venerdì 11 gennaio 2019

Fai l'artista, e basta

Salvini ha invitato il cantante Baglioni a cantare e basta, senza fare dichiarazioni politiche che, in questo caso evidentemente, erano contrarie al capo leghista.

Si tratta di un gioco delle parti.

Ogni anno, immancabilmente, c'è sempre qualche polemica promozionale per Sanremo al fine di scatenare interesse e audience nei confronti di una manifestazione canora consumata, e quindi l'intervento del cantante, di stampo umanitario condivisibile, è sospetto di marketing. 

Peraltro invitare gli artisti a fare solo il loro mestiere di artisti è ormai del tutto inutile, perché questo fanno in maggioranza, e sono ben lontani dal praticare quell'arte che invece consente certo margine di libertà e di senso. E che potrebbe mettere in difficoltà la stessa politica di Salvini.

Il conformismo dilagante e il benpensantismo collettivo - che riguarda anche luoghi e persone che un tempo non ne erano affetti - fa in modo che la censura sia automatica e implacabile e rende inutile la "bacchettata" di Salvini, o serve solo per "dire a nuora perché suocera intenda". Significa che le nomine ora le gestiscono quelli che comandano. Com'è sempre stato.

Cosa significa fare il cantante e basta?
Significa che l'artista non deve prendere una posizione politica, deve astenersi e deve fare l'artista come l'intrattenitore, il suscitatore di emozioni, ma non di pensieri. Non deve seminare il dubbio.

E così fa appunto, come ben sa Salvini, nessun dubbio pone la maggioranza degli artisti, a tutti livelli, in particolare quelli che passano in televisione o entrano nei circuiti, anche se quasi nessuno ormai se ne dà pena,  che basta "andare in televisione".
D'altra parte ormai il pubblico preferisce in massa gli intrattenitori ai cosiddetti artisti non convenzionali  "che hanno qualcosa da dire", anche perché non vuole essere disturbato nel suo moto aggregante, ora che il sistema reale offre così pochi spazi e tempi per la socialità!

L'artista può parlare, prendere posizione solo se si trova nella giusta condizione, se è protetto e sostenuto da un partito o fazione. In quel caso può anche essere costretto a dire e può azzardare il conformismo della protesta di parte.
Protesta che può servire per mettere in moto certo sistema di interesse, come è il caso di Sanremo, che mette in moto poi la redistribuzione del potere. E anche un artista come Baglioni, a suo tempo simbolo del sentimentalismo anticontestatario per eccellenza, oggi lo può fare.

Se invece non è protetto e parla autonomamente, se non è strumentalizzabile insomma da una fazione, l'artista non può, finisce rifiutato, e addirittura viene esiliato. E' accaduto anche ad artisti famosi, pur raramente: vedi recentemente Beppe Grillo, Montesano o Luttazzi. Invece gli artisti non conosciuti che parlano, finiscono al macero direttamente, ma nessuno mai lo sa.

Baglioni non finirà esiliato, ne sono certa.

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