lunedì 28 febbraio 2011

Tornano i celestini. Ma non a teatro.

Maddaloni (CE): violenze su bimbi in istituto cattolico. Quattro educatori e una docente del “Villaggio dei Ragazzi” di Maddaloni (CE) sono stati posti agli arresti domiciliari per violenze cotninuate e insulti nei confronti di minori. Anche la cinghia era utilizzata come strumento di punizione. L’insegnante sarebbe inoltre accusata di abusi sessuali e di aver simulato un rapporto sessuale su due alunni in classe. Il villaggio è stato fondato da un sacerdote, don Salvatore D’Angelo, morto nel 2000. Ora è un IPAB, quindi un ente di diritto pubblico, ma già il sito internet, con il link ai Legionari di Cristo, mostra come l’impostazione cattolica sia ancora dominante. Il metodo educativo è anzi esplicitamente mutuato da quelli in uso nella Legione, scrive lo stesso sito: “la fondazione è gestita dalla Congregazione dei Legionari di Cristo, con Suoi religiosi e sacerdoti ed alcune Suore Carmelitane”. La presentazione della fondazione riporta inoltre che “tra gli enti di formazione integrale per giovani e adulti si annovera il Centro Culturale “Tertio Millennio”", e “un’ampia possibilità di progetti di volontariato quali: “Gioventù Missionaria”, “Angelo per un giorno”, la “Scuola della Fede” per adulti". (Luciano Vanciu, Uaar)


La stessa notizia data da La Stampa. Viene del tutto celato che si tratta di un istituto  cattolico, ma si evidenzia la violenza fisica, psichica e quella sessuale; nel complesso tutto molto simile a quello che accadeva all'"Istituto  Maria Vergine Assunta in Cielo" detto dei celestini di Prato negli anni '50 e '60.

"Violenze e offese sui bimbi all'istituto. Agli arresti domiciliari quattro educatori e una docente: sono accusati di abusi brutali e sistematici e di continue mortificazioni sui piccoli indifesi - (Napoli) Pugni, schiaffi, spintoni che in qualche caso hanno fatto cadere anche dalle scale la vittima, e l’uso della cintura come strumento di punizione. E poi un'infinità di ingiurie, da "porco" ad "handicappato". E' un quadro di maltrattamenti fisici e psicologici, con il «sistematico ricorso a metodi brutali ed umilianti da parte degli educatori»: è lo scenario descritto dagli inquirenti e subìto da alcuni minori nella Fondazione il "Villaggio dei Ragazzi" di Maddaloni (Caserta), un’istituzione di assistenza e beneficenza che ha lo scopo di promuovere iniziative in favore dell’infanzia. Le accuse si riferiscono anche alla violenza sessuale nei confronti di due undicenni messa in atto da un’insegnante. Non basta: negli atti si legge di «uso della violenza per mortificare le vittime» e in alcune occasioni «percosse che hanno riportato lesioni».Le indagini sull`istituto di assistenza sociale alla gioventù dimostrano, secondo l'accusa, il sistematico ricorso a metodi violenti nei confronti dei giovani affidati e ospitati nel convitto della Fondazione. Cinque persone sono state arrestate e godranno del beneficio dei domiciliari. Sono quattro educatori, indagati per maltrattamenti ai danni di minori di età compresa tra i dodici e i sedici anni, e una professoressa della scuola media del "Villaggio dei ragazzi", per la quale il reato contestato è abuso sessuale ai danni di due alunni di undici anni. I nomi: Domenico Bellucci (56 anni), Vincenzo Crisci (30 anni), Francesco Edattico (53 anni), Gianluca Panico (33 anni) e Maria Iesu (37 anni). La delicata inchiesta, avviata nell’estate del 2009, è stata svolta dalla Squadra Mobile di Caserta, coordinata dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere. L’ascolto di numerosi bambini e adolescenti ospiti del "Villaggio dei Ragazzi" ha fatto emergere, spiega il procuratore Corrado Lembo, «uno spaccato molto triste e sconsolante in relazione alla gestione della struttura e al trattamento che gli educatori riservavano ai minori ivi ospitati». Non metodi "rigidi" , ma «condotte abituali attuate con l'uso della violenza, fisica e psichica, e mediante la voluta mortificazione delle vittime» che, in alcune occasioni e a seguito delle percosse subite, avevano riportato anche lesioni personali. Portate alla luce, infatti, «gravi condotte di maltrattamento fisico oltre che psicologico poste in essere da alcuni educatori nei confronti dei ragazzi alloggiati presso la fondazione». Le dichiarazioni dei minori - ascoltati con l’ausilio di una psicologa - sono apparse «assolutamente convergenti nella descrizione e nella ricostruzione delle modalità con le quali erano stati trattati da alcuni educatori dell’istituto e nella rappresentazione di metodi che - ben lontani dal costituire quella che viene definita semplicemente educazione rigida - integravano invece odiosi atti di maltrattamento volti alla sistematica sopraffazione e vessazione di minori indifesi». Uno degli episodi più inquietanti tra i tanti emersi dalle indagini è quello accaduto nel corso di una lezione presso la scuola media statale del Villaggio, nel novembre del 2008. In quel caso, la professoressa indagata, con l`uso della forza fisica, avrebbe fatto stendere supini sul pavimento due alunni, entrambi di undici anni, sedendosi prima sull`uno e subito dopo sull'altro, all'altezza dei genitali, muovendosi in modo tale da simulare un rapporto sessuale".

Questa protesta si può, quest'altra no

In questi giorni la politica sembra agitarsi molto per le sorti dell'aeroporto di Peretola, che il governatore Enrico Rossi, assistitito dalla mente di Martini ex-presidente della Toscana felix, ha deciso che si amplierà, o da destra o da sinistra.
Tutte le giunte delle città attorno a Firenze hanno alzato le loro grida contro quest'ampliamento, soprattutto contro la pista parallela, e non potevano non ...volare paroloni.
Anche a Prato il sindaco Cenni, PdL, s'è detto contrario; e anche la Bugetti, segretario PD, tutti contrari. Tutti ambientalisti a trecentosessanta gradi.
Non s'è capito ancora bene chi lo voglia, quest'ampliamento, come al solito la casta proferisce parole fra i denti, tanto chi deve capire capisce e le sorti, se non son decise, quasi. Si devono mettere solo d'accordo sui dettagli. L'aeroporto che hanno non basta, ha una pista dove atterrare non è sempre facile e non tutti gli aerei possono farlo. C'è bisogno di più 'ciccia'.
Anche i comitati della Piana sembrano rianimarsi dal torpore in cui la maggior parte di loro sono caduti dopo le ultime amministrative del 2009, e sono pronti a dar battaglia contro il progetto scellerato, appunto quello di infilare un aereoporto cosiddetto competitivo a livello internazionale in un fazzolettino di terra.
A Prato le dichiarazioni contrarie del sindaco vetril-ecologista sembra aver dato forza a chi lo appoggia, e sono, e sono stati in tanti, anche a livello della cosiddetta cosiddetta partecipazione di base.
Tuttavia sono molti i piccoli disastri contro cui levare alte le grida, e che il sindaco 'civico' permette, come l'eliminazione del difensore civico appunto (scusate la ripetizione di tanta civicità), e  appare strano insomma che si voglia protestare per una scelleratezza, e per l'altra no, che addirittura si faccia finta di non vederla. Insomma, da fuori appare che qualcuno dia il via libera a certe proteste (su cui c'è un assenso formale collettivo), mentre blocchi altre. Oppure che certe proteste si fomentino per bloccare altre. Come vi pare.

sabato 26 febbraio 2011

Eliminato il difensore civico a Prato

Ecco, tanto per fare un esempio di come la giunta cenniana sia a favore della partecipazione e della democrazia: hanno brutalmente e SILENZIOSAMENTE eliminato il difensore civico. Dicono che lo impone la legge per risollevare le sorti delle casse cittadine!
Ma piuttosto, che taglino le spese che stanno sostenendo per la loro continua propaganda di sé con tutte quelle 'parate' teatrali, con la sfilza di giornalisti (sic!) che fanno da corollario e che sono pagati per scrivere la paginetta del comunicato stampa e per intervistarli senza traumi!
In realtà più che far partecipare i cittadini, si vuole escluderli; tutto è predisposto affinché i cittadini non contino praticamente niente. Una vera e propria vergogna. Alla barba di tutti, tutti in silenzio, via questo organo democratico del difensore civico. Che magari non sarà stato il massimo, ma qualcosa era.
E l'opposizione? Balbetta qualcosa, ma è assolutamente insufficiente, non comprensibile. Bocciata in pieno! (Dormi dormi, mio bel piccin...!).
Tanto per spiegare copio e incollo quello che ancora si legge sul sito internet del Comune di Prato. Sul sito risulta che ben il 60% dei cittadini pratesi aveva dichiarato di gradire questo organo di tutela dei loro diritti.
Alla faccia della democrazia e della partecipazione, sindaco Cenni!

"Hai bisogno di un Difensore? Civico, naturalmente!
- Il Difensore civico è un organo di tutela del cittadino nei rapporti con gli enti pubblici.
È un garante dell'imparzialità e del buon andamento delle attività e dei compiti svolti dal Comune e dagli enti ad esso collegati.
Viene nominato dal Consiglio Comunale, dura in carica 5 anni e non può essere immediatamente rieletto.
Esercita la propria funzione in piena autonomia e indipendenza rispetto agli altri organi."

venerdì 25 febbraio 2011

Rossi e l'età dello sviluppo

In merito al dibattito sull'ampliamento dell'aeroporto di Peretola il presidente della Toscana Rossi ha dichiarato che lui non sarà il presidente della retrocessione economica; che bisogna mettere da parte gli '-ismi: campanilismi, corporativismi...Dunque o in tralice o in parallelo o allungato, l'aeroporto firentino si amplierà.
Insomma, è ben chiaro come sia ristretto il loro fraseggio, la loro visuale sul cosiddetto 'sviluppo'!
Ma sarà mai possibile mettere in tralice o in parallelo o allungare queste teste, che pure danno l'impressione di pensar da sé solo perché vengono ben bene sui cosiddetti media!

