Caro Malaparte...
Tu vuoi sapere com'è andato Io malaparto!
E' andato molto bene. Buona affluenza di pubblico, attento.
Un po' silenzioso, sorpreso la prima sera, tanto che non riuscivo a capire cosa avessi combinato con queste lettere che ti scrivo e che ho messo in scena. Poi oggi ho parlato con qualcuno del pubblico di ieri, e mi ha confortato, erano entusiasti.
Più vivace, pubblico e sottoscritta, nella replica, tanto che alla fine è venuta fuori una seratona con dibattito.
E molti apprezzamenti. Grazie.
Io mi sento ripagata della grande fatica, e...ho ringraziato anche da parte tua.
No no, non è finita qui, è chiaro. Continuiamo a malapartare.
Malapartare: sì ho coniato un neologismo, come il professor Bernardi ha notato, e intanto significa questo: un teatro, o se ti piace di più, un'arte senza lenitivi.
Va bene?
Bisogna fare comunque di più e meglio: ti conoscono di nome, anzi di nomea, ma le tue opere non le leggono più come una volta.
Non ti rammaricare; in generale si legge poco di tutto, anzi ora quasi più nulla.
Ne parlavo sempre con il mio amico Fulvio, di cui ti ho scritto in una lettera di qualche giorno fa (che non ho letto), lui si dannava l'anima affinché la gente almeno leggesse qualche paginetta di giornale.
Lui mi manca, manca molto. Gli abbiamo dedicato la stagione. E abbiamo ricordato lui prima di iniziare con te.
Tornerò presto a scriverti su quello che è successo in queste due belle sere di teatro e vita dedicate a te.
Metto sotto due foto che mi ha scattato Gianfelice prima della replica di stasera per far capire.
In scena ho messo un ingrandimento di una tua foto, e dall'altra parte la stessa, ma rovesciata, come una "matta" nelle carte da gioco: il significato è chiaro, e allude non solo alla tua ambiguità, all'imprevedibile del tuo carattere, ma anche al lato ribelle e irriducibile, spiazzante. Il giocatore che possiede la matta le può dare il valore che vuole.
Sono sicura che l'avresti trovato azzeccato.
Ho fatto sentire la tua bella voce, che fluentissimo eloquio, che arte di parola!, e i giudizi di Moravia su di te...
Ora via, per via di Moravia ("un voltagabbana!..."), non t'arrabbiare, eh. In fondo parla bene di te.
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