domenica 1 novembre 2020

BANNATA DA SGARBI

Avevo scritto un commento sulla pagina da Sgarbi, e in particolare su un suo post che recitava: "La cultura non si ferma". Più o meno avevo scritto: "La tua no, ma quella del popolo sì" e coloro che gestiscono la sua pagina mi hanno "bannato" subito e sulla sua pagina non posso più commentare. Perché, il mio commento, un commentino nel mare dei commenti che riceve, non corrisponde al vero?

Ho scritto sulla pagina di Sgarbi perché, anche sei non è nel pantheon dei miei preferiti, ultimamente ho seguito alcune sue azioni di protesta in Parlamento contro il Governo.

Tuttavia il critico-politico-sindaco non mi ha mai convinto, perché spesso ha usato e usa la parola nella forma abbreviata del non-dialogo, ossia l'offesa, e addirittura scrivendone libri, umiliando chi lo attacca e liquidando così ogni forma di opposizione e dialettica, con il plauso del popolino, che applaude al massacro dell'oppositore di turno.

Coloro che gestiscono la sua pagina non mi hanno certo offeso, ma eliminato perché una domanda così semplice è stata evidentemente percepita come pericolosa.

Non mi importa nulla, i discorsi sui social o altro se li porta via il vento, ma resta il fatto che la cultura del popolo, (quella dal basso di cui si parlava ancora venti anni o trenta anni fa intendo, perché il popolo non esiste più, quella non finanziata e foraggiata, o slegata dai contesti del potere politico), quella là, quando più o meno appare, per sbaglio, ogni tanto qualche illuso crede di potercela fare, la cancellano subito e la calpestano. Non porta soldi, non porta consenso. Via.

Le conseguenze che vediamo sono sotto gli occhi di chi ha la forza di guardare. Non esiste cultura, non esiste parola che non sia inscritta nel cerchio magico del potere e del consenso.

E' importante non farci ingannare, come siamo soliti, la gente ha questa grande capacità di farsi abbagliare dal salvatore di turno; è evidente, e proprio da queste piccole cose che possono sembrare irrilevanti, che coloro, fra i politici o altro, che possono aiutarci dal disastro umano ed economico e culturale, dall'oppressione e dal dominio di questi tempi, non sono ancora fra noi. Quelli che ora sostengono di poterlo fare, appartengono ancora una volta alla casta, e almeno a me, non servono.

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