sono state ormai abbandonate all'unico utilizzo possibile: quello di parcheggio». Per Caregnato ha fallito anche l’attuale amministrazione: «Nonostante i frequenti quanto sterili proclami - continua - ha, finora, disatteso tutti gli impegni a governare in maniera lungimirante le esigenze diverse di cittadini residenti ed esercenti con la necessità di preservare ruolo e funzione delle piazze storiche». «E' ovvio l'auspicio che in futuro - prosegue - altri amministratori, diversi da quelli attuali, abbiano il coraggio di effettuare scelte più innovative, reinventando usi e funzioni degli spazi centrali ma soprattutto cercando di sciogliere il nodo delle modalità e dei tempi di accesso». Tante altre questioni non convincono il presidente Pd che chiede un progetto diverso di città: «Non convincono - scrive - le soluzioni bipartisan dichiarate per l'area dell'ex-ospedale dove si prevede di realizzare il mero cambio di destinazione d'uso da servizi ospedalieri a residenziale, non convincono le lottizzazioni previste nell'area dell'ex-Ippodromo, la scelta di mantenere la barriera del viadotto, non convince la proposta di collocare un deposito di autobus di fronte al nuovo Pecci di Neo e preoccupa la confusione di proposte sfacciatamente speculative sull'area dello stadio in via Firenze».
(Il TIrreno, 8 aprile)

Un invito per i 20 anni dei Celestini

 Per stasera, 21 dicembre, ore 20,45 alla Baracca.