domenica 15 febbraio 2009

Articolo da IL TIRRENO sul nostro sit-in




Sit-in di protesta per salvare Gonfienti



di Martina Rafanelli



Centauro: «Gli scavi sono interrotti, il timore è che non ripartano»
Manca un mese alla fine dei lavori di Interporto Appello ai candidati

PRATO. Il conto alla rovescia verso la conclusione dei lavori di ampliamento dello scalo merci nella zona dell’Interporto si sta avvicinando al termine. Ancora 30 giorni e la speranza di una ripresa degli scavi nel sito archeologico di Gonfienti e di una valorizzazione dell’enorme ricchezza storica degli stessi, già compromessi dalla cementificazione e occlusione di parti strutturali dell’antico insediamento etrusco per circa 120 metri quadrati, pare allontanarsi sempre più. «Al momento in cui sono iniziati i lavori per l’Interporto, la Sovrintendenza ha deciso di interrompere gli scavi che poi in parte sono stati anche ricoperti dal cemento e rovinati dal degrado della zona; inoltre crediamo che Interporto della Toscana S.p.A., finanziatore della ricerca archeologica nella zona, una volta chiuso il cantiere non sia più disposto a sostenere tali costi».


Spiega così la situazione Giuseppe Centauro, architetto e professore di restauro architettonico dell’Università di Firenze che da anni si occupa del caso Gonfienti e che ieri ha preso parte al sit-in di protesta che si è svolto nel pomeriggio in piazza San Francesco.


La manifestazione di dissenso, organizzata da Gruppo Libero “Primavera di Prato”, il Comitato Città Etrusca sul Bisenzio e Municipio Verde, ha visto la partecipazione di altri dieci comitati cittadini e delle associazioni Venti di Terra, Meet-up Amici di Beppe Grillo, Lista Giovani e Famiglia.


Presente in veste di performer anche Maila Ermini attrice e autrice del Teatro La Baracca, teatro indipendente pratese che già nel 2008, con lo spettacolo “Laris Pulenas”, aveva portato sulla scena l’importanza del recupero dei beni archeologici.


«Anche l’arte - continua Centauro - può essere uno strumento per sensibilizzare e rendere consapevoli i cittadini. La città etrusca di Gonfienti è unica nel suo genere, oltre che per gli ampi tracciati stradali e porzioni di abitato in ottimo stato di conservazione, anche per i numerosissimi reperti raccolti, che danno una lettura nuova di Prato come Melting pot di culture diverse».


Tra la lista di interventi richiesti «a chiunque voglia risponderci con i fatti e non con promesse e parole», come precisa Giuseppe Centauro, vi è quindi la rapida ripresa degli scavi, l’attuazione di un codice etico per i beni archeologici, la messa in sicurezza dei ritrovamenti e la valorizzazione dell’area attraverso programmi precisi e condivisi.


«Questo è ciò che accade quando la politica si allontana dai cittadini - afferma Mino Giunti del Comitato della piana - i comitati spesso vengono demonizzati, ma sono uno strumento per dare voce alla popolazione quando non c’è concertazione nelle scelte che riguardano tutti».

1 commento:

Anonimo ha detto...

IO credo che la battaglia contro la definitiva morte di questo notevole patrimonio culturale non sia ancora conclusa ma che anzi si possa e si debba continuare ANCHE dopo l' eventuale (sperando ovviamente che non avvenga) seppellimento, se non altro a FUTURA MEMORIA e come denuncia contro i responsabili dello scempio; magari vinceranno loro ma almeno non cosi' gratuitamente...

Sopratutto conviene sfruttare ogni occasione di incontri e manifestazioni pubbliche per far sentire la nostra voce ...

come per esempio l' INCONTRO di domani all' Urban center coi i consiglieri per l' Esposizione della Variante al Regolamento Urbanistico
APERTA A TUTTA LA CITTADINANZA

magari presentandosi con tanto di volantini e cartelloni addosso...

Credo che sia anche possibile prendere la parola, un occasione da NON perdere.

Dai Celestini a Levi

  Ieri,  in occasione dello spettacolo dei venti anni dei Celestini, in cui ho riproposto La Mostra Parlante "Ti mando ai celestini...