giovedì 19 novembre 2020

L'Affaire Bolano



"L'affaire Bolano": così è chiamata a Prato ormai l'incredibile e vergognosa vicenda che riguarda il monumento di Italo Bolano dedicato a Federico II sulla Tangenziale a Prato, di cui ho già trattato, opera misteriosamente scomparsa a luglio scorso e che il Comune ha fatto riapparire sorprendentemente  il 17 novembre, con il corredo dei media a cui hanno fatto strombazzare la solita verità confezionata,  con foto che ritraggono personaggi ormai estranei alla gestione della cosa pubblica, ma apparsi d'improvviso, mascherati ma pur riconoscibili per chi abbia usanza con la recente storia locale, alla inaugurazione, e in pieno tempo di Zona Rossa. "L'affaire Bolano" ha tutte le caratteristiche della novelletta gialla.

Mi ero ripromessa di non tornare sull'Affaire Bolano, ma alcuni lettori mi hanno chiesto di scrivere un breve riassunto della vicenda, che è questo:

Probabilmente a fine luglio: scompare il monumento.

Il 27 luglio 2020, su questo blog do notizia della sua misteriosa scomparsa. Del monumento resta solo il sostegno, sgangherato.

Il 29 luglio contatto, su suggerimento di un conoscente, un ex-amministratore al tempo della prima posa del monumento nel maggio 2012, il quale mi consiglia di "non sollevare polveroni".  Qualche giorno dopo lo stesso, non più ormai in carica, ma semplice cittadino come me, informa che il monumento è al sicuro, che non ci si deve preoccupare, è in un deposito. Lui lo sa.

Il 10 agosto l'ex-amministratore mi fa sapere che andrà lui stesso a vedere in che condizioni sta l'opera.

Il 17 settembre muore Italo Bolano.

Nel frattempo l'amministrazione comunale a Prato, come al solito in modalità arrogante, non fiata sulla scomparsa del monumento. Nessun comunicato. Tutto sotto traccia. Tutto passato sotto silenzio.

Il 17 novembre l'amministrazione comunale rimette il monumento nel suo posto sulla Tangenziale in corrispondenza di Via Ofelia Giugni, come estraendolo dal suo cappellone magico. Le spese del restauro sono sostenute dalla compagna di Italo Bolano, nonostante il monumento appartenga a tutti i cittadini.

Chi ha sottratto il monumento? La versione ufficiale attribuisce l'atto a un collega invidioso o rancoroso, il quale, dopo aver segato i sostegni, lo avrebbe lasciato il  per terra, dove l'avrebbero trovato gli operai di ALIA deputati al taglio dell'erba, portandolo poi al deposito, se non ricordo male, di Sesto Fiorentino. 

Personalmente nutro alcuni dubbi su questa versione: intanto il sostegno non era stato segato di netto, ma sgangerato e piegato, inclinato, così come io ho potuto osservare; e poi:  non è facile togliere un' opera in vetro e metallo (quanto pesa?) da una strada trafficata come una tangenziale e in corrispondenza di una rotonda e di un sovrappasso pedonale, in piena estate, quando la gente gira anche di notte! Insomma, un'operazione che non si compie in cinque minuti, anche presupponendo che il collega invidioso si sia recato sul posto ben munito di attrezzi! E poi dubito anche perché, com'è risaputo anche da coloro che non frequentano le stanze della psicologia, chi vuole offendere un artista, sfregia la sua opera d'arte, e non la lascia per terra,  la colpisce, eccetera. Anche se  a prova di sassaiola, come ha dichiarato Bolano, l'opera non avrebbe potuto resistere ai colpi di un mazzolo: si tratta pur sempre di vetro!  Senza contare che il maleintenzionato avrebbe agito, dando di mazza, forse più celermente! Possiamo  supporre che l'autore dell'atto si sia impietosito, e abbia solo voluto solo dare una lezione a Italo, che era già gravemente malato in quei giorni?

La versione, già confezionata, è stata consegnata alla stampa e accreditata due giorni fa. Nel frattempo il Comune ha continuato a tacere, o solo aprendo bocca davanti ai media locali e nella consueta modalità arrogante e minacciosa per intimidire gli eventuali distruttuori di opere d'arte, che notoriamente girano a Prato e soprattutto di notte!

Se non è stato il collega invidioso; se non è un furto sui generis e/o su commissione (troppo letterario, vero?, ma quante opere sono svanite nel nulla perché nessuno c'ha fatto caso, e come succede a certi libri nelle biblioteche, che non si trovano più), una versione probabile dei fatti potrebbe essere questa, dando credito agli amici di partito: diciamo che qualcuno, chissà per quale motivo e in che modo, c'era andato a sbattere impunemente, visto che a nessuno sbatteva più nulla del monumento. Chissà. Nessuno nelle stanze di Piazza del Comune si era accorto di nulla. Cosa vuoi, in piena estate...Gli operai di AMA lo hanno trovato per terra, portato al deposito di Sesto (chissà se hanno chiamato il Comune o cosa, non lo sapremo mai), e tutto era destinato a stare ancora un po' nell'edificio del dimenticatoio, se non ci fosse stato il mio articolo che...sollevava il polverone!

So che la signora Alessandra, compagna di Bolano, ha presentato denuncia contro ignoti. A questo punto non so se la faccenda finirà qui o no. Se non altro è probabile che i soliti addetti alla calunnia e allo spregio/sfregio digitalee si mettano all'opera per infangare, deridere o altro, come sono soliti fare ogni volta che si sollevino polveroni o altro di fastidioso.




1 commento:

Unknown ha detto...

Tutta la vicenda è vergognosa e l'amministrazione, dichiarazioni di facciata a parte, me esce malissimo. Addirittura non accollandosi le spese per il ripristino e facendole sostenere alla vedova. Trovo riprovevole più di tutto l'invito rivolto a Maila a "non sollevare polveroni", che pare assai simile a inviti di stampo ometto so a "farsi i fatti propri". Quando si parla di un bene di tutti, e il monumento in oggetto lo è, é più che lecito da parte di un cittadino chiedere (e ottenere!) risposte serie e chiare su cosa sia accaduto e perché sia scomparso improvvisamente.

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