lunedì 7 gennaio 2019

I muri a secco della Bucaccia

Ricevo e volentieri pubblico.


I MURI A SECCO DELLA BUCACCIA 
COME PATRIMONIO MONDIALE DELL’UMANITÀ

Riconosciuti dall’UNESCO come Patrimonio Mondiale dell’Umanità i muri a secco dell’Europa mediterranea trovano una grandissima espressione costruttiva e una viva testimonianza anche nell’area pratese. In particolare “La Bucaccia” di Poggio Castiglioni, che contiene tali tesori, è da considerarsi un’eccellenza. Sulle aree sommitali e sui pendii meridionali dei monti della Calvana sono presenti complessi di grandiose e solide strutture murarie elevate a secco, per lo più in opera poligonale a pezzatura disomogenea o in opera affine all’isodoma di stampo classico. Se ne possono notare estesi tratti soprattutto nei versanti pratesi della Calvana, con cospicue tracce di antichi castellieri presso Sant’Anna Vecchia, Cavagliano, Val di Cigoli, Sottolano ed altri luoghi ancora. La Bucaccia è raggiungibile da una strada carrabile, alquanto malconcia, che s’inerpica dalla conca di Travalle, oppure salendo l’erta scalinata dei cavatori che sta alle spalle della cementizia. La selvaggia ed arcana  bellezza di questi luoghi trova nei muri a secco che delimitano  e terrazzano le aree antropizzate d’altura un compendio di straordinario valore storico e paesaggistico, che merita di stare a pieno titolo nei siti tutelati dall’UNESCO. La straordinaria e plurisecolare stratigrafia di queste strutture murarie sono un “libro aperto”, accompagnando l’evoluzione della civiltà umana dall’Eneolitico all’Età del Ferro. Quel che vediamo disperso nella boscaglia rappresenta un lascito dei primi coloni già prima che gli etruschi strutturassero l’area come una munita e vigile roccaforte. Per il particolare ambiente naturale e per la posizione strategica lungo le antiche vie di transumanza, le muraglie della Bucaccia si sono preservate  fino ai giorni nostri, per  tutto il Medioevo e nell’età Moderna (XIX-XX secolo), negli adattamenti postumi di sistemazioni agrarie e terrazzamenti poderali. Qui si è realizzata una speciale simbiosi tra la natura carsica dei luoghi, fatta di grotte, doline e risorgive, e l’opera incessante operata dall’uomo. Pur nell’evidenza del parziale riutilizzo rurale e nel rimaneggiamento sopportato nel tempo, restano ben evidenti gli apparecchi murari tardoantichi che offrono scenari di grandissima suggestione e molteplici ragioni di studio per l’alto interesse archeologico che suscitano. Il sito della Bucaccia per la presenza di imponenti opere di regimazione idraulica sia di acque sorgive che meteoriche documenta gli ingegnosi sistemi di canalizzazioni semipogee adottate all’interno di recinti murari chilometrici. L’estensione del sito, la sua peculiare panoramicità dalla vetta di Poggio Castiglioni, ma soprattutto la sua nascosta giacitura in luogo protetto, incassato tra due versanti collinari riproduce al vero il modello reale dell’antico stazionamento: un grande villaggio orientato che rivive idealmente nelle piattaforme litiche di fondazione,  nelle larghe scogliere e muraglie a doppia cortina.  Si tratta dunque di una risorsa per la comunità da porre oggi in stretta relazione con la città degli Etruschi di Gonfienti, posta a pedecolle sulla sponda sinistra del Bisenzio. Questa peculiare connotazione geografica qualifica l’area di Poggio Castiglioni - La Bucaccia,  così com’è stato autorevolmente riconosciuto,  come la possibile acropoli dell’antico insediamento etrusco  realizzando un unicum ambientale di eccezionale rilevanza in grado di costituire una grande attrattiva da fruire attraverso passeggiate e percorsi trekking purché si sappiano custodire e curare con rispetto e dedizione questi speciali documenti di pietra, seguendo l’esempio e gli  insediamenti  ereditati dal compianto prof. Fiorenzo Gei, grande animatore e primo divulgatore di queste meraviglie.

Giuseppe Alberto Centauro

(Docente di restauro – Università di Firenze)



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