giovedì 14 febbraio 2019

Paccottiglia su Mia Martini (e sull'arte)

Non ho visto e non vedrò lo sceneggiato-paccottiglia della RAI e del circo mediatico, dopo la ressa di Sanremo, che questa volta coinvolge la cantante Mia Martini. (Ancora una volta, la musica, che si vende bene, è il prodotto!)

Conosco molto di questa cantante, ho letto libri seri e le sue dichiarazioni, non parlo a vanvera.
Quello che mi interessava di lei, in particolare, a parte la voce e l'uso che ne faceva nelle sue interpretazioni, era certamente la figura tragica, emblematica del sistema, dove tutto è mercificato.

Dove l'artista è assassinato in vario modo. E lei se n'era ben resa conto.

Il sistema "fiction",  moderna confezione-regalo avvelenato del potere, che tende al livellamento e all'istupidimento oltre a renderci ovviamente supini consumatori (oltre che di prodotti anche di idee),  riesce a banalizzare e a inglobare anche la tragicità della vita e dell'arte.

E così fanno ancora quest'anno, levando osanna nei confronti di Leonardo per i 500 anni dalla sua morte, che visse una vita talmente difficile da essere oggi facilmente comprensibile o tollerabile. Egli fu veramente perseguitato, e continuamente in fuga.  Per poco non ci rimise la pelle.

Si uccide varie volte.


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