giovedì 19 aprile 2012

Il dottore del teatro

Il dottore, mentre mi visita, commenta: 

-Sono tanti anni che faccio il dottore al teatro..., ma mai avevo visto così poca gente, anche con i grandi nomi, e anche nei debutti".

-E perché, dottore?

-La crisi, credo come prima cosa. E poi la qualità degli spettacoli, è scesa molto. Girano solo i figli dei grandi nomi, i figli d'arte e qualcun'altro del giro grosso, o gli amici; i bravi che pur ci sono non possono venir fuori.

-La gente però che va a teatro, il pubblico non sa niente di tutto questo. -

-No, soprattutto non si rende conto della mediocrità. Applaude di tutto.

-Pochi hanno il coraggio di fischiare. C'è una ricetta, secondo lei, per salvare qualcosa? Anche il cinema soffre molto.  Forse si salva la musica o la danza?-

-Non lo so. Registro questo dato. E non so come faccia lei a campare di questo lavoro. Non so come facciano gli attori...e i ballerini e i musicisti.

-E' una domanda che mi faccio ogni giorno, dottore. Gli attori sono troppi, e troppi che non valgono niente. Ci sono i ruffiani, i raccomandati, insomma, e tanti giovani e meno giovani non ce la fanno. C'è bisogno di una forte scrematura. O forse solo di un po' di giustizia.-

- La scrematura verrà da sé, perché non c'è lavoro per tutti. Anzi, quasi più per nessuno -

-Il problema che a esser scremati saranno sempre i poveracci, come i tassati. Come va il mio problema?

-Bene, direi. Ma bisogna tenerlo sotto controllo, soprattutto in primavera.

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