I MURI A SECCO DELLA BUCACCIA
COME PATRIMONIO MONDIALE DELL’UMANITÀ
Riconosciuti dall’UNESCO come
Patrimonio Mondiale dell’Umanità i muri a secco dell’Europa mediterranea
trovano una grandissima espressione costruttiva e una viva testimonianza anche nell’area
pratese. In particolare “La Bucaccia” di Poggio Castiglioni, che contiene tali
tesori, è da considerarsi un’eccellenza. Sulle aree sommitali e sui pendii
meridionali dei monti della Calvana sono presenti complessi di grandiose e
solide strutture murarie elevate a secco, per lo più in opera poligonale a
pezzatura disomogenea o in opera affine all’isodoma di stampo classico. Se ne
possono notare estesi tratti soprattutto nei versanti pratesi della Calvana,
con cospicue tracce di antichi castellieri presso Sant’Anna Vecchia,
Cavagliano, Val di Cigoli, Sottolano ed altri luoghi ancora. La Bucaccia è
raggiungibile da una strada carrabile, alquanto malconcia, che s’inerpica dalla
conca di Travalle, oppure salendo l’erta scalinata dei cavatori che sta alle
spalle della cementizia. La selvaggia ed arcana bellezza di questi luoghi trova nei muri a
secco che delimitano e terrazzano le
aree antropizzate d’altura un compendio di straordinario valore storico e
paesaggistico, che merita di stare a pieno titolo nei siti tutelati dall’UNESCO.
La straordinaria e plurisecolare stratigrafia di queste strutture murarie sono
un “libro aperto”, accompagnando l’evoluzione della civiltà umana dall’Eneolitico
all’Età del Ferro. Quel che vediamo disperso nella boscaglia rappresenta un
lascito dei primi coloni già prima che gli etruschi strutturassero l’area come
una munita e vigile roccaforte. Per il particolare ambiente naturale e per la
posizione strategica lungo le antiche vie di transumanza, le muraglie della
Bucaccia si sono preservate fino ai
giorni nostri, per tutto il Medioevo e nell’età
Moderna (XIX-XX secolo), negli adattamenti postumi di sistemazioni agrarie e terrazzamenti
poderali. Qui si è realizzata una speciale simbiosi tra la natura carsica dei
luoghi, fatta di grotte, doline e risorgive, e l’opera incessante operata
dall’uomo. Pur nell’evidenza del parziale riutilizzo rurale e nel rimaneggiamento
sopportato nel tempo, restano ben evidenti gli apparecchi murari tardoantichi
che offrono scenari di grandissima suggestione e molteplici ragioni di studio per
l’alto interesse archeologico che suscitano. Il sito della Bucaccia per la
presenza di imponenti opere di regimazione idraulica sia di acque sorgive che
meteoriche documenta gli ingegnosi sistemi di canalizzazioni semipogee adottate
all’interno di recinti murari chilometrici. L’estensione del sito, la sua
peculiare panoramicità dalla vetta di Poggio Castiglioni, ma soprattutto la sua
nascosta giacitura in luogo protetto, incassato tra due versanti collinari
riproduce al vero il modello reale dell’antico stazionamento: un grande
villaggio orientato che rivive idealmente nelle piattaforme litiche di
fondazione, nelle larghe scogliere e
muraglie a doppia cortina. Si tratta dunque
di una risorsa per la comunità da porre oggi in stretta relazione con la città degli
Etruschi di Gonfienti, posta a pedecolle sulla sponda sinistra del Bisenzio.
Questa peculiare connotazione geografica qualifica l’area di Poggio Castiglioni
- La Bucaccia, così com’è stato autorevolmente
riconosciuto, come la possibile acropoli
dell’antico insediamento etrusco realizzando
un unicum ambientale di eccezionale rilevanza in grado di costituire una grande
attrattiva da fruire attraverso passeggiate e percorsi trekking purché si
sappiano custodire e curare con rispetto e dedizione questi speciali documenti
di pietra, seguendo l’esempio e gli
insediamenti ereditati dal
compianto prof. Fiorenzo Gei, grande animatore e primo divulgatore di queste
meraviglie.
Giuseppe Alberto Centauro
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