Vi ricordate il video pubblicità della Regione Toscana, con la sigletta di "Voglio vivere così?" con le belle immagini (ma soprattutto belle modelle) della Toscana  stereotipata snob da cartolina?
Ecco succederà così: che nei media vi faranno vedere qualcosa di simile, come in second life, e voi, se vorrete la Toscana di una volta, ve la vedrete lì.
E il Parco della Piana, ve li ricordate gli incontri capeggiati dal Prof. Morisi (ma che fine ha fatto?)? Anche quello si potrà vedere bene sul sito internet dedicato, incluso le Pantanelle, ormai distrutte completamente.
Ora a Prato son tutti contro l'aeroporto, capeggiati da Major Cenni. Ma è tutto un giochino, è chiaro, sull'ampliamento son tutti d'accordo. Perché vogliono tutti farci 'vivere così'. In 'second life'.

Ecco spiegata la visita di Rossi a Gonfienti, come ha a cuore il destino della città antica. Insomma, tutto virtuale. Così cari miei potrete passeggiare fra i ruderi. Non più come faceva Goethe a Roma qualche anno fa.

Goethe d'altronde non viveva come Rossi l'età dello sviluppo. Sennò anche il bardo tedesco avrebbe cantato, come qualche dipendente della Soprintendenza fiorentina, per l'Interporto.

Collaborazione con il settimanale "Metropoli"

Da oggi ufficialmente inizia la mia collaborazione con il settimanale Metropoli.
Curerò la rubrica "Riflessioni", così come è stata presentata dalla redazione del giornale: "Da questa settimana prende il via una nuova rubrica di lettere e interventi curati direttamente dalla drammaturga Maila Ermini. Ogni quindici giorni l'attenzione del lettore sarà sollecitata su questioni di attualità e su riflessioni che riguardano la società e la politica pratese. Buona lettura!".
Su questo blog pubblicherò i testi scritti per la rubrica qualche giorno dopo l'uscita del giornale il venerdì.

m.e.

giovedì 24 febbraio 2011

Come vanno le cose, ovvero a Prato la vetrina è la prediletta

Il Comune di Prato intende assumere un altro addetto alla comunicazione, che sia di supporto per l'ufficio stampa del Sindaco; il prescelto o prescelta dovrà, testuali parole,  "implementare e sviluppare, sia sotto l'aspetto qualitativo che quantitativo, la produzione di comunicati stampa...dovrà  "supportare l'Ufficio Stampa ed il Portavoce del Sindaco nel coordinamento e gestione degli eventi comunicativi. Sviluppare l'uso di tecnologie avanzate nella produzione dei comunicati stampa." Ah, dimenticavo: il tipo o tipa deve essere un giornalista (un altro?)
Speriamo almeno che la persona prescelta scriva meglio di chi redige i comunicati e i vari avvisi, evitando anglicismi e maiuscole improprie.
Tuttavia, mentre si cerca di lustrare la vetrina, il retrobottega langue: in Ragioneria l'organico è più che ridotto e i fornitori tardano a essere pagati.

mercoledì 23 febbraio 2011

RECENSIONE DI PRATOPEZZA

Con piacere pubblichiamo questa recensione di "Pratopezza", che sarà replicato sabato 26 febbraio  2011 alle ore 21 al Teatro La Baracca.

“Io sono particolare, perché dentro di me ci sono tante storie. I tessuti che faceva il mio babbo venivano da tutto il mondo… le storie di tutto il mondo… le imparai quando ero tessuto!”. Così si presenta Pratopezza, il personaggio teatrale frutto di una geniale intuizione di Maila Ermini. Pratopezza nasce dai cenci che confluivano nelle fabbriche pratesi, provenienti da tutto il mondo, e ognuno di quegli stracci era portatore di una storia. Pratopezza è fatto di fili, ogni filo narra una storia. E visto che a volte nei fili ci sono i nodi, Pratopezza è balbuziente.
Lo spettacolo della Ermini è per ragazzi, è fatto di granchi che chiedono un vestito su misura e topolini che vogliono mangiare i cantucci, e con tratti di interattività riesce a coinvolgere il giovane pubblico presente. Ma non si ferma lì, perché Pratopezza racconta storie, e le storie piacciono a grandi e piccini. Senza contare che ogni storia può essere rappresentativa di ogni società, dove si possono leggere risvolti d’attualità, come quando Pratopezza narra del dittatore che impediva ai suoi sudditi di lavarsi le orecchie, cosicché il popolo smise di dialogare e di parlare, favorendo il potere.
È la Maila Ermini di sempre, dunque, anche quando lo spettacolo si rivolge ai bambini. Ma la vera grandiosità dell’opera sta nel personaggio creato, un pratese figlio del tessuto, che vive in un portaballe e che ha smesso di stare ai telai per andare in giro a raccontare le storie che ha imparato dagli stracci. Il potenziale di questo personaggio è immenso, può raccontare un’infinità di storie e rivolgersi, con quella sua movenza sbalestrata, a tutte le tipologie di spettatori.
Non resta che augurarsi che la Maila Ermini sviluppi questa maschera pratese, per farne un vero punto di riferimento, una sorta di grillo parlante della città. E soprattutto che anche le istituzioni ne riconoscano la portata e gli diano il giusto spazio nel teatro locale."

Piero Ianniello, Nuovo Corriere di Prato, 22 febbraio 2011

sabato 19 febbraio 2011

L'ASSURDO NATURALE

Ecco come la Regione Toscana cerca di far passare l'assurdo come naturale: far convivere il fantomatico Parco della Piana e l'ingrandimento dell'aeroporto di Peretola.
In realtà, come abbiamo detto più volte, il Parco della Piana non esiste se non sulla carta; non è che un mero sogno, così come quasi tutti i parchi che ormai si vogliono creare in questa pianura ormai violentata, cementificata fino all'eccesso, puntellata di megatralicci ovunque, e dove sta per arrivare, fra le altre cose, anche l'inceneritore. L'assessore Marson, in questo comunicato sul sito regionale dove invita a leggere i documenti,  e a partecipare al dibattito (di nuovo, lo smercio fasullo della 'partecipazione') , cerca mestamente di porsi come un ago di una bilancia ormai del tutto sbilanciata.
"Parco della piana e aeroporto, costruite le condizioni per una discussione pubblica informata sulle alternative
La variante di integrazione al PIT (Piano di indirizzo territoriale) relativa al Parco agricolo della piana e alla qualificazione dell’aeroporto di Firenze Peretola è stata approvata dalla giunta regionale lunedì scorso, 14 febbraio, a sei mesi e mezzo dall’avvio del procedimento.
Si tratta d’un atto relativamente complesso, che integra il documento di piano e la disciplina generale del PIT, nonché il Master plan degli aeroporti. Viene altresì creato un nuovo allegato al PIT denominato Progetti di territorio di rilevanza regionale, dedicato al Parco agricolo della piana.

La scelta di tenere insieme in un unico atto il progetto di parco agricolo e la qualificazione dell’aeroporto ha suscitato non poche polemiche. L’aeroporto di Peretola, come noto, è collocato all’interno di un’area densamente urbanizzata, attraversata da numerose infrastrutture e su cui gravano ulteriori opere già programmate. Il progetto di parco agricolo si propone di migliorare complessivamente la qualità ambientale e paesaggistica della piana, promuovendo nel contempo attività agricole capaci di generare anche lavoro e reddito. La qualificazione dell’aeroporto, in sinergia rispetto al ruolo dello scalo pisano, pur necessaria data l’inadeguatezza della pista attuale, deve necessariamente tener conto del contesto in cui si inserisce, e dare garanzie per quanto riguarda la compatibilità dell’intervento con la qualità di vita degli abitanti della piana.

L’atto approvato della giunta ha delineato un percorso di pianificazione all’interno del quale le due ipotesi di pista (la prima: quella che consente di prolungare la pista attuale arrivando alla lunghezza di 1960 metri; la seconda: quella di una nuova pista in direzione Firenze-Prato) fattibili dal punto di vista aeronautico siano discusse e valutate pubblicamente in modo approfondito, con tutti i soggetti interessati (abitanti compresi), comparando i pro e contro, e arrivando a scegliere la soluzione più soddisfacente. A tal fine una serie di aspetti ambientali rilevanti, quali l’impatto acustico, la qualità dell’aria, la salute, già trattati nel percorso di VAS (valutazione ambientale strategica) che accompagna l’iter di adozione e approvazione della variante al PIT, andranno ulteriormente approfonditi: nella fase di osservazioni al Rapporto ambientale, nel dibattito pubblico sulle ipotesi di pista, nella valutazione di impatto ambientale del progetto. E ulteriori questioni andranno trattate, quali i sentieri di decollo e di atterraggio, i rischi di bird strike, gli eventuali sorvoli su Firenze (difficilmente regolabili e dunque probabili nel caso di pista parallela) e così via.

Qualunque sia l’ipotesi di pista che uscirà dal dibattito pubblico come maggiormente utile a garantire i minori impatti sulla qualità di vita degli abitanti, sull’ambiente e sull’assetto complessivo del territorio della piana (parco agricolo compreso), sarà in ogni caso fondamentale definire un congruo limite al numero di voli esercitati da e per Peretola, come avviene in tutti gli aeroporti del mondo civile prossimi ai centri abitati. A tal fine abbiamo previsto, insieme ad altre prescrizioni, la costituzione di un Comitato indipendente di monitoraggio per verificare l’evoluzione e proporre azioni per il contenimento dell’impatto ambientale relativo al funzionamento dell’aeroporto.

In vista degli ulteriori sviluppi previsti dal procedimento per l’adozione e la successiva approvazione in Consiglio Regionale, nonché dell’auspicabile dibattito pubblico che potrà utilmente accompagnare questo percorso, anche al fine di migliorare l’integrazione al PIT di cui alla delibera di giunta, invito tutti alla lettura dei documenti approvati, accessibili dal seguente link:

venerdì 18 febbraio 2011

Comunicato del Teatro La Baracca: "Cuori di donna", lezione-spettacolo di Maila Ermini all'Università di Padova

L'Università di Padova, nell'ambito del seminario organizzato dal Comitato Pari Opportunità, ha invitato la dott.ssa Maila Ermini a partecipare alle tre conferenze sul tema delle problematiche femminili con lo spettacolo "Cuori di donna" dal 22 al 24 febbraio 2011. Questo impegno è un riconoscimento alla sua più che decennale  attività drammaturgica sul cosiddetto 'teatro al femminile'. 

