Da diversi anni si è visto, da parte delle varie amministrazioni di vario colore, sostenere in Toscana la cultura dell'aperitivo.
La cultura della bevuta e della mangiata.
Se passeggio sulla Sala a Pistoia non vedo che locali che la invadono e gente gente gente che mangia e che soprattutto beve. (E accanto, sulle pietre degli antichi negozi medioevali, nel contempo, barboni dormono assopiti dal loro stesso bere...).
Diversi anni fa vi feci uno spettacolo, proprio a ridosso del Leoncino, oggi sarebbe impossibile.
Il modello nordico della bevuta, che fino a qualche anno fa era confinato nel Lombardo-Veneto e Trieste, e che si era fermato a Bologna, ora, grazie agli affari, ha passato l'Appennino, ed è arrivato qua.
Invece che di permessi per attività culturali, la gente richiede e riceve permessi per attività ricettive e in particolare, locali per mangiare e bere.
A Prato il tutto è stato accelerato dal mito di riqualificare il centro che ha contraddistinto la giunta passata.
Ma anche in estate in tutta la Toscana, con l'ex-assessore Scaletti che benediceva l'aperitivo sulle spiagge: ve la ricordate quando faceva i tuffi nel mar Tirreno davanti alla telecamera della RAI insieme agli operatori del cosiddetto turismo?
E tutti gli assessori comunali che hanno fatto ecco all'iniziativa? Potevi comprare un biglietto per una mostra e poi andarti a fare una bella bevuta! Così si son potuti chiappare anche i giovani, che altrimenti non ci sarebbero mai entrati al museo; almeno la maggioranza, s'intende...
In questo caso la cultura della bevuta ha aumentato i numeri che sono serviti, a tutti i livelli, e che sono tipici della cultura numeraria e dell''investimento'. Della rima che si vuol creare fra cultura e affari; una rima forzata, non c'è!
Anche le parrocchie si prestano a questo nuovo grande affare del mangia e bevi e, in più, quando si può, vi si aggiunge la musica a tutto volume.
E tutti zitti, s'indende, perché è il parroco che la permette, che fa la santa attività e il suo santo guadagno!
Intanto mentre si aprono le bocche, si serrano i cervelli, e la gente diventa sempre più grassa e brutta, sguaiata e ignorante. Tutti noi stiamo diventando così: stupidi, grassi, volgari, e perché no violenti.
Basta niente, un piccolo pretesto, e si fissa per farsi un bicchierino in centro. Una mangiata.
Più che vivi il centro, era questo lo spot della giunta Cenni a Prato, si potrebbe dire: bevi (e mangia) in centro.
A questo siamo stati incentivati, a vivere la cultura dello sballo, senza pietà per nessuno.
Non a seguire la cultura, tanto meno a crearla.
A crearla, s'intende, ci devono pensare gli enti preposti; tu cittadino, devi solo consumare, essere uno spettatore, un cliente, un utente, un fruitore...
P.S: Come ho scritto, la cultura dello sballo è sostenuta da tutti gli schieramenti politici: la scorsa estate avevo scritto un articolo al riguardo, in particolare sulla Scaletti (prima IDV, poi Scelta Civica, poi ha formato una lista con cui è entrata nel consiglio comunale fiorentino...) che lo organizzava a livello regionale:
http://primaveradiprato.blogspot.it/2013/08/aperitivo-arcobaleno-la-toscana.html
P.S: Come ho scritto, la cultura dello sballo è sostenuta da tutti gli schieramenti politici: la scorsa estate avevo scritto un articolo al riguardo, in particolare sulla Scaletti (prima IDV, poi Scelta Civica, poi ha formato una lista con cui è entrata nel consiglio comunale fiorentino...) che lo organizzava a livello regionale:
http://primaveradiprato.blogspot.it/2013/08/aperitivo-arcobaleno-la-toscana.html
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