Covid, Garavelli: "Vaccino? Così non è risolutivo e il lockdown ora è inutile".
L'intervista di affaritaliani.it
al primario della Divisione di Malattie Infettive dell’Ospedale Maggiore della
Carità di Novara Pietro Luigi Garavelli.
Di Monica Camozzi
"Ha contribuito a curare centinaia
di persone dal Covid in terapia domiciliare, usando la tanto vituperata
idrossiclorochina insieme a eparina e cortisone.
Non è assolutamente contrario ai
vaccini, anzi, il primario della Divisione di Malattie Infettive dell’Ospedale
Maggiore della Carità di Novara Pietro Luigi Garavelli, dice che “se servisse a
debellare il virus sarei pronto anche ad accettare una percentuale di eventi
avversi. Il punto è che come lo si sta facendo non ha speranza di essere
risolutivo”.
Il lockdown? Così non ha senso
“Il lockdown è una misura di
isolamento che serve per patologie da contatto, come l’Ebola. Allo stato
attuale delle cose, quando il virus è ormai endemico, un lockdown funzionerebbe
se ad esempio avvenisse nello stesso lasso temporale in tutto il mondo e si vaccinassero contestualmente le
persone con un vaccino risolutivo. Il virus Sars Cov 2 è un patogeno nuovo, che deve trovare la sua
collocazione nell’ambiente umano, muta costantemente ma non ha ancora ridotto
la sua virulenza, ci vorranno forse anni. In pratica, dobbiamo conviverci,
rispettare le misure prudenziali e, oserei dire, curare a casa. Chiudere la
società e la vita a tratti, non ha davvero senso. Covid è una patologia
respiratoria di una certa importanza ma non si discosta da certe influenze,
entrambe hanno forme asintomatiche e pauci sintomatiche nell’80% dei casi, con
ospedalizzazione nel 5%, 10% dei colpiti e una mortalità dell’1%. Il problema è
la contagiosità: l’influenza stagionale
può colpire una popolazione vaccinata oppure che è già entrata in
contatto con i ceppi virali da anni. I
soggetti infettati sono circa 4 milioni
ogni anno. Invece il Covid, essendo un patogeno nuovo, ha possibilità di
“sfondare” e colpire milioni e milioni
di persone. Capite che è diverso ospedalizzare il 5% di 4 milioni o di 40…
Cosa significa che è diventato
endemico?
È dimostrato che ormai Sars Cov 2
è presente nella popolazione tutto l’anno.
I portatori sani sono milioni di italiani. Per cui assistiamo
a brevi ondate epidemiche a scadenza di
mesi le une dalle altre, come è normale che avvenga. E come è normale, muta. Quanto alle varianti,
chi cerca trova! Quante migliaia ce ne saranno in questo momento? Non lo
sappiamo! Ricordiamoci che è un virus RNA, simile all’HIV, quindi- sotto pressione
della nostra risposta immunitaria e dei vaccini- scappa e muta per sopravvivere. In questa
situazione, a non essere normale è una
cosa che si impara al primo anno di specializzazione. Ovvero, non si vaccina
mai durante una epidemia. Perché il virus reagirà mutando, producendo varianti
e sarà sempre più veloce di noi. Con un virus RNA o si trova un denominatore
comune su cui montare il vaccino o, facendo vaccini contro le spike che mutano,
non hai speranza di arrivare prima di lui. Lo ricorreremo sempre, ripeto, tende
a mutare velocemente. "
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