martedì 18 luglio 2023

Io Malaparto: Zibaldone di pensieracci

 


Caro Malaparte,

scrivo una manciata di pensieracci, che ti dedico, a un giorno dall'anniversario della tua morte, sei morto il 19 luglio del 1957.

Primo pensieraccio.

Non verrò a visitarti nel giorno delle celebrazioni; primo perché non ci sono, secondo perché la salita alla tua tomba va fatta in solitaria o comunque non in situazioni ufficiali. Che te ne fai delle  benedizioni? Servono solo a chi le fa. Tra poco si va alle elezioni (riborda!), e nessuno può dimenticare che a te, proprio un anno prima della morte, non ti vollero in consiglio comunale. Da lassù dove giaci, la montagna dello Spazzavento, si osserva poi alla fine solo la gran colata di cemento sulla Piana fra Pistoia Prato e Firenze, e monta parecchia rabbia per lo scempio ecologico e culturale compiuto. irreversibile per almeno per qualche secolo.  Poi per fortuna la Storia ricomincerà.

Secondo. 

Da quando il mio babbo è morto, da nessuno ho sentito dire: to ma', to pa', tuo madre tuo padre. Mia nonna esclamava, quando era arrabbiata: "Accidenti a to pa' ". E io le chiedevo: -Perché? E lei: -Perché sì.

Uno fra i pochi che lo registri sei proprio tu. 

Io ancora dico, ogni tanto quando mi scappa come la pipì, "Me ma' ", "Me pa' ", ma io non faccio testo, ché come tu sai, appartengo alla riserva  indiana.

Terzo.

Per non perdere vigore, ho una proposta, che tu non puoi capire, o forse sì benissimo, anche se, quando costruirono la prima autostrada, in Italia, tu eri bell'e morto, ma che certamente è nel tuo stile: boicottare, per quanto ci è possibile, l'autostrada.

Io sono certa che come non avevi il telefono, come avevi in odio tutta la tecnologia, ecco che avresti odiato viaggiare in autostrada.

Sono strade a scorrimento veloce, a più corsie, per correre, per arrivare, non per viaggiare. 

Negli ultimi anni poi, sono affollatissime di camion e automobili, sai qui il mondo si è riempito di macchine, e non si viaggia più a piedi. In bicicletta soprattutto per sport. Siamo circondati da macchine grosse, aggressive, pazze, macchine panzer, e per di più corredate di mille tecnologie e telefono al seguito. Chi guida è disattento, è altrove.

Ci sono molteplici assassinii stradali ogni giorno, e tanti proprio avvengono su queste autostrade.

Ogni tanto poi cascano i ponti, sì, delle autostrade - perché non sono manutenuti, ovvio - e muoiono stritolate sotto il cemento mucchi di persone. Ma come se non fosse successo niente, noi continuiamo ad andarci correndo. In realtà l'unica cosa che corriamo è di volare nel vuoto. Un popolo civile protesterebbe, metterebbe in campo appunto qualche genere di boicottaggio. Ma l'Italia, dove è nato il diritto, è la patria a volte dell'inciviltà e del menefreghismo.  L'hai detto tu.

Un impiegato al casello mi ha poi consigliato, giuro: -Dovete evitare le autostrade, anche perché poi metteranno tutte macchinette per prendervi i soldi, come in Francia, non si saranno più persone, e se si guasta qualcosa, rimarrete bloccati...Per arrivare prima, dovete percorrere le altre strade. Tutti i casellanti evitano l'autostrada, tutti.".

Quarto.

Quando scrissi e rappresentai "Turista il barbaro" fui molto criticata, perché come dire, mi accusavano di propugnare una concezione elitaria, di destra!, nella mia denuncia contro la massificazione turistica.

Pensa tu, una ortolana come me!

Ora devi sapere che nella Val di Siusi, in Trentino Alto Adige, le mucche hanno messo in atto una protesta veramente antituristica, e arrabbiate per lo scorrazzare di troppi cani e maleducate persone, ecco che ne hanno aggredita una e l'hanno mandata all'ospedale. E' solo la prima avvisaglia. Seguiranno altri attacchi e ben più difficili da contenere. Omo avvisato, mezzo salvato.

Quinto.

Una chicca. Ho scoperto un'altra analogia fra te e Pasolini nell'espressione, così dibattuta, de "il fascismo dell'antifascisti". Qualcuno l'aveva notata?

Pasolini intitolerà un articolo, che al solito desterà scandalo, "Il fascismo degli antifascisti"  nel 1974 (fa parte degli Scritti Corsari). E anche in altri articoli, variamente, pur non usando questa  questa espressione, la spiegherà meglio, mettendo in guardia da una nuova forma di fascismo antifascista, insidiosa e subdola, quella del sistema della civiltà dei consumi responsabile dell'omologazione culturale: senza camicia nera o fez, ma capace di formare vite e coscienze...

Ma tu, vent'anni prima, avevi già scritto, preveggente?...: "Per molto tempo almeno, vedremo continuarsi nell'antifascismo, adattandosi alle circostanze nuove, molti dei metodi e della mentalità fascista. Si farà dell'antifascismo di natura fascista. (Da Malaparte: 1950-1951, a cura di Edda Ronchi Suckert, Ponte alla Grazie, Milano, 1994, p. 422).

Che roba, eh?


P.S. Sesto.

Prato è sempre e ancora la città di Ser Ciappelletto! Fa santo il diavolo e porta il ciuco sul palco e lo osanna come se fosse un  genio. 

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