Se la proposta della Capua di usare il teatro per la vaccinazione è rimasta sulla carta, quella di trasformarlo in luogo di carità avviene davvero a Bari, al Teatro Kismet (è notizia di oggi in tutti i giornali): qui una volta a settimana distribuiranno cibo agli "operatori dello spettacolo" (sic!) in difficoltà, con la collaborazione anche di autorità sindacali.
Il teatro collegato alla carità non è affatto benefico per gli artisti. Certo una pacco di pasta in questi tempi fa sempre comodo, e conosco bene in che condizione molti di loro vivano, ché artista sono anch'io.
Ma quello che si propone e persegue è ancora assistenzialismo e passività. Accettazione delle decisioni prese dall'alto. Ed è questo a non far bene.
Distribuire cibo avrebbe senso se il teatro fosse occupato, se una protesta viva vi avesse luogo, il che non è. E però se ci fosse la protesta, il cibo non verrebbe regalato al teatro per compiere la tanto sbandierata azione di solidarietà.
E' una solidarietà falsa, anche se il pacco di pasta è vero. Pelosa. Umilia gli artisti e squalifica i luoghi della cultura!
Con tutto il rispetto, usare il teatro per simili azioni, quando è chiuso e morto al pubblico, quando non parla la sua lingua, è un altro tassello che lo conduce al completamento del puzzle, il suo silenzio, la sua morte.
Un Ministro alla Cultura serio, vero, dovrebbe impedire questa UMILIAZIONE E DEGRADAZIONE, tentando di porre rapido rimedio alla distruzione culturale dell'Italia.
Nessun commento:
Posta un commento