Una domanda del signor Parretti su Galceti

"Una domanda che vorrei rivolgere al sindaco sulla futura collocazione del Centro di Scienze Naturali: premesso che il Csn deve lasciare i locali finora occupati dagli anni ’70, per cessazione del contratto di affitto; appreso dalla stampa delle vicissitudini sul sequestro degli animali, dei locali e delle attrezzature del suddetto Centro nonché della volontà dell’attuale direttore di lasciare la cura degli animali e andare nelle Galapagos; sempre dalla stampa: «La sede del Csn in una colonica a Galceti» ed il commento del direttore Gilberto Tozzi: «Sarebbe la migliore collocazione, anche in relazione al progetto di porre il nostro museo nel sottosuolo dei terreni adiacenti la colonica, perché tutto il materiale non potrebbe trovare posto nella struttura indicata»; La notizia della istituzione di un consiglio scientifico per la tutela e lo sviluppo dei parchi è rassicurante, come pure la nomina del nuovo Cda della Fondazione e mi auguro prossima quella del nuovo direttore.
 Sicuramente l’“autorevole e competente gruppo di esperti” chiamati a “preservare e valorizzare il rilevante interesse naturalistico, agro-rurale... del nostro patrimonio ambientale “valuterà le esigenze di collocazione di quel che sarà il nuovo Centro con le attività attribuitegli, non necessariamente raggruppate in una unica sede, utilizzando volumetrie dismesse nel territorio comunale e non occupando ulteriori aree verdi.
 Il progetto allo studio dell’amministrazione comunale, firmato anche dall’ambientalista Tozzi, che prevede realizzazioni di strutture ipogee per spazi espositivi potrebbe, con buona pace, migrare anch’esso in Sudamerica.
 L’interesse della popolazione pratese non credo coincida con gli interessi di un ristrettissimo gruppo di proprietari fondiari che mirano a rendere edificabili e quindi monetizzare terreni di loro proprietà non altrimenti utilizzabili se non per nobili fini agricoli (la terra non rende se non è murativa). Alla luce di quanto sopra, domanda: pensa che sia proprio nell’interesse della città di Prato e della popolazione che lei rappresenta, andare a costruire qualsiasi nuova struttura fuori o sotto terra in quel di Galceti?" (Goffredo Parretti)

Delle magnifiche sorti e progressive!

Ecco cosa hanno intenzione di fare riguardo all'ambiente questi campioni di assessori. 
        "PRATO. Gli assessori all’Ambiente delle Province di Firenze, Prato e Pistoia, Renzo Crescioli, Stefano Arrighini e Rino Fragai, in relazione al dibattito apertosi in seguito alla proposta della Regione Toscana di inserire nel Pit la possibilità di modificare l’orientamento della pista dell’aeroporto di Peretola, hanno precisato quanto segue: «Ribadiamo che la realizzazione delle scelte riguardanti lo smaltimento dei rifiuti nell’Ato Toscana Centro, comprese quelle impiantistiche, rappresentano una priorità per il nostro territorio».
 «Esse sono il frutto di una pianificazione ormai decennale - affermano - che verrà riconfermata nel Piano interprovinciale dei rifiuti il cui iter è stato fatto partire da alcuni mesi da parte delle tre Province, e che verrà presentato ai rispettivi consigli provinciali entro la primavera». «Come più volte ricordato anche dalla stessa Regione - specificano Crescioli, Arrighini e Fragai - l’obiettivo dell’autosufficienza dell’Ato Toscana Centro nello smaltimento dei rifiuti non è rinviabile, pena il rischio di ritrovarsi tra pochi anni in una situazione di emergenza o di continuare ad esportare rifiuti in altri territori, con un aggravio economico sulle spalle di cittadini ed imprese. In questo quadro, ricordiamo che l’iter di gara per la realizzazione e la gestione dell’impianto di Case Passerini è stato avviato, ed auspichiamo che si concluda rapidamente. Spetta eventualmente a chi propone scelte aggiuntive, come la modifica dell’orientamento della pista aereoportuale, l’onere di mettere in campo strumenti di valutazione del loro impatto sul territorio della Piana». (Il Tirreno). 









mercoledì 16 febbraio 2011

Della lenta e inarrestabile morte del decentramento, ovvero ora basta: arriva Flash Gordon

Commentiamo il comunicato stampa che gira nel sito internet del Comune di Prato e che trascriviamo sotto.
Si tratta di partecipazione, ma come la intendono dall' 'alto dei cieli'. Ora, se io ho un problema nella mia frazione, nella mia strada, o qualsiasi cosa non mi vada, mi potrò tra poco collegare a Internet, riempire un formulario ed ecco fatto:  vedrò piombare sulla frazione l'assessore competente che, come Flash Gordon, mi risolverà il problema.
Fantastico. E, come Flash Gordon appunto, molto americano.
Questo atto è una mossa in più verso la scomparsa delle circoscrizioni: e sorprende visto che anche a Lega è al governo della città.
Ora noi non piangiamo della morte delle circoscrizioni, usate molto come pedine di partito, lontanissime dal territorio e dalla gente, anche se qualche caso diverso lo vogliamo segnalare, se non altro dal punto di vista umano: per esempio il presidente Manzan della circoscrizione nord, e alcuni del suo entourage che riescono in qualche modo a farsi 'sentire' e vedere;  ma non altrettanto la Peris, della Circoscrizione Sud, che tra l'altro aveva promesso - due giorni dopo o prima la sua ennesima elezione - che si sarebbe fatta viva dalle parti di sua competenza. Ma così non è stato. O anche citiamo il disastro della Circoscrizione Est, in particolare della signora Ovattoni, che è stato messa alla cultura ma con dubbi risultati...In questo senso sentiamo la mancanza di Maddaluno che, pur tra le tante pecche e faziosità, muoveva un po' le acque putride.

Il progetto del Silli toglie senso alle circoscrizioni, che ormai in effetti non hanno più.
Non sappiamo se piangere o ridere. Solo che come le circoscrizioni sono, senza soldi e povere di agenti politici validi e soprattutto minimamente autonomi, ormai de-progettualizzate e smarrite, crediamo proprio che la trovata informatizzata sia provocatoria, de-umanizzante, assolutistica. O semplicemente una mossa pubblicitaria.
Abbiamo bisogno di ritrovarci fra noi cittadini, prima di tutto, a parlare e a  discutere, a socializzare veramente, crescere come persone (aiuto!, si può ancora dire?). Questo dovrebbero caso mai aiutarci a fare, senza 'click'. (Il modello della politica 'vetrinista' locale è l'efficientismo astratto americano; tanto per fare un esempio nel nostro settore: ti faccio fare uno spettacolo, sei contento,  ho risolto un tuo problema, anzi te ne faccio fare due; e poi però non mi devi rompere le scatole sulla struttura del Metastasio. Capito? Sei ti rimetto a posto le buche della tua strada, sei contento. No? Non ti basta? Ti deve bastare!).


"Partecipazione Il nuovo progetto on line dell'assessore alla Partecipazione Giorgio Silli, che lo vedrà impegnato in un ciclo di incontri nelle 30 zone

Più ascolto dei cittadini e più attenzione alle periferie con un semplice click

Compilando un modulo web i cittadini delle 30 frazioni del Comune potranno proporre un argomento da discutere in un dibattito pubblico nella zona stessa con l'Amministrazione comunale e le Circoscrizioni
Attraverso un nuovo servizio on line all'interno del sito internet del Comune di Prato i cittadini delle frazioni potranno far sentire la propria voce e avanzare richieste e suggerimenti all'Amministrazione comunale su problemi legati alla propria zona, che saranno poi al centro di dibattiti ed incontri pubblici ambientati nella frazione stessa. Il progetto è stato voluto dall'assessore alla Partecipazione Giorgio Silli per promuovere l'ascolto dei cittadini che abitano nelle aree periferiche del territorio. Con questa finalità è stata avviata la collaborazione con la Rete Civica del Comune, che sta costruendo il sito web: con un semplice click quindi ogni cittadino potrà proporre un argomento di discussione per un incontro pubblico e un luogo, come parrocchie, circoli, esercizi commerciali (che i proprietari vorranno mettere a disposizione) o piazze, compilare la richiesta via web spiegando la questione specifica di cui desidera discutere e segnalare. Le frazioni sono in tutto 30: Santa Lucia, Galceti - Villa Fiorita, Figline, Coiano-S.Martino, La Pietà - Castellina, Soccorso, Chiesanuova, San Paolo, Maliseti, Viaccia - Mazzone, Narnali, Galciana, Capezzana, Vergaio, Casale, Tobbiana, San Giusto, Grignano, Le Badie, La Macine, La Querce, Mezzana, Gonfienti, Iolo, Tavola, Macrolotto 1 e 2, Fontanelle, Paperino, S. Giorgio a Colonica e S. Maria a Colonica. In ognuna delle frazioni si potrà tenere un'assemblea: alla riunione prenderanno parte uno o più rappresentanti dell'Amministrazione competenti per il tema specifico suggerito dai cittadini nei giorni precedenti e della Circoscrizione comunale di appartenenza, oltre a dirigenti e tecnici comunali. Possono partecipare al dibattito e intervenire tutti i residenti dell'area: «L'attenzione all'ascolto e al dialogo con i cittadini caratterizza il mandato del sindaco Roberto Cenni fin dall'inizio, come dimostra l'istituzione, per la prima volta a Prato, di una specifica delega per l'ascolto della città, a me affidata - afferma l'assessore Giorgio Silli - Questo nuovo progetto si muove in questa direzione e vuole dare a tutti i cittadini uno strumento ulteriore, pratico e veloce, per partecipare alla vita civica e far conoscere le proprie esigenze».
Il sito sarà presentato alla città e attivato il 25 febbraio."

La visita di Rossi a Prato

La visita di Rossi a  Prato è stata una vera e propria delusione.
In particolare su Gonfienti,  il programma solito si è ripetuto, con in meno la mancata visita agli scavi, che non poteva essere fatta perché sono impresentabili. L'ispettrice Poggesi ha recitato la parte di sempre, mostrando i reperti al Mulino di Gonfienti, facendosi ritrarre insieme agli 'amici' Rossi, Nesi, Scaletti, Gestri e via discorrendo.
Una visita tristissima.
Su Gonfienti sono state proferite le parole - almeno stando ai giornali -  che abbiamo ascoltato un centinaio di volte sulla  valorizzazione del sito.
Rossi auspica un tavolo di incontro dove naturalmente ci siano le cosiddette autorità: Comune, Provincia, Soprintendenza. Nessuna associazione, nessuna voce di 'contrasto'. E' veramente un modo abnorme di praticare la democrazia: costituiranno un altro comitato di esperti, con i soliti nomi importanti e 'competenti'?
Siamo stanchi di queste manfrine calate dall'alto per cui noi dovremmo emozionarci,  in cui  dovremmo credere, che dovremmo sostenere.

martedì 15 febbraio 2011

Torna il Dramma intorno ai concubini di Prato

Mercoledì 16 febbraio, ore 21, presso il Circolo Arci di Cintoia (Via San Bartolo a Cintoia 95) a Firenze;
Giovedì 17 febbraio, ore 21 presso il Circolo Arci di Sovigliana, Empoli, Via Empolese 133 – Vinci
Il Circolo UAAR di Firenze presenta
DRAMMA INTORNO AI CONCUBINI DI PRATO
Scritto e interpretato da Maila Ermini
e con Gianfelice D’Accolti
Era il 1956.  Mauro Bellandi e Loriana Nunziati furono definiti ‘pubblici concubini e peccatori’ dal vescovo di Prato Pietro Fiordelli per essersi sposati col solo rito civile. Gli sposi lo denunciarono per diffamazione. Il vescovo fu condannato  in primo grado e poi assolto in appello. Il processo vide l’Italia spaccata in due: chi difendeva il vescovo, sostenendo che egli aveva compiuto il suo dovere religioso,  chi invece lo voleva punito, perché nella censura del prelato vedeva una crociata della Chiesa contro i matrimoni civili, tutelati dalla Costituzione. Per questa denuncia Mauro Bellandi si trovò isolato da tutti e non ricevette più prestiti dalle banche; commerciante, fu costretto a chiudere la sua attività; per la tensione a cui lo sottopose lo scandalo - il fatto ebbe risonanza non solo nazionale - si ammalò gravemente. Come la moglie Loriana, visse tristi vicende e in qualche modo fu costretto all’esilio. Una storia che crediamo attuale.

(Miriam Monteleone, Il Tirreno) “Novanta minuti di puro teatro per raccontare la vicenda de “I Concubini di Prato” attraverso una tragedia, ma senza scadere nel patetico o nel fazioso. Il Teatro La Baracca ancora una volta tiene testa alla storia e porta sul palcoscenico un frammento scomodo del passato, traducendolo in un dramma profondo, dove trovano largo spazio la psicologia dei personaggi, il credo della fede cristiana e l’ideologia dell’allora partito comunista. La messinscena è affidata interamente all’interpretazione di Maila Ermini, anche autrice del testo, e di Gianfelice D’Accolti. Una grande prova di abilità quelle dei due attori, che oltre agli sposi Mauro Bellandi e Loriana Nunziati, interpretano altri nove personaggi e le voci del coro. A fare da traccia alla lettura-spettacolo – in scena ci sono solo due leggii – sono i fatti storici cronologicamente riportati, attraverso l’intervento di una voce narrante. … Il tessuto storico si nutre di artifici drammaturgici, di dialoghi immaginari tra i personaggi e di un intenso vis à vis tra Stato e Chiesa che filtra dalle confessioni dei personaggi. L’ultima parte del dramma, frutto dell’immaginazione poetica dell’autrice, affida a Mauro Bellandi, ormai vecchio, da anni esule in Slovacchia, l’epilogo della vicenda. Le vecchie ideologie sono tramontate, ma la storia sembra destinata a ripetersi. Al termini delle quattro repliche gli spunti di riflessione sollevati dallo spettacolo hanno dato vita a un dibattito con il pubblico…”
Ingresso a offerta libera. Seguirà dibattito. Non mancate.
(Il Teatro La Baracca ringrazia in particolare Baldo Conti, Marco Mangani, Ivano Pavani e l’UAAR tutta per la possibilità data di far girare uno spettacolo più volte censurato).
Teatro La Baracca via Virginia Frosini 8 - Prato Telefono 0574-812363  labaracca@tin   www.teatrolabaracca.com
Circolo UAAR di Firenze, Circolo Arci di Cintoia (Via San Bartolo a Cintoia 95) a Firenze, tel. Segreteria 055-7331074 - http://www.uaar.it; http://www.uaar.it/uaar/circoli/firenze;

Come Gonfienti fu salva

Si lessero notizie mirabolanti sui giornali. Articoloni. Tutta la città era in fermento.
Gonfienti, la città etrusca dimenticata, fu salvata. Finalmente, le nostre lotte giunsero alla debita conclusione.
Venne apposta il Presidente, che di buon mattino, con la scorta giusta, con le autorità migliori, fece ingresso nella domus etrusca.
-Evviva!-, gridarono festanti i fedelissimi.
Tuttavia la Destra, rapida e guerriera, fece la guerra alla Sinistra ostile, e ci fu un piccolo tafferuglio immaginario su campo gonfientino. Ma vinse l'Etrusco.
Intanto si udirono sfrecciare sonnacchiosi e indifferenti, nelle retrovie, i TIR sull'Interporto.
Di sottecchi, dopo la baruffa, guardarono tutti là. Ci fu la pace.
E' da salvare, assolutamente -qualcuno in linguaggio cifrato sussurrò - (troppi troppi capannoni ancora da affittare, e...il lavoro intermodale!);  per salvarsi il monstrum deve crescere, e per crescere deve mangiare; e per questo lo divideremo in due: uno lo terremo a calcolare la cifra del passato disegnando sull'asfalto forme fegatali;  quello a est andrà verso le albe lontane e risorgerà...Altre colate di cemento, ebbene sì. Accetterete questo per la nostra città antica? -
La domanda risuonò in vallata, sferzò il Parco della Piana nei suoi incerti punti cardinali. Ci fu un tremolìo nell'aria: era un... sì!
Ecco come fu risolto l'enigma dell'Etrusco.
Ecco come e perché Gonfienti fu 'salvata'. Sic.

lunedì 14 febbraio 2011

Un ricordo

Grazie, 'Maria', per avermi fatto ricordare. Lo voglio condividere.
m.e.

"Sono una persona che domenica era a godersi Pratopezza a La Baracca.
Come so, mesi fa, in occasione del racconto della storia di Prato che hai fatto alla scuola De Andre', l'assessorato alla P.I. mandò una ispettrice, che aveva nominalmente il compito di capire se lo spettacolo era adatto alle scolaresche. Non ho mai creduto che si trattasse solo di questo. Credo che il vero fine fosse quello di controllare quello che dicevi ed eventualmente di censurarlo.
Le stesse autorità, e altre, non verranno mai a vedere la tua celebrazione così poetica e delicata della cosiddetta pratesità."

('Maria' è un nome di fantasia. Non quanto scritto).

Prato eventi

Riceviamo e pubblichiamo.

Cara Primavera di Prato, la primavera a Prato sembra proprio lontana. Ti segnaliamo un nostro commento alla costituzione di "Prato Eventi". Siamo un gruppo di giovani alternativi pratesi, siamo universitari. Ti preghiamo di pubblicarlo, dato che di questa fantomatica Prato eventi avete già parlato. Alleghiamo anche il  comunicato stampa che si può leggere nel sito del Comune.

"Cos'è Prato eventi, l'associazione culturale del comune? Sarà una specie di assessorato alla cultura ombra? Una tautologia? Andranno a caccia di fondi e li potranno avere con più facilità? Chi controllerà il giro del danaro: i cittadini pratesi? Avevamo veramente bisogno di tutto questo? Questa giunta non fa altro che creare enti, gruppi, cerca di puntellare sé stessa in qualche modo; punta soprattutto alla cultura come immagine, come promozione. Un disastro anche nei contenuti! Cosa significa: rappresenta uno strumento per far riappropriare la comunità delle proprie tradizioni e questo processo non può essere disgiunto  dall’attivazione di eventi e di manifestazioni che mettano in relazione la tradizione stessa con i nuovi fermenti culturali, specialmente in ambito giovanile"? Non è un messaggio reazionario? Faranno come è successo a Officina Giovani, da dove i giovani, cioè noi, siamo  stati buttati fuori (anche se  alcuni di loro, anzi molti, ancora non se ne rendono conto bene!).

 "Costituita "Prato Eventi". Approvato anche il suo statuto

L'associazione avrà il compito di organizzare eventi culturali e di comunicazione del territorio
Sì del consiglio comunale alla costituzione dell’associazione Prato Eventi di cui è stato approvato anche lo statuto. Il provvedimento è stato approvato a maggioranza con i voti contrari dei gruppi Pd e Idv.
I soci fondatori della neo associazione sono il Comune di Prato e la Fondazione Cassa di Risparmio di Prato che, per il 2011, primo anno di costituzione, verseranno una quota associativa annuale di 10mila euro: la quota sociale e ogni altro contributo  non sono al momento determinabili. Spetterà infatti al consiglio  direttivo dell’associazione stessa  deliberare in tal senso.
Le finalità di Prato Eventi sono indicate nello stesso statuto: valorizzare e promuovere  il sistema  economico locale nonché gli eventi culturali e di comunicazione del territorio provinciale; creare, attuare e perseguire progetti che abbiano finalità di sviluppo economico e sociale; promuovere il turismo e le attività culturali legate alla salvaguardia e valorizzazione della storia, delle tradizioni e delle produzioni del territorio; diffondere e ampliare la conoscenza della cultura musicale, letteraria, artistica soprattutto nel mondo giovanile.
Per perseguire i propri scopi – si legge ancora nello Statuto -  l’associazione Prato Eventi può  collaborare con enti pubblici o privati, locali, nazionali o internazionali, ricevere contributi o sovvenzioni di qualsiasi natura da enti pubblici o privati, affidare a terzi l’organizzazione di eventi e iniziative.
Nello statuto viene specificata la distinzione fra soci fondatori, soci ordinari e soci benemeriti  (questi ultimi saranno persone che ricoprono cariche pubbliche o hanno particolari meriti culturali o effettueranno versamenti ritenuti rilevanti): per essere ammessi a socio occorre presentare una specifica domanda al consiglio ditrettivo che sull'ammissione dovrà deliberare all'unanimità.
Negli altri articoli dello statuto si indicano gli organi dell’associazione (assemblea dei soci, consiglio direttivo, presidente e revisore unico); in che modo vengono disciplinati i lavori dell’assemblea e quali sono i suoi compiti; la composizione del consiglio direttivo (da due a sette membri) e la durata in carica (tre anni); i compiti del presidente e del revisore unico.
"La valorizzazione del patrimonio culturale della nostra città - si spiega nella relazione introduttiva della delibera approvata dal Consiglio -  rappresenta uno strumento per far riappropriare la comunità delle proprie tradizioni e questo processo non può essere disgiunto  dall’attivazione di eventi e di manifestazioni che mettano in relazione la tradizione stessa con i nuovi fermenti culturali, specialmente in ambito giovanile”."

Pratopezza

Ieri pomeriggio al Teatro La Baracca grande debutto di Pratopezza, la prima maschera-personaggio pratese creata e interpretata da Maila Ermini.
Questi alcuni commenti scritti dagli spettatori nel nostro libro del gradimento:
"Uno spettacolo divertente, poetico, pieno di grazia e di misura"; "Ottimo per tutti, grandi e piccini,";  "Ottimo, acuto nel significato".

Grazie a tutto il pubblico che ci segue e ci vuole bene.

Approfittiamo per informare che Pratopezza sarà replicato domenica 20 febbraio (alle 17)  e, in orario serale sabato 26 febbraio (ore 21), sostituendo lo spettacolo in programma che sarà inserito nella prossima programmazione.


Teatro La Baracca

domenica 13 febbraio 2011

Nasce il Comitato dei Parchi a Prato. Una domanda, anzi due

Tanti auguri al nuovo Comitato per i Parchi, speriamo che davvero serva a smuovere qualcosa per Gonfienti.
Tuttavia una prima domanda: che ci fa il collezionista Giuliano Gori di Montale in questa rosa di nominati?
Ha qualche competenza al riguardo oltre essere un amico del sindaco Cenni? Forse la spiegazione è sfuggita alla penna del giornalista dell'articolo che copiamo qui sotto.
Seconda domanda: perché nel comitato per i Parchi il Sindaco non ha nominato un rappresentante della base di protesta o dei comitati, che tanto lavoro ha svolto per Gonfienti, per le Pantanelle o l'ex-area Banci?
Continua a mancare la memoria, in questa città, e chi ha combattuto per una Prato diversa, e non parlo solo della sottoscritta, non viene nemmeno considerato.
Forse perche non siamo abbastanza amici del Sindaco?
E la partecipazione, di cui tanto parlano?

Maila Ermini









Centauro: «Il nostro compito è valorizzare le aree verdi e renderle fruibili alla città»
Parchi, ecco gli “undici saggi”. 
Il comitato nominato dal sindaco. Le priorità: Gonfienti e Cascine
PRATO. Parco archeologico di Gonfienti, parco delle Cascine di Tavola. Saranno queste le priorità del neo costituito “comitato di saggi” che si occuperà, da qui in avanti, di valorizzare i parchi per la fruizione, di tutela ambientale e paesaggistica, di recupero e promozione delle strutture di pregio storico e artistico che all’interno dovessero trovarsi. E’ stato “battezzato” dalla giunta che martedì ne ha deliberato la nascita, il “Consiglio scientifico cittadino per la tutela e lo sviluppo del sistema dei parchi”. Undici i componenti del consiglio tra i quali l’architetto Giuseppe Centauro e il collezionista Giuliano Gori, entrambi nel pool di consiglieri del sindaco, l’esperto della Calvana nonchè chimico e speleologo Fiorenzo Gei, Marco Bastogi, geologo pratese, oggi libero professionista, Federico Maetzke, pratese con cattedra sull’ordinamento dei servizi forestali all’Università di Palermo, Michelangelo Zecchini, archelogo lucchese di fama, oltre al geologo Giovanni Pratesi, Andrea Passini esperto di scienze naturali, Maurizio Marinozzi, veterinario, Franco Gervasio, ricercatore universitario e Christian Corda, matematico. I saggi - sigla Csc - opereranno sui parchi già costituiti: l’area protetta del Monteferrato, l’Anpil della Calvana, il parco fluviale del Bisenzio, il parco della Cascine di Tavola ma avranno anche il compito di mettere a sistema altre aree verdi di Prato, a cominciare all’area di Gonfienti, dall’oasi faunistico-naturalistica delle Pantanelle per finire con la realizzazione del nuovo parco - previsto nel piano strutturale - che nascerà lungo la Declassata: il “Parco della Pace” museo all’aperto di arte e sculture contemporanee. «Si tratta - spiega Centauro, uno dei componenti del Csc - di una sorta di grande anello verde attorno all’intera città che ha necessità di progetti e interventi». Due priorità: portare avanti il progetto esecutivo del riassetto della rimessa delle barche alle Cascine, progetto firmato da Centauro e finanziato con 800mila euro, primo tassello della riqualificazione dell’area - fortemente valuta dal sindaco Cenni che alle Cascine vorrebbe il polo agroalimentare cittadino - e intervenire sull’area archeologica di Gonfienti.
 Sulle Cascine, in particolare per il progetto di riallagamento dei canali, è il dipartimento di Ricostruzione e restauro dell’Università di Firenze ad aver fatto passi avanti. Lo studio è stato accettato tra quelli finanziabili dal bando della Fondazione Cassa di Risparmio. Per Gonfienti il Consiglio «nell’assoluto rispetto di quella che è l’autorità competenete sull’area archeologica, ovvero la Soprintendenza, - continua Centauro - si impegnerà a tracciare quelle linee necessaria alla sua valorizzazione». In primo luogo, studiando un modo «per rendere distinte le funzioni che oggi svolge Interporto» che da una parte finanzia i saggi della Soprintendenza e dall’altra deve sviluppare le attività della piattaforma logistica. «In questo senso - conclude Centauro - è necessario sedersi tutti attorno a un tavolo per trovare la strada migliore». (Il Tirreno)

sabato 12 febbraio 2011

Inceneritore di Montale - Non ci resta altro che piangere...!!

"Si potrebbe citare Troisi e Benigni se si prendesse sul comico l'ultimo comunicato stampa della provincia di Pistoia sull'ennesimo superamento dei limiti della diossina da parte dell'inceneritore di Montale prontamente denunciato dalla dott.ssa Gentilini e dai Comitati dei Cittadini ...
Ci troviamo di fronte ad una amministrazione pubblica che smentisce e contraddice l'ARPAT, il suo organo tecnico, affermando che in dicembre, due mesi fa, non c'è stato il superamento del valore limite di attenzione per la diossina che è di 50 picogrammi, pari alla metà del limite tassativo di legge, il contrario di quando il direttore dell'ARPAT ha affermato e scritto il 20 gennaio.
Il limite di legge per gli inceneritori per la diossina emessa dal camino è infatti di 100 picogrammi per metro cubo di fumi, il limite che venne sforato due volte di seguito nel 2007.
La metà di questo valore, definito valore limite di attenzione, e che comprende sia il valore misurato che il limite di incertezza, era stato previsto dalla provincia di Pistoia nel 2008 per giustificare, sul versante ambientale e sanitario, il potenziamento dell'inceneritore da 120 a 150 tonnellate di rifiuti urbani, industriali ed ospedalieri che si possono bruciare ogni giorno, un limite il cui superamento impone l'immediata manutenzione dell'impianto,.
Tutto questo è previsto nell'allegato B (istruzione19) dell'autorizzazione all'inceneritore rilasciata dalla provincia. lo ricordiamo alla provincia di Pistoia ed al suo assessore all'Ambiente, Rino Fragai.
Purtroppo le cose non sono comiche nel nostro territorio, ma tragiche, se si considera che ogni giorno l'inceneritore di Montale emette un milione di metri cubi di fumi e che 100 picogrammi di diossina sono, per l'Organizzazione Mondiale della Sanità, più di una dose giornaliera massima ammissibile per una persona adulta, ed oltre tre dosi massime ammissibili per un bambino, e che tutta questa diossina si va ad accumulare ed aggiungere a quella che già avvelena gli alimenti prodotti nel nostro territorio.
La prevista immediata manutenzione si legge che è stata fatta dopo due mesi, violando così l'autorizzazione della provincia, questo senza che l'assessore se ne accorga.
Ma ancora più tragico è apprendere, sempre dal comunicato stampa dell'amministrazione provinciale, che il successivo controllo delle diossine, eseguito appena due settimane fa, avrebbe dato un risultato pari a 84 picogrammi di diossine per metro cubo, valore vicinissimo a quel limite di 100 che impone, per legge nazionale ed europea, l'immediata chiusura dell'impianto e la denuncia penale, e che questo fatto , a detta dell'assessore all'Ambiente della provincia,, non comporta "alcuna condizione di allarme".
Contento lui, mentre a noi, comuni cittadini, non resta altro che piangere
... nell'attesa che qualche Autorità, magari meno tranquilla dell'assessore Fragai, non chiuda definitivamente questo impianto: inutile, costoso e nocivo e che inizi finalmente la bonifica."

Coordinamento dei Comitati della Piana FI – PO - PT

venerdì 11 febbraio 2011

Quanto abbiamo speso per Gonfienti, ovvero la storia è la mia passione

Dunque, ricostruisco brevemente gli ultimi avvenimenti.
Dopo l'ultima presentazione del libro "Gonfienti, storia di una battaglia", il 15 gennaio scorso (evento pubblicizzato da circa due mesi prima),  l'assessore della provincia di Prato Nesi lancia il grido di allarme per non perdere la faccia sui 500 mila euri destinati agli scavi, dicendo che non si possono spendere.
La sequenza causa ed effetto di aristotelica memoria l'ho già descritta nel libro.
Subito dopo Nesi convoca le associazioni amiche (Arci, Legambiente, WWF, Narnalinsieme), naturalmente non noi considerati eretici e che non applaudiamo, e si ricomincia il teatrino delle dichiarazioni sui giornali.
Nesi scrive una lettera a Rossi e lo invita a vedere il sito-lager (che lui però dipinge ben diversamente).
Naturalmente non si può parlare di:  museo a Prato; delle ricchezze archeologiche della Calvana, eccetera, perche l'ispettrice della Soprintendenza Poggesi non vuole.
Viene pubblicata anche la mia lettera a Enrico Rossi, prima dai giornali locali (Il nuovo Corriere di Prato; Il Tirreno); ieri - colpo di teatro -  La Repubblica la pubblica quasi integralmente (è più lunga di quella che si legge anche in questo blog e occupa quasi tutta la pagina) . Sto quasi per svenire dall'emozione.
Oggi, ma vedi un po'!, il presidente di Interporto dice che bisogna sedersi a un tavolo, parla della scissione della società in due...Leggete gli articoli sotto.
Racconta che l'Interporto ha speso anche troppo per la città etrusca.
E io? Mi avete fatto perdere circa 20 mila euri - è un calcolo forfettario in ribasso: su Prato e Provincia non mi fanno quasi più lavorare, mi fanno la guerra e poi? ho perso un bel po' di amici, conoscenze, simpatie.
Si parva licet componere magnis, io, da sola, ho speso molto di più di Voi.  (Anche perché voi, se cedete qualcosa, è perché volete qualcosa in cambio, e lo avrete. L'Interporto non funziona, è in perdita; ci sono tanti capannoni vuoti e  non sapete cosa farne: ora gli etruschi sono una opportunità anche per voi?).

Maila Ermini

«Già spesi tanti soldi per la città etrusca. Il presidente dell’Interporto chiama in causa la Provincia di Prato e Firenze

PRATO. Non sarà facile ripartire con gli scavi archeologici nella città etrusca di Gonfienti se prima non verrà trovato un accordo “politico” tra Comune, Provincia e Regione Toscana.
 E’ questo, in sintesi, il senso del comunicato diffuso ieri dal presidente dell’Interporto Angelo Pezzati nel quale si cerca di spiegare lo stallo che impedisce, al momento, di ripartire con gli scavi e di sperare che in tempi brevi la città etrusca sia accessibile ai visitatori. Il presidente Pezzati si è soffermato sui «notevoli oneri» di cui la società si è fatta carico, sia cambiando la destinazione dei terreni, da industriale/edificabile ad archeologico, sia sostenendo la Sovrintendenza con il mantenimento ad uso gratuito di locali dove viene censito il materiale reperito negli scavi.

 Per proseguire sul doppio binario, logistica e cultura etrusca, l’Interporto nel 2010 «aveva auspicato che altre amministrazioni entrassero a far parte della società», in particolare la Provincia di Prato, il Comune di Firenze e quello di Campi Bisenzio, e dall’altra è stata prevista «una divisione della società in due parti: quella industriale e quella archeologica e verde, in attesa di una cessione vera e propria».
 L’Interporto ha cercato soggetti interessati a rilevare le aree per valorizzare la città etrusca ma nessuno si è fatto avanti. E lo stesso dicasi per l’eventuale società di gestione. L’Interporto, sostiene il cda, ha tre obiettivi: sviluppare le attività industriali, espandersi verso il comune di Campi, separare le aree industriali da quelle archeologiche. «L’Interporto - viene chiarito - ha sostenuto da solo spese per oltre 2 milioni e mezzo e ancora copre spese per 100mila euro l’anno, mentre altre amministrazioni non hanno avuto alcun onere». L’invito finale è quello di sedersi attorno ad un tavolo e, «senza la pretesa di disporre dei beni della società stessa, concordare impegni e azioni». (Il Tirreno).


Da "Notizie di Prato": "Tirato più volte per la giacchetta sulla questione dell’area archeologica di Gonfienti, l’Interporto della Toscana Centrale ha deciso finalmente di prendere posizione e lo fa con una nota che sembra quasi rispedire al mittente le accuse. In particolare a quelle amministrazioni – non nominate direttamente, ma non ci vuole molto a capire che si riferisce a Provincia e Comune di Campi Bisenzio e Firenze – che ” fino ad oggi non hanno sostenuto alcun onere – si legge nella nota formata dal presidente Angelo Pezzati – pur dichiarandosi verbalmente impegnate alla problematica”.
Nella lunga nota si ripercorre sia la storia della società Interporto sia quella dell’area archeologica. Due realtà difficilmente conciliabili tra loro ma che dovranno giocoforza convivere se non si vuole rinunciare da una parte ad una primaria realtà di supporto all’industria e al commercio dell’area, dall’altra a quella che molti definiscono una delle più straordinarie scoperte archeologiche degli ultimi anni, in grado di far riscrivere parte della storia dell’Italia antica.  Pezzati spiega come fino ad ora sia stato solo l’Interporto a farsi carico delle spese dell’investigazione e delle conservazione di quanto scoperto dagli archeologi: “L’interporto – spiega -  ha avuto e continua ad avere attenzione alle problematiche culturali ed archeologiche ma ricorda che ha sostenuto spese (da sola!!) ad oggi per oltre due milioni e mezzo di euro e continua ad avere spese per 100mila euro l’anno. Aupichiamo, quindi che le Amministrazioni e le Istituzioni realmente interessate a contribuire allo sviluppo dei problemi storici, culturali e archeologici si siedano al tavolo con noi e, comprendendo le problematiche amministrative e finanziarie della Società e senza la pretesa di disporre dei beni della società stessa, concordino impegni e azioni”. In particolare la strada indicata da Pezzati va nella direzione di dividere la società in due parti: quella industriale e quella archeologica e verde, in attesa di una cessione. Al momento fanno parte dell’Interoporto Toscana Centrale il Comune di Prato, le Camere di Commercio di Firenze e Prato, Regione Toscana, Cariprato ed altri privati".

giovedì 10 febbraio 2011

Il no dei prof

Quest'articolo sulla protesta degli insegnanti contro la Gelmini, il no alle attività extra-curriculari, mi offre lo spunto per scrivere che anche al Teatro la Baracca la protesta si è fatta sentire.
Quest'anno le scuole di Prato non sono venute alle matinée teatrali,  a  parte qualche eccezione, hanno disertato belligeranti contro la ministra, e gli insegnanti  l'avevano detto chiaramente all'inizio dell'anno scolastico.
Quando Berlusconi se ne andrà, quando e se, lascerà un Paese disastrato, impoverito culturalmente, esacerbato dalla crisi, ostile, fanaticizzato.
Insomma alla fine della favola-incubo si trova sempre lo stesso finale: succede che i ricchi sono più ricchi, e i poveri ancora di più.

La battaglia delle gite scolastiche lo sciopero dei prof divide gli studenti
Sospeso un viaggio su tre. Gli albergatori: danni per oltre cento milioni
Gli insegnanti: "Troppe responsabilità e ci hanno anche tolto la diaria. Meglio restare in classe"
di CORRADO ZUNINO

Una scuola su tre, e dentro le singole scuole una classe su tre, nella stagione 2011 non porterà i ragazzi in gita scolastica. È un diluvio di no. La riforma (di medie e superiori) è passata, ma la rabbia dei docenti resta alta. Dopo aver fatto saltare la sperimentazione sulla loro valutazione, in queste ore i "prof" registrano un clamoroso successo dell´ultima forma di protesta: 246 scuole, segnala il censimento del sito "controriformadocentiarrabbiati", hanno firmato delibere che annullano l´impegno degli insegnanti per le gite scolastiche. E senza "prof" non si va da nessuna parte: «Troppe responsabilità, nessun riconoscimento. Per viaggiare così è meglio restare in aula a far lezione». L´adesione è spalmata su tutto il paese, da Aosta ad Acireale, e cresce ogni settimana. Significativo il boicottaggio al Nord. Torino e il suo hinterland si confermano l´area scolasticamente più sindacalizzata - lo sciopero delle gite è appoggiato e aiutato dalla Cgil e dai gruppi di base - con 59 defezioni. Al liceo classico D´Azeglio il blocco si allarga a stage e soggiorni all´estero, al circolo didattico Toscanini si specifica che sono soppresse anche "le uscite didattiche di una mattina". Quelle al Museo egizio, per esempio. La direttrice del museo, Eleni Vassilika, quest´anno ha registrato un calo dei biglietti per studenti dell´otto per cento e ha scritto una lettera alla Gelmini: «Non potete consentire ai genitori di accompagnare le classi?». Per tentare di arginare le defezioni, il governatore leghista Roberto Cota ha deciso di sostenere con un bonus economico le scuole piemontesi che realizzeranno viaggi d´istruzione e gemellaggi culturali. Ha avuto poca fortuna, fin qui: gli scioperi della gita sono stati proclamati anche a Biella e a Novara. Trentaquattro scuole ferme ai banchi nella provincia di Venezia, diciannove a Lucca (metà delle superiori nella primavera entrante non partirà). Quattordici a Catania e a Roma. In tredici istituti perugini il dibattito è stato serrato, diversi studenti non volevano rinunciare al viaggio in pullman, la bevuta di gruppo, la serata collettiva in discoteca. Alla fine al classico Mariotti, all´Istituto Tecnico per geometri, alla media Grecchi e alla primaria Cannara lo sciopero ha riguardato tutti. Al liceo Pieralli e all´Orfini di Foligno, invece, vi parteciperà una classe ogni quattro. E ad amplificare il quadro negativo stanno arrivando gli stop alle gite decisi non contro la Gelmini, ma contro le occupazioni studentesche anti-Gelmini. In alcuni casi, di fronte a vandalismi gratuiti i presidi hanno scelto la linea dura con i ragazzi: viaggi sospesi ai licei romani Azzarita ed Evangelista Torricelli. I "prof" d´Italia stanno boicottando tutte le attività extra: gruppi sportivi, feste di fine anno, persino gli approfondimenti pre-universitari. Spesso contro la volontà di una fetta di studenti.
Lo sciopero delle gite si sente, albergatori e agenzie di viaggio alzano l´allarme. I "viaggi scolastici" muovono un milione e 300 mila studenti ogni anno e valgono 370 milioni di euro. Il calo dei fatturati, nel 2011, è valutabile attorno al 35%: centotrenta milioni, un disastro in appendice alla crisi strutturale. Agenzie di viaggio di Milano e Rimini si sono offerte di pagare la diaria ai "prof": non è bastato. Ezio Moretti, amministratore di Caravantours, racconta: «Oggi contiamo duecento gruppi di studenti in meno e a fine maggio saranno ottocento. Una perdita di 5 milioni di euro, un quinto del nostro fatturato. Abbiamo provato a far capire ai sindacati che così si mette a rischio un settore, niente. Abbiamo chiesto un intervento al ministro Brambilla, neppure ci ha risposto. Lavoro da trent´anni con professori e studenti, così male non è mai andata».

mercoledì 9 febbraio 2011

La scuola è inutile

Riporto una parte di un articolo di Pietro Citati sulla scuola, ormai in rovina, e non solo quella italiana.
Manca un punto che voglio porre alla riflessione: insegnare non può essere un 'semplice'  lavoro, c'è bisogno di quello che una volta si chiamava vocazione, passione. Ma è concesso oggi essere 'vocati' all'insegnamento?
Un gran numero di insegnanti senza vocazione – soprattutto donne che lo fanno perché insegnare è un lavoro che permette di conciliare la loro forzata domesticità - , insieme alla politica disastrosa degli ultimi anni, - la scuola intesa come specialistica e brutale nella sua forzatura al lavoro e il trattamento umiliante che gli stessi insegnanti ricevono-, credo che contribuisca molto a fare della scuola un luogo insensato e inutile.
Senza parlare dei modelli televisivi vincenti, la mitologia economicista imperante, la stessa retorica del lavoro e della ricchezza. Per tutti, insegnanti e studenti, essere persone non è più contemplato.
m.e.

P.S. Ma della scuola inutile anzi dannosa aveva già parlato Pasolini in un articolo pubblicato sul Corriere della Sera del 18 ottobre 1975 dal titolo "Aboliamo la TV e la scuola dell'obbligo"!


PERCHE' ORMAI I NOSTRI RAGAZZI PENSANO CHE STUDIARE SIA INUTILE di Pietro Citati.


(...) Paola Mastrocola, che dedica un piacevolissimo libro alla scuola italiana (Togliamo il disturbo. Saggio sulla libertà di non studiare, Guanda, tra qualche giorno in libreria), parla di rado delle chiacchiere infantili sulla spiaggia. C´è una sola condizione che le interessa: il ragazzo o la ragazza che frequentano le medie o la prima classe del liceo scientifico. Per loro, ha una passione insaziabile. Ogni mattina, alle sette e trenta, le ragazze si preparano per la scuola; jeans attillati, scarpine con un po´ di tacco, cinturina di lamé, orologino Armani, brillante minutissimo alla narice destra, piccolo tatuaggio alla caviglia. Mezz´ora dopo, una massa scura occupa parlottando e fumacchiando la nebbia fitta che avvolge le scuole di Torino. I ragazzi e le ragazze hanno gli occhi cerchiati e tristi, il naso pieno di sonno, le spalle curve, le braccia penzolanti, lo sguardo perduto nel nulla, la bocca semiaperta, i capelli stanchi. Sembrano posseduti dalla noia.
Nessuno, o quasi nessuno tra quei ragazzi perduti nella nebbia, ha voglia di andare a scuola. Nessuno si vergogna di questo rifiuto. Tutti detestano leggere o scrivere o ascoltare le lezioni. Qualche volta, basta ascoltarli per cinque minuti. Il lessico umano è immenso, ma i ragazzi ne conoscono pochissime parole: usano termini impropri, pasticciano, confondono ortografia e punteggiatura. Non sanno pensare. Non riescono a distribuire le idee e le sensazioni secondo una architettura. Elaborare i concetti e disporli nel tempo sembra, a ciascuno di loro, un´impresa disperatissima. Discorrono in modo vuoto e spento, con parole senza vita, senza agilità e movimento.
Paola Mastrocola ama i suoi ragazzi perennemente annoiati, e in quei lunghi sbadigli percepisce delusioni, desideri, speranze. Quando guarda verso le cattedre, si accorge che i professori non posseggono il dono di insegnare. Nel mondo e nei libri, non esiste quasi nulla di noioso: tutto è misterioso, concentrato, enigmatico, affascinante. Basta saper capire e interpretare: ma i professori lasciano spento ciò che era spento, morto ciò che era morto. Sopra il loro capo, ci sono i volti dei presidi: sopra quello dei presidi, i sottosegretari; sopra quello dei sottosegretari, l´intelligenza sovrana dei Ministri-Riformatori. I Ministri hanno pretese grandiose, che si possono riassumere in pochissime parole: smantellare, mattone dopo mattone, la scuola: distruggere in pochi anni, o pochi mesi, gli studi, la lingua, il lessico, i significati, i vocabolari. Bisogna ammettere che ci sono riusciti. Oggi, all´inizio del febbraio 2011, rimane soltanto una vaga sembianza di quella che fu la scuola italiana. (...)
Malgrado la passione di Paola Mastrocola, temo che il suo libro sia troppo ottimista. In questi anni di presunte riforme, non assistiamo soltanto al disastro (certo più grave) della scuola italiana, ma a quello di tutta la scuola occidentale. In Gran Bretagna, il governo ha reso facoltativo, nel programma dei ragazzi più adulti, lo studio delle lingue straniere: questo studio – sostiene il Ministro – non serve più a niente, visto che, nel mondo, tutti letteralmente tutti, parlano e scrivono inglese. Per una volta, il ministro inglese è più sciocco di quello italiano: poiché immagina che la conoscenza di un´altra lingua sia soltanto un fatto utilitario: mentre arricchisce il lessico, la fantasia e l´intelligenza di chi la apprende. Il secondo esempio è ridicolo. Da qualche anno, gli studiosi di storia medioevale non conoscono più il latino di Gregorio di Tours o di Liutprando o di san Francesco. Anche questa conoscenza, suppongo, viene considerata inutile. Non è necessario conoscere un testo medioevale latino: bastano le traduzioni.
Un evento ancora più grave minaccia l´intera società occidentale. Le fabbriche americane o inglesi o francesi o italiane non producono più automobili o scarpe in Europa: le producono in Cina o in India; mentre l´Occidente è rimasto la sede della pura attività finanziaria ed economica. Così, in pochi anni, l´Europa ha perduto una vocazione essenziale: quella di costruire una seggiola, o un tavolo, o una lavatrice, o un computer. Non sappiamo più leggere, né scrivere, né conoscere le lingue straniere, né comporre un lavoro qualsiasi. Un tempo, l´Occidente era il luogo dell´esperienza e dell´avventura. Oggi, siamo diventati quello del niente e del vuoto.(L'articolo completo su La Repubblica di oggi)

martedì 8 febbraio 2011

Un Met-astasio che non piace a nessuno

Quando il teatro è ostaggio dei partiti e della politica peggiore, succede quello che sta accadendo al Metastasio di Prato.
Avevano organizzato un incontro di filosofi al Met (La piazza dei filosofi, c'era anche Vattimo), sperando di fare una cosa carina; i filosofi hanno parlato male di Berlusconi, volevano mangiare il kebab e allora è finito come è finito. L'assessore Silli (PdL) s'è scandalizzato, ha detto che vuole sapere che cavolo di incontro era questo e ha chiamato in causa l'assessora alla cultura Beltrame, che già ha l'umore storto per motivi sconosciuti ma conosciutissimi a Prato. Poi Silli ha smentito.
Nello stesso tempo, nei tristi incontri di Prato incontra, dove mi dicono che qualcuno dorma (e si vede chiaramente che qualcuno lo fa nelle foto che pubblicano sul sito del Comune), Umberto Cecchi ha dichiarato pubblicamente di rifiutare i 10mila Euri dati dalla Camera di Commercio alla scuola dei mestieri teatrali - vogliamo di più, c'è poca attenzione per il Met-. A questo punto il Carlesi dall'opposizione ha tuonato:
«L’uscita infelice di Giorgio Silli sulla Piazza dei filosofi - ha commentato Massimo Carlesi, capogruppo del Pd in consiglio comunale - ed il rifiuto da parte di Umberto Cecchi di un finanziamento di 10 mila euro da parte della Camera di Commercio non hanno in comune solo il coinvolgimento in entrambi i casi del teatro Metastasio, ma sono due episodi ben sintomatici delle enormi contraddizioni sui temi culturali da parte dell’amministrazione comunale. Sia Silli che Cecchi smentiscono loro stessi ed il comportamento della giunta comunale a distanza di pochissimo tempo. Questo cambio radicale di atteggiamento nell’arco di 24 ore da parte di Silli somiglia alla performance di Krusty il Clown. Come il comico dei Simpson anche l’assessore prima pubblicizza le sue iniziative, poi rendendosi conto della loro mediocrità si intristisce e comincia a sparare alla cieca contro dei presunti colpevoli del pasticcio sponsorizzato».
I direttori artistici del Met e compagnia cantando usciranno malconci da tutto questo.
Non sono liberi, non possono organizzare niente senza rendere conto ogni giorno di quello che fanno e non fanno. E' assurdo. C'è bisogno di un respiro che non c'è. Che teatro possono dare al pubblico pratese? Un teatro in punta di piedi, che non dà fastidio a nessuno, che piace a tutti...Insomma, il teatro non può essere così. Meglio allora per il pubblico restare a casa, davanti al mostro televisivo, se poi è la stessa cosa.
Vogliono un teatro ingabbiato, con i padrini (o massoni?) della Destra o della Sinistra.
E intanto condannano il teatro a morire, questi politicuzzi.
La filosofia poi è una cosa seria, e sono veramente pochi oggi, a mio modesto parere, gli studiosi di filosofia in grado di essere filosofi. Per esempio: la coerenza è un concetto che fa parte della filosofia morale e contraddistingue il filosofo militante. Magari qualcuno di loro parla male di Berlusconi, e poi pubblica o ha pubblicato con Mondadori, la famosa casa editrice che appartiene alla famiglia del nostro ras.

m.e.

Inceneritore, c´è troppa diossina

A Montale superata la soglia d´attenzione. "Cittadini non informati"
Tra le analisi e le verifiche all´impianto è passato un mese e mezzo: "Troppo"
ILARIA CIUTI

MONTALE, l´inceneritore è di nuovo alle prese con lo spettro della diossina. Questa volta, al contrario di quanto accadde nel 2007 quando l´impianto chiuse, non siamo ancora all´allarme rosso, ma alla soglia di attenzione stabilita dalla Provincia di Pistoia. Abbastanza però per preoccuparsi, visto che di diossina si tratta, che comunque la quantità trovata nei fumi dall´Arpat è superiore a quella abituale e che solo in questi giorni si comincia a verificare perché sia successo. Quando sono passati quasi due mesi da quando, il 9 dicembre 2010, sono stati fatti i rilievi sui fumi dell´inceneritore e più di un mese dal giorno, il 30 dicembre, in cui i risultati delle analisi sono stati portati a compimento dall´Arpat che li ha trasmessi il 20 gennaio scorso alla Provincia, la quale li ha ricevuti il 26 e alla fine della scorsa settimana ha invitato il C.I.S, la società partecipata dai comuni di Montale, Agliana e Quarrata e coadiuvata dalla Ladurner che gestisce l´inceneritore, a fare verifiche straordinarie.
Le date si evincono dal sito della Provincia pistoiese. Le ha sottolineate alla presidente della Provincia, Federica Fratoni, la professoressa Patrizia Gentilini che rappresenta i Comitati della Piana Fi-Po-Pt. Gentilini chiede perché non si sia intervenuti prima, perché non si sia informata la cittadinanza e si preoccupa di quanta diossina possa avere sparso l´inceneritore sul terreno da allora a oggi. Lo stesso fa un´interrogazione urgente in comune della lista civica «Decidi anche tu» di Agliana e Montale allegando il documento con cui Arpat in data 20 gennaio 2011 comunica le analisi alla Provincia. I comitati chiedono la chiusura dell´inceneritore: «Sono evidenti le sue responsabilità nella pesante contaminazione di diossine riscontrate in tutta l´area di ricaduta».
Replica l´assessore all´ambiente Rino Fragai che i tempi delle procedure sono quelli e che comunque siamo solo all´attenzione, per di più stabilita dalla Provincia e non dalla legge. Non c´è bisogno, continua, di agire di corsa, né di avvertire la cittadinanza. Si debbono, questo sì, fare le verifiche obbligatorie e, se necessario, un intervento eccezionale di manutenzione. Il limite di sicurezza, oltre il quale gli impianti devono chiudere, è per la diossina di un nanogrammo a metro cubo. Ma, dopo l´esperienza del 2007, la Provincia ha stabilito tramite l´Aia, l´Autorizzazione integrata ambientale, che si debba correre ai ripari già quando nei fumi dell´inceneritore di Montale venga trovata la metà del pericoloso inquinante, ossia 0,5 nanogrammi. Come appunto è stato rilevato.(La Repubblica).

lunedì 7 febbraio 2011

Cartolina da Prato: area archeologica di Gonfienti e 'Interporto degli Etruschi', tutto quanto visto dall'alto!

Questa foto, ripresa da Poggio Castiglioni, mostra l'area archeologica di Gonfienti (indicata con due frecce che si vedono bene se si clicca due volte sull'immagine) e una parte dell'Interporto con i mega-magazzini.
La foto è del 5 febbraio 2011, con una discreta bruma su Prato. Tuttavia si può vedere anche da così distante che l'area archeologica, delimitata dalle 'protezioni' di colore rosso, è abbandonata.
Anche l'Interporto non sta meglio: container lasciati ai margini in modo poco sicuro, e molta sporcizia e incuria tutt'intorno. Nessun treno sulle rotaie. Senso di provvisorietà e smarrimento. Ecco il lavoro creato con l'Interporto degli 'Etruschi', così caro a Soprintendenza, Comune e Provincia di Prato.

m.e.

sabato 5 febbraio 2011

Un commento di Lanfranco Nosi su Gonfienti

Mi era sfuggito questo commento dell'amico Lanfranco Nosi, che io ho sostenuto come candidato alla presidenza della Provincia.
Questo commento, che Lanfranco aveva inserito nel corpo dell'articolo "Sottili ricatti sui quattro sassi di Gonfienti", mi sembra molto opportuno evidenziarlo.
Molti movimenti intorno a Gonfienti delle cosiddette autorità in questi giorni. Sembra un clima di campagna elettorale.
Che cosa nasconde tutto questo? Prelude a immobilità future o a giochetti di cui ancora non sappiamo il fine?
Intanto il cosiddetto 'Tavolo di Gonfienti' che gravita attorno all'assessore Nesi - (Arci e Legambiente, tanto per capire), si è risvegliato. Così come altri zombies, a comando, più o meno inconsapevolmente dall'altra parte.
Noi non crediamo alle favolette. 
 m.e.

"Cara Maila,
ti segnalo questa perla leghista, in merito a Gonfienti... http://www.iltoscano.org/caso-gonfienti-–-lega-nord-“mattei-pd-interviene-duramente-con-qualche-anno-di-ritardo”
Dichiarazione di Tosoni: "Ricordo, infine, che la Lega Nord di Prato portò la questione Etruschi a Gonfienti alla ribalta nazionale, invitando per ben due volte i giornalisti de ‘La Padania’"

Ma ti meravigli che - a parte un monte di chiacchiere - si sia sempre al solito punto? Del "parco archeologico" se ne ragiona almeno dal 2005? In fondo, la linea è la stessa, identica: dobbiamo far convivere le due cose, che in sostanza vuol dire che l'Interporto deve continuare ed andare avanti (anche il "nuovo" presidente ci ricicla la favoletta delle migliaia di posti di lavoro), il sito archeologico "si vedrà"...
Nel frattempo, il sindaco è impegnato a moltiplicare le "partecipate": dopo la "GIDA" n 2 vuole tirar su una nuova società, "filiazione" della Interporto SpA, che si occupi del Parco. Ma di quale parco, visto che nemmeno quando ci sono un minimo di risorse si usano a proposito?" (Lanfranco Nosi)

giovedì 3 febbraio 2011

Lettera al Presidente della Regione Toscana Rossi in merito alla città etrusca di Gonfienti

Signor Presidente Rossi,
in merito a Gonfienti, oggetto della Sua lettera in risposta all'assessore Nesi,  mi preme brevemente  di  puntualizzare che la verità riguardo alla città etrusca di Prato è più complessa di quella che si vuole far passare tramite questo scambio di lettere.

Sono anni che cittadini si battono per il riconoscimento e l’apertura del sito archeologico che, come Lei anche dichiara, è di primario valore.
La battaglia è stata defatigante, frustrante, oltre che dannosa per chi l’ha condotta in prima persona , vista dai più in modo risibile, dato che i cittadini combattevano “per i quattro sassi” etruschi.
Dov’erano le autorità competenti, che ora scrivono lettere o fanno belle dichiarazioni, quando abbiamo  organizzato ‘sit-in’, spettacoli, proteste, abbiamo proiettato video (ne abbiamo fatti ben quattro!) sul degrado e l’abbandono di Gonfienti?
Ci hanno del tutto ignorato.

In realtà in questi anni si è fatto di tutto per occultarla, e farla dimenticare,  la città antica; ne è testimonianza l’espansione dell’Interporto della Toscana Centrale; i metri cubi di cemento che sono colati sopra ai ritrovamenti archeologici; lo stato dei reperti; l’abbandono in cui versa da anni quello che è rimasto di vincolato, pezzetti di passato lasciati, anzi strappati fortunosamente al cosiddetto ‘futuro’. Al profitto del presente.

Che si sia voluto occultare tutto è testimoniato anche dal fatto che a Prato pochi sanno di questa scoperta; e ancora oggi nessun cartello, niente sta a indicarla. Non c’è un cartello (lo chiedo da tempo!), perché sarebbe il cartello della vergogna, la testimonianza dello scempio che è stato compiuto.

Di questa vicenda, che mi ha visto impegnata in prima persona e su cui ho scritto un libro ,“Gonfienti, storia di una battaglia” , che Le potrò dare personalmente se me lo concederà (visto che viene a Prato), ora si parla come se tutto questo passato, recente, non fosse stato;  ora le istituzioni, quelle stesse che hanno interrato gran parte della città antica, si dicono pronte e disponibili, quando, fino a qualche giorno fa si parlava addirittura di ‘sabbiare’ il sito archeologico.

Per quanto riguarda l’inghippo che blocca i fondi per la ripresa degli scavi: saprà certamente che esistono associazioni competenti sul territorio che sarebbero anche disposte – lo dicono da anni – a occuparsi volontariamente della cura del sito sotto la guida della Soprintendenza, oltre che alla ripresa degli scavi? Perché non sono mai stati ascoltate?

E poi: dopo che è stato dato molto risalto allo stanziamento di questi fondi, tutto ora appare come una farsa. Ancora una volta!

Su Gonfienti sto raccogliendo da anni dichiarazioni e dichiarazioni da parte di autorità, tutte favorevoli, tutte fiduciose, tutte positive; ma la realtà, signor Presidente, è tutt’altra; la realtà è l’abbandono.

Quale ‘tesoro etrusco’ è mai questo?  Sì, lo vada a vedere, guardi il cancello che ‘apre’ gli scavi, rinserrati e mangiati nella recinzione elettrificata e sorvegliata dalle telecamere dell’Interporto della Toscana Centrale.

Maila Ermini

Un invito per i 20 anni dei Celestini

 Per stasera, 21 dicembre, ore 20,45 alla Baracca.