Nonostante la vasta offerta al mercato culturale, anche "aggratisse" e con nomi cine-roboanti alle ore ventuno del sabato sera, La donna invisibile ha registrato certo interesse anche nella replica di ieri, con giovani che sono venuti addirittura da Firenze.
Qualcuno ha chiesto, anche ieri sera: "Ma questi giovani, da dove vengono?".
Qualcuno ha chiesto, anche ieri sera: "Ma questi giovani, da dove vengono?".
Chissà che, prima di presentare il terzo "pezzo" della trilogia distopica al femminile, La donna invisibile non torni.
Ma intanto, il prossimo, è Malaparte.
Commenti:
"E' stata la mia prima volta, ma sono felice di averla conosciuta" (E. Guasti).
"Molto intenso, un dualismo irrisolvibile. Molto brava e profonda. Grazie". (G.Calamai).
"A me è piaciuto perché affascinante, ci ha tenuto in tensione, e allo stesso tempo ci ha smarrito sul tema della visibilità, che è attualissimo. Per questo siamo rimasti senza parlare dopo, e non sono stata capace di scrivere niente sul momento. Anche la scenografia dava l'idea dell'incertezza di questa donna, il bianco e il nero, che incarna tutti noi in questo periodo, così come il fatto di stare bloccata..." (Anna).
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