mercoledì 2 febbraio 2011

Archivio? Cartacce. Piuttosto, il guadagno

Prato è una città piena di magazzini vuoti. Stanzoni e stanzoni da non saperne che fare.
E ora l'assessore Caverni ci dice che costruiranno a Iolo, ex-novo (costruire e costruire, questa è la parola d'ordine, mangiare terreno vergine), un nuovo archivio con il procedimento del leasing. 
Abbiamo molti molti dubbi su questa procedura. Chi ci guadagna veramente? 
I tre archivi dislocati su territorio non potrebbero essere riuniti in altro luogo più grande? A Prato proprio non c'è un posto cotanto che potrebbe essere restaurato per tal fine?
Da notare, almeno dal tono dell' articolo, quanto poco valore si dia in fondo all'archivio, ('le cartacce') che invece ne ha moltissimo; come viene visto tutto da un punto di vista economico.

In leasing il nuovo archivio comunale  Esperimento del Comune, nascerà su un terreno a Iolo

PRATO. Nascerà in un terreno oggi vergine a Iolo il nuovo archivio comunale. E nascerà attraverso un’operazione «che probabilmente il Comune di Prato è il primo a fare in Italia». Parola di assessore al Patrimonio e lavori pubblici Roberto Caverni che assieme al suo staff ha trovato, nelle pieghe del decreto Brunetta, una strada per realizzare l’opera al minor costo possibile.
La via è quella di un “leasing in costruendo”. Insomma un’opera pubblica in leasing. Come? Lo spiega l’assessore.
«Il decreto Brunetta dà questa possibilità ai Comuni e la nostra intenzione è percorrerla cercando, attraverso un bando di gara pubblico, una società di leasing che finanzi la realizzazione dell’archivio. Il Comune da parte sua cederà per venti anni alla società vincitrice i diritti di superficie». Il Comune, poi, attraverso il pagamento degli affitti, anno dopo anno, arriverà a riscattare l’opera che tornerebbe nel suo patrimonio. Proprio come si fa con l’auto. E i soldi per pagare gli affitti? La strada per recuperarli è stata trovata, anche quella. Il Comune ha il proprio archivio sparpagliato sul territorio e in locali per i quali paga un canone: il primo è in via Pomeria «dove davvero ci sono tutte le cartacce», il secondo è ai Ciliani, il terzo, quello storico, è alla Briglia, mentre un’altra parte è in un quarto locale sempre a Prato.
«Il Comune spende ogni anno per questi fondi 350mila euro di affitto. Denaro che, una volta recuperato, potremmo investire per pagare le rate al leasing e per riscattare il magazzino nuovo».
Non è stato semplice avviare una procedura tanto insolita perché, prima di poter fare qualsiasi altro passo, è stato necessario chiedere il parere della Corte dei Conti: «Per verificare l’economicità della scelta del leasing - continua Caverni - rispetto a un finanziamento chiesto con un mutuo».
Problemi? Nessuno. La Corte dei Conti avrebbe dato l’ok sulla base della valutazione del rischio minore: «Anche se il finanziamento del leasing dovesse venire a costare qualcosa in più - spiega ancora l’assessore - l’operazione fatta con una società di leasing darebbe comunque più garanzie di realizzazione in tempi certi e quindi con costi congelati rispetto ai ritardi e agli intoppi, frequentissimi, con le aziende private».
C.O., Il Tirreno

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