"Non commettete questo delitto, non datemi la tessera. Non la voglio! Vaccinatemi, se volete, non farò resistenza, ma la tessera verde no!
Io, come poeta, confesso, vivo già segregato da tempo. E sto bene così.
Non saprei come vivere, con la tessera. Non mi date la tessera, temo mi costringiate a uscire, a buttarmi fra la gente a passeggio; ad andare al cinema, e vedere questo cinema; a teatro, e vedere questo teatro.
A frequentare le biblioteche dove non si sta più in silenzio.
E chissà non mi costringiate a salire sull'autobus. Sulla metropolitana! A camminare sugli stretti marciapiedi assediati dalle lamiere. A sfrecciare sui treni. A volare con gli aerei.
Tremo al pensiero.
Non voglio la tessera, non mi date la tessera, nessuna tessera!
Tanto io me ne sto qua, non contagio nessuno.
Sono fortunato, il mio piccolo lavoro lo svolgo da casa. Il mio datore di lavoro si fida di me. Mi dà quanto mi basta. E mi basta poco.
Vivo in una stanzina con bagno e cucina, che ho ricevuto in eredità da una cara zia zitella, che adorava le mie poesie. Fra noi ci fu vero amore. Platonico, s'intende.
Io faccio solo all'amore platonico.
Non saprei come fare, con il sesso. Mi è capitato da giovane, ma ho capito che non faceva per me...
Lo so che ridete. Pensate magari che io sia pazzo o malato...
Per carità, non sono contro il vaccino, fui vaccinato più volte da bambino da una mamma solerte e amorosa. Che credeva nel progresso e nel futuro. E sono riconoscente.
Ma ora non commettete questo delitto.
Al poeta non serve la tessera, non la vuole!
Vi assicuro che non uscirò di casa, se non per comprarmi da mangiare, che starò qui.
Qui. Prometto...".
(Anche le foto sono mie, scorci delle Cascine di Lorenzo de' Medici a Prato.)
1 commento:
Testo e foto sono in perfetta assonanza, complimenti.
Gianfelice